Capitolo 10 • Inviti

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Pagai un prezzo molto alto per la mia fuga amorosa. Non tanto per quanto riguardava il denaro: avrei speso una cifra doppia, se questo mi avesse permesso di stare bene com'era capitato e di ritrovare quello che avevo perso con Maddie a causa della distanza e di tutto ciò che vi era stato in mezzo. Purtroppo, però, darmi tanto da fare e correre dall'aeroporto alle lezioni il lunedì mattina mi tolse parecchie energie.

Il mio compagno di stanza, un piccolo ragazzo di origini indiane chiamato Siddharth, non fiatò quando spalancai la porta della camera tutto sudato e in preda all'ansia di arrivare in aula in ritardo: continuò ad allacciarsi lentamente i lacci delle scarpe come ogni mattina. Era un tipo silenzioso e abitudinario e lo adoravo per questo. Non avevamo bisogno di trovare per forza argomenti di conversazione e di creare un legame amichevole a tutti i costi, ci bastava essere discreti e vivere ai margini della reciproca esistenza, senza imbarazzo né obblighi da persone politicamente corrette. Tutto ciò che sapevo di lui si basava sull'osservazione sperimentale: Sid, come mi aveva concesso di abbreviare, si rapportava al mondo mediante formule di matematica e fisica, sognando di rendere gli astri raggiungibili con la stessa facilità con cui si andavano a comprare le sigarette in tabaccheria.

«Be', com'è andato il finesettimana, Mr. Scompaio Senza Avvisare?» domandò Flo, zuccherando il suo caffè in eccesso come ogni mattina.

«Molto bene, Miss Ficcanaso» replicai, accingendomi a sorseggiare il mio.

Jason mi domandò di Maddie, ma non fornii dettagli. Oltre ad essere riservato di mio, ero convinto che ciò che avevo con lei fosse talmente bello da custodire gelosamente al riparo da occhi indiscreti ed invidiosi. E, non che accusassi Jason di invidia, ma raccontare quanto si è felici non porta mai a nulla di buono, nemmeno se gli ascoltatori si professano amici fidati.

Diedi un'occhiata al cellulare e lessi un messaggio da parte di Chloe che mi informava di una bella festa organizzata da alcune persone con cui aveva legato alla Columbia. Alzai gli occhi su Flo.

«Senti, com'è che funziona quella festa di cui ci parlavi riguardo Halloween?»

Lei si spaventò, quindi mi guardò con attenzione, facendo appello anche a Jason con una gomitata.

«Mi stai dicendo che hai cambiato idea e vuoi venire?» chiese, esterrefatta.

«Sì, non è la decisione più coerente che io abbia mai preso, ma...»

«Non importa! È splendido! Ti mando subito l'invito per messaggio e avviso Callie, così ti aggiunge alla lista» trillò, interrompendomi.

Esitai.

«Ehm... Mi servirebbe qualche invito in più. È un problema?»

Sorpresa, Flo inclinò il capo di lato.

«Porti addirittura della gente? Pazzesco. Cosa ne hai fatto del Peter di venerdì?» esclamò.

Scossi il capo. «Lo chiedi alla persona sbagliata».

Jason, nel frattempo, cominciò ad avere un'aria seccata. Sospirò per tranquillizzarsi, suscitando la mia curiosità. Decisi, comunque, che non gli avrei chiesto nulla: sapeva di poter contare su di me, no? Il rischio di risultare invadente mi trattenne dall'ipotizzare una possibile risposta negativa.

«Da cosa ti travestirai?» mi domandò Flo, una volta terminato di smanettare al cellulare per la questione degli inviti.

«Non ne ho la più pallida idea» risposi, sincero.

Alla mia sinistra, Jason cercò di richiamare l'attenzione di Flo.

«Possiamo pensare ad un costume coordinato... Sarebbe d'effetto, no?» propose.

«Esistono costumi coordinati a tre?» fece lei, non cogliendo il messaggio subliminale.

Inspirai a fondo, sentendomi un po' di troppo.

«Io... Vado alla toilette. Voi potete anche pensare... Voglio dire, non è necessario che io sia coordinato con voi, probabilmente non mi travestirò neanche. Però voi fatelo, verrà una meraviglia» li incoraggiai.

Jason accolse il mio supporto con un'espressione convincente nei confronti di Flo. Possibile che non ci arrivasse?

Lei si attorcigliò una ciocca di capelli col dito, contrariata.

«Certo, ci penseremo su» promise, con tono scialbo.

Mi dileguai rapidamente e pregai che Halloween arrivasse in fretta. Avevo bisogno di mettere in chiaro che ero felice con Maddie, così da evitare equivoci molto spiacevoli.

Di ritorno verso le aule per seguire un corso pomeridiano, più tardi, mi imbattei in Erin, a cui doveva essere giunta la voce che avrei partecipato alla festa.

«Come mai hai cambiato idea?» mi domandò, percorrendo un medesimo tratto di corridoio con me.

«Ci tengo a trascorrere Halloween insieme alla mia ragazza e, dal momento che sono andato a trovarla questo finesettimana, ho pensato che le avrebbe fatto piacere venire qui, una volta tanto, e conoscere le persone che frequento ogni giorno. Sai, la distanza non è una passeggiata» mi confidai.

Non sapevo perché Erin infondesse tanta tranquillità, ma non mi pentii di aver raccontato la verità. Mi sentii, al contrario, sollevato, quasi grato di non dover temere di urtare la sensibilità di nessuno, facendolo.

«Capisco. E questo non ha niente a che vedere con Flo, giusto?» si accertò lei, sibillina.

Alzai le sopracciglia. «Flo?»

Erin si affrettò a scuotere il capo, rivolgendomi un sorriso rassicurante.

«Niente, dimentica quello che ho detto».

Mi fermai, dovendo svoltare a destra.

«Che cosa vuoi dirmi, Erin?»

«Nulla, davvero. Ti auguro una buona lezione! Io proseguo dritta» scappò lei.

Mi lasciai convincere che fosse davvero così e ricambiai l'augurio, per poi svoltare l'angolo con la sensazione di avere la mente annebbiata. Che cosa mi stava sfuggendo?

Prima di entrare in aula, sostai ancora un attimo per controllare nuovamente il cellulare: Steve, a cui avevo inoltrato l'invito alla festa, mi aveva risposto con parecchio entusiasmo, seguito poi da un impanicatissimo "ci sarà anche Chloe?!".

Lui non l'aveva mai veramente superata, nonostante tutte le ragazze con mille attributi apprezzabili che frequentavano la Brown, e quelle rare volte in cui gli era capitato di incrociarla non era riuscito a levarsela dalla testa per giorni. L'ultima, mi raccontò quella sera stessa via telefonica, era stata appena il giorno prima: un ragazzo avvenente le ronzava attorno con un sorriso sospetto, a quanto pareva.

Se tornavo con la mente ai ricordi delle superiori, mi saliva la nausea al pensiero di tutti i drammi che l'avevano affollato, uno dei quali era stato la presa in giro di Chloe nei confronti di Steve, i cui sentimenti erano usciti a brandelli. Io la conoscevo e le credevo quando affermava di non aver mai avuto l'intenzione di farlo soffrire così, ma non potevo ignorare che Steve avesse tutte le ragioni di portare rancore verso di lei. La mia posizione era perennemente bloccata nella popolare espressione "fra l'incudine e il martello", in un equilibrio che minacciava di pendere dall'una o dall'altra parte per colpa di vere e proprie sciocchezze, come appunto una festa di Halloween.

Non potevo neanche immaginare quanti guai mi avrebbe causato quella maledetta festa.

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Pubblicare questo capitolo proprio il giorno di Halloween è un'emozione unica. Noi autrici non riusciamo mai a rispettare le tempistiche del mondo reale (scriviamo dell'inverno in pieno agosto e a Natale descriviamo spiagge bellissime e gente in bikini), quindi apprezzate per favore!

Buon Halloween a tutti 👻🍬

Baci

EnigmaticWhere stories live. Discover now