CAPITOLO 1

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ATTENZIONE:
questo è il sequel del libro "Il Mio Miglior Incubo" sempre di mia invenzione. Si consiglia la lettura del primo libro prima di continuare.
Buona lettura!


‘’ non fregare le palle degli altri brutto stronzo! Non ti bastano le tue? Ah scusa, non ne hai!‘’ grido alzandomi dalla panca e guadagnandomi le risate di alcuni ragazzi seduti vicino a me ‘’ Gabe prendi la palla di quel coglione! Bravo! Massacralo! ‘’ Noe mi tira il lembo della giacca ‘’ Charlie siamo a una partita di basket, non a un incontro di rewstling ‘’ le lancio uno sguardo accusatorio, ma poi cedo e ritorno a sedermi. Passo tutto il tempo a torturare la manica della mia giacca e a muovere la mie ginocchia a ritmo irregolare. Avevo la voglia matta di mettermi a urlare e incitare la squadra della nostra scuola ( soprattutto per far capire a Gabriel che ci sono ) come quando vado allo stadio con mio padre e mio zio. Di solito a una partita di calcio della nostra città non manchiamo mai, quando un giocatore segna ci alziamo tutti in piedi e cominciamo ad esultare, con mio zio per esempio, ci abbracciamo e cominciavo a saltellare felici. L’unica differenza è che Noemi non è per niente mio zio ed è venuta a vedere la partita dei ragazzi solo perché avrebbe giocato Giò. Solo quando un giocatore faceva canestro mi permetteva di alzarmi e esultare, dopo di che dovevo stare muta e tranquilla. L’unico problema è che a ogni spinta o a ogni passaggio ingiusto, mi veniva voglia di alzarmi e urlare contro quei deficienti ‘’ stai calma, fai la ragazza educata ed elegante ‘’ mi stava dicendo Noe in un sussurro, mentre io fissavo il campo. Con uno scatto fulmineo Giovanni prende il pallone dalle mani di un ragazzo ‘ nemico ‘ e si dirige palleggiandola verso il canestro avversario. Mentre varca la linea che divide il campo, un ragazzo, mooolto robusto, si avvicina a lui e con una forte spinta lo fa cadere a terra, prendendo possesso del pallone. L’arbitro sembra non aver visto niente. Un brusio di disapprovazione mi circonda ma viene sovrastato da una voce di una ragazza che urla ‘’ figlio di puttana! Sei un vigliacco! Cosa proveresti se io ti diedi una spinta del genere brutto imbecille! Quando finisce la partita ti faccio nero, coglione! ‘’ sbianco quando vedo che era Noe a gridare. Si era alzata e gridava a squarciagola, guadagnandosi l’attenzione di tutti. Mi mordo il labbro inferiore per non scoppiare a ridere. Alla faccia dell’eleganza! Intanto Chris si avvicina al biondo e lo aiuta ad alzarsi, quest’ultimo lancia uno sguardo di fuoco al colosso che intanto era occupato ad aggirare Gabriel, troppo determinato a non farlo passare. Giò sembra accorgersi di Noe, perché alza gli occhi verso la folla e ridacchia, poi manda un bacio alla ragazza, alzando il pollice. In quel momento Noe si rilassa e ricambia il bacio, poi si siede tranquillamente lisciando la gonna sopra le cosce. Io continua a guardarla divertita, lei lo nota e sbotta ‘’ bhe che c’è? ‘’ alzo le mani ‘’ niente, niente ‘’ e ritorno alla partita, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e la testa sulle mani aperte. Seguo ogni mossa, ogni passaggio. In questo momento sono in parità. Arriva il punto decisivo. Mentre le cheerleader fanno una piramide umana, Gabriel si avvicina ad un avversario e gli ruba il pallone, corre verso l’altra ala e lancia il pallone a Roberto. L’enorme cartellone elettronico posto dietro l’arbitro segna un minuto. Manca un minuto. Solo un minuto. Mentre mi faccio prendere dall’ansia, Giò viene circondato dagli avversari, costringendo così Roberto a passare la palla ad un altro giocatore dalla sua squadra. Pochi secondi. Intanto Chris si era avvicinato al canestro guadagnandosi così l’attenzione del ragazzo che gli lancia la palla. Chris la prende e, con velocità incredibile, fa un salto. 6 secondi. Chris lancia la palla. 3 secondi. Il pallone entra dentro il canestro in maniera perfetta. Tutti noi ci alziamo in un grido di trionfo, mentre l’arbitro fischia la fine della partita. I ragazzi si buttano su Chris, riempendolo di schiaffi amichevoli e parole di approvazione. Faccio svuotare un po’ il campo, in modo che, poi, sia libera di scendere e salutare Gabe. I giocatori vanno tutti verso lo spogliatoio tranne Gabriel che rimane sul campo a mettere a posto. Oggi è toccato a lui pulire la palestra. Saluto Noe e scendo nel campo. Stava prendendo i palloni per metterli nella cesta apposita. Mi avvicino a lui e gli metto un braccio sulla spalla, guadagnandomi la sua attenzione. Quando mi vede sorride e mi prende per la vita avvicinandomi a lui e dandomi un leggero bacio sulle labbra ‘’mi stavo giusto chiedendo dove fossi finita ‘’ appoggio le mani sul suo petto, giocherellando con il colletto della sua maglia. ‘’ ho aspettato che si svuotasse un po’ prima di scendere. Con le spinte che si davano quelli, avrei rischiato di essere trascinata fuori ‘’  lui ridacchia ‘’ questa era una partita importante, siamo in semifinale adesso ‘’  lo guardo ‘’ vuol dire che ti dovrai allenare più spesso? ‘’ chiedo mordendomi il labbro inferiore. Fa una smorfia, che risponde alla mia domanda. ‘’ quanti giorni? ‘’ sbuffo ‘’ 5 giorni a settimana ‘’ spalanco gli occhi ‘’ 5 giorni? Me che dovete andare in guerra? ‘’ lui ridacchia nervoso ‘’ in un certo senso … ‘’ sbuffo, staccandomi da lui ‘’ ti aspetto fuori ‘’ affermo incamminandomi verso l’uscita, ormai la palestra era vuota ‘’ non so quanto tempo starò qui ‘’ alza la voce lui per farmi sentire ‘’ ti aspetto massimo dieci minuti, poi me ne vado ‘’ dico senza voltarmi. In  realtà lo avrei aspettato anche per un’ora, ma il fatto che ci potevamo vedere solo due volte a settimana mi dava fastidio. In più, bisogna aggiungere, non si sarebbero allenati solo loro nella palestra, ma anche le cheerleader. Pensare che quelle oche potevano stare più tempo con il mio ragazzo e invece io mi dovevo limitare solo a due giorni, mi faceva arrabbiare. Era arrivata a poco più della metà del campo quando qualcosa mi colpisce il sedere. Mi fermo e affianco a me rotola una palla da basket, mi giro e mi massaggio il fondoschiena ‘’ ma dico, sei impazzito? ‘’Gabe ride e si appoggia alla cesta ‘’ Gabe! ‘’ continua a ridere, allora prendo il pallone e glielo lancio con tutta la forza che ho, ma questo non lo sfiora nemmeno, rimbalza a terra e rotola fino ad arrivare ai suoi piedi. ‘’ che mira perfetta! ‘’ esclama divertito Gabriel, chinandosi a prendere il pallone e a rigirarselo tra le dita ‘’ perché ti sei arrabbiata? ‘’ mi chiede con voce dolce Gabe ‘’ non mi sono affatto arrabbiata! ‘’ gli urlo contro. Lui alza un sopracciglio. Allora mi schiarisco la voce ‘’ non sono arrabbiata ‘’ ripeto con voce più calma. Lui si avvicina, con il pallone ancora tra le mani, si mette di fronte a me sorridendo ‘’ non ti ho detto che non ci vedremo in questi giorni … ‘’ dice con voce dolce ‘’ la mattina a scuola non è la stessa cosa ‘’ affermo triste. Lui fa uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Con un braccio mantiene il pallone mentre mette l’altra mano sul cuore ‘’ ti giuro che in questi giorni ci vedremo. Anche se dovessi finire alle dieci di sera, ci vedremo ‘’ ridacchio ‘’ mio padre non mi farà mai uscire alle dieci di sera ‘’ dico contagiata dal suo sorriso ‘’ allora faremo Romeo e Giulietta ‘’ rido ‘’ Charlie, ti prometto che in qualche modo ci vedremo. Non ho intenzione di stare 5 giorni a settimana senza vederti, okay? ‘’ sorride ‘’ okay  ‘’ ricambio il sorriso, mentre lui mi da un piccolo bacio sulla punta del naso, per poi passare alle labbra, dove il bacio si trasforma in qualcosa di più passionale. Interrompo il bacio per prendergli il pallone da sotto il braccio e scappare verso il canestro ‘’ ehi! ‘’ dice divertito Gabriel, rincorrendomi. Comincio a ridere e mi avvicino al canestro, ma quando sto per lanciare il pallone, Gabe arriva da dietro e mi prende per la vita, attaccandomi al suo petto. Nonostante tutto lancio il pallone e questo, dopo aver girato per tutto il cerchio del canestro, entra, facendomi esultare. Mentre alzo le braccia in segno di vittoria, involontariamente, do’ un piccolo pugnetto al viso di Gabe che si allontana, mettendosi una mano sul volto. Mi giro di scatto, preoccupata ‘’ Dio, Gabe,ti ho fatto male? ‘’ gli vado in contro, prendendolo per le braccia e incitandolo a farmi vedere il volto ‘’  stai bene? ‘’  lui allontana le mani lentamente e si avvicina al mio viso. Non ha niente di rotto, niente sangue. Per un momento penso che abbia fatto finta di essersi fatto male. Le sue labbra sono così vicine alle mie che posso sentirle muoversi mentre dice ‘’ baciami e andrà tutto bene’‘. Sorriso, imbarazzata, facendolo ridacchiare. Poi allaccio le braccia al suo collo e lo bacio. Lui prontamente ricambia, abbracciandomi dalla vita. Il bacio si trasforma in qualcosa di più, sembra quasi che ci stiamo divorando a vicenda, senza essere capaci di fermarci. Metto le mani tra i suoi capelli, guastandone la morbidezza e lui in risposta mi stringe ancora di più. Si blocca, appoggiando la fronte sulla mia. Non ho mai dato un bacio così, non mi hanno mai baciato in questo modo, come se le mie labbra fossero un faro in un mare in tempesta. Non ho mai sentito la sensazione di essere perduta senza un suo bacio. Ansimiamo entrambi, come se avessimo appena fatto una corsa. Passo il dito sulle sue labbra, seguendone il contorno mentre queste si aprono in un sorriso malizioso ‘’ wow ‘’ sussurra lui. Io sbatto gli occhi più volte ‘’ ho come la sensazione che stiamo dimenticando qualcosa … ‘’ dico pensierosa. Ci allontaniamo, quel poco per vederci in faccia ‘’ se vuoi andiamo a casa mia e ci pensiamo su … ‘’ propone malizioso. Gli do’ uno schiaffo sul braccio ‘’ Gabe! ‘’ lo rimprovero, ma sto ridendo. Alza le mani ‘’ non dico più niente ‘’. Faccio vagare lo sguardo sulla palestra, pensando. Cosa mi aveva detto Noe, prima di venire qui? ehm … ‘’ la cena! ‘’ dico spalancando gli occhi ‘’ quella per festeggiare la vostra vincita! ‘’ aggiungo un minuto dopo, vedendo Gabe pensieroso. Allora lui spalanca gli occhi e si incammina verso lo spogliatoio. Lo seguo ‘’ dove stai andando adesso? ‘’ apre l’armadietto e prende delle robe, più un deodorante, li appoggia sulla panca affianco a lui e, mentre si toglie la maglietta dice ‘’ mi devo cambiare no? Non posso andare alla ‘ cena ‘ con la divisa, tu che dici? ‘’     ‘’ oh, allora ti aspetto fuori ‘’ farfuglio vedendolo senza maglietta. Indietreggio. Ma che pettorali perfetti! Gabe mi vede e ride ‘’ vedi che per me non c’è alcun problema. Puoi restare ‘’ dice mentre si abbassa i pantaloncini. Mi giro di scatto e mi avvio verso l’uscita  ‘’ no, grazie. Ti vedrò mezzo nudo qualche altra volta ‘’ appena uscita mi appoggio sul muro e caccio un sospiro. Sento le guance in fiamme. Lo sento ridere ‘’ ci conto eh! ‘’ grida per farsi sentire. Rido ‘’ sei uno scemo Gabriel Jasconi! ‘’

Non Lasciarmi MaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora