Save Me [j.jk x m.yg]

By FagioPive

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- Scherziamo? dovrei farmi curare da un ragazzino!? Quanti anni hai..quindici?- -Jeon Jungkook, vent'anni, la... More

종속성
일상의
작별 인사
고통과 변화
너 진짜 니?
어리석은 바보
큰 문제
너 다시.
충분히
너는 이겼다
내 잘못
나는 두려워.
나는 바보 야.
의무와 책임
나는 죽고 싶다
위기
거짓말 쟁이
다시
적발
처벌
피아노
보고 싶어
해결
외관
난 위험 해
잘 쉬다
항문
널 다치게 해
날 잊어 줘
날 떠나지 마
복수
발견
구해줘
종료
감정 이입
죄송 해요
반환
피 땀과 눈물
돌아와
다음
저지른
돌연 변이
쓴 고백
폭풍
이상한
A.A.
멍청한

나는 가고 싶어

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By FagioPive

- d'accordo, proviamo di nuovo..-

Mise un piatto davanti al ragazzo, esiguo di portata, nulla di più che del semplice pollo scottato e qualche verdura.

Yoongi sedeva attorno alla tavola, imbandita con riso e condimenti, osservando con occhi spenti il cibo giacente sulla tavola. Sedeva ricurvo sulle sue stesse spalle, nascosto dentro una delle sue felpe, le quali potevano considerarsi oversize se considerato il minuscolo corpo del ragazzo.

Era a disagio e di certo non servivano particolari doti o una laurea in psicoanalisi per dedurlo.

Erano passati appena tre giorni dal forzato trasferimenti che il giovane aveva subito, tre giorni da quando Jungkook lo aveva costretto a tornare a casa con lui, esponendogli in maniera dettagliata tutte le motivazioni che lo avevano portato a prendere la decisione di portarlo a casa sua.

Yoongi non pareva aver ben compreso tali motivazioni.

Erano passati tre giorni in cui il castano si era sforzato di raddrizzare qualche dannoso comportamento del giovane, come quello di riuscire a fargli mangiare qualcosa in più che del caffè nero e una patata dolce.

Il ragazzo guardò il piatto con in volto lo sguardo di chi tutto avrebbe accettato tranne ciò che gli era stato posto sotto il naso, non che fosse schizzinoso ma il desiderio di mangiare, e il bisogno fisico di esso, era davvero l'ultimo dei mille pensieri che gli vorticavano per la testa.

-credo che te la cava meglio come strizzacervelli che come cuoco, ho ragione non è così..-

Ridacchiò posando i gomiti sulla superficie del tavolo, una risata che lasciava intendere quanto forzata fosse quella facciata da menefreghista che ancora si ostinava a mantenere, della quale però non si potevano eludere le piccole crepe, come non era stato possibile ignorare quel mosto di profonda tristezza e terrore che si leggeva sul suo viso nella sua voce.

Jungkook sospirò, era ben consapevole che il lavoro con il menta sarebbe insultato molto più complicato rispetto ad altri casi di dipendenza da droghe, ma sperava che in qualche modo quel ragazzo si riprendesse al più presto e si liberasse di tutto quel dolore.

-ti stupiresti nell'assaggiarlo di quanto buono sia.. sono bravo in parecchie cose hyung. Forza mangia, non ti permetterò di saltare ancora i pasti e riempirti di caffè, continui a non dormire bene la notte-

E in effetti era così, Yoongi non riusciva a riposare.

Lo aveva sentito nelle ultime notti che aveva trascorso a casa sua, non dormiva neanche un po'. Durante quelle poche ore destinate al sonno e al riposo, il maggiore piangeva, o rigettava lo stress accumulato durante la giornata camminando avanti e dietro lungo il corridoio della casa nella quale era ospitato.

Jungkook li sentiva i suoi passi contro il parquet di legno chiaro della sua abitazione, così come sentiva il suono se suoi singhiozzi, seppur il giovane tentasse di nasconderli, attutendo il loro rumore contro il cuscino.

Andava avanti così da tre giorni.

Le occhiaie attorno agli occhi del giovane continuavano a divenire più profonde, la sua pelle più scialba e slavata, e impressionante era il modo in cui i suoi zigomi ora sporgevano sul suo viso.

Aveva creduto che portandolo a casa con sé sarebbe stato meglio, che in parte ai sarebbe ripreso, che avrebbe ricominciato a mangiare un po' di più e a dormi di notte, ma a quanto pare si era completamente sbagliato.

- ehi ragazzino, avrai anche una laurea ma lo hyung sono io ed esigo rispetto, perciò smettila di farmi da padre d'accordo?! Ho accettato le tue sedute, sono stato costretti a trasferirmi qui per facilitarti il lavoro, quindi adesso fallo, esercita la tua magia nera e curami dalla dipendenza.. e smettila di farmi da nutrizionista, non ho voglia di mangiare-

Spinse il piatto in direzione di Jungkook.

Era altamente infastidito da tutta quella pressione che il ragazzo gli metteva addosso. Non si sentiva per nulla al suo agio in quell'appartamento fin troppo curato e ordinato.

Sentiva maledettamente la mancanza di casa sua, di tutte le cose che aveva abbandonato al suo interno, di tutte le foto che aveva distrutto e del profumo del suo ragazzo che era convinto aleggiasse ancora tra le pareti di quel piccolo locale arredato.

Voleva andare via, voleva tornare a casa.

Si sentiva tremendamente a disagio, tremendamente sbagliato. Era ben cosciente di valere meno di un quarto del ragazzo che gli era seduto di fronte, il quale ad appena venti anni si era costruito una carriera non indifferente.

Rise di sé stesso, di come in venticinque anni non fosse stato capace di fare altro se non rovinare il suo corpo e laciar deteriorare la sua mente.

Allungò una mano ad affermare il bicchiere ricolmo d'acqua davanti a sé, accorgendosi in quel momento di come le cose sarebbero andate peggiorando da lì in avanti.

Quando le dita pallide e sottili della sua m mano circondarono il bicchiere per sollevarlo, si accorse di quanto le sue mani stessero tremando, di quanto instabile fosse la sua presa.

Strinse il vetro imponendo una stretta più salda, portando il bicchiere alle labbra e sorseggiando da esso, nascondendo quel tremore che anticipava qualcosa che non era in grado di controllare e che non voleva scoppiasse in presenza di quel ragazzo.

Ripose il bicchiere sul tavolo e nascose le mani sotto la superficie di esso, nel medesimo frangente in cui il castano lo richiamò, avendolo notato assente.

-non è magia nera e non è la dipendenza ad essere il problema principale. La tua testa è piena di dolore, la tua dipendenza ne è una conseguenza, un modo per buttare fuori quel dolore, per non pensarci. Te ne devi liberare..-

Non lo ascoltò neanche pelare, troppo concentrato il menta nel tentare di porre a freno il tremolio delle sue mani, all'ignorare il fastidioso prurito agli avambracci, in parte fasciati da delle garze, causa quanto successo qualche giorno addietro.

Jungkook lo notò, si accorse dell'assenza del ragazzo e di come tutte le sue parole fossero sfumate nella stanza senza raggiungere le sue orecchie.

Attribuì la colpa di quel comportamento al profondo disagio che immaginava provasse il menta, costatazione suggeritagli dal suo essere molto riservato.

Non gli era sfuggito il modo in cui si era comportato Yoongi appena arrivato, come non avesse messo le sue cose in giro mantenendo il borsone chiuso accanto a sé, come prendeva posto sempre allo stesso lato del divano o sulla stessa sedia attorno la tavola, sempre la parte più vicina alla parete, nascosta in un angolo.

Credette che alla fine non fosse nulla di così eclatante o preoccupante, trattando quel suo atteggiamento come un mero processo di difesa che aveva attuato al fine di ambientarsi in quell'ambiente sconosciuto.

Eppure qualcosa che non andava c'era, in qualità il giovane si rifiutava di mangiare e di riposare correttamente.

Avvicinò nuovamente il piatto al maggiore, facendo un modo che sollevasse il suo capo e il suo sguardo, assorto e concentrato sulle maniche della sua felpa.

- hai venticinque anni non credi sia necessario importi di mangiare, dovresti saperlo che è fondamentale per vivere, e per guarire... Avanti è davvero poco e non mangi da giorni, è impossibile che tu non abbia fame-

L'interpellato si alzò, spostando rumorosamente la sedia lontana da se, riservando al castano uno sguardo pieno di fastidio.

Con una mano avvicinò nuovamente il piatto sotto il naso di Jungkook, con talmente poca grazia da far rotolare le verdurine giù dalla superficie vitrea del piatto, finendo sparse per la tavola.

- ho detto di smetterla, basta farmi da padre o da qualsiasi altra cosa.. smettila di credere di sapere quello che è meglio per me... e  se alludi a me chiamandomi in quel modo non ci penserò un attimo a fiondarmi fuori di qui-

Detto ciò si allontanò dalla stanza, percorrendo scalzo il lungo corridoio finora chiudersi in bagno.

Jungkook seguì con lo sguardo la sua figura minuta fin quando non sentì una porta sbattere violentemente e la serratura scattare.

Sospirò, costretto a mettervi a ancora una volta un pasto completo, ma non si dette per vinto.

Avrebbe aiutato quel ragazzo, ci sarebbe riuscito questa volta, per sé stesso e per Lisa.








Annyeong~
Coma state? Spero che il coronavirus non vi abbia raggiunto.
È davvero orribile rimanere chiusi in casa, la quarantena mi sta uccidendo e sta uccidendo anche il mio estro.
Si di avere molto più tempo materiale per scrivere e pubblicare capitoli con maggiore frequenza ma non sono per nulla ispirata e la situazione non aiuta per niente.
Save Me è arrivata alle 10k visualizzazioni e io non posso che essere felicissima di questo traguardo inaspettato.
Vi ringrazio davvero molto per il vostro tempo e spero che continuiate a leggere questa storia e soprattutto che riesca ancora ad accendere la vostra curiosità.
Statemi bene e non uscite di casa

~Fagio

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