Amami Per Sempre Capitano ||...

By aroundmyheart_

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•COMPLETA• /in continua revisione/ Atterrati dalla guerra, senza alcuna via di fuga. Lei porta grigiore nella... More

• 1 - KIM
• 2 - ASHER
• 3 - KIM
1° Cast Dei Personaggi
• 4 - ASHER
• 5 - KIM
• 6 - ASHER
• 7 - KIM
• 8 - ASHER ~ KIM
• 9 - KIM
• 10 - ASHER
• 11 - KIM
• 12 - KIM ~ ASHER
• 13 - KIM
• 14 - KIM
• 15 - ASHER
• 16 - KIM
• 17 - KIM ~ ASHER
• 18 - KIM ~ ASHER
• 19 - KIM
• 20 - ASHER ~ KIM
• 21 - ASHER
• 22 - ASHER
• 23 - ASHER
• 24 - KIM
• 25 - ASHER
• 26 - ASHER ~ KIM
• 27 - ASHER
• 28 - KIM
• 29 - ASHER
• 30 - KIM
• 31 - ASHER
• 32 - KIM
2 Cast Dei Personaggi
• 33 - KIM
• 34 - ASHER ~ KIM
• 35 - ASHER ~ KIM
• 36 - ASHER
• 37 - KIM ~ ASHER
• 38 - ASHER
• 39 - ASHER
• 40 - ASHER ~ KIM
• 41 - KIM
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• 44 - ASHER
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• 50 - ASHER ~ KIM
• 51 - KIM
• 52 - KIM
• 53 - ASHER
• 54 - ASHER ~ KIM
• 55 - KIM
• 56 - ASHER
• 57 - KIM ~ ASHER
NON È UN CAPITOLO
• 58 - ASHER
• 59 - ASHER
• 60 - KIM
• 62 - KIM
• 63 - ASHER
• 64 - ASHER ~ KIM
• 65 - ASHER ~ KIM 🔥🔞
• 66 - KIM
• 67 - ASHER
• 68 - KIM ~ ASHER
• 69 - KIM
• 70 - ASHER
• 71 - KIM
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• 77 - KIM
• 78 - ASHER
• 79 - KIM
• 80 - ASHER
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• 94 - ASHER ~ KIM
• 95 - KIM ~ ASHER
. . . EPILOGO . . .
💫 RINGRAZIAMENTI 💫
🌷 SEQUEL 🌷

• 61 - ASHER

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By aroundmyheart_

Avevo dimenticato quanto fosse stato emozionante entrare per la prima volta in Caserma e indossare la divisa. Esclusi per un momento il fatto che mio padre avesse obbligato me e i miei fratelli ad arruolarci e presi in considerazione le parole che invece mia madre disse per darmi conforto. "<<Forse questo può aiutarti ad essere migliore di tuo padre, prendila come una sfida, sii più furbo di lui>>".
Una volta ci sperava tanto anche lei, è stata la morte di Ellie a cambiarla, il dolore che ho provato per la mia ragazza l'ha avvicinata più di quanto non lo fossimo già e affrontare insieme questo dolore, magari più distanti che insieme, per il mio carattere scorbutico e indifferente è stata costretta a restarmi accanto nonostante la mia decisione fosse quella di allontanarla, per non ferire anche lei. Ma se davvero le parole di mia madre fossero state un modo per convincermi fino all'ultimo di diventare migliore di mio padre non sarei finito a questo, trattare in quel modo Kim e al fatto di averle mentito, di non aver avuto il coraggio di ammettere lo spavento che mi ha fatto prendere sapendo che lei era in quel maledetto capannone e che un colpo di pistola avrebbe potuto ferirla. Vorrei tranquillizzare il mio nervosismo se solo Rocky non lo fosse più di me in questo momento, mentre fa avanti e indietro per la stanza e brontolare parole a caso nella sua lingua.

<<Non riesco a pensare se continui a camminarmi intorno>> sottolineo massaggiandomi le tempie fino a sentire l'emicrania salire fin sopra i capelli.
La mia squadra è più importante della sua vita. NO. Impossibile. Non abbandonerei nessuna delle due, eppure mi ha messo difronte a una scelta. Una scelta che un giorno dovrò fare.
In quale direzione sarei dovuto andare?

Frugava tra i fascicoli dei miei uomini, mi ha riferito Tom dopo, per qualche frangente di secondo, averla vista uscire da sotto la scrivania. Mi chiedo se cercasse qualcuno o che fosse andata a curiosare tra la mia cartella personale.

<<E se cercasse qualcuno che gli piace? Magari avrà la sua età...>> sono stupido a pensarlo? Non toglie di fatto che abbiamo quasi dieci anni di differenza e che la probabilità che gli piaccia qualcuno della sua stessa età mi sta mandando già fuori di testa. Non sono geloso, voglio solo che le cose vengano messe in chiaro.
Ma cosa sto dicendo?
Frugare nei documenti personali di qualcun altro non equivale a niente di ciò che ho appena pensato. La ragazzina è furba, gioca bene le sue carte e sapeva che Tom era una pedina facile da gestire per arrivare a quello che voleva.
Adesso mi chiedo: cos'è che l'ha portata a rischiare la divisa per cercare... qualcuno o qualcosa?

<<Estás drogado, amigo mío? O el amor te ha jodido el cerebro?>>

<<Cristo santo Rocky, piantala che non si capisce una "mierda">> vediamo se questo lo capisce mimato tra virgolette. Però forse non ha tutti i torti.

<<Non è un hombre che cerca, ma una mujer!>>

<<Perché dovrebbe cercare una donna, che motivo ci sarebbe per farlo? Siamo tutti uomini>> rispondo senza pensarci su, eppure qualcosa mi sfugge. Se solo ci arrivassi da solo correrei da Kim e le darei un forte pugno su quella piccola e merdosa testa per aver rischiato la sua vita in modo così ingenuo e impulsivo.

Ci pensa ovviamente Rocky a mettermi i pensieri in ordine. <<Credo che abbia avuto timore di Kerry, a volte quella donna mette paura anche a me>> brontola in modo formale, eppure nei suoi occhi balena un velo di tristezza, il quale non spiega un motivo.

<<Spiegati meglio>> Kerry... cosa c'entra adesso? E perché avrebbe dovuto scavare nella sua cartella?

<<Spiegarmi? Cosa c'è da spiegare, magari dovresti metterti anche tu in guardia da lei piuttosto che... farci sesso>> dovrei essere offeso ma da come le parole gli escono così spontanee e rigide non gli do tanto peso.

<<Lo sai come stanno le cose, Kerry è solo un passatempo e poi è lei a fare la gatta morta con me>> non avrei detto proprio così, il discorso però è sempre quello.

<<Finalmente te ne sei accorto>>

<<Credi che non lo sapessi già?>> sono un po' confuso in realtà.

<<Evitando di scopartela forzatamente avrebbe cambiato tante cose>>

<<Del tipo? Il fatto che odi la figlia del Generale, malgrado non sappia che sia proprio Kim, non spiega il fatto che io me la porti a letto>>

<<Invece si>> ribatte perentorio. <<Non le avresti dato modo di affezionarla a te e al tuo uccello, questo è un buon motivo. Accetta che ho ragione, cazzone>> ammetto di non averci mai pensato, avevo solo dato modo alle mie ferite di essere risanate col piacere, magari di chiunque e in questo caso ho scelto Kerry, avrei dovuto tenermi alla larga per le voci che giravano all'epoca su di lei, tutt'ora in circolo.
Kim avrà saputo qualcosa? Spero vivamente di no. Perciò decido di lasciar passare nonostante tutt'ora la colpa sia in parte la mia, Kerry, Kim e chiunque sia di mezzo a questa storia hanno a che vedere con qualcosa di irrisolto, ed io voglio scoprirlo.

<<Si da ragione agli stupidi. E poi ti stavo parlando seriamente quando dicevo che a Kim possa piacere qualcuno>> la certezza che sia io il suo pensiero fisso non me ne potrebbe dare prova, ma l'evidenza di tutte le volte che ci siamo sfiorati mi fa annodare lo stomaco e soprattutto ho paura di non riuscire a liberarmi dalla brama che ogni secondo si impadronisce di me. Sono fregato, perché anche se non fosse il mio pensiero costante nelle ventiquattro ore mi torna in mente quando la mente non è occupata, mi frega, quella ragazzina riesce a mandarmi fuori di senno anche non avendola accanto. Lo sguardo curioso, gli occhi sempre vispi e... allegri, pensierosi. Quel nocciola che brilla ogni volta che si incontra con il mio azzurro profondo. Vorrei e sono tentato a farlo in questo preciso istante, ovvero andare da lei e urlarle in faccia che non sono quello che crede, che se mi desse la possibilità di parlare ogni volta che cerca di fare la superiore con me riuscirei perfino a raccontarle qualcosa.
Ma come dico sempre, sono io il problema. Perché non voglio, non ci tengo a raccontarmi ad una ragazzina che ha appena imparato a camminare da sola. Ormai sono un uomo, conosco i miei limiti, so le cose di cui ho bisogno. Perché correre e dare importanza a una piccola, insignificante e folle ragazzina? Non mi darebbe ascolto, anche se francamente ascoltare le mie parole in questo momento mi fanno torcere lo stomaco in una morsa strettissima. Sono arrabbiato, magari non le penso davvero, ma voglio promettermi di non ferirla e di badare al mio istinto da uomo quando è nelle circostanze.

<<Ho la netta sensazione che tu abbia preso una botta in testa. Hermano! Cazzo, sei fuori di te, Kim ti...>>

<<Chiudi quella dannata bocca, Ro!>> il tono mi esce troppo alto, sento fremere le mani che ho appoggiato sulla testa e la vista sembra annebbiarsi, accecato da un sentimento che padroneggia le mie giornate da ormai molti anni.

<<È così difficile per tutti voi chiudere quelle maledette bocche?>> cazzo. Cazzo. Cazzo. Chi me lo ha fatto fare? Chi mi ha mandato questa maledetta ragazzina? Non voglio perderci la testa ma da come vedo sono già impazzito avendole dato ascolto, per averle dato importanza e per averla baciata più e più volte quando avrei dovuto non farlo, per il mio bene e il suo. Sono stato quello che ero, un Asher quasi gentile, premuroso, ma non riesco a portare avanti un finto sorriso che ingannerebbe perfino me stesso, dell'ipocrita che sono sempre stato.

<<Non voglio averci niente a che fare, voglio chiudere ogni singola cosa con i Thompson>> mi hanno portato sfortuna da quando la mia carriera ha avuto inizio. Forse mi sbaglio, ma se fosse davvero così?

<<Con Kim, con il Generale, con chiunque basta che mi stiano lontano>> dalla furia non mi sono reso conto di essermi alzato e aver preso il posto di Rocky andando avanti e indietro per la stanza con le mani che tirano i capelli. Ripenso ad ogni attimo. Le sue labbra che toccano le mie. Cazzo, no! Mi sfrego impulsivamente con ferocia la fronte, sperando non solo che qualche idea esca fuori come da una lampada magica, ma che il mal di testa si fermi prima che corra da Roberto a inghiotta valanghe di pillole e tranquillanti.

<<Cerca di stare calmo, non forzare le cose se non credi che sia il momento giusto per affrontarle>> mi rassicura Rocky venendomi di corsa incontro e porgendomi una bottiglietta d'acqua. Si, è palesemente una crisi di panico. Respiro a malapena e il modo in cui le mie parole siano scoordinate fra loro e ingarbugliate tutte insieme in una volta, mi fanno sentire ancora di più uno stupido. Un fuori di testa che a malapena sa controllare se stesso, figuriamoci il resto del mondo.

<<Tranquillizzati Asher, non c'è motivo di arrabbiarsi così tanto per altre persone, stai passando solo un momento difficile anche da parte di tuo padre. Non affaticarti così tanto>> con movimenti circolari muove la sua mano sulla mia schiena per calmarmi, mi porto una mano sul petto e lentamente trattengo il respiro per ascoltare i battiti del mio cuore. Giunto a un traguardo non indifferente, quasi di poca importanza, butto fuori l'aria come se per quei pochi istanti fosse stata un macigno sui polmoni. Trasalisco quando un tonfo batte costante sulla nostra porta, è Rocky ad andare a aprire.

<<Colonnello Diaz, Tenente Colonnello Johnson... buonasera. Siete richiesti ad assistere alla riunione delle 10:00, purtroppo per vari disguidi spostata prima di cena. Se per cortesia vogliate seguirmi, a richiesta del Generale Thompson vi porterò da lui>> per qualche secondo né io né il mio amico diciamo qualcosa, altrettanto il giovane ragazzo corvino che ci aspetta a pochi millimetri dalla porta e ci osserva perplesso.

Ci guardiamo e l'unica cosa che esce di bocca a uno dei due: <<E tu chi diamine dovresti essere saputello? Sei nuovo per caso, porque es fácil para mí romperte el culo si quieres recibir órdenes!>>

<<Rocky... cristo santo piantala!>> la giornata non è ancora finita, penso masticando falsamente qualcosa. Lo tiro via dalla porta rivolgendo uno sguardo di scuse al pischello di fronte.

<<Ci arriviamo da soli, sappiamo la strada. Grazie di averci avvisato. E dii al Generale che saremo li tra meno di qualche minuto>> un sorriso finto, un gesto con la mano per salutarlo e via il ragazzo sconosciuto che sembra troppo affascinante con quei ricci fatti con la permanente. Troppo lucidi a mio parere.

<<Cosa aveva in testa esa planta despeinada?>>

<<L'hai notato anche tu? A dir poco reali se si vuol parlare di acconciature>> davvero stiamo parlando di questo? Non dovrei vantarmi quando mi chiedono come faccia a sopportare Rocky, sembriamo praticamente identici, per non parlare dei discorsi che portiamo avanti. Addirittura una volta siamo passati dal parlare di lutti e finire per quante volte abbiamo fatto sesso in un giorno, a come si cucinasse il pollo e infine parlare di come defecare qualsiasi cosa senza sentire dolore -a meno che non sia stitico quello in questione- e poi arrivare ai discorsi più scettici e stupidi che si possano sentire ogni giorno. Non importa come siamo fatti, stiamo bene insieme perché siamo amici, di più se proprio vogliamo definirci come fratelli, ci sta bene il legame che abbiamo e mi sta a cuore che lui abbia scelto di starmi accanto anche quando avrei desiderato che scegliesse qualcun altro piuttosto che me.

<<Devo ripetere lo spagnolo, ne ho bisogno se qualche volta dovessimo parlare in codice>> mormoro osservandolo divertito. Ci penso su, magari non è una brutta idea.

<<Buon per te>> afferma senza battere ciglio, per poi trascinarsi alla porta con un morale a dir poco entusiasta che quasi mi ci immedesimo, afferro la giacca dal letto e una volta messo piede in corridoio richiudo la porta alle mie spalle. Mi guardo intorno dubbioso e un brivido mi accarezza la schiena come una lama affilata, questo vuol dire che la sensazione negativa percepita questa mattina non era del tutto un dubbio, questa volta sembra essere più palpabile del previsto e non sembra portare buone notizie.

<<Ho un brutto presentimento sai>> mi confida Rocky, calando lo sguardo sulle sue mani arrossate dal freddo.

<<Stasera ho la sensazione che litigherai con qualcuno>> è fermo come lo dice, convinto di se al 101%.
Non dico niente, cerco solo di regolare la mia respirazione prima di arrivare alla Sala Riunioni. Le sue parole però hanno dato vita a un'immagine nella mia testa, ed ha ragione, ho pensato la stessa cosa prima ancora di uscire dalla nostra stanza.

~

<<Accomodatemi, cominceremo non appena gli elementi del consiglio militare della difesa saranno al completo>> ci annuncia Tom, parla a voce bassa e ha lo sguardo fisso sul pavimento. Deduco che ciò che sia successo nel capannone lo abbia messo in guardia dai restanti Superiori che hanno assistito allo sparo e hanno preso provvedimenti, o forse sarà solo spaventato della nostra comparsa.

A raggiungerci è il padre di Rocky, Miguel Diaz, e con lui... Kerry?

<<Ciao, ragazzi>> viene a sedersi al mio fianco con tanta di tranquillità e un'allegria falsa in viso. Non è mai stata così, cosa le prende?
Prima di risponderle Rocky mi lancia una forte gomitata nel fianco. Un gemito strozzato fuoriesce dalla mia bocca, Kerry sorpresa avanza con la sua solita sfrontatezza.

<<Sei venuto o ti stavi strozzando? Voterei per la prima per l'espressione compiaciuta che hai su quella faccia quadrata>>

<<Ti sbagli, non sono compiaciuto>> sibilo fra i denti, guardando di sottecchi il mio amico.
Lo affogo, oggi è lui che stritolo tra le mie mani.

Prima che possa ribattere a Kerry o a Rocky, il Generale Thompson fa la sua entrata in Sala, andando a sistemarsi alla sua postazione d'onore. Da un'occhiata veloce alle persone presenti, come se stesse controllando che manchi qualcuno, e si schiarisce la voce un paio di volte, mettendo da parte alcuni fogli.

<<Malgrado il tempo fosse stato in abbondanza, la riunione è stata anticipata di qualche ora. Vi spiegherò anche il perché, ma prima lasciatevi dire una cosa. Molto tempo fa questa Caserma non riusciva a tenersi in piedi, aveva bisogno di costante aiuto per fondare radici e arrivare alla forza che oggi invece possiede. Molti elementi, i cui presenti che con orgoglio assisto, sono riusciti a fargli prendere importanza, una tale unicità da arrivare sulla bocca di tutti e un grande fascino di cui ormai tutti ne portiamo come distintivo sulle proprie divise. Ammiro ognuno di voi, dai miei antenati ai miei successori, ai nuovi arrivati e ai vecchi guerrieri che ancora oggi rischiano la vita per il proprio paese, ammiro ogni contributo che avete dato per far nascere la Fort Lewis e ogni traguardo che... abbiamo raggiunto tutti insieme. Ma davvero tutti. E come vi avevo annunciato, malgrado il tempo che scarseggia e il restante dei giorni per prendere coraggio e annunciarvi la triste notizia. Come Comandante, nei panni di un soldato come lo siete voi, sarò il portavoce di un comunicato assistito in questi giorni e di una lunga battaglia che vi chiederò di farvi onore, di scegliere e portare in alto il nostro paese con l'aiuto di altre nazioni. Senza costrizioni, nessun obbligo, ogni scelta è vostra come è vostra la vita da mettere in gioco. Stasera ci faranno onore la Spagna, la Francia e l'Italia. Ripeto, non vi sentiate scoraggiati, perché non siete soli, altri americani come noi rischieranno la vita e non possiamo che raggiungerli e proteggerci le spalle a vicenda, come veri uomini, come veri soldati...>> come animali da macello, aggiungerei, senza mettere nulla in contrario con il resto. O forse si.

<<Le routine temporanee da svolgere giornalmente saranno aggiornate in bacheca domani stesso o dopodomani. Al momento vi chiedo solo di adattarvi alle brevi circostanze che si terranno per questi mesi poco più barcollanti. Buona serata a tutti.>>
Tossicchia in un pugno prima di scendere dal palco e accomodarsi su una delle sedie rivolte verso l'entrata principale, osserva la sala sfollarsi e con la coda dell'occhio lo sorprendo a guardarmi, quasi come se stesse aspettando il momento adatto per parlarmi una volta che tutti siano andati via. Miguel lo raggiunge senza alcuna esitazione e si accomoda al suo fianco, sussurrandogli qualcosa all'orecchio e imitando la sua stessa posizione, come se gli fosse permesso essere confidenziale con lui, come fossero amici di vecchia data.

<<Che cosa ci facciamo noi ancora qui?>> borbotta tra i denti il mio amico avvinghiandosi dietro la mia schiena.

<<Credo che voglia parlarmi>> sospiro pesantemente, estraggo le mani dalle tasche e raggiungo il Generale a passo spedito. Solo coraggio, io non ho nessuna colpa. Se pur fosse così non avrei problemi a dichiarare i miei sbagli.

<<Buona sera, Signor Thompson>> non ho paura, mi ripeto cercando di scacciare dalla testa l'immagine di Kim che corra via da me e le parole dove mi aveva avvertito di starle lontano, che in tutto quel casino ero io quello pericoloso. Al solo pensiero non è la paura che mi gioca un brutto scherzo, come sempre la carta della rabbia mi fa ribollire istintivamente il sangue nelle vene, come una bomba ad orologeria pronta a disintegrare qualsiasi cosa. Mi scruta accuratamente, è tutto una questioni di sguardi.

<<Se hai gestito risolutamente la questione con Tom, non ho nulla da dirti>> sfrega rumorosamente le mani per riscaldarsi, guardandomi con fermezza negli occhi senza battere ciglio.

<<Non ho avuto modo di parlare con mia figlia, ma le voci che mi sono arrivate affermano che lei era li insieme ad un'altra persona e che tu e Diaz abbiate gestito la cosa in modo da non far ripetere l'accaduto. Ora come ora non posso perdere altro tempo dietro tali imprevisti, in gioco ci sono più di 700.000 mila vite e la nostra Caserma ne è la causa>> spiega con rammarico, svelando gran parte della sua rabbia.

<<Lui dov'è?>> domando prontamente sfruttando il momento di silenzio, comprende all'istante di chi stia parlando.

<<Si è chiuso nel suo ufficio da inizio pomeriggio, diceva di non voler vedere nessuno>> scuote il capo con disapprovazione, portando una mano sulla fronte per massaggiarla.

<<Queste persone sono a conoscenza dell'idiozia di mio padre?>> domando passando ad altro, magari facendo sbollentare ad entrambi la rabbia. Ma non sembra essere utile a nessuno dei due.

<<Non conoscono il vero motivo, di sicuro però hanno a che fare con qualcosa di grosso anche loro. Non dico che non centrino niente, anzi, forse la loro mano ha peggiorato solo di più la situazione>>

<<Tra quanto è previsto il loro arrivo?>>

<<Forse non più di qualche minuto, giusto in tempo per la cena>> mostro un accenno di valutazione e senza proferire altra parola mi precipito verso il corridoio degli uffici. L'unica porta, con la speranza che un giorno sparisca, con inciso il nome di mio padre e il suo misero grado da Generale di Corpo Armata, richiama la mia attenzione in un modo inspiegabile e se pur fosse l'unica e l'assoluta a trovarmi di fronte non appena varco il corridoio, dovrei temerla e starci alla larga. Niente però me lo impedisce sapendo chi ci sia all'interno, così, per l'ennesima volta, lo affronto a denti stretti e pugni serrati ben evidenti.

Busso sulla sua porta per attirare la sua attenzione, ed entro con molta lentezza.
<<Hai bisogno di qualcosa?>> mi chiede alzando la testa, che aveva appoggiato tra le mani.

<<Che tu venga ad accogliere almeno queste persone>> infastidito assottiglia gli occhi in due fessure, facendo torcere i lividi che ha sul viso tumefatto.

<<Perché dovrei accogliere degli ipocriti?>> dice irritato digrignando i denti, <<Questi bastardi hanno dato la colpa a me dall'inizio e ora vogliono approfittarsi anche dell'ospitalità nel nostro paese e umiliarmi? Che vadano al diavolo!>> sputa fuori inviperito, dando modo a me di riflettere sulle sue parole.
Hanno dato la colpa a me dall'inizio...
La loro mano ha peggiorato solo di più la situazione...
Faccio due più due e ora sembro capirci davvero qualcosa, ma non vorrei sbagliarmi e finire per concludere con teorie sospese tra dubbi e certezze. Mio padre avrà di sicuro i suoi difetti e le sue incomprensioni, sta raggiungendo una certa età eppure sembra non cambiare mai. Sangue del proprio sangue, e la colpa è solamente di mio nonno. D'altronde non posso dire che se avesse avuto un'educazione migliore fosse cresciuto diversamente, anche perché l'unica che ha quasi fatto accadere un miracolo è stata mia madre.

Sconsolato, forse dai ricordi e da quel che vedo della sua collera, mi espongo in avanti e mantengo lo sguardo sui miei piedi. Sto per dirlo, ma quasi mi sembra di soffocare mentre cerco di prendere aria nei polmoni.

<<Mi hai sempre ripetuto che tutti avessero dovuto temermi piuttosto che acclamarmi.
Che anche se incombe su di noi la vergogna dobbiamo tenere la testa alta. Che se fosse nostra la colpa mai ammettere gli sbagli e camminare avanti. Che se il mondo ci odia... noi dobbiamo schiacciarlo e dimostrargli chi è il più forte>> mi sento in dovere di dirlo e forse di essere anche arrabbiato con chi l'ha cresciuto e come questi insegnamenti siano passati a noi. Odio la mia vita, e rimpiango di essere vivo e pronunciare queste terribili parole.
Lo sguardo di mio padre sembra accigliarsi e rilassarsi secondo dopo secondo. In lui sembra crescere un orgoglio spudorato mentre in me solo disprezzo. È contento, è questo che vedo, è felice del mio discorso e del suo insegnamento ben desideroso di essere appreso.

<<Andiamo allora>> afferma con tutta la sua convinzione, raggiungendomi in poco tempo e darmi una pacca sulla spalla in modo riconoscente. Alla chiusura della porta alle mie spalle, le ultime parole di mio padre, acclamate con onore e amor proprio, facendo rimbombare nel corridoio il suo tono aspro e ostile, mi fanno raggelare il sangue: <<Tutti! Schiacciamo chiunque si metta contro i Johnson.>>

~

Arriviamo insieme in Sala, fianco a fianco senza toccarci con gli occhi neanche per sbaglio.

<<È bello vedere che non vi siete ammazzati a vicenda>> replica scherzosamente Thompson guardandoci con la coda dell'occhio a pochi metri dalla porta principale, con braccia conserte ritorna ad osservare l'esterno di una finestra.

<<Qualcuno ha pregato per far avverare questo miracolo>> aggiunge Rocky sorridendo sfacciatamente.

<<Tutto ha un limite, o magari anche no>> ripete mio padre con una leggera nota di sarcasmo, lo vedo avvicinarsi a Thompson e accasciarsi su una sedia quasi come se non si tenesse in piedi. Guarda dal basso Thompson, sussurrando qualcosa che da qui non riusciamo a capire.

<<Rocky, ahora deja de bromear y siéntate>> dice Miguel a suo figlio battendo una mano sulla sedia.

<<Come fai ad esserne certo? Mi ero assicurato che fossero quelle le Nazioni da ospitare, non di certo questi animali!>> mi volto velocemente verso le urla isteriche di mio padre, lo raggiungo quando lo vedo avvicinarsi minacciosamente a Thompson.

<<Che cosa succede adesso?>>

<<I pullman che sono all'esterno hanno portato qui una trentina di uomini tedeschi e un paio provenienti dalla Russia>> Russia? Non eravamo in conflitto con loro?

<<Perché non eravate al corrente di questo?>> chiedo sbirciando fuori, gli uomini si dirigono alle nostre porte.

<<Perché non era prevista la presenza di questi uomini>> Thompson si distacca da noi per raggiungere l'atrio, nel tragitto lo seguo e alle mie spalle ascolto le solite lamentele di mio padre, ma quando siamo ad accogliere i nuovi ospiti non lo vedo con noi.

<<Generale Thompson è un onore vederla dal vivo dopo tutte le conferenze online che abbiamo fatto. Voglio ringraziarla per questa ospitalità e in cambio sarò grato di accompagnarla sul campo di battaglia.>> Thompson stringe la mano al Generale del Corpo D'Armata Italiano e lo ringrazia. Fa lo stesso con il resto dei Superiori, e titubante stringe la mano anche all'uomo grosso che porta il distintivo e la bandiera russa sul petto.

Diaz, il padre di Rocky, si avvicina furtivamente a Thompson e si allontanano per qualche secondo. Thompson si gira verso di noi, dove trova anche il Generale del Corpo D'Armata Tedesca e lo raggiunge ringraziandolo cordialmente.

<<Provvederemo a sistemarli nell'altra anta del dormitorio maschile, per non recare disturbo e, ovviamente, impedire qualunque imprevisto indesiderato>> gli assicura, <<Ora se preferite serviamo la cena, sarete affamati dopo un lungo viaggio come questo>> distrattamente si recano all'unisono in Sala Pranzo, e come ben speravo gli unici a rimanere al loro posto sono proprio i Russi.

Con gli occhi seguono il mio amico avvicinarsi al mio fianco e squadrarci minacciosamente da capo a piedi.

<<La sala è da quella parte, ma se non desiderate le nostre pietanze li c'è di meglio>> indico loro il bagno. Il più grosso si avvicina, tanto da sfiorarmi il viso con il suo alito fetido di caffè e liquirizia, masticando rumorosamente e noiosamente una cicca.

<<Ty mertv... amerikanets>> pronuncia lentamente mostrandomi i denti. Tira in fuori la lingua a mo' di smorfia e tira su gli occhi come se cercasse di prendersi gioco di me. Mi tiro in avanti ma Rocky sembra essere più veloce di me, mi sbilancia indietro con una mano che preme sul mio petto.

<<Lasciali fare hermano, sarà opportuno quando farai assaggiare loro la tua furia nei peggiori dei modi>> ben detto, mi convinco placando il respiro veloce.
Perché non sanno che cosa gli aspetta.
E non sanno di che pasta sono fatto.🏁

____________________________________

"Capitolo 61"🎉🎉🎉

⚠️ ATTENZIONE, CAPITOLO REVISIONATO ⚠️

Ahh... Asher e le sue battutacce... mi sorprende sempre
Ma le sue teorie non
sbagliano MAI...😎

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto...ma anche a questo dovete fare attenzione, perché è da qui che inizieranno i guai...😵
☘️ -Magari stavolta ho esagerato con la lunghezza, ma il prossimo sarà peggio. Per tutte le cose che avrei voluto raccontare è venuta una pergamena infinita, se così vogliamo definirla. Lascio a voi il giudizio.-☘️

VOLEVO DIRVI ANCHE UNA COSA IMPORTANTE...se vi va di seguirmi su instagram, ho creato una pagina apposta per il libro, si chiama: aroundmyheart_
Se volete seguirmi anche li, fate pure, pubblicherò a breve tutto ciò che riguarda la storia😊

Per il capitolo:
Scusatemi per gli errori che ci sono❌
E se volete chiedermi qualcosa, fate pure😊

Spero di avervi saziato con questo piccolo capitolo, ma noi ci vediamo al prossimo con qualcosa di più emozionante....😊❤
Ciaooo....🙌😙😍

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