CAP.49 - CUORI DISPERATI

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La conversazione con Jungkook mi aveva distrutto.

Avevo preparato la valigia e mi ero spostata nella stanza degli ospiti.

Avevo l'aereo l'indomani e sarei tornata a casa, la nostra storia era finita e mi sarei dovuta sentire meglio perché era stata una mia decisione, ma non era così.

Avevo deciso volontariamente di lasciare Jungkook e di mettere fine alla nostra storia per lasciarlo libero, per permettergli di riprendersi la sua vita e dimenticarsi di me. Io non l'avrei mai dimenticato, avevo avuto la mia possibilità di essere felice.

Mi ero sentita dannatamente felice durante quei giorni vissuti con Jungkook quando gli avevo detto del nostro bambino. Ma il destino aveva agito diversamente.

Maledetto destino. Mi aveva dato tutto, un uomo perfetto, il suo amore e un figlio. Sapere da Tae che avrebbe rinunciato alla sua carriera per noi, mi aveva spezzato il cuore.

Era stata la conferma. Adesso non aveva più alcun obbligo nei miei confronti e poteva tornare alla sua vita di sempre.

Non volevo fargli vivere una vita costantemente a metà. Nascosto da tutti per vivere la nostra relazione.

Sono sul letto e piango senza riuscire a chiudere gli occhi e a riposare, come avrei bisogno di fare, quando sento la porta aprirsi. So che è Jungkook e lo sento sedersi sul letto.

Sono girata dall'altro lato e non posso vederlo e preferisco restare cosi piuttosto che fargli vedere in che condizioni sono. Perché sono io ad essermela cercata, sono io ad aver deciso di rinunciare a lui e non si merita di vedermi soffrire. Lui sta soffrendo impotente, perché non gli ho dato scelta, ed è l'unico che può davvero soffrire per questa situazione.

"Hanna non lasciarmi ti prego. Sei qui e già mi manchi, non farmi vivere senza di te" e le sento, sento le sue lacrime.

Vorrei girarmi, baciarlo e dirgli che resteremo per sempre insieme ma stare insieme ci ha portato solo dolore e devo lasciarlo andare.

"Hanna, io ti amo, e so che mi ami anche tu. Abbiamo sofferto ma soffriremo molto di più se decidiamo di separarci"

Continuo a non rispondere e le lacrime scendono sul mio viso e non riesco a fermarle.

Sento che se solo Jungkook si avvicinasse, mi sfiorasse, potrei mandare tutto all'aria e stringerlo talmente forte da non lasciarlo mai più.

Ma quasi a prova della correttezza della mia decisione, lo sento alzarsi e andare via.

"mi stai spezzando il cuore ma resterà sempre e comunque tuo"

Lo sento uscire dalla camera e mi lancio in un pianto disperato. Gli sto spezzando il cuore ed anche il mio.

Credo di non aver mai vissuto una situazione più difficile, di non essermi mai trovata davanti ad una scelta più ardua di questa.


JUNGKOOK'S POV

Non riuscivo a pensare, non sapevo cosa fare. Mi sentivo completamente impotente. Sentivo che aveva fatto la sua scelta e che non sarei riuscito a farle cambiare idea, ma non potevo accettare questa situazione senza provarci ancora.

Era andata a dormire nella camera degli ospiti e dovevo parlarle, dovevo provarci, ed era ancora qui. C'era speranza finché restava qui. Ero stato felice che non avesse deciso di andare via di casa perché potevo farmi venire qualche idea in mente, ma non sapevo davvero cosa fare.

Mi dirigo verso la camera e mi sembra di sentirla piangere, cosi apro la porta.

"Hanna non lasciarmi ti prego. Sei qui e già mi manchi, non farmi vivere senza di te"

Non ero lucido, non sapevo cosa dire se non parlarle con il cuore. Avevo anche iniziato a piangere, sentivo di non riuscire in nessun modo ad evitare questo triste finale per la nostra storia.

Avevamo già sofferto tanto, perché ci stava facendo questo?

In che modo pensava che separarci fosse la scelta giusta?

Eppure, me lo sentivo, sapevo che quello che era successo quel pomeriggio l'aveva turbata. Ed era stato cosi.

"Hanna, io ti amo, e so che mi ami anche tu. Abbiamo sofferto ma soffriremo molto di più se decidiamo di separarci"

Non poteva essere la soluzione lasciarci. Come poteva pensare che saremmo stati meglio? Che il nostro amore sarebbe scomparso con il tempo?

Ero affranto, non sapevo cosa dire o fare, cosa le avrebbe fatto capire che questa era una pazzia?

Quel dannato pomeriggio. Prima avrebbe capito, prima era lei a farmi evitare qualsiasi tipo di rischio. Perdere il nostro bambino aveva cambiato tutto, l'aveva cambiata.

Si era resa conto di volere di più, di aver bisogno di più. Era sempre stata contro a questa relazione clandestina, il non poter vivere una quotidianità, alla luce del sole, era stata un'idea che non aveva mai accettato.

L'avrebbe fatto solo per nostro figlio, ed ora che lui non c'era più, continuava ad essere reticente nei confronti di una relazione rischiosa e da vivere nell'ombra, come dei ladri.

Capivo questo suo bisogno, io in primis non l'avevo accettato sull'isola di Jeju. Avrei voluto poter vivere quei pochi giorni con lei come una normalissima coppia.

Fare l'amore con lei in spiaggia con la luna, di notte.

Passeggiare con lei mano nella mano, senza doverci nascondere.

Come potevo convincerla se capivo ogni singola motivazione che la spingeva a scappare da questo rapporto?

"mi stai spezzando il cuore ma resterà sempre e comunque tuo"

Era l'ultima occasione. Farle capire che io mai e poi mai l'avrei dimenticata. E il mio cuore sarebbe stato sempre suo.

Esco da quella stanza e mi assale la paura che possa andarsene nel cuore della notte e cosi inizio a bere per cercare di restare lucido o forse per evitare di pensare.

Dopo circa 2 ore, apro di nuovo la porta della camera di Hanna e mi stendo sul letto, accanto a lei.

Vorrei toccarla ma non voglio svegliarla e farla scappare. Vorrei solo che domani mattina, una volta sveglia, si rendesse conto che il suo posto è qui con me.

Mi sveglio qualche ora dopo con un fortissimo mal di testa e quasi non riesco ad aprire gli occhi.

Mi giro e la cerco, ma non è sul letto accanto a me.

La cerco per tutta la casa, ma le valigie non ci sono.

Hanna è tornata in Italia.


Nota autrice

Non so cosa aggiungere.

Sarà la fine o no?

Sogno, destino, realtàWhere stories live. Discover now