Trilogia con Sergio Ramos

Par Corneliahale94

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"Scusa Vic, sei l'unica che non è entusiasta di passare un mese intero con quei figoni!! Al posto tuo la Spag... Plus

Capitolo 1.01
Capitolo 1.02
Capitolo 1.03
Capitolo 1.04
Capitolo 1.05
Capitolo 1.06
Capitolo 1.07
Capitolo 1.08
Capitolo 1.09
Capitolo 1.10
Capitolo 1.11
Capitolo 1.12
Capitolo 1.13
Capitolo 1.14
Capitolo 1.15
Capitolo 1.16
Capitolo 1.17
Capitolo 1.18
Capitolo 1.19
Capitolo 1.20
Capitolo 1.21
Capitolo 1.22
Capitolo 1.23
Capitolo 1.24
Capitolo 1.25
Capitolo 1.26
Capitolo 1.27
Capitolo 1.28
Capitolo 1.29
Capitolo 1.30
Capitolo 1.31
Capitolo 1.32
Capitolo 1.33
Capitolo 1.34
Capitolo 1.35
Capitolo 1.36
Capitolo 1.37
Capitolo 1.38
Capitolo 1.39
Capitolo 1.40
Capitolo 2.01
Capitolo 2.02
Capitolo 2.03
Capitolo 2.04
Capitolo 2.05
Capitolo 2.06
Capitolo 2.07
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Capitolo 2.16
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Capitolo 2.18
Capitolo 2.19
Capitolo 2.20
Capitolo 2.21
Capitolo 2.22
Capitolo 2.23
Capitolo 2.24
Capitolo 2.26
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Capitolo 2.28
Capitolo 2.29
Capitolo 2.30
Capitolo 2.31
Capitolo 2.32
Capitolo 2.33
Capitolo 3.01
Capitolo 3.02
Capitolo 3.03
Capitolo 3.04
Capitolo 3.05
Capitolo 3.06
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Capitolo 3.27
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Capitolo 3.29
Capitolo 3.30
Capitolo 3.31
Capitolo 3.32
Capitolo 3.33
Capitolo 3.34
Capitolo 3.35
Capitolo 3.36
Capitolo 3.37
Capitolo 3.38
Capitolo 3.39
Capitolo 3.40 - ULTIMO

Capitolo 2.25

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Par Corneliahale94

La mattina seguente, Victoria si svegliò verso le dieci.

La testa le girava e sembrava incastonata in un cubo di cemento. Le faceva male, maledetto alcol - pensò tra sé e sé mentre provava ad alzarsi.

Allungò una mano verso l'altra parte del letto, vuota e fredda. Sergio non si era nemmeno seduto sul letto la sera prima, forse non era nemmeno rientrato.

Aprì gli occhi, notando sopra il comodino la mascherina bianca. In un rapidissimo momento, si ricordò ogni singolo momento di quella sera appena passata.

Sul blackberry, vicino alla mascherina, circa cinque messaggi. Laura, forse ubriaca, le aveva mandato strani messaggi con ragionamenti contorti.

Non aveva nemmeno la forza di leggerli, perciò riappoggiò il black berry vicino sul comodino e controllò l'interfono: Sofia ancora dormiva, fortunatamente.

Mise sul pavimento un piede, cercando di svegliarsi del tutto: una doccia gelata era quello che le serviva, un rimedio ottimo e infallibile - lo faceva sempre quando si ubriacava con Ines, anni prima.

Sospirò: doveva risolvere anche i suoi problemi con Ines, in che modo ancora non lo sapeva e in più non aveva le facoltà mentali per pensarci in quel momento. Si alzò del tutto, stiracchiandosi, camminò a piedi nudi per la stanza finché non inciampò sui suoi tacchi e sulla sua pochette abbandonate vicino alla porta del bagno.

Abbassò la testa e si ricordò che nella borsetta aveva messo la sua fede. Ripensò nuovamente alle sensazioni della sera prima e aprì la borsa riprendendo l'anello.

Lo fece scivolare sul dito e sorrise per un momento: quella sera era stata la prima dopo giorni in cui era stata veramente felice. La felicità che conosceva lei e che poteva conoscere solo grazie a Sergio. Chissà se lui lo sapeva, chissà se l'aveva riconosciuta e per quello era scappato in quel modo. Chissà..... avrebbe custodito quel momento, quel segno determinante del destino per sempre nel suo cuore che dopo ieri sera aveva ripreso a battere d'improvviso come aver inserito delle batterie nuove ad un dispositivo elettronico.

Aprì la porta del bagno e vi entrò preparandosi per la doccia.

Non appena la sua pelle toccò l'acqua fredda, subito iniziò a rabbrividire. Erano gli stessi brividi della sera precedente, poteva ancora sentire Sergio addosso a lei, le sue mani, il suo respiro.

Chiuse gli occhi, scuotendo la testa. Concentrati, Vicky, concentrati! - pensò finendo la doccia.

Si avvolse nell'asciugamano e aprì la porta, convinta di essere da sola in casa.

Cacciò un urlo quando si accorse che di fronte a lei, stava Sergio con addosso solo i jeans della sera prima.

Si guardarono. Fu un deja vù. Entrambi si ricordarono della stessa scena, in albergo durante il reportage in trasferta della Roja. Incredibile quante cose fossero cambiate da quel momento.

"Scusa" fece lui abbassando lo sguardo, aveva un modo di fare strano. Forse anche lui doveva riprendersi dalla sera precedente.

Tuttavia questo non fermò l'intento di Victoria di sondare il terreno. Era come se si sentisse rinata, come se sentisse di nuovo la forza di reagire.

"Il bagno è libero se vuoi" disse indicando la porta.

"Sì. Ehm..grazie." fece lui quasi imbarazzato.

Le passò accanto lasciando per la porta aperta. Si fermò di fronte allo specchio mentre Victoria si cambiava tra le ante dell'armadio.

"Com'è andata ieri sera, se posso chiedertelo." domandò la ragazza senza guardarlo.

Sergio sospirò guardandosi allo specchio.

Dirglielo? Non dirglielo? Fargliela pagare? Infondo avevano ancora un conto in sospeso. Eppure dentro di sé sentiva che nella sconosciuta della sera prima c'era qualcosa di strano che non riusciva a capire.

"Bene." decise di far finta di nulla, per il momento.

"Dove eravate?"

"In giro....per...Madrid."

Victoria corrugò la fronte.

"Ah. Beh spero tu ti sia...divertito."

Sergio non le rispose, chiudendo la porta del bagno.

Victoria sospirò, guardò la mascherina bianca sul comodino e corse a nasconderla dentro il cassetto.

Sorrise per un attimo poi uscì dalla stanza: Sofia si era svegliata.

Nel pomeriggio, mentre Sergio era uscito per gli allenamenti in vista della partita infrasettimanale, Victoria aveva deciso di parlare con Ines. Doveva risolvere quel problema, sua cugina le mancava troppo.

Aprì il computer portatile e aprì il programma di chat online. Risultava non in linea.

Sospirò. Aveva sperato che la sua icona si illuminasse di verde per poterla contattare con la webcam come ai vecchi tempi - aveva bisogno di lei in ogni momento, soprattutto dopo quello che era successo.

Guardò intensamente la fotografia, notò che era diversa da quella che usava di solito. Corrugò la fronte, la ingrandì e si trovò davanti una foto a lei nota.

Pamplona, la festa di San Firmin di qualche anno prima. Lei e Ines abbracciate, con due improbabili occhiali da sole rossi e il famoso fazzoletto rosso al collo. Era la più bella di tutte quelle scattate - se ne ricordò bene. Ad un tratto, gli occhi si riempirono di lacrime. Accidenti se le mancava!

D'improvviso, il campanello di casa suonò.

Victoria sobbalzò: il postino sicuro.

Camminò rapida verso la porta, aprì senza nemmeno vedere chi fosse e si trovò davanti l'ultima persona che avrebbe mai immaginato di trovarsi davanti.

"Ines???" domandò sorpresa.

La cugina, in splendida forma sebbene con un'espressione strana in volto, era di fronte a lei. Gli occhi verdi puntati su quelli chiari di Victoria. Era la prima volta che si vedevano dopo il suo compleanno.

"Posso?" domandò lei, senza risponderle.

"Certo" fece lei facendola passare.

Ines camminò rapidamente verso il salotto, si fermò a dare una carezza a Sofia e poi si voltò verso Victoria in estremo imbarazzo e ancora con le lacrime agli occhi.

"Scusami io..non...ti aspettavo."

"Lo so. Avrei dovuto..avvisarti."

"Ti vedo...bene." sorrise. Ines si levò il cappotto, Victoria notava che la sua pancia era cresciuta in quei mesi.

"Sì. Abbastanza. Diciamo che sono più serena di qualche settimana fa."

Victoria sospirò senza sapere bene da dove cominciare a parlarle.

"Ecco..a questo proposito io stavo giusto per...insomma..vorrei..davvero."

"Mi manchi Vicky." la interruppe lei, la voce tagliata dall'emozione.

Victoria sgranò gli occhi: conoscendo Ines non avrebbe mai pensato che fosse venuta a Madrid spinta da un sentimento così. Eppure era lo stesso che sentiva lei nei suoi confronti.

"Anche tu, Ines. E davvero io ci tengo a spiegarti come e cosa e soprattutto perché.."

Si sedettero una di fronte all'altra.

"So tutto. Cesc mi ha raccontato la verità."

Victoria inarcò un sopracciglio. "Cesc dice la verità? E qual è la sua verità?" fece, più dura-

"Beh..mi ha detto che ti ha baciato lui perché era attratto da te. E perché ti amava."

"Era attratto? Mi amava? Al passato, perché?"

"Beh perché...in queste settimane ci sono stati dei...cambiamenti."

"Che intendi?"

"Ecco. Ho parlato con lui, e...." sorrise.

Victoria la guardò, perplessa. Cosa era accaduto in quei giorni mentre lei soffriva a Madrid?

"E??"

"Mi ha..chiesto di sposarlo."

"Cosa?! Ines lui ti ha tecnicamente...tradito."

"Lo so. Ma...qualcuno mi ha insegnato che l'amore vince su tutto. E lui mi ama. Io lo so. E lui me lo ha confermato in questi giorni."

"E' matto chi ti ha detto che una cosa del genere può essere sorpassata dall'amore!" considerò Victoria.

"Beh allora sei matta." rispose Ines.

Victoria ci pensò. "Io? Io non ho mai detto nulla del genere!"

"Oh sì invece, me lo hai detto con i gesti. Quante volte ti ho vista piangere e soffrire per Sergio? E poi?? Sei felice con lui, lui è l'aria nei tuoi polmoni - lo hai detto tu ricordi?"

Victoria annuì, lo stomaco le si annodò bloccandole la respirazione. Sergio era effettivamente quello per lei, quello e molto altro.

"Sì. Ricordo. Beh allora se tu sei felice io sono felice."

"E poi...non potevo lasciarti andare, insomma tu sei come mia sorella sei tutto per me e..io lo so che non c'entri in questa storia e che non hai tradito tu."

"Vai a spiegarlo a Sergio, mi fai una cortesia."

"Non ti parla?"

Victoria ci pensò. "Non sai quante cose ti devo raccontare..."

"Allora inizia. Anche perché ho da fare delle cose in comune qui a Madrid perciò...ho poche ore.."

"Che devi fare?"

"Ci sposiamo a Madrid."

"Davvero?! Come mai?"

"Cesc l'ha voluto. E io...ci tengo che ci siano le persone che amo. Tu, Sergio, Sofia.."

"Quando vi sposate?"

"Il primo giorno d'estate. Tra quattro mesi."

"Fantastico. Se posso dare una mano...."

"Oh ne parliamo più avanti...ora raccontami tutto! Voglio sapere.." sorrise Ines.

Victoria la guardò, le sorrise: la ruota stava girando in quel momento ebbe la perfetta sensazione che il mondo fosse di nuovo girato per il verso giusto, che tutto stesse tornando lentamente alla normalità.

Si alzò e corse verso Ines, l'abbracciò forte, piangendo.

"Ti voglio bene, perdonami, perdonami ti prego!"

Ines l'abbracciò. "Anche io ti voglio bene. E non ti devo perdonare nulla."

"Temevo perdessi il bambino se te lo avessi detto. So che è strano ma..era uno stress a cui non dovevi essere sottoposta!"

Ines sorrise. "Oh non preoccuparti, Victoria starà bene e anche...."

Victoria sgranò gli occhi. "Scusami??" la interruppe.

Ines la guardò sorridendo. "Victoria Fabregas. Suona bene, no?"

"E' una femmina?"

"Una sì."

"Una????" sgranò gli occhi, sempre più sconvolta.

"Victoria e Carlos."

"Gemelli??"

"Se mio figlio non ha quattro gambe, sì sono due gemelli!" sorrise entusiasta.

Non l'aveva mai vista così luminosa. Victoria l'abbracciò di nuovo felice. Il suo cuore batteva di nuovo, finalmente.

Si sedettero di nuovo sul divano, cominciando a raccontarsi quelle settimane passate distanti.

Poi fu la volta della "bomba" di Victoria.

"Ecco...ieri..sono andata con Laura al Barroque."

"E' riaperto?" domandò sorpresa.

"Sì. Guti è in città."

"Oh quanto vorrei rivederlo!!" sorrise ridendo.

"Beh comunque, ieri Sergio è uscito con lui e Gonzalo."

"Brutt'affare." commentò.

"Lo so però....lui non mi parla, è ancora arrabbiato e io non so come fare a fargli riacquistare fiducia in me. Ieri però il destino mi ha dato una mano."

"Che intendi?"

Victoria le spiegò tutto, per filo e per segno, con ogni particolare.

Ines ad ogni pezzo aggiunto, era sempre più sconvolta e sorpresa nello stesso tempo.

"Accidenti. Sembra la trama di un film"

"Di una leggenda." corresse lei. "Un giorno ci scriveranno una leggenda." ripeté convinta.

"Davvero! Ma di quelle belle complicate con tutti questi intrecci!"

"Ad ogni modo, cosa ne pensi? Come dovrei comportarmi secondo te?"

Ines ci pensò. "Sei sicura sicura sicura fosse lui, sì??"

"Al cento per cento. Ha detto di amarmi. Insomma non penso che lui sappia che la ragazza con cui....fossi io, ecco. Però io sì. Lo so."

"E chi ti dice che lui non lo sapesse?"

"Non lo sa. Si sarebbe comportato diversamente, altrimenti."

Ines ci pensò di nuovo. "E se glielo dicessi?"

"Certo, quando torna a casa gli dico Ciao, sabato sera quella che pensavi fosse un'altra ero io."

"Perchè no? Non sei stanca di nascondergli le cose?"

"Sì ma..non so bene come fare a dirglielo...e poi lui è ancora arrabbiato con me. Non mi parla, figurati se mi crede o mi ascolta, prima di tutto."

"Fatti capire e ascoltare. Le parole le trovi. Devi farlo però e questa volta davvero."

"Non so cosa sia successo ieri ma..lasciarmi andare così e sapere che lui mi ama, che lui pensava a me non sapendo che ero io..mi ha riacceso una speranza che non avevo. Pensavo di averlo perso sempre."

"Pensavi di aver perso anche me...però sono qui."

"Non so che santo ringraziare per questo" sorrise Victoria tornando ad abbracciarla nuovamente.

"Però niente baci con mio marito una volta che l'avrò sposato veramente ok?" la bloccò Ines mettendosi a ridere.

Victoria si lasciò andare ad una risata, non lo faceva da tempo.

"Ok ok...e tu non provarci con il mio per vendicarti, eh??!"

"Cavolo ci stavo pensando!! In realtà temo che i gemelli siano suoi!"

"Oh davvero?? Non ti colpisco con i cuscini in una lotta all'ultimo sangue solo perché sei incinta dei miei nipotini!!" sorrise felice. "Appena partorisci ti faccio nera!"

Ines si mise a ridere. "Sarò anche una donna incinta ma mi so difendere sai!!" sorrise.

Era così bello che fosse tornata, Victoria non avrebbe potuto chiedere di meglio: sentiva per la prima volta che stava riavendo la sua vita indietro, pezzo per pezzo, gioia per gioia.

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