THE BAD LOVE 3

By darkshady

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Ecco l'ultima storia della trilogia di the bad love. Quale destino avrà questo nuova e travolgente storia? Bl... More

Introduzione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
~AVVISOOOO~
Capitolo 22
(Capitolo 23 parte 1)
(Capitolo 23 parte 2)
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
The End
NUOVA STORIAAA
Avviso
Attenzioneeee

Capitolo 21

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By darkshady

I giorni passavano e quella data si avvicinava sempre di più...

Mancava solamente una settimana.

Solamente una settimana e la mia memoria avrebbe recuperato tutto quello che aveva perso.

Le cose con jo stavano andando a gonfie vele, ci vedavamo ogni giorno e più ci vedavamo e passavamo insieme il tempo e più io iniziavo a provare sempre qualcosa di più.

****

Oggi sarei ritornata a lavoro era da un sacco che stavo a casa per "malattia" e poi avevano bisogno per delle missioni.

Ero appena arrivata in sede e neanche due secondi che ero in ufficio, che il capo voleva vedermi.

Sbuffai e andai verso il suo ufficio.

"Sono contento signorina frost che si sia ripresa.. ora che lei è qua le volevo.." disse lui tranquillamente ma io continuai prima che potesse farlo lui "capo lo so che sa tutto. Lo sa che io mi chiamo blake e non jane è da settimane che mi fa pedinare ma sopratutto.." dissi io gettando un sacchettino sopra la scrivania. " ho trovato le sue cimici."

Lui mi guardò confuso e si sedette sulla poltrona sghignazzando e tirando su le mani.

Era pazzo?

"Okey mi hai scoperto... mi sembrava strano il fatto che stessi a casa così tante settimane a casa da lavori dato che sul tuo vecchio programma lavorativo della cia non sei mai stata a casa per malattia.
E per il fatto che ho scoperto chi sei veramente lo devi grazie a rogan che mi ha informato e mi ha fatto promettere di tenerti sempre protetta e inseguita da alcuni agenti per sicurezza, in modo che non ti succeda nulla.. ma comunque restano queste... io non ti ho messo nessuna cimice in casa e poi, queste non sono del nostro modello." Dichiarò lui osservandole bene.

Io storsi il naso e dissi "come non sono vostr... no forse ho capito di chi sono. Mi assento per qualche ora." Dissi sicura.

"No. Prima devi risolvere quella missione importante che non facciamo altro che rimandare per la tua assenza. Sei a capo tu della missione. Appena avrai finito potrai assentarti ma ora fai il tuo lavoro." Disse lui seriamente e guardandomi con fastidio.

Io presi il sacchettino con le cimici e annuì.

Ora avrei risolto questa maledetta missione, ma dopo avrei spaccato la faccia a quel bastardo. Questo era sicuro.

****
"Cazzo.. quanti colpi hai ancora?" Chiesi a rogan di fianco a me, mentre controllavo i miei proiettili nella pistola.

"Due, tu?" Mi chiese lui preoccupato mentre si guardava attorno cupo.

"Abbastanza" mentì io tranquillamente.
Invece forse eravamo fottuti avevo solo un colpo e c'erano tre uomini li..

"Al mio tre tu vai a prendere Clark fanner e qui ci penso io." Dissi sicura cercando di non farlo ferire.

"No. Lo andiamo a prendere insieme qui non ce la fai da sola." Disse lui.

Io lo guardai furiosa e gli feci segno di fare come avevo detto.

Lui ci ripensò e infatti fece come avevo detto io.

Sospirai tranquilla e vedendo una fune proprio davanti ai tre bersagli, cercando di non farmi vedere mi gettai sulla corda buttando uno dei tre per terra riuscì colpire uno con l'ultimo colpo e con l'altro mirai alla testa e gli lanciai contro la pistola beccandolo in pieno.

Sospirai soddisfatta e presi le armi dei tizi, che mi sarebbero potute far comodo.

Corsi velocemente dove si doveva trovare rogan ma non lo trovai camminai verso un corridoio e alla fine di esso vidi rogan in ginocchio con al suo fianco due uomini che gli puntavano le pistole davanti a loro vi era clark quel narcotrafficante me l'avrebbe pagata molto pesante se avrebbe sfiorato anche solo con un dito rogan.

Pensai a come poter sbarazzarmi di tutti e cercando di non farmi vedere, camminai di soppiatto e silenziosamente verso le scale.
Avrei potuto colpirli dell'alto a dar tempo a rogan di colpir loro.

Salì le scale e vidi un cecchino che mi dava le spalle, misi le pistole nei jeans e stringendo le braccia attorno al collo del tizio e lo feci svenire.

Mi posizionai al suo posto e prendendo il suo fucile che forse era anche meglio, sparai alle guardie e colpì clark alla gamba.

Dopo pochi minuti gli agenti dell'FBI entrarono nel palazzo e portarono via tutti gli scagnozzi. Rogan era sano e salvo e io ero stanca morta.

Vidi il capo che parlava con rogan.
Strano che il capo venga in missione.. da quel che so sta sempre in ufficio.

Andai verso di lui e asciugandomi il collo e la fronte con una asciugamano che mi avevano dato i soccorsi dissi fiscale "io ho finito il mio lavoro qui, ora vado." Lui alzò gli al cielo e annuì.

Rogan mi osservò e fece finta di nulla che aveva?

Incurante uscì da quell'edificio e salì sul range rover di servizio.

Guidai fino alla sede ed entrando nel mio ufficio mi cambiai e presi due pistole nuove e il sacchetto di cimici.

Nessuno doveva infiltrarsi nella mia privacy.

Uscì da lavoro ed entrai sulla jeep.

Guidai velocemente fino alla base operativa della CIA pensando tutto il tempo a mantenere la calma e non a mandare tutto a puttane.

***
Appena entrai quasi tutti gli agenti mi guardarono sorpresi.

Conoscevo praticamente tutti... dopo dieci anni e le stesse facce da cazzo che vedevo ogni giorno avevo imparato a fare finta di nulla.

Infatti camminai con passo deciso fino all'ufficio di quella faccia di merda del mio ex capo.

Spalancai la porta con vemenza ed entrai dentro incurante di chi vi potesse essere dentro.

Il bastardo fortunatamente non era in compagnia.
Lui alzò il viso e mi guardò come se stesse aspettando che io incominciassi a parlare.

Non sembrava neanche sorpreso del. mio arrivo e un po mi deludeva.

Tirai fuori dalla tasca dei jeans il sacchettino con le cimici e glielo gettai sulla scrivania.

Lui le guardò e rise fragorosamente.
"Finalmente te ne sei accorta.. stavo aspettando infatti la tua visita da giorni, e un pó mi preoccupa il fatto che tu ci abbia messo così tanto sai? Entrare nell'FBI ti ha fatto perdere colpi?" Scherzò lui come se nulla fosse.

Io furiosa sbattei le mani sulla sua scrivania facendolo sussultare e avendo la sua attenzione.

"Perché cazzo mi spii? So benissimo che manca una settimana a questo progetto in cui mi hai affibiata e so come funziona ma arrivare al punto di spiarmi anche? È fin troppo vile anche per te." Sputai io decisa.

Lui mi guardò con occhi strani, in realtà era da quando ero entrara che aveva l'aria di saperla lunga.

Dopo pochi secondi le porte dell'ufficio si aprirono e quattro uomini molto probabilmente agenti si pararono affianco a me senza toccarmi.

Io non capì, ritrassi le mani dalla scrivania e guardai anche il capo.

"Sai.. in realtà ho mentito. Non manca una settimana e le cimici erano una trappola per farti venire qua, e ovviamente te ci sei cascata." Disse lui versandosi probabilmente del whisky nel bicchiere di vetro.

Io sbiancai e sussultai sentendomi quasi mancare.

"Che cazzo stai dicendo? Abbiamo un patto è tra una settimana che accadrà." Dissi io impuntandomi e scansandomi dagli omoni dietro e di fianco a me che si facevano sempre più vicini.

"Sai cosa sto dicendo. Il progetto si farà sta sera, o meglio tra meno di due ore. Accadrà e non puoi fare nulla per evitarlo, e comunque il patto che c'è tra noi lo puoi anche considerare annullato." Sorrise lui con occhi malvagi.

"NO. STATEMI LONTANO O VI AMMAZZO." Urlai io ai tizi grossi il doppio di me.

"Con cosa? Con queste?" Disse uno facendomi vedere le mie pistole.
Come diavolo aveva fatto a prendermele?

Ero spacciata. Le gambe mi cedettero e mi ritrovai per terra mentre i tizi mi tiravano su e mi trascinavano probabilmente verso il laboratorio.

Ero spacciata e nessuno sapeva dove ero.

Avrei voluto salutare jo i miei figli e tutta la famiglia prima che questo potesse accadere.

Se andasse male non potrei perdonarmelo.

Dovevo lottare con tutte le mie forze.

Lacrime calde mi scesero lungo le guance mentre i tizi che mi trascinavano ridevano felici di una realtà crudele.

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