Save Me [j.jk x m.yg]

By FagioPive

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- Scherziamo? dovrei farmi curare da un ragazzino!? Quanti anni hai..quindici?- -Jeon Jungkook, vent'anni, la... More

종속성
일상의
작별 인사
고통과 변화
너 진짜 니?
어리석은 바보
큰 문제
너 다시.
충분히
너는 이겼다
내 잘못
나는 두려워.
나는 바보 야.
의무와 책임
나는 죽고 싶다
위기
거짓말 쟁이
다시
적발
나는 가고 싶어
처벌
피아노
보고 싶어
해결
외관
난 위험 해
잘 쉬다
항문
널 다치게 해
날 잊어 줘
날 떠나지 마
복수
발견
구해줘
종료
감정 이입
죄송 해요
반환
돌아와
다음
저지른
돌연 변이
쓴 고백
폭풍
이상한
A.A.
멍청한

피 땀과 눈물

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By FagioPive

Erano rimasti soli in quella cucina, in quell'appartamento, in silenzio, a tentar di scorgere l'inscrutabile l'uno negli occhi dell'altro, mentre l'aria attorno a loro cominciava a divenir pesante, calda, soffocante.

Le mute parole fatte passare attraverso uno sguardo parvero non essere più sufficienti ad eludere lo stridore che percepivano alle orecchie, dovuto a quella tranquillità pesante e asfissiante, in contrasto netto e deciso con le urla che echeggiavano nella mente e nel petto di entrambi.

Yoongi continuava a guardare il pavimento, temendo che anche solo il posare le sue iridi scure sulla figura del minore potesse in qualche modo danneggiarlo senza precedenti, al contrario del castano che pareva non poter staccare i suoi occhi dal più grande.

Realizzò di avergli mentito tempo addietro, quando quel giorno in quell'ospedale lo aveva convinto a finire a sistemarsi da lui, quando gli aveva ripetuto che non sarebbe potuto versare in una situazione peggiore da quella in cui allora versava.

Quello che in passato gli era sembrato il fondo si era rivelato unicamente la punta di un iceberg decisamente più profondo.

Il grigio era gravemente denutrito, e il solo osservare come il suo capo paresse un palloncino troppo gonfio rispetto al corpo bastava ad asserire una simile considerazione. Le sue guance erano scavate e gli zigomi molto pronunciati, mentre gli stessi jeans che indossava quella notte che lo aveva abbandonato, poco più di una settimana addietro, quegli stessi skinny jeans scuri che gli fasciavano bene le gambe già troppo magre, ora cadevano morbidi su di esse.

Non era solamente una questione legata al saltare i pasti o alla confusione e alla pressione psicologica dalle quali era provato, Jungkook sapeva che il dolore consumasse le persone, ma la velocità con la quale stava divorando quel ragazzo era a dir poco inusuale.

Temette che quella droga avesse attecchito un po' troppo al suo sangue e al suo intero corpo.

La punta delle sue dita aveva cominciato ad acquisire un colorito bluastro, le sue sclere parevano essersi ingrigite e poté giurare che anche il pallore della sua pelle si fosse accentuato. Erano passati solo dieci giorni, il suo corpo sembrava provato da mesi di uso costante di suaeg.

Dopo minuti interi spesi unicamente a fare vagare il suo sguardo sul maggiore trovò il coraggio di avvicinarsi e sfiorare le sue mani, allontanandole l'una dall'altra e impedendo che tirasse via ancora pellicine dalle sue dita facendole sanguinare.

Contro ogni previsione non si sottrasse al suo tocco, ma non appena schiuse le labbra per poter parlare il grigio lo bloccò immediatamente.

- ora non riesco a sopportare riproveri, frasi sdolcinate e rassicuranti o domande su...su quello che è capitato, perciò sta zitto-

Era comprensibile una simile reazione, soprattutto se il castano era stato messo al corrente dai suoi migliori amici cosa su cosa fosse successo.

Il suo lavoro continuava costantemente a complicarsi, la situazione di Yoongi a degenerare, e anche lui sentiva di vacillare ogni volta che guardandolo la sua mente viaggiava indietro fino a raggiungere i giorni in cui si svegliava con qualcuno stretto contro il suo corpo.

In  quel momento temette davvero di non riuscire a portare a termine il lavoro, di non esserne in grado, di dare ragione a Hoseok e allo stesso Yoongi riguardo alla sua scarsa preparazione ed esperienza.

- non sono un boia con una sciabola sguainata, non ho intenzione di dire nulla possa farti star male, solo che dovresti riposare adesso, fare una doccia e andare a dormire... Nel frattempo ti preparo la stanza..-

Lasciò andare le mani ghiacciate che aveva vanamente tentato di riscaldare nelle sue, alzandosi e voltandosi verso la sua camera da letto, venendo bloccato da una flebile stretta attorno al suo polso, contatto che non potete ignorare.

Era forse quella la prima volta che Yoongi gli chiedeva di non abbandonarlo?

Il maggiore levò finalmente il capo, incontrando nuovamente il viso del castano segnato dalla stanchezza, un semplice gesto del capo compiuto poco dopo essersi accorto che alzarsi da quella sedia sarebbe stato più difficile del previsto.

Un lieve tremore si diffondeva dal suo ginocchio fin alle caviglie, impedendo che le sue gambe rispondessero correttamente ai suoi commandi.

Non poteva essere altrimenti.

A seguito di un simile trauma il suo fisico tentava di scaricare tutta la tensione e la paura accumulata, il tremore che avvertiva era il residuo di tutto ciò che l'avevano provato.

- le gambe.. i-io non credo di riuscire ad alzarmi-

Se ne vergognò, provò vergogna nel doversi appoggiare ancora al ragazzo, questa volta nel senso letterale della frase, lasciando che lo trasportasse fino al bagno.

Esattamente cos'è che era diventato, poteva ancora definirsi vivo?

Percepiva la paura di morire cominciare ad affievolirsi, scavalcata da una decisamente più grande e profonda. Vivere sembrava terrorizzarlo più del morire.

La sua mente era al limite, era consapevole di star correndo sul filo di un rasoio ove un solo passo più a sinistra l'avrebbe fatto cadere nei meandri più folli di essa. Se qualcosa fosse accaduto a Hoseok o Jungkook quel briciolo di sanità mentale lo avrebbe abbandonato, sarebbe totalmente impazzito, e quale senso avrebbe avuto continuare a respirare senza essere padroni del proprio corpo e dei propri pensieri.

Era una maledizione, qualcuno aveva deciso che qualsiasi cosa Min Yoongi avesse toccato o amato essa sarebbe stata distrutta, qualcuno a cui piaceva vederlo soffrire e gustarsi ogni lacrima e ogni goccia di sangue che tutta quella sofferenza provocava.

Perché era stato costretto a tutto quel dolore?

Il minore lo portò in braccio fino al bagno, lo fece sedere sul bordo della vasca, allontanandosi da lui solo il tempo necessario per aprire l'acqua calda e lasciare che essa si riempisse.

- ok, ti lascio cambiare.. fa un bagno caldo, ti farà stare meglio-

Non seppe dire se il grigio l'avesse sentito o meno, il suo sguardo pareva perso nel vuoto, i suoi arti scendevano quasi senza vita e respirava in maniera tanto debole che il gonfiarsi del suo petto era quasi impercettibile.

Gli fu accanto di nuovo, osando nell'afferrare i lembi della felpa che aveva indosso e sollevandoli per aiutarlo a privarsi di quei vestiti, certo che in quelle condizioni non avrebbe avuto la forza di allontanarsi o urlargli contro.

Scopri parte del suo addome la cui visione vi fù concessa per pochi attimi, prima che Yoongi la ritirasse giù, coprendo lo scempio di cui era stato intriso il suo corpo.

Era ancora coperto di sangue.

Cominciò a piangere, non un singhiozzo abbandonò le sue labbra e nessun sussultò scosse il suo corpo, ma innumerevoli goccioline salate bagnarono le sue guance mentre il minore procedette a svestirlo, continuando a piangere anche quando delicatamente lo fece sedere dentro la vasca.

Con movimenti dolci e dettati da un ritmo lento provvedette a ripulirlo, donando nuovamente una nota bianco pallido alla sua pelle, mentre il grigio rigido stringeva le sue gambe al petto, guardando l'acqua tingersi di vermiglio.

Sarebbe stata una ferita dura da rimarginare, Jungkook sapeva non sarebbe stato affatto facile, sapeva, fin dal giorno in cui aveva espresso il desiderio di prendersi cura di lui, di essere entrato in un tunnel la cui fine continuava ad allontanarsi.

Lasciò la spugnetta che aveva stretto tra le mani, accarezzando il viso del maggiore e solevandogli appena il capo, così che gli occhi gonfi e colmi di lacrime potessero distrarsi da quella macabra visione e concentrarsi sul sorriso da coniglietto che il castano si era imposto di avere con il fine di tranquillizzarlo.

- ehi.. non fissarla in quel modo ok, non guardarla.... Cristo quanto mi dispiace Yoon-

Lo strinse a sé, accarezzando i suoi capelli bagnati mentre lo ascoltava a malincuore singhiozzare contro il suo petto.

Gli baciò il capo, realizzando solo in quel momento che fosse tra le sue braccia, al sicuro, e che, più o meno, nulla di male gli fosse accaduto.

Yoongi lasciò che il giovane si prendesse cura di lui, che lo rivestisse di abiti dalla trama intrisa del suo profumo, che gli aciugasse i capelli e che lo accompagnasse nella sua stanza, adagiandolo con delicatezza sul suo letto, assicurandosi che ogni centimetro del suo corpo fosse al caldo.

Il grigio semplicemente lo guardò in silenzio per tutto il tempo con occhi prosciugati delle lacrime, gonfi e rossi a causa di esse, incapace di opporsi a qualsiasi cosa Jungkook avrebbe fatto.

Il minore era sulla soglia della porta quando le labbra del più basso si schiusero di nuovo e nuove parole vennero fuori da esse, flebili e roche.

-.. resta con me, non voglio morire-






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