Capitolo 11

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POV'S LUCIA

Dopo varie prentazioni prendemmo posto. Ai capi della tavola si trovavano Riccardo e Dimitri e alla loro rispettiva destra ci trovavamo io e quella che, a quanto avevo capito, doveva essere la moglie del Boss della Drakta, Irina. Il resto della mia famiglia si era seduta parallelamente ai russi. Entrarono le cameriere che servirono le varie portate. I russi, senza aspettare, iniziarono a mangiare accompagnati dai versi di apprezzamento che uscivano dalle bocche dei bambini. Noi tutti, invece, ce ne stavamo a capo chino con le mani sul grembo ad aspettare il permesso di poter favorire al banchetto.

Dimitri, accortosi del nostro atteggiamento, disse<<Come mai non mangiate? Non è di vostro gradimento?>>guardando il mio boss che, nel mentre, finiva di bere il suo calice di champagne.

<<Qui nessuno mangia o tocca la tavola senza un mio esplicito consenso. In caso contrario, affliggerei, a coloro che trasgrediscono la regola, una punizione esemplare poiché avrebbero fatto intendere, con le azioni, di essere superiori a me e , di conseguenza, avrebbero offeso il mio onore.>>proferì Riccardo e, guardandolo dritto negli occhi, alzò una mano. Quello era il consenso.

Ancora a testa bassa, dicemmo in coro<<La ringrazio, mio signore.>>. Successivamente alzammo la testa sotto gli occhi increduli dei nostri ospiti e iniziammo a mangiare o, almeno, era quello che stavamo per fare ma venimmo interrotti da una voce stridula che gridava<<Tu!?>>.


POV'S AALINA

Fissavo stralunata quello che stava succedendo. Chi erano questi? Facevano così tutte le volte? Dimitri non si è mai permesso di fare così. Sembravano dei robot programmati per obbedire a Riccardo Esposito. Quando alzarono lo sguardo io lo portai alla persona davanti a me e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. C'era la stessa ragazza che avevo incontrato in corridoio qualche ora fa e che, ora, mi guardava con un ghigno strafottente stampato in faccia.

<<Tu!?>>urlai non riuscendo a contenermi e attirando, di conseguenza, l'attenzione di tutti i presenti.

<<Già, proprio io. Che c'è? Adesso non mi guardi più dall'alto in basso paragonandomi ad una sguattera qualunque?>>mi rispose con una rabbia tangibile dalla voce ma sempre ghignando.

<<Interessante. Racconta.>>le disse curioso un ragazzo dai capelli castani e gli occhi color miele maliziosi, vestito elegantemente, come tutti quella sera del resto. Mi sembrava si chiamasse Sebastiano.

<<Stavo andando nell'ala nord quando questa qui mi ha chiamato urlando pensando che io fossi una cameriera.>>spiegò rivolta verso di lui. Sentii la mano di Gorislav, seduto accanto a me, pizzicarmi la coscia. Mi girai verso di lui e con le labbra mi mimò, mettendo su un espressione arrabbiata:"Facciamo i conti più tardi". Perfetto, ero spacciata, pensai guardando male colei che mi avrebbe causato molti problemi. Che la guerra ebbe inizio.


POV'S VLADIMIR

Guardai la ragazza che stava parlando e che, attualmente, era al centro dell'attenzione, dire a un ragazzo di nome Luca, se la memoria non mi stava giocando brutti scherzi<<E' inutile che fai il santarello, se ti fossi trovato al mio posto e se avessero offeso il tuo onore a quest'ora l'avresti già uccisa.>>colsi la palla al balzo.

Mi schiarii la voce, attirando l'attenzione di tutti tranne di quei due, e chiesi, rivolgendomi a colei che non aveva proferito una sola parola da quando era arrivata<<E tu, permettimi di darti del tu date le circostanze, avresti ucciso mia cognata al posto della signorina Lara, Lucia?>>. Delicatamente appoggio le posate le piatto, si pulì aggraziatamente le labbra con il tovagliolo di stoffa e volse la testa verso Riccardo Esposito mantenendo, comunque, lo sguardo basso.

<<Chiedi pure, Lucia>>proferì Riccardo non degnandola di uno sguardo e continuando a mangiare.

<<Le vorrei chiedere il permesso di poter rispondere alla domanda postami dal signor Vladimir, mio signore>>disse. La sua voce era fredda e dura ma allo stesso tempo delicata. Era soave, come il fruscio del vento in una bufera. Le sue parole mi paralizzarono. Era abituata a questo? Notai che anche mio fratello Dimitri era scosso dai suoi modi.

<<Accordato>>queste parole riportarono la mia attenzione sulla mia promessa sposa.

<<Signor Vladimir, le accordo il permesso di darmi del tu. Per rispondere alla sua domanda no, non l'avrei uccisa e, prima che me lo chieda, non l'avrei uccisa poiché è la moglie del signor Gorislav Volkov, fratello del signor Dimitri Volkov, boss della Drakta. Ucciderla sarebbe stata una mossa stupida e avventata ma se l'idea, anche solo per un momento, mi avesse sfiorato, si fidi signor Vladimir, non avreste trovato nessuna traccia riconducibile alla mia persona e mai più il corpo di vostra cognata.>>e, detto questo, calò il silenzio. Aveva proferito quelle parole guardandomi dritto negli occhi freddandomi come una fucilata, a mo di velata minaccia. Non le risposi, non ce n'era bisogno.


POV'S LUCIA

Dopo la mia risposta calò il silenzio. Silenzio che durò poco e che fu interrotto dall'arrivo trafelato di Luigi. Si fermò in mezzo alla sala e si guardò intorno fino a quando il suo sguardo non catturò il mio. Mi venne incontro frettolosamente

<<Signorina-disse porgendomi un cellulare-è per lei.>>disse solamente. Mi alzai di scatto e gli strappai letteralmente il cellulare di mano. Lo avvicinai all'orecchio e sentii una voce ormai familiare e, addirittura, rassicurante negli ultimi tempi.

<<Dieci giorni-disse semplicemente-se hai capito rispondi affermativamente, in caso contrario negativamente.>>continuò.

<<Affermativo>>risposi e la chiamata venne staccata dall'altro capo del telefono. Mi voltai velocemente verso Luigi, gli sbattei il telefono sul petto e proferii con voce che non ammetteva repliche<<Distruggilo.>> Mi girai, feci un segno a Riccardo che capì al volo e, dopo essermi scusata educatamente con i presenti, me ne andai in camera. Mancavano solo 10 giorni. 10 giorni e lo avrei rivisto.

Caldo come il ghiaccio, freddo come il fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora