ESCAPE- Run

By J_Moonraker

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(1) L'avventura più assurda della vita di Amber e di cinque ragazzi come lei inizia con un semplice comando:... More

Capitolo 1
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Epilogo

Capitolo 2

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By J_Moonraker


<<Ragazzi? Potreste girarvi verso di me, per favore?>> chiese una voce femminile.

Amber si era nuovamente persa nei suoi pensieri nel tentativo di ricordarsi di Ryan, del motivo per cui le sembrava tanto familiare, così non si accorse della ragazza che li chiamava.

Fu Ryan ad accorgersi di lei e tirò il braccio di Amber per farla girare.

Una ragazzina più piccola di loro li stava raggiungendo a gran velocità. A un metro dai ragazzi inchiodò e li scrutò più volte dal basso in alto.

Aveva la stessa carnagione olivastra di Ryan, leggermente più chiara. I suoi capelli castani erano piuttosto corti, li portava a caschetto, e i bellissimi occhi scuri erano parzialmente coperti dalla frangia. Indossava una maglia viola piena di scritte in inglese, dei calzoncini neri e delle logore scarpe da ginnastica bianche. Sulle spalle portava uno zaino nero piuttosto gonfio.

La ragazzina spostò il peso del corpo sul lato destro e appoggiò le mani sui fianchi, strizzò gli occhi.

<<Niente, non mi ricordo di voi. Eppure giurerei di avervi già visti...>> commentò pensierosa.

Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e si sedette a terra a gambe incrociate, assumendo un'espressione delusa.

<<Scusate...>> disse <<Pensavo di conoscervi. Mi chiamo Tessie. Credo. Voi invece siete...?>>

Ryan le si avvicinò e le si inginocchiò di fronte. La osservò a lungo, riflettendo su qualcosa, poi sorrise e le diede un colpetto amichevole sulla spalla.

<<Anche a me sembra di conoscerti, sai? Io sono Ryan, invece la ragazza là dietro è Amber. Da dove sbuchi?>> le chiese.

Tessie sorrise. <<Da casa mia.>> rispose con un sorrisetto furbo <<Mi sono svegliata un po' confusa, poi mi ha chiamata la nonna. Sono andata da lei e...>>

Amber impallidì. Due persone potevano ancora essere un caso, ma tre erano già troppe per trattarsi di una coincidenza. Riorganizzò le idee e intervenne sul discorso della ragazzina.

<<E tua nonna ti ha consigliato di venire qui al parco. Fai certe cose dandole per scontate, ti sembra di aver sempre avuto certi comportamenti anche se non te ne ricordi. Non sai quale sia il tuo cognome e guardandoci hai la sensazione di conoscerci da sempre. Dico bene?>> chiese per conferma.

Tessie si coricò sull'erba del parco e iniziò a ridere.

<<Forte, leggi nel pensiero? Hai azzeccato tutto quanto, bravissima! Sei un veggente forse?>> domandò. Non c'era nulla per cui essere allegri, in verità.

Amber tirò Ryan per il cappuccio della felpa, per fargli capire che voleva parlargli.

Il ragazzo capì immediatamente, disse qualcosa all'orecchio di Tessie che annuì e corse via. Ryan si girò verso Amber e le diede una mano a rialzarsi.

<<Adesso le cose iniziano a far paura.>> commentò lui <<Dopo me, te, la ragazzina, quante altre persone nelle stesse condizioni verranno a farci visita?>>

Smise di parlare solo per appoggiarsi al paletto alle sue spalle. Incrociò le braccia e riprese.

<<Voglio dire, sembra tutto così assurdo! Quasi fosse un gioco, come quelli in cui bisogna trovare il ladro e nessuno sa qualcosa su di lui. Andando avanti scopri per esempio di che colore sono i suoi capelli, quanto è alto, cosa indossa, fino a capire chi è.>> aggiunse.

Amber si appoggiò al paletto affianco a lui. "Hai ragione!" avrebbe voluto dire. "È tutto uno stupidissimo gioco, qualcuno sta giocando con noi!" pensò.

<<Lo penso anche io. Quindi? Cosa vuoi fare? Se è un gioco...>> iniziò lei. Lasciò la frase in sospeso, sapendo che lui l'avrebbe completata. Sentiva di avere un legame speciale con il ragazzo.

<<Giochiamo.>> concluse Ryan, sorridendo ad Amber. Lei arrossì per qualche ragione, ma cercò di ricomporsi subito.

<<Solo per curiosità, dove hai mandato Tessie?>> domandò la ragazza.

Ryan indicò oltre il parco. <<Le ho detto di andare a cercare altre persone con gli stessi nostri problemi. Guarda, la squadra si allarga!>> esclamò.

Quattro sagome correvano verso il parco, una di loro era senza ombra di dubbio la ragazzina che avevano conosciuto poco prima. Due minuti scarsi e oltrepassarono il cancelletto del parco, bloccandosi davanti ad Amber e Ryan.

Tessie uscì dal gruppo e rivolse loro un sorriso, alzò il braccio sinistro in segno di vittoria, poi poggiò le mani sulle ginocchia e cercò di recuperare fiato. Quando si ricompose, parlò ai novellini.

<<Ragazzi, statemi a sentire. Loro sono i leader indiscussi, Ryan e Amber. Quello che dicono è legge. Adesso vi mettete bravi in fila e vi presentate. Georgia, tu per ultima. Tieni il biglietto, mi raccomando!>> disse d'un fiato.

A sentire ciò Amber trattenne una risata e si mise in punta di piedi per raggiungere l'orecchio di Ryan.

<<Gliel'hai detto tu che noi siamo i leader, vero?>> sussurrò.

Il ragazzo si appoggiò di nuovo al paletto e si coprì la testa con il cappuccio della felpa, nascondendo i capelli che Amber gli avrebbe tanto volentieri sistemato, troppo agitati.

<<Ti pare che noi due possiamo semplicemente stare a sentire cos'hanno da obiettare loro? Assolutamente no! Devono sottostare alle nostre decisioni.>> spiegò, scoppiando a ridere.

Amber roteò gli occhi divertita e si limitò ad annuire.

La prima persona a presentarsi fu un ragazzo decisamente più alto rispetto a Ryan, dalla corporatura molto robusta. Era piuttosto abbronzato anche se la carnagione era chiara. Un ciuffo dei capelli biondo scuro gli copriva la fronte, lasciando a malapena scoperti gli occhi color nocciola.

La canottiera verde mimetica permetteva di vedere perfettamente le muscolose braccia che teneva incrociate sul petto e i pantaloncini da boxe blu facevano altrettanto con le robuste gambe. I muscoli gli guizzavano da ogni parte.

Ryan lo squadrò dal basso in alto stupito e allargò le braccia.

<<O potente Maciste, benvenuto! Con quelle braccia riusciresti a sollevare un aereo, mi sbaglio?>> chiese sarcastico. Qualcosa diceva ad Amber che non era quello il suo modo solito di comportarsi.

Il "novellino" non prese la frase di Ryan come uno scherzo e lo tirò a sé prendendolo per la scollatura della felpa.

Ben presto il ragazzo si ritrovò sospeso a mezz'aria, la faccia pericolosamente vicina al pugno del gigante.

<<E-ehi bello, calmati, scherzavo! Vedo però con piacere che riesci a sollevare sessanta chili senza sforzi... Uno forte come te ci servirà proprio!>> gli disse Ryan, cercando di tornare invano a terra.

<<Callum, mettilo giù! Tessie ha detto che è il leader, non puoi fargli male!>> lo supplicò un ragazzino più piccolo di Tessie. Si aggrappò ai pantaloncini dell'aggressore e cercò di tirarlo lontano da Ryan. Finalmente il gigante posò il ragazzo a terra e brontolando incrociò nuovamente le braccia sul petto. Guardò il "capo" rialzarsi in maniera impacciata, poi gli porse la mano e aspettò che ricambiasse.

Ryan gli rivolse uno sguardo stupito e confuso. Dopo averlo minacciato, voleva stringergli la mano?

Un po' titubante allungò il braccio destro e il gigante glielo strattonò con forza, per poi sorridere.

<<Io sono Callum. A quanto mi è stato detto, siamo tutti nelle stesse condizioni. Mi sembri un po' stecchino, come capo, ma semmai ti aiuterò!>> esclamò con voce profonda.

Amber osservò Ryan scuotersi la mano e soffiarci sopra, probabilmente per aver subito una stretta troppo potente. La ragazza sorrise e si presentò, poi Callum annuì e guardò tutti i ragazzi.

<<Perché ho l'impressione di conoscere tutti voi?>> chiese indicandoli vagamente.

Ryan prese nuovamente posto affianco ad Amber, si tolse della terra dai vestiti e si strinse nelle spalle.

<<Non ne ho idea, amico. Probabilmente ci siamo già visti...>> azzardò. Fece una pausa per riflettere, poi scosse la testa. <<Vabbè, chi c'è ancora?>> chiese.

A farsi avanti fu il ragazzino che prima aveva tentato di salvare Ryan. Era probabilmente il più piccolo di tutta la squadra, avrà avuto sui sei anni. La carnagione era abbastanza chiara, gli occhi marroni, i capelli castani ricci e il naso minuscolo. Inoltre, indossava una felpa rossa decisamente troppo grande per lui che copriva quasi del tutto i calzoncini blu. Aveva entrambe le scarpe da ginnastica slacciate. Si appese alla maglia di Amber e le indicò le scarpe.

<<Scusa, tu sei Amber, vero? Io sono Toby. Puoi aiutarmi ad allacciare le scarpe? Non ce la faccio da solo...>> disse.

La ragazza si addolcì nel sentire la sua tenera vocina e si inginocchiò sull'erba per aiutarlo a legare i lacci.

<<Ah, piacere tappetto, io sono Ryan. Vedo che non t'interessa affatto... Poi ci facciamo una chiacchierata, va bene?>> brontolò il ragazzo fingendosi offeso.

Nel frattempo si presentò l'ultima persona, una ragazza dalla pelle chiarissima, gli occhi azzurri e i lunghi capelli biondi che lasciava sciolti. Indossava una maglia identica a quella di Amber, una gonna viola a balze e delle ballerine viola glitterate in punta. Ai lobi delle orecchie luccicavano due orecchini decisamente originali. Una Barbie umana, per inquadrarla.

La ragazza osservò Amber, che intanto si era rialzata, poi si soffermò su Ryan. Tenendogli gli occhi puntati addosso gli prese la mano. Tremava. Eppure, Amber non era preoccupata per lei. Piuttosto, le dava fastidio che fosse così vicina a Ryan. Non se ne spiegava il motivo, ma iniziava a trovarla antipatica.

<<Sono Georgia.>> disse la novellina <<E, ehm, quando mi sono svegliata avevo questo nella tasca della maglia.>>

Ritirò la mano con cui teneva Ryan, lasciandogli un foglietto accuratamente piegato sul palmo. Amber si avvicinò e prese il biglietto. Chiuse gli occhi, quasi temesse potesse esplodere, e iniziò ad aprirlo.

Intanto Georgia si era spostata affianco a Tessie e la stringeva forte. Altro atteggiamento che infastidiva Amber.

La ragazza aprì prima l'occhio sinistro, poi quello destro, lesse nella sua mente e sbiancò in volto.

<<Cosa dice?>> chiese incuriosito Toby.

<<C'è scritto..."RUN!">> rispose Amber. Nulla di buono. 

Rivisto in data 2/7/'16   

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