il pianto del salice

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Tic, tic, tic...
Goccia dopo goccia i tuoi rami portano la pioggia allo stagno, come a volerlo dissetare, con le tue dolci lacrime.
Tendo una mano alle tue fronde verdi, che gentili sì chianano su di me.

È un abitudine ormai, sognare sotto la tua chioma.
Sogno dei suoi occhi scuri, delle sue belle mani e del suo dolce sorriso.
Mi manca la sensazione della pelle che mi carezza una guancia, il calore di uno sguardo pien d'affetto.

Sto sotto a questo salice anziano e la mia mente viaggia.

Mi porta in Francia dove i druidi ricavano da te eleganti strumenti da suonare intorno a un fuoco.

Mi porta in Grecia, ove i tuoi rami tagliati crescevano presti e cullavano la morte di un amato.

Mi porta in Gran Bretagna, i cui rami accompagnavano i viaggi delle streghe, influenzando il cuore con malvagità.

Mi porta in Italia, a venir cullati dal canto disperato della dolce Desdemona, accompagna dai suoi tormenti d'amore.

Coricata su questo verde lussureggiante, mi trovo a contemplare queste tue braccia che mi avvolgono come un amante passionale.

Chiudendo gli occhi posso concentrarmi sul rumore degli insetti che saltellano sull'acqua calma di questo stagno.
Il fruscio delle tue mani e il sole che filtra dalla tua chioma.

Un calore familiare bloccato nei ricordi di una vita passata, mi riporta al presente,
a pensare alla sua lontananza e al suo corpo così distante.

Vorrei poter stringere le sue mani come faccio con le tue e sorridere ai suoi sussurri come ai tuoi.

La tua compagnia che riempie un vuoto non ineludibile porta nostalgia di un tempo non ancora vissuto.

E accompagnato dal mio pianto pietoso, si aggiunge il tuo, delicato e accogliente.

Mi sento a casa e qui dormo con fiducia, cullata dalle acque in questo paradiso terrestre, e lentamente affondo nello stagno di questo salice piangente.

quando i fiori appassiscono Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora