Capitolo 9 • Brama

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La madre di Maddie non gradì il nostro contrattempo in garage, ma non aveva voglia di sostenere una discussione: si limitò a rimanere imbronciata per tutto il tragitto fino a casa e a chiudersi nella propria camera all'arrivo. Maddie faticò parecchio a farle fare merenda.

«Se ti va, possiamo uscire appena rientra anche Charlie. Dovrebbe essere qui nel giro di dieci minuti, al massimo».

«E aspetteremo che lui sia qui perché...?»

«Perché è ancora un bambino e qualcuno deve sorvegliarlo. Come hai potuto vedere, mia madre non è in grado di ricoprire quel ruolo».

Annuii.

«Puoi anche prenderti una serata libera, però. Cenare con me, fermarti a casa mia... Tanto, sai che nessuno ci disturberà» proposi, non nascondendo una nota graffiante nella voce.

Maddie era tentata, lo lessi nei suoi occhi.

C'era un modo di dire che recitava "batti il ferro finché è caldo": decisi di metterlo alla prova.

Sinuoso, soffiai sulla sua pelle candida, appena sotto l'orecchio, per farle venire dei brividi che si sarebbero intensificati quando l'avrei baciata. Conoscevo a memoria le sue zone erogene e non avevo paura di sfruttare quel mio vantaggio per ottenere ciò che volevo.

Posai le mani sui suoi fianchi, risalii fino alla vita morbida con decisione e attirai il suo corpo più vicino al mio. Il suo respiro rapido mi solleticò il mento.

«Avremmo un grande letto confortevole a disposizione, tutta la pace di questo mondo e...»

«Maddie!» strillò la madre, dalla camera dove si era reclusa.

«E nessuna interruzione» conclusi, irritato.

Maddie si scusò con lo sguardo e scivolò via da me per rispondere alla richiesta di aiuto ricevuta. In quel momento, la porta di casa si aprì e Charlie fece la sua comparsa assieme ad un altro bambino. Supposi che andassero a scuola insieme.

«Ciao, Peter» mi salutò, ormai abituato alla mia presenza nei dintorni.

Mi avvicinai per salutarlo alla nostra maniera: stretta di mano e spallata reciproca. Steve mi aveva abituato a quel saluto durante le superiori, dimenticandosi che non ero un suo compagno della squadra di football, e avevo pensato che mi sarebbe tornato utile per ingraziarmi Charlie, il quale fremeva dalla voglia di essere trattato come un ragazzo più grande e non come un bambino. La mia strategia si era rivelata vincente.

«Ciao, io sono Peter, come avrai sentito» mi presentai all'altro bambino.

«Piacere, Liam».

Aggrottai la fronte: avevo sentito bene?

«Liam, hai detto?» domandai, per sicurezza.

«Sì, perché?» replicò il bambino, perplesso.

Maddie tornò in tempo per fulminarmi con gli occhi.

«Ciao, ragazzi. Peter e io abbiamo fatto la spesa, quindi potete cercare nella dispensa qualcosa per fare merenda. Mi raccomando: non finite la Nutella perché vi vengo a cercare. Armata, possibilmente» si rivolse ai bambini, finendo con una minaccia scherzosa.

Charlie la sminuì con un gesto della mano.

«Dice sempre così, poi non se ne accorge nemmeno» sussurrò all'amico.

Di sottecchi, comunicai a Maddie tutto il mio disappunto con uno sguardo. Se era arrivato a notarlo Charlie, significava che non mangiava davvero abbastanza, in maniera preoccupante. Tastando il suo corpo, non avevo notato una magrezza eccessiva, ma non potei negare che doveva aver perso alcuni chili.

«Va bene, noi stavamo uscendo, giusto?» mi intromisi.

«Giusto» confermò Maddie. «Faccio un salto più tardi per prendere un cambio, dato che stanotte rimango con Peter. Voi due fate i bravi e, Liam, se ti serve un passaggio per andare a casa, chiamatemi. Il telefono di mamma è sulla solita credenza».

Prima di andare a casa mia, Maddie decise di darsi una rinfrescata e indossare una bella gonna autunnale insieme ad un maglioncino che doveva essere nuovo, a giudicare dall'etichetta ancora attaccata. Corto, rosa antico e molto morbido, sembrava di fattura piuttosto raffinata.

«Shopping?» ipotizzai.

Scosse il capo. «Un regalo».

Sollevai un sopracciglio.

«La sorella di Liam non l'ha gradito come regalo di compleanno e, carino com'è, ho pensato di prendermelo io» fece spallucce.

«Quale Liam?» mi sentii in diritto di domandare, con un certo fastidio.

Lei sorrise e mi buttò le braccia al collo, stampandomi un bacio sulle labbra.

«L'amico di Charlie, scemo. Secondo te, accetterei un regalo da parte di un altro ragazzo, nonostante questo non abbia fatto altro che darmi uno strappo in macchina qualche volta?»

«Ah, quindi è successo più volte» mi inasprii, tuttavia sorridendo.

Maddie alzò gli occhi al cielo.

«Sei proprio un cretino».

Cominciai a guardarla con una certa bramosia.

«Un cretino che ti vuole tutta per sé» mormorai, a bassa voce.

«Allora... Vieni a prendermi!» fuggì lei con uno scatto repentino, ma riuscii ad afferrarla per il polso prima che fosse troppo lontana e la strattonai verso di me, per poi prenderla in braccio.

Alzai gli occhi su di lei, ipnotizzato dal potere che aveva su di me. La volevo. La volevo in quel preciso istante e nessuno, nessun patetico Liam, nessun fratellino nelle vesti di un figlio, nessuna madre nelle vesti di una paziente bisognosa di costanti cure, nessuna busta della spesa mi avrebbe messo i bastoni fra le ruote, non quella volta.

La adagiai sul letto con delicatezza, la privai del maglioncino e scostai il tessuto della gonna.

La sua pelle mi stava chiamando, dalle labbra socchiuse usciva il sospiro di chi tratteneva un gemito e le dita cominciarono a stringere le lenzuola, rilasciando la tensione di tutto il corpo. Pregustai il momento con intensità crescente ed aggiunsi quanta più suspense possibile all'atmosfera, rendendo del tutto superflui dettagli come candele profumate e musica da sassofono.

«Peter...» gemette Maddie. «Mi stai esasperando».

Un angolo delle mie labbra si sollevò spontaneamente.

«È proprio questo il mio obiettivo. Adesso zitta e lasciami fare».

Chiuse gli occhi al suono determinato della mia voce e mi attirò su di sé, convinta che le avrei lasciato le redini. Povera illusa.

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Meglio non interromperli, scusate. Lasciamoli fare che non si vedono mai poverini.

Piaciuto il capitolo?

Baci ✨

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