Running Into Mr Billionaire...

By Writingthough

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Questa versione è la traduzione di "Running Into Mr Billionaire" scritta da FreedomHasan. Trama: Lei era rott... More

Introduzione
Capitolo uno
Capitolo due
Capitolo tre
Capitolo cinque
Capitolo sei
Capitolo sette
Capitolo otto
Capitolo nove
Capitolo dieci
Capitolo undici
Capitolo dodici
Capitolo tredici
Capitolo quattordici
Capitolo quindici
Capitolo sedici
Capitolo diciassette
Capitolo diciotto
Capitolo diciannove
Capitolo venti
Capitolo ventuno
Capitolo ventidue
Capitolo ventitre
Capitolo ventiquattro
Capitolo venticinque
Capitolo ventisei
Capitolo ventisette
Capitolo ventotto
Capitolo ventinove
Capitolo trenta
Capitolo trentuno
Capitolo trentadue
Capitolo trentatre
Capitolo trentaquattro
Capitolo trentacinque
Capitolo trentasei
Capitolo trentasette
Capitolo trentotto
Capitolo trentanove
Capitolo quaranta
Epilogo
Scegliete voi !!
Nuova storia

Capitolo quattro

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By Writingthough

Rose POV

Sono passati due giorni dal mio incontro con Mr. William. So che mi ha detto di chiamarlo Damon, ma non mi fidavo di lui  perciò mi rifiutai di chiamarlo con il suo nome. Mi disturbava sapere che aveva su di me un effetto che nessun altro aveva mai avuto. Con un solo sguardo, riusciva a farmi venire i brividi lungo la schiena.

Non mi sentivo così da tanto tempo, avevo paura di quelle sensazioni, ne sarei rimasta ferita e tradita. D'altra parte ero sicura che mi avesse aiutato solo per pietà, non c'era alcun motivo per il quale potesse provare la mia stessa attrazione, perché lui era il play-boy di New York, per lo più era quello che avevo sentito e visto mentre girovagavo per le strade.

Non potevo crederci di non averlo riconosciuto subito. Immaginavo che chiunque non si sarebbe fatto scappare l'amministratore delegato di una famosa compagnia che l'ha salvata ma sono stupida e sbadata.

Sbadata, questa parola mi fece venire un nodo alla gola. I ricordi di quando Rick mi chiamava così affollarono la mia mente. All'inizio era gentile e dolce, ma poi si era trasformato in un mostro, grazie a Dio sono riuscita a liberarmi di lui qualche anno fa.

Dovevo smetterla di pensare a lui e al mio patrigno, le due persone che mi hanno rovinato la vita con le loro stesse mani. "Se solo ci fossi tu mamma." Sussurrai. Mi mancava molto, sentii i miei occhi inumidirsi al solo pensiero della mamma e del suo bellissimo sorriso. Se fosse qui non mi permetterebbe di fare la senza tetto o di girovagare per le strade.

Scossi la testa per cacciare via questi pensieri e continuai a camminare. La mia vita era uno schifo, ma avevo bisogno di ricominciare, di rimetterla apposto, non per me, ma per mia mamma.

Beh, sono a New York. Non mi potranno mai trovare qui, è una città dove vivono migliaia di persone. Non immaginerebbero mai che potessi traferirmi qui, potrebbero pensare che sia tornata in California, ma ero abbastanza intelligente da lasciarmi quel luogo alle spalle e venire qua.

È stato un lungo viaggio arrivare fino a qui. Fortunatamente con i miei risparmi di anni che nessuno sapeva avessi sono riuscita a comprare un biglietto, quella notte ed a scappare via senza niente nelle mani a eccezione del mio telefono nel caso di una qualche emergenza. Quando arrivai qui mi fermai, con i soldi che avevo avanzato, in un motel molto economico. Riuscii a rimanerci per quattro giorni, dopo di che rimasi per strada. Poi c'è stato l'incidente con quegli uomini che ha fatto sì che conoscessi Mr. William che mi ha riportato a vivere sulla strada, di nuovo.

Mi sentivo inutile, non è un sentimento che provo raramente, ma era andato via per il breve periodo che riuscii a scappare di casa. Mi sentivo realizzata ed era così che speravo di sentirmi più spesso.

Non vivrò per sempre per strada, sono l'unica padrona della mia vita e non ho intenzione che finisca in questo modo.

Presi un lungo respiro e chiusi gli occhi per un secondo prima di riaprirli e continuare a camminare per le vie di New York alla ricerca di un lavoro. Non mi importava se dovevo far la cameriera o lavorare in un fast food, mi serviva un lavoro e per il momento avrei fatto qualsiasi cosa.

...............................

Sono passate diverse ore ma, sfortunatamente non sono ancora riuscita a trovare nulla. Forse perché sono una senzatetto e non ho terminato il college, ma non è colpa mia. Volevo veramente andare all'università, era il mio obiettivo nella vita ma lui me la fece abbandonare dopo il primo anno, perché gli sembrava fossi felice, e lui non voleva questo per me.

Ma questo non significava che fossi una stupida. Ho finito le scuole superiori, per quanto il diploma non servisse più a molto. La mia media era eccellente ed ero anche stata ammessa in diverse università. Nessuno voleva assumere una vagabonda, ma non potevo farci nulla.

Era tardi ed avevo un ultima possibilità. Guardai il giornale nelle mie mani e cercai qualche lavoro come impiegata. Lessi l'annuncio che diceva 'stiamo cercando un' impiegata per il ristorante Stella Rossa'. Guardai l'indirizzo e mi sorpresi, dato che non era lontano da dove mi trovavo.

Camminai veloce fino a che mi trovai difronte ad un ristorante a cinque stelle con un'insegna enorme con scritto " Ristorante Stella Rossa." Guardai i vestiti che avevo addosso da un paio di giorni, erano di sicuro migliori di quelli che avevo quando sono arrivata a New York. Presi un respiro profondo e feci un passo verso la grande porta. 

Un uomo giovane me la aprì e silenziosamente lo ringraziai mentre camminavo all'interno di quel ristorante di lusso. Rimasi scioccata da tanta bellezza, era la prima volta che entravo in un ristorante così costoso. Vidi qualche persona fissarmi, ma le ignorai. Immaginavo fosse per quello che stavo indossando. Non sono adatta per posti come questi, ma ho bisogno del lavoro.

"Ciao, come posso aiutarti?" Mi chiese l'uomo davanti a me.

"Sto cercando un lavoro e ho visto che avete bisogno di un impiegata." Replicai.

"Si, seguimi." Mi sorrise. Lo seguii e mi portò davanti ad una porta dove c'era una targhetta con scritto 'manager'. "Aspetta qui." Mi disse prima di aprirla, lasciandomi fuori.

Dopo qualche minuto l'uomo uscì e mi aprì la porta facendomi segno che potevo entrare. Feci un passo nel grande ufficio e vidi un uomo dietro la scrivania.

"Per favore, si sieda Ms..." iniziò, ma dovetti interromperlo per rispondergli.

"Kelley, Rose Kelley." Gli dissi in tono professionale. Lui annuì, mentre mi sedevo nella sedia di fronte a lui.

"Quindi, Ms Kelley, dimmi perché hai bisogno di questo lavoro." Mi domandò con voce seria. Lo guardai trovando le parole giuste da dire e facendo un grande respiro.

"Beh, Mr Clark." Lessi il nome dalla targhetta e continuai. "Sono una persona molto professionale sul luogo di lavoro, e so anche organizzarmi bene. So come trattare i clienti nel caso siano testardi, maleducati o esigenti, so fare più cose contemporaneamente." Replicai. "E ho veramente bisogno di questo lavoro."

Mi guardò con un volto inespressivo, ma improvvisamente fece un gran sorriso. "Se non fosse stato per il tuo discorso convincente ti avrei declinato, visto quello che indossi" mi disse guardando i miei vestiti. Iniziai a sentirmi a disagio sotto il suo sguardo attento perciò mi mossi sulla sedia. Poi continuò "devi dimostrarmi di essere in grado di fare questo lavoro, siamo in pochi e abbiamo bisogno di altro personale. "Ms Kelley ha il posto." Mi disse in tono amichevole.

I miei occhi si spalancarono ed un sorriso apparve sul mio volto.

"Devi solo completare queste informazioni, con il numero di telefono, il nome, l'età e il resto che c'è scritto lì." Mi disse, dandomi un plico di fogli.

Annuii e completai tutti gli spazi vuoti, a eccezione dell'indirizzo di casa. Glielo restituii e sorrisi.

"Grazie Mr Clark, le prometto che non la deluderò." Gli dissi, alzandomi dalla sedia.

"Inizierai il tuo turno tra due giorni. Mi aspetto che tu sia qui alle 8 in punto." Mi disse.

"Si, signore." confermai

Uscii dal suo ufficio e camminai verso la porta. La aprii e feci due passi verso l'esterno, però mi fermai nel vedere ciò che avevo davanti. Trattenni il respiro vedendo Damon difronte a me, ma non era da solo. Una ragazza bellissima era con lui, aveva le sue braccia attorno alla sua vita e avevano un enorme sorriso sul volto.

Damon si girò incontrando il mio sguardo. Mi allontanai, ricominciando a camminare, lontano da loro. Sentii una mano forte posarsi sulla mia spalla e girarmi.

Damon mi guardava con un'espressione preoccupata, che cercò subito di mascherare.

"Rose, cosa ci fai qui?" Mi chiese, guardando il ristorante.

"Non sono affari suoi, Mr William." Un lampo di rabbia gli attraversò il volto ma poi continuò "sono serio, Rose, cosa ci fai in un posto come questo? Sei qui con qualcuno?" Pensai di avere le allucinazioni dato che i suoi occhi si rattristarono quando mi chiese se fossi qui con qualcun altro.

Feci un respiro profondo, non sapevo che lo stessi trattenendo.

"No, non sono qui non nessuno, stavo cercando un lavoro." Gli risposi. Mi guardò e poi mi chiese "Lavoro? Hai ottenuto il lavoro?" Annuii affermativamente come risposta.

"Rose dove vivi?" Lo guardai con shock e continuò "cioè, hai un posto dove stare? Eri per strada quando ti ho trovato."

Abbassai lo sguardo, non sapendo cosa dirgli.

"Lavora per me Rose." Mi disse guardandomi negli occhi. Ero shoccata per il fatto che mi stesse offrendo un lavoro nonostante gli avessi detto che ne avevo appena trovato uno.

"Aspetta, cosa? Ne ho già uno, non ne sto cercando un'altro." Affermai.

"No, hai bisogno più del mio lavoro che di quello che hai appena ottenuto. Non riuscirai a mantenerti, ma io posso aiutarti Rose." Disse tutto d'un fiato.

Lo guardai negli occhi, lanciandogli un'occhiata e facendogli capire che non avrei accettato. Non sono debole, non lascerò che un'altro uomo prenda il controllo della mia vita. Dovevo essere forte e indipendente.

Aveva capito dal mio sguardo che non avrei accettato, fece un respiro profondo e si passò una mano tra i capelli mentre l'altra si infilava nella tasca per tirare fuori un biglietto che mi porse. Lo presi e lo guardai, era il suo biglietto da visita.

"Ne avrai bisogno, fiorellino." Mi disse mentre sorrideva. Era come se, all'interno della sua testa, stesse elaborando un piano. Le mie guance arrossirono nel sentire come mi aveva chiamata, ma la mia espressione divenne subito seria quando vidi la ragazza con la quale era venuto camminare verso di noi.

"Dai Damon, ho fame." Piagnucolò, mentre prendeva a braccetto il suo accompagnatore, lanciandomi un'occhiataccia.

"Non ora." Le disse Damon guardandola, per poi voltarsi di nuovo verso di me. I suoi lineamenti si addolcirono mentre mi guardava.

"Beh, noto che è occupato Mr. William ed io devo andare." Mi girai e camminai velocemente senza guardarmi indietro, lo sentii chiamarmi e chiedermi di fermarmi, ma non risposi. Uscii da quel posto con il biglietto che mi diede ancora nelle mani.

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