The Galway Girl

Por Maiaiam

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COMPLETA - SEQUEL SOSPESO Sara, di irlandese, conserva soltanto qualche gene ereditato da una madre che l'ave... Más

Prologo
CAST THE GALWAY GIRL
1. The Galway Girl
2. London Calling
3. The Wild Boys
4. Cheap Thrills
5. Feel so close
6. Wonderwall
7. Just Hold On
8. Style
9. Ti scatterò una foto
11. When you say nothing at all
12. Wildest Dreams
13. The A Team
14. Single ladies
15. Titanium
16. Sara
17. Somewhere over the Rainbow
18. You are my sunshine
19. No Woman No Cry
20. We will rock you
21. Sick and Tired
22. Faded
23. The one that got away
24. Sign of the times
25. The sound of silence
26. Hey Jude
27. Un senso
28. Kiss me
29. Somebody that I used to know
30. Telephone
31. Demons
32. Come Together
33. Something Stupid
34. Mr. Brightside
35. Drunk in love
36. Rainbow
37. Sunrise
38. Eppure sentire
39. Let's Hurt Tonight
40. Night Changes
41. Supermarket Flowers
42. Once upon a dream
43. Ghost
44. Don't be so shy
45. Tik Tok
46. The Times They Are A Changin'
47. Aria
48. Sorry
Dory e la sua GG
49. Mad World
50. Arms
51. Creep
52. Misery Business
53. La notte
54. Always on my mind
55. Broken
56. Sei nell'anima
57. Supermassive Black Hole
58. Judas
59. Hymn for the weekend
60. From Yesterday
61. Hunter
62. Royals
63. We found love
64. Fever
65. Numb
66. Hero
67. The End
68. Photograph
69. Alla fiera dell'Est
70. Singing in the rain
71. L'isola che non c'è
72. Teorema
73. Romeo and Juliet
74. L'amore esiste
75. Girl from the north country
76. Una canzone per te
77. Yellow
78. Galway Girl
79. You found me

10. Lost Boy

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Por Maiaiam

Canzone per il capitolo:

Lost Boy – Ruth B

************************

...I am a lost boy from Neverland

Usually hanging out with Peter Pan

And when we're bored we play in the woods

Always on the run from Captain Hook

"Run, run, lost boy, " they say to me

Away from all of reality...

Quando la lettera è improvvisamente apparsa davanti a me come un raggio di sole inaspettato, il mio cuore è riuscito finalmente a togliere buona parte della tristezza che aveva accumulato al suo interno negli ultimi giorni. Succede sempre così... resisto e resisto più che posso, ma quando quella lettera arriva, ecco che trovo la mia valvola di sfogo per lasciar fluire via un po' di tristezza e malinconia. Ogni mese, io non aspetto altro che il mio Peter Pan.

Silvia ha cercato innumerevoli volte di capire chi sia il misterioso ragazzo che mi scrive una volta al mese e si firma con lo pseudonimo di Peter... ma io non lo rivelerò mai a nessuno. Questo è l'unico segreto che mantengo custodito gelosamente dentro il mio cuore e non voglio che nessuno possa appropriarsene. Lo sporcherebbe irrimediabilmente.

Peter è forse la parte più intima e profonda di me, l'unica persona al mondo che mi conosce veramente; parliamo, parliamo e parliamo di tutto... eppure, non ci siamo mai incontrati di persona, né tantomeno visti in una fotografia. Mai. Nonostante questo, io e lui riusciamo a discutere di tutto, di me stessa e dei miei pensieri, fino ai suoi problemi e alle difficoltà che incontriamo entrambi nella vita, forse proprio con quella libertà della quale possono godere due completi estranei, che sentono di poter parlare anche delle questioni più intime, quei dubbi e pensieri dei quali non parleresti mai con i conoscenti.

Io e Peter sappiamo solo i nostri veri nomi e gli indirizzi per poter inviare le lettere e poco di più sulle nostre vite. La storia delle nostre lettere è iniziata durante gli anni delle scuole elementari grazie ai progetti di scambio di corrispondenza con i bambini delle scuole estere. Sorrido al ricordo di quanto eravamo piccoli, di quanti anni sono passati con il suo pensiero che ha sempre abitato la mia mente e il mio cuore, di come siamo cresciuti insieme anche se lontani, e di come le lettere sono cresciute insieme a noi. Mentre i miei compagni arrancavano a chiedere ai rispettivi amici di penna i classici e sempiterni what's your name? e Do you like chocolate? , io avevo iniziato subito a stringere amicizia con il bambino inglese che avevo avuto la fortuna di trovare, visto che sapevo scrivere in inglese senza grossi problemi. Beh... a essere sincera, all'inizio facevo un sacco di errori, e io me ne vergognavo così tanto: sapevo parlare fluentemente l'inglese grazie alla donna che un tempo avevo chiamato mamma, ma dalle parole allo scrivere il passo non era così immediato come avevo creduto. Ma Peter era lì, pronto ad aiutarmi, a puntualizzare e a correggere i miei errori, ma sempre con la gentilezza e la dolcezza che lo caratterizzano.

All'inizio, il nostro rapporto era sbocciato solo come infantile e innocente progetto di scuola, un modo come un altro per fare amicizia e migliorare la conoscenza dell'inglese; ma, più gli anni passavano e si mostravano sul mio viso e sulla mia scrittura sempre più fluida, e più mi rendevo conto di essere rimasta l'unica di tutta la classe ad aver intrattenuto quella corrispondenza. Le prime lettere riportavano della scuola, dei rispettivi maestri e della loro severità, dello sport, dei nostri compagni, le prime amicizie e gli amori... ma più gli anni passavano, e più i nostri discorsi viravano su argomenti più seri e profondi. Ci siamo accompagnati durante le prime infatuazioni, nelle scelte di vita, di scuola e di università, dei problemi con le nostre famiglie...

Peter è diventato ormai una sorta di mio diario segreto... e forse, lo sono diventata anche io per lui. Ci usiamo reciprocamente per sfogarci l'un l'altro delle nostre vite e non c'è mai stata altra persona al mondo con la quale mi sono sentita così vicina come con lui. E nonostante le chat, i social e i telefoni che ormai hanno privato i miei coetanei dell'apprezzare il profumo della carta e della leggera frizione della penna in movimento, io e lui abbiamo mantenuto la nostra tradizione: niente messaggi via telefono o e-mail, ma solo ed esclusivamente le tradizionali lettere scritte a mano.

Tante volte ho cercato di immaginare Peter, il mio Peter Pan personale della mia vita immaginata, e anche se nelle mie fantasie è un ragazzo bellissimo, solare e sempre sorridente, dai capelli castano chiari e lo sguardo luminoso e folgorante, con il passare degli anni mi sono costretta a ridimensionare le mie aspettative. Peter, da ciò che scrive e dai suoi pensieri, è innegabilmente un ragazzo dolce e romantico, sensibile e con la testa ferma ad altri tempi rispetto ai ragazzi che incontro tutti i giorni di questo presente in cui sono costretta ad abitare. E se a tutto questo aggiungo il fatto che lui riesce a trovare il tempo per scrivermi tutti i mesi da quasi quattordici anni, senza mai saltare una sola volta, qualcosa mi suggerisce che deve essere un ragazzo un po' solo, forse tagliato fuori dal mondo... probabilmente lo studioso e amante dei libri e della cultura, dagli spessi occhiali e dai brufoli perenni sparsi sul viso che gli sono valsi nomignoli di tutti i generi dai suoi coetanei. Ma se devo essere del tutto sincera, a me non importa nulla di come potrebbe essere nella realtà; questo per due motivi principali: innanzitutto, nella mia immaginazione il mio Peter è bellissimo ed è esattamente il ragazzo dei miei sogni, e non ho intenzione di rovinare questa mia convinzione; inoltre, ho l'assoluta certezza che io e lui non ci incontreremo mai. Questa è una promessa che ci siamo fatti qualche anno fa, quella di non scambiarci foto e di non incontrarci di persona. Abitiamo molto lontani, lui vive in Inghilterra, nella cittadina di Wolverhampton, quindi sarebbe impossibile incontrarci per caso e non vogliamo che le foto finiscano per rovinare l'immagine che ci siamo fatti l'uno dell'altra. Non voglio guastare nemmeno l'immagine che lui deve essersi creato di me negli anni, immagine che si dissolverebbe nel momento in cui lui vedrebbe il mio reale aspetto; ne rimarrebbe di certo deluso...

Ho passato tutto il pomeriggio a pensare alla lettera ma, dovendo studiare, ho deciso di aspettare fino a stasera per aprirla, con la dovuta calma, godendomi ogni momento così come merita.

E così ora sono qui, nel cortiletto interno della nostra palazzina, seduta su una piccola panchina in legno sotto il ciliegio ancora senza fiori e foglie. Mi sono coperta con la giacca e la sciarpa così come faccio quasi ogni sera da settimane: esco in questo piccolo angolo di pace e resto per ore sulla vecchia e malandata panchina ad ascoltare la musica, o a leggere alla debole e algida luce delle lampade esterne. Nonostante il traffico della città che non cessa mai, in questo piccolo e innocuo nascondiglio e circondata dalle facciate delle palazzine ravvivate dagli studenti, il rumore sembra assopirsi, lasciando il piccolo spazio fatto di terra ed erba in un simulato silenzio. Questo è il mio giardino segreto personale, la mia Isola che non c'è che vivo con Peter; mentre gli altri ragazzi si affaccendano dietro alle feste continue che costellano tutti gli appartamenti universitari, le uscite la sera con gli amici, i fidanzati o gli amanti, qui non viene mai nessuno, un luogo forse troppo tradizionale per la modernità che corre veloce. Così, ogni volta in cui la lettera arriva, io mi rifugio qui per leggerla, sola con me stessa, la musica che risuona lenta e dolce dagli auricolari e il mio cuore colmo di profonda gioia e felicità.

Ciao, Trilly.

Questo mese ho tardato molto a scriverti e ti chiedo scusa, ma lo sai... l'università di Medicina mi sta prosciugando ogni energia vitale e trovo davvero poco tempo libero per dedicarmi a te... E lo sai che per farlo voglio trovare il momento giusto, il tempo perfetto e adeguato e non qualche minuto ricavato di fortuna tra le lezioni e lo studio. Non voglio che tu possa pensare che per me sei diventata solo un vecchio passatempo ormai passato di moda, una pesante abitudine che continuo a portare avanti. Non lo sarai mai. Mai.

So bene che quello che abbiamo costruito i questi anni è così particolare e a tratti bizzarro da non essere capito da molti; lo sai che per me queste lettere rimarranno segrete, non ne ho mai parlato con nessuno perché nessuno comprenderebbe quanto le tue parole scritte siano importanti per me. Sei il mio segreto più bello, Trilly.

La vita purtroppo non ci può dare molto, le amicizie e gli amori non sono mai quelli che vogliamo e la felicità corre sempre davanti a noi senza mai lasciarsi afferrare... ma io ho avuto una fortuna nella vita, e questa fortuna sei stata tu. Ho trovato l'unica persona al mondo in grado di completarmi alla perfezione, in grado di capirmi solo dalle mie parole... e pensare che non ho mai nemmeno sentito il suono della tua voce.

Tutte le persone vagano e vagano per una vita intera alla ricerca di quella metà di cui Platone ci ha voluto raccontare; invece io ti ho trovata così, per caso o forse per destino, un pomeriggio di inizio dicembre quando ancora eravamo troppo piccoli e ingenui per renderci conto di quello che avevamo scoperto, del fiore che avevamo appena colto.

Sai che conservo tutte le nostre lettere? Le ho ancora tutte, non ne ho persa nessuna... sono nascoste, però, tenute al sicuro e custodite gelosamente nella mia camera da letto.

Sai che a volte le riprendo in mano e le rileggo? Soprattutto quelle della mia Trilly più piccola e ingenua, quando non sapevi dove mettere l'apostrofo del genitivo sassone e allora mettevi gli accenti a caso, nella speranza che io non me ne accorgessi. O quelle in cui avevamo deciso di leggere insieme Peter Pan e passavamo tutto il tempo a discuterne... avevamo suppergiù otto o nove anni, se la memoria non mi inganna, e tu ti ostinavi a volermi chiamare Peter, a dirmi che sarei dovuto volare da te per portarti via, per andare a giocare insieme agli altri bimbi sperduti. Volevi essere chiamata Wendy, ma Wendy è sempre stata poca cosa per me... tu non eri la bambina ingenua che dovevo salvare, tu sei sempre stata la piccola fata che porto tutti i giorni con me...

Sorrido sempre quando le leggo... e poi mi sento subito un coglione, perché se entrasse qualcuno in camera in quel momento... beh, non ci farei proprio una gran figura. Sai... noi uomini dobbiamo sempre fingerci più seri e insensibili di come siamo in realtà per farci strada nel mondo...

Trilly... anche se non ci crederai, anche se ti sembrerà una frase fatta e rubata da qualche romanzetto d'amore di secondo ordine, io ti penso tutti i giorni. Lo faccio sempre, volontariamente o meno. Penso a te nei successi della mia vita, quando sono felice e vorrei urlarlo a squarciagola con te al mio fianco... e penso a te soprattutto negli insuccessi. Non riesco a impedirmi di immaginare come sarebbe averti accanto ogni giorno della mia vita... per sorridere insieme a te nella felicità e condividere almeno un poco le brutture del mondo. Ma non lo farei per caricarti del peso delle mie sconfitte... lo farei per poter ricambiare la fatica di ciò che attraversiamo insieme. Un po' a te e un po' a me.

Non credo di essere un ragazzo solo, sono circondato da amici e conoscenti che fingono di interessarsi davvero a me, ma alla fin fine so che non alzerebbero un dito per aiutarmi se il momento del bisogno dovesse arrivare... ecco perché per me tu sei diversa da tutti loro, Sara. Perché sei l'unica persona vera, genuina e ... non lo so più... ho perso le parole... sei semplicemente la persona migliore che io non ho mai incontrato.

Mi dispiace per le mie parole, Trilly... oggi ero malinconico... mi sono dilungato a parlare troppo di me, ma ora voglio sapere di te. Voglio sapere delle tue prime lezioni all'università, come ti trovi a dividere quel piccolo appartamento con le coinquiline di cui mi hai parlato con entusiasmo e allegria, e voglio sapere soprattutto se quello scansafatiche di tuo padre si è deciso a cercare uno straccio di lavoro.

Finalmente Timon ha imparato a ricordarsi delle chiavi di casa?

E Casper, ha trovato l'unico uomo al mondo capace di tenerle testa e farle perdere il cuore?

E Rainbow... segue sempre la Juve, che procede spedita verso i quarti di Champions?

Mi piace quando mi racconti della tua vita... riesco a estraniarmi abbastanza dalla mia per non pensare al vuoto che mi circonda...

Quanto vorrei poterti avere qui accanto...

Spero di ricevere la tua risposta presto, Trilly.

Il tuo Peter.

Abbandono gli auricolari sulle spalle e nascondo gli occhi dietro le palpebre serrate; sento il sorriso invadermi il volto mentre trattengo la lettera stretta al petto ancora per un po', beandomi delle sue parole, di ogni singola lettera e persino degli spazi bianchi tra un pensiero e l'altro, dell'affetto sincero che lui prova per me e del modo in cui riesce a farmi sentire felice anche non parlando di nulla in particolare.

Mi manca il viso di una persona che non ho mai visto, il suono di una voce che non ho mai ascoltato, il tocco leggero che non mi ha mai sfiorata e che trovo indirettamente sulla carta che mi accarezza i polpastrelli...

Vorrei che Leonard fosse qui con me.

Tante volte mi sono chiesta come sarebbe stata la mia vita se io avessi percorso tutte le tappe più dure e impervie con il mio Peter Pan accanto.

Non lo so... e so che non lo saprò mai.

È quando sento una voce alle mie spalle, una voce profonda che mi fa saltare sulla panchina per la sorpresa, che tutto l'idillio nascosto nella mia Isola che non c'è finisce per dissolversi all'improvviso.

« E chi sarebbe questo Peter che cita persino il Simposio di Platone? »

*****************

Spazio Dory:

Cosa ne pensate del capitolo? Di chi sarà mai quella voce profonda alle sue spalle?

Votate, votate e votate... e chi lo sa: magari mi scappa di aggiornare anche prima ;-)

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