A piccoli passi verso il dest...

By MikaLT

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Salve :) Ho cambiato il titolo di questa storia, comunque si tratta del seguito di una vacanza movimentata. I... More

Prologo
Capitolo I *Niente male come primo giorno*
Capitolo II *Pozioni, Punizioni e Graditi Ritorni*
Capitolo III *Romeo & Juliet*
Capitolo IV *Non c'è nessuno ... perché mi chiami Weasley?*
Capitolo V *Un bacio non si nega a nessuno*
Capitolo VI *A meno che non sia tu a volerlo*
Capitolo VII *Chi è questa pazza che dice cose assurde con la mia voce???*
Capitolo VIII *I Campioni TreMaghi*
Capitolo IX *Chiedimelo ed io lo farò*
Capitolo X *Non mi interessa niente di lei. Giuro e spergiuro*
Capitolo XI *Sai cosa si dice di chi origlia...*
Capitolo XII *Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris *
Capitolo XIII *Sarebbe stato più discreto entrare mano nella mano*
Capitolo XIV *Fidanzata è una parola grossa*
Capitolo XV *Segreti & Soffiate*
Capitolo XVI *La prima prova*
Capitolo XVII *Quando un ragazzo ti offre da bere*
Capitolo XVIII *Lettere, spiegazioni, ricatti e rapimenti*
Capitolo XIX *Parola d'ordine: FUGA*
Capitolo XX *Vieni al ballo con me?*
Capitolo XXI *Ma come ti vesti?*
Capitolo XXII *Ballo del Ceppo (part 1) *
Capitolo XXIII *Ballo del Ceppo (part 2)*
Capitolo XXIV *Annunci di Natale*
Capitolo XXV *Alla baita (Capodanno part 1)*
Capitolo XXVI *Capodanno bacia tutti*
Capitolo XXVII
Capitolo XXVIII
Capitolo XXIX
Capitolo XXX
Capitolo XXXI *L'arte della seduzione*
Capitolo XXXII *L'arco*
Capitolo XXXIII *Il Matrimonio*
Capitolo XXXIV *E dunque ... *
Capitolo XXXVI *La Terza Prova*
Capitolo XXXVII La Grande Battaglia
Epilogo

Capitolo XXXV *Fiumi di Parole*

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By MikaLT

CHAPTER XXXV - Fiumi di parole


PoV FRANK


Potevo farcela.

Insomma, ovvio che potessi farcela. Era il mio migliore amico, no? Se non con lui con chi avrei potuto parlare?

Gli stavo girando intorno da circa mezz'ora e avevo tirato un sospiro di sollievo quando era andato in bagno, perché da codardo sapevo che lì non avrei potuto seguirlo e dunque non gli avrei potuto raccontare nulla.

Codardo.

Ma poi, sebbene le sue sedute fossero notoriamente interminabili, Louis uscì nuovamente dal bagno. Ed io mi ritrovai da capo a cercare di trovare le parole migliori. Ed era completamente irrazionale, perché mi fidavo di Louis. Sapevo che nulla al mondo avrebbe potuto spingerlo a giudicarmi o insultarmi. Eppure avevo paura.

-Louis- lo chiamai torturandomi le mani.

-Dimmi- rispose distrattamente, mentre mi dava le spalle e cercava qualcosa nel baule.

-Mi presti i tuoi appunti di Storia?- dissi tutto d'un fiato dandomi mentalmente del Troll.

-Certo-

Non potevo tergiversare ancora. Dovevo farlo. Dovevo. Non per Francois, era un passo necessario per me stesso. Per dimostrarmi di essermi accettato. Presi una profonda boccata d'aria e tentai di nuovo.

-Louis?-

Lui non rispose fece solo un verso per farmi capire che mi stava ascoltando. Ce la potevo fare.

-Scendiamo insieme a cena oggi?- Ero un troll, senza dubbio. Un troll delle montagne. O forse no, forse era ancora troppo poco per descrivermi.

-Come al solito..- rispose lui.

Sospirai ancora e chiusi gli occhi.

-Louis..-

-Che c'è Frank?! E' tutto il pomeriggio che mi chiami e mi fai domande stupide- finalmente si era voltato e mi stava guardando, giustamente, esasperato –Cosa vuoi dirmi?-
Dovevo assolutamente evitare di immaginarmi come avrebbe reagito. Dovevo spazzare via dalla mia mente l'immagine di un Louis imbarazzato, distante, schifato. Dovevo togliermi dalla testa lo sguardo accusatorio, il dito puntato. Dovevo smetterla di sentire la sua voce ripetere nelle mie orecchie la parola "frocio". Perché non era la sua. Era la mia. 
Ed io dovevo accettarmi se volevo che lo facessero gli altri.

E lo stavo facendo. Davvero.

Lo dovevo a me stesso.

Lo dovevo a Francois.

Alle sue labbra carnose.

Ai suoi occhi dolci, grandi, sorridenti.

Ai capelli di seta.

Al corpo esile e le mani delicate.

Ai respiri sulle labbra, capricciosi, sospirati.

A quello che provavo io.

A quello che ero io.

-Io e Francois stiamo insieme- lo avevo detto!

Lo avevo detto?

Lo avevo detto!

-Ed io che pensavo che alla fine io e te saremmo stati endgame!- disse lui e come niente fosse lasciò il dormitorio prendendo la via delle scale.

***********************************

PoV Rose

-Non è possible- ormai giravo intorno per la Sala Comune, senza sapermi rassegnare a quello che era successo. Era inconcepibile, incredibile ed inaccettabile.

-Consumi il pavimento- si lamentò annoiata Lily.

-Ti rendi conto che io finalmente vado da lui a dirgli che voglio stare con lui e mi dice che non vuole perché secondo lui non credo ai suoi sentimenti?-

-Ha ragione..- cercai di incenerirla con lo sguardo.

-Non ha ragione! Come posso credere ai suoi sentimenti se non vuole stare con me!- guardai le mie cugine come se fossero pazze. Oh, certo. Per loro la pazza ero io, ormai il nuovo motto era "Scorpius ha sempre ragione"! Ipocrite. Pensare che qualche tempo prima erano tutte "John è carino" "John è quello giusto" "John e Rose PPC" o PQB o OTP quello che era!

-Non è che non voglia stare con te Rose- disse Domi in tono condiscendente.

-Ah e come sarebbe allora?-

-Sarebbe che forse ha paura che la tua insicurezza possa ..-

-Oh piantala Domi di fare la diplomatica!- la interruppe Lily –La verità è che hai fatto la pazza per mesi! Quindi lui che TI AMA forse vuole evitare che tu domani rifaccia la folle e lo molli per un altro!-

-Io non faccio la folle- Come facevano a non capire? Era vero, forse, e dico forse, non avevo notato o voluto notare quello che aveva fatto per me. Ma insomma, non è che fosse tutto rose e fiori tra noi. No? Perché nessuno sembrava dare importanza al fatto che avessi ammesso di amarlo ad alta voce, una volta. Certo, a lui non lo avevo detto, ma il fatto che fossi andata lì da lui doveva essere sufficiente, no? 

-Cosa provi tu per lui? Riesci a dirlo?-

-Io..- iniziai.

-E cosa prova lui per te?- incalzò lei.

-Lui...-

-Appunto Rose!- Non c'era niente da fare. Mi portai una mano alle tempie, cercando di convincere me stessa a rilassarmi. Ma ero scontenta. Profondamente scontenta. Perché mi sentivo, ancora una volta, una contraddizione vivente. Una parte di me era terrorizzata. Nel retrocervello ipotizzavo scenari in cui Scorpius non mi voleva. Un'altra era solo terribilmente irritata e gli dava la colpa del fatto che stessimo perdendo ulteriore tempo che avremmo potuto spendere in attività decisamente più piacevoli.

Sbuffai. Era frustrante. Sapevo di non essere completamente nella ragione, ma avrei voluto un po' di comprensione da parte loro. Erano le mie amiche. Le mie cugine.

-Beh lui lo sa come sono fatta- sbottai.

-E' un caso perso- si lamentò Lily con Domi –Adesso me ne vado. Lys è di ronda stasera.. potrebbe trovarmi in giro e mettermi in punizione ...- sollevò maliziosamente il sopracciglio. 

-Ti prego Lily.. potrei vomitare!-

-Ciao ciao Rosie- mi salutò lei prima di sparire oltre il ritratto. La sua espressione da "io posso e tu no" mi rimase stampata nel cervello. Sbuffai ancora. Stavolta era invidia.


********************************

PoV Lily

-Lys- bisbigliai da dietro una colonna. Lui stava controllando l'aula adiacente. Di Albus neanche una traccia. Quella sembrava proprio essere la mia serata fortunata.

-Lys..- bisbigliai ancora sporgendomi un po' avanti. Lui non rispondeva. Non dava segno di sentirmi, troppo concentrato nel suo sacrosanto compito di andare a rompere le pluffe a poveri studenti in cerca di intimità. Era mio dovere morale, sacro e santo, ergermi contro la perpetrazione di tale ingiusta persecuzione.

A quel punto uscii di soppiatto dall'ombra della colonna e gli arrivai alle spalle –Lys- urlai bisbigliando.

Lui saltò su se stesso. Un salto da record direi.

-OH MERLINO LILY!-

-Shhhhhhh- mi portai un dito alla bocca facendogli cenno di tacere.

-Sei pazza?- mi accusò –Mi hai fatto prendere un infarto!-

- Scusa- sghignazzai gettandomi tra le sue braccia.

-Lily, non puoi stare in giro per il castello di notte! Sono un Caposcuola, avrei il dovere di toglierti punti!-

Alzai gli occhi con un sorriso furbo. Eravamo appiccicati, nella penombra. E per quanto Lys tentasse mi mantenere un piglio severo, non riusciva del tutto a mascherare il sorriso spontaneo che gli stava nascendo sulle labbra.

-Forse meriterei proprio una punizione..- buttai lì, lanciando uno sguardo piuttosto allusivo all'aula vuota alle nostre spalle.

Lys scoppiò a ridere. Una risata roca, carica di qualcosa di nuovo, non c'era niente di cui stupirsi, tutto era nuovo in quel nostro rapporto. Sembrava come se avessimo iniziato una nuova vita. Se ci fossimo reincarnati in qualcosa di più evoluto e consapevole. Avevamo aperto una porta segreta, prima solo accostata, e stavamo facendo uscire nuovi significati. Nuove sfumature. Era come se tutto fosse improvvisamente più sfumato e al contempo definito. 

Erano le stesse mani, le stesse pelli che si sfioravano. Ma diverse. Gli stessi occhi che si guardavano. Ma diversi. Le stesse labbra che sorridevano. Ma diverse.

Non si prese neanche la briga di rispondere, perché il modo che avevamo di comunicare solo con uno sguardo, beh quello era sempre lo stesso.

E mi trascinò nell'aula.

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Quando ansante ed affaticata rotolai da sopra il suo corpo per appoggiare la schiena sudata sulla cattedra gelida, entrambi ci prendemmo qualche minuto per riprendere fiato.

Avevo talmente tanta fame di lui, che non sapevo come frenarmi. Se ne avessi avuto la possibilità, avrei trascorso la vita a far godere Lysander. I suoi occhi, mentre veniva, diventavano di un celeste impossibile. Ed io, semplicemente, riuscivo a sentire esplodere una sensazione completamente nuova in quel frangente.

Orgoglio.

Perché ero stata io a fargli quella cosa. Ero stata io a renderlo così. Io e nessun altra. Nessuna Vera. Nessuna.

Beccate questa maledetta stronzona!

Ridacchiai tra me, mentre mi lasciavo andare a quei pensieri.

Poi voltai la testa di lato. Lui mi stava guardando con un sorriso curioso. Io scossi la testa e mi limitai a godermi ogni singolo tratto del suo viso. Ogni imperfezione. Se mai fosse possibile parlare di imperfezioni, visto che, dal mio punto di vista, ogni piccolo neo, ogni minima rughetta di espressione, anche la piccola cicatrice sotto lo zigomo (che tra le altre cose gli avevo procurato io da bambini) altro non erano che pietre luminose su quel volto angelico.

-Ho ricevuto un'offerta di lavoro- mi disse mentre con la mano raggiungeva la mia guancia. Io mi irrigidii.

-Oh no!-

-Lily...-

-Non puoi andartene!-

-Lily...-

-No, ti prego! Insomma io non ce la faccio, è troppo lontano! Non farlo. Ti prego! Tu puoi trovare ogni lavoro. Lo cercheremo insieme, già da domani. Vicino a me!-

-Lily- ripetè lui, ma io ormai stavo farneticando. E dovevo essere parecchio buffa mentre gesticolavo, distesa sul banco e nuda.

-L'Italia è lontana, e c'è Vera! Non è che non mi fidi di te, eh! Solo che poi ti guarda. Non deve farlo. E poi..-

-In Scozia!- mi interruppe –Mi hanno offerto un lavoro in Scozia- terminò quando io finalmente avevo smesso di dare di matto.

-Ah-

-Eh-

-E' magnifico- sorrisi in imbarazzo. La Scozia era ancora troppo lontana per i miei gusti, ma vista l'alternativa e visto che al momento non ero in grado di offrirgli un lavoro che potesse svolgere comodamente dalla mia camera da letto, decisi di non fare storie.

-Saremo felici- promise tornando ad accarezzarmi.

-Come nessuno mai!- acconsentii.

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PoV Frank

Non vedevo davvero l'ora di raccontare a Francois la mia conversazione con Louis! Ero impaziente di vederlo sorridere allegro, e, a dirla tutta, una parte di me di cui non andavo molto fiero sperava in un pompino di ringraziamento.

Arrossii a quel pensiero cercando di allontanarlo dalla testa, prima che la situazione nei miei pantaloni degenerasse. Infondo, mi scusavo pensando che avevo scoperto il vero piacere da troppo poco tempo, ed ora il mio corpo sentiva l'inevitabile esigenza di recuperare il tempo perduto. E poi la bocca di Francois sembrava essere fatta appositamente per ... "Per essere baciata, razza di vermicolo porcino!" mi auto-rimproverai. Poi scossi la testa. Era inutile. Baciarlo mi piaceva, ma bando all'ipocrisia, un pompino mi piaceva pure.

Erano circa quaranta minuti che lo stavo cercando inutilmente.

Quando svoltai l'angolo per ritrovarmi in uno dei cortiletti meno frequentati di Hogwarts la scena che mi ritrovai davanti, però, mi gelò il sangue. L'entusiasmo scese sotto i piedi, ila sangue smise di affluire nella parte bassa nel mio corpo. 

Due ragazzini Serpeverde, piccoli ma abbastanza piazzati, fronteggiavano il MIO fidanzato. Lo avevano messo all'angolo.

-Allora frocetto! Hai intenzione di scusarti?- chiese uno con scherno.

Francois manteneva la sua aria di gelida superiorità. Ma io che ormai avevo imparato a riconoscere ogni singola emozione nei suoi occhi a furia di guardarlo, scorsi un lampo di timore. Tremai di rabbia.

-Non capisco proprio per cosa dovrei scusarmi- nonostante tutto, riuscì a controllare la sua voce.

-Per essere un frocio di merda!- rispose l'altro ragazzo. Più basso ma decisamente più muscoloso.

Francois ridacchiò e volse la testa di lato.

-Sei deviato. E vorresti scoparci-

A quel punto il francese scoppiò a ridere di gusto.

-Seriamonte ... neanche se foste gli ultimi sulla terra- li derise.

Il primo tipo che aveva parlato si fece avanti e prese Francois per il colletto sbattendolo al muro.

Serrai i pugni. Ero davvero combattuto. Avrei voluto mettermi in mezzo ma... c'era quel ma che proprio mi fermava. Ed era paura. Terrore.

Ero pronto a parlare con Louis, forse con Domi. Ma con il mondo era tutta un'altra storia. Nella mia testa, cercavo di costruirmi scuse confezionate ad arte. Francois era grande e grosso. Avrebbe potuto difendersi da solo. Intervenendo, avrei potuto ferirlo di più, farlo sentire incapace. Ero un ipocrita. Avevo solo paura che sarebbe stato troppo chiaro. Che l'amore sarebbe sgusciato fuori, prepotente, tra le pieghe della rabbia, della preoccupazione. Nel modo in cui sentivo il bisogno impellente di frapporre il mio corpo tra lui ed i suoi aguzzini, nella maniera in cui gli avrei chiesto se stesse bene. Nel sorriso che non avrei saputo trattenere o nella carezza che avrei lasciato su quella pelle troppo liscia.

Continuavo a battere il piede nervosamente a terra e a martoriarmi il labbro quando vidi il serpeverde dare un pugno dritto in faccia a Francois, mentre l'altro aveva raccolto una mazza.

A quel punto non ci vidi più. Non c'era spazio per altro che per la furia dentro di me. Addirittura non sentivo il senso di colpa che mi attanagliava per non essere intervenuto prima. Niente. Assolutamente niente.

-EHI- strillai mentre raggiungevo il tipo con la mazza in mano puntandogli la bacchetta addosso.

-Stupeficium- strillai mandandolo a gambe all'aria. Una volta che fui certo del fatto che non si sarebbe rialzato, senza assicurarmi se avesse subito danni gravi, lasciai cadere la bacchetta sul prato e afferrai la mazza al volo, voltandomi verso il tizio che ancora manteneva Francois attaccato al muro.

-Lascialo andare- dissi con finta calma.

-Fatti i cazzi tuoi Paciock!- tuonò quel ragazzino. Ovvio, io ero il figlio del professore. Tutti sapevano chi io fossi, mentre io non conoscevo assolutamente il nome del mio interlocutore. Lui guardò appena il suo compagno a terra. Probabilmente non riusciva a capacitarsi del fatto di dover aver paura di me. Ero un tipo tranquillo. Lo ero sempre stato. 

-Sono cazzi miei! Lascialo andare o ti spacco la testa!-

-Cosa c'è? E' il tuo fidanzato? Anche tu sei un frocetto ora?- serrai pugni intorno alla mazza e, senza rispondere, gliela scagliai addosso.

Lui non se lo aspettava e cadde a terra. Ma ormai io vedevo rosso. Non ero mai stato così arrabbiato e spaventato e sconvolto. Gettai la mazza e mi misi sopra di lui iniziandolo a prendere a pugni. Sentivo a mala pena Francois urlare il mio nome. Non riuscivo a fermarmi, finché non sentii le sue braccia stringermi da dietro e tirarmi in piedi.

-Smettila Frank- dissi –Stai calmo, smettila- mi sussurrò all'orecchio.

Cercai di concentrarmi sulla sua voce e lasciai che mi tenesse. Nel frattempo, le due serpi se ne erano andati lasciandoci da soli. Il tipo che avevo schiantato si era rimesso in piedi, ma era ancora piuttosto barcollante. Non provai il minimo rimorso per averlo ridotto in quel modo.

Ci sedemmo su uno scalino del cortile, Francois mi guardava, mentre io cercavo di regolarizzare il respiro e schiarire la mente.

-Sei il mio eroe!-

Mi voltai verso di lui ancora troppo teso per ridere.

-Sarei dovuto intervenire prima- me la presi con me stesso, dando un calcio ad una povera pietra innocente che si trovava davanti al mio piede. Ora che l'adrenalina mi stava abbandonando, avevo tutto il tempo e tutta la lucidità per crogiolarmi nel disgusto verso me stesso.

-Capisco che i capelli lucidi e fluenti e il portamento decisamente signorile possono averti tratto in inganno, ma non sono una donzella da salvare!- mi informò lui serio.

Lo guardai in faccia e finalmente mi lasciai andare ad un sorriso.

-Ho detto a Louis di noi- dissi tutto d'un fiato.

Lui non rispose. Ma lo scintillio pudico nei suoi occhi mi fece accapponare la pelle. Si morse appena un labbro e non riuscii a trattenermi, rubandogli un bacio. E se qualcuno ci avesse visti, beh peggio per lui. Avrebbe potuto solamente essere invidioso, perché stavo baciando il ragazzo più bello del mondo.

**********************************************************************************

PoV Rose

"Non ci credo che lo sto facendo" ripetei a me stessa mentre aspettavo fuori dall'aula di incantesimi che Serpeverde terminasse la lezione.

In quel momento, l'aula iniziò a svuotarsi. Dopo che quasi tutti gli studenti erano usciti, Scorpius camminò fuori dall'aula e fortunatamente mi vide senza che io dovessi subire l'ulteriore umiliazione di urlare il suo nome.

Tratteneva a stento un sorriso mentre veniva verso di me.

-Che coincidenza..- osservò quando mi fu abbastanza vicino.

-Ciao-

-Ciao- si teneva la borsa a tracolla e mi guardava aspettando che parlassi. Dal canto mio, trovavo le punte delle mie scarpe particolarmente interessanti.

-Devi dirmi qualcosa?- chiese quando ormai era chiaro che non avrei parlato.

Gli scoccai un'occhiata truce. La mia idea originaria era sedurlo, ammaliarlo, costringerlo a tornare sui suoi passi, ma non è che mi venisse bene. Inoltre il suo monito di non provarci nemmeno mi rimbombava prepotentemente nella testa. Avrebbe potuto rifiutarmi ed io mi sarei sentita solo ancora più umiliata.

-Non posso credere a quello che provi per me se mi ignori- sbottai.

Lui sospirò ed alzò gli occhi al cielo.

-Questo perché non credi alle parole che ti ho detto. Ti amo, sei l'unica, e se non ti salto addosso non è perché io non ti desideri ardentemente, ma perché voglio che le cose tra noi cambino. Ma tu non mi credi. Il che ci riporta al fatto che non ti fidi di me. Dunque ciao- fece per andarsene. Aveva pronunciato quelle parole quasi divertito, quasi indifferente. Non riuscivo a togliermi dalla testa che fosse disinteresse, anche se, una parte di me, sapeva che in realtà si trattava di attesa. Scorpius stava aspettando che lo raggiungessi. Lui era più avanti, era sempre stato più avanti. Durante il nostro percorso era tornato indietro molte volte, tentando di afferrarmi e trascinarmi e spingermi. Il risultato era stato solamente quello che entrambi cadevamo inesorabilmente all'indietro. Allora aveva capito. Non poteva aiutarmi, non poteva fare niente. Doveva solo stare fermo ed aspettare che io scalasi il muro delle mie emozioni, che arrivassi da sola riuscendo a camminare al suo fianco.

Ed io mi sentivo pronta.

Sentivo di essere arrivata.

Lui non era della stessa opinione.

Lo afferrai per il polso impedendogli di andare via. Certo, avrebbe potuto liberarsi facilmente ma non lo fece e tornò a guardarmi.

-Sono venuta a cercarti .. – gli feci notare, come se quella dovesse essere una cosa importante. E lo era, accidenti!

Lui rise. Si avvicinò incastrandomi tra il suo corpo ed il muro.

-Quali desideri vuoi che io soddisfi?- mi sussurrò all'orecchio ed immediatamente sospirai senza rendermene conto.

Bramavo le sue mani, la sua vicinanza e le sue labbra.

-Vedi?- fece lui tirandosi un po' indietro –Sei venuta a cercarmi perché hai un certo tipo di prurito che io sono particolarmente abile a farti passare!-

-Non è vero-

-Sì che è vero e, credimi, non c'è niente che io desideri di più! Ma almeno uno dei due deve ragionare con il cervello e non con i genitali..-

-Ehi!- lo guardai sconvolta –Io sono Rose Weasley, tu Scorpius Malfoy. Sono io che ragiono con il cervello-

-Sei tu che mi stai implorando con lo sguardo di prenderti qui e ora-

-Non è vero- borbottai. Lui mi accarezzò il fianco ed io mi morsi le labbra. Per tutta risposta sollevò il sopracciglio, si abbassò e mi diede un bacio leggero sulle labbra. Avrei voluto rispondere, ma non me ne diede il tempo.

-Torna quando sarai in grado di dimostrarmi che ti fidi di me, Rose, e ti giuro ...- il suo respiro caldo si infrangeva sul mio orecchio mandandomi scariche di adrenalina al cervello –Ti giuro che quello che ti farò non lo dimenticherai mai più nella vita. Ti amerò come nessuna strega è mai stata amata prima- terminò la frase e se ne andò lasciandomi lì, accaldata, tremante ed appoggiata al muro.

Una cosa era certa. Su una cosa Scorpius si era sbagliato. Non stavo ragionando con i genitali, altrimenti a quel punto mi sarei strappata tutti i vestiti di dosso e gli sarei corsa dietro.

************************************************

PoV Alice

Ero così dispiaciuta.

Mortificata e dispiaciuta.

-Louis!- lo chiamai non appena lo vidi uscire dall'aula. Lui non si voltò, non diede cenno di avermi sentita. Io lo seguii, trotterellandogli dietro fino al cortile.

-Ti prego Louis, ascoltami!- lo implorai. Lui si bloccò ed irrigidì le spalle. Alla fine si voltò verso di me, lo sguardo era scuro, i pugni serrati e l'espressione decisamente scontenta.

-Io lo so che tu non vorresti parlarmi, che sei ferito e tutto. Ma ti prego, ascoltami- lo pregai ancora. Lui non rispose, scosse la testa sconfitto e si sedette sulla panchina davanti alla quale ci eravamo fermati.

-Dimmi-

-Ok- sospirai forte per rilassarmi e mi sedetti –So che sei arrabbiato. Ma vorrei che tu ascoltassi tutto quello che ho da dirti, senza interrompermi. Se alla fine non vorrai più parlarmi, ok, rispetterò la tua decisione, lo giuro. Ma fammi parlare!- Lui mi guardò negli occhi, non disse nulla, semplicemente annuì.

-Allora, Lou! Tu sei bellissimo, sul serio. Ed io ti voglio bene, tanto! Forse lo ammetto, c'è stato un momento in cui sono stata affascinata da te. Ma è stato un momento, Louis- sentivo come se mille occhi mi stessero guardando contemporaneamente.

-Quando ti rifiutavo e ti allontanavo, non lo facevo solo perché mi stavo obbligando a fare quella che credevo fosse la cosa giusta. Anche ma non solo. – precisai quando vidi che stava per interrompermi. Lui si zittì –Lo facevo perché, dentro di me, sapevo cosa sarebbe accaduto. Sapevo che avrei potuto cedere alla tentazione, perché, diciamocelo.. guarda le mie amiche! Tua sorella è una veela, Lily ha un numero di ragazzi imbarazzante che le fanno la corte, Rose ha Malfoy che la venera e se non ce ne sono altri è solo perché fa la frigida. Sono tutte bellissime, io sono sempre stata quella "normale". E un ragazzo come te, un ragazzo bellissimo che mi prestava attenzione, non poteva che lusingarmi- ammisi abbassando lo sguardo. Ora arrivava la parte difficile.

Quella dolorosa.

-Ma io ho sempre amato Lorcan- dissi –L'idea di vivere senza di lui non mi faceva respirare .. non mi fa respirare. Ed è uno zotico, egoista e cretino. Ed il più delle volte è superficiale e non mette in moto il cervello, ed è irragionevole, ma io lo amo. Io amo ogni singolo difetto del suo carattere. Perché è anche spontaneo e deciso e irrazionale e passionale e divertente- sapevo che lo stavo facendo soffrire, ma non potevo fermarmi, non dovevo.

-Sono stata debole, avrei dovuto impormi di più con te, frenare la situazione in maniera più decisa e ti chiedo scusa per non averlo fatto. Ma è Lorcan che vedo davanti a me. Lui e tutte le sue pazzie, al sua rabbia ed il suo modo di vivere, di ridere, di dire e fare tutto quello che gli passa per la testa e..-

Stavo per proseguire ma Louis, dopo aver guardato oltre le mie spalle, mi fermò.

-Bel discorso Alice. Davvero- sentenziò –Ma non è a me che dovresti dire queste cose- e dopo aver lanciato un'altra occhiata dietro di me si alzò andandosene.

Io mi voltai.

Lorcan era immobile e mi guardava.

Restammo in silenzio.

************************************************************

PoV Esterno.

Bonnie era legata a terra.

La piccola stanza era buia e umida. Si trovava in una cella, dentro la nave di Durmstrang. Il freddo le stava entrando nelle ossa e il terrore, nonostante la immobilizzasse, non le impediva di piangere mentre guardava le persone che erano con lei in quella stanza. Persone che aveva incrociato nei corridoi, che aveva visto in Sala Grande e che ora l'avevano rapita e la stavano torturando da ore. 

Katia si muoveva davanti a lei, mentre Daniel tirava le catene che le imprigionavano le mani.

-Evoca quell'ascia ragazzina- disse fredda la ragazza.

Lei piagnucolò per il dolore.

-Possiamo evitare di torturarla?- si lamentò Britney che se ne stava seduta sulle scale, con un' espressione piuttosto apatica sulla faccia. Era annoiata, ma evidentemente non a suo agio, per quanto si sforzasse di mostrare il contrario. Non le piaceva essere lì. Odiava che la si costringesse a fare qualcosa, soprattutto non voleva essere trascinata in questa lotta folle tra bene e male. 

-Cosa c'è? Ti dispiace per lei?- 

-Non sopporto i piagnistei! E poi basterebbe l'Imperio!- osservò. Che il suo non fosse dispiacere, era chiaro. Avrebbe voluto torturare quell'imbecille dalla prima volta che aveva osato avvicinarsi ad Albus. Ed il punto, al solito, era proprio lui. Non gliela avrebbe mai perdonata. Lo sapeva. Non esisteva una versione di quella storia dove non sarebbe venuta a galla la verità. Non avrebbe mai potuto uscirne pulita, e sebbene Albus l'avesse odiata mille volte per mille motivi diversi, sapeva benissimo che quello sarebbe stato impossibile da superare. 

-No, deve evocare l'ascia senza Imperio. Non può farlo sotto la maledizione. Dopo la stregheremo e la costringeremo a combattere al nostro fianco in battaglia-

-Oh sì! Ha proprio l'aspetto della guerriera terribile- disse sarcastica Britney, guardandosi distrattamente le unghie distrattamente.
- I portatori delle armi acquistano delle abilità speciali. Se la caverà benissimo quando verrà il momento-

-E se non dovesse riuscire ad evocare l'ascia?- la voce di Daniel tremava. L'espressione del viso, completamente in contrasto con il modo in cui si muoveva. Chiaramente agiva per il semplice fatto di non poter fare altrimenti. Britney provava quasi pena per lui. 

-Troviamo un altro Tasso-

-E lei?-

-Lo sai Daniel, non hai bisogno di chiedermelo!-

Bonnie guardò prima Katia e poi Daniel spaventata.

-Mi ucciderete?- farfuglio tra i singhiozzi.

Lui spostò lo sguardo, mentre la Bulgara le regalò un sorriso affettato e freddo. Dava quasi la sensazione di non guardarla davvero. Ed era spaventosa mentre le luci delle candele le danzavano sul volto. 

-Niente di personale- pronunciò quelle parole con cattiveria –Cerca di evocare quell'ascia e andrà tutto bene-

A quel punto Bonnie iniziò a piangere. Era strano vederla in quel modo. Era sempre tranquilla, sempre tra le nuvole. Improvvisamente, il suo sguardo oltrepassò Katia. Liquido e disperato, fissava la figura di Britney in ombra sulle scale. 

La Serpe fece finta di non notare quello sguardo su di lei. Non voleva vederla soffrire. Non voleva vedere nessuno soffrire. Era scappata da quel mondo per non trovarsi mai in una situazione come quella. Cercò di fare quello che aveva imparato da piccola, cercò di chiudersi nel suo piccolo mondo, di estraniarsi da tutto e nascondersi nella sua stessa testa dove niente poteva raggiungerla. 

-Verrà a cercarmi-  le parole di Bonnie scalfirono la barriera che stava cercando di tirare su. 
Sarebbe andato a cercarla. L'avrebbe trovata. E si sarebbe fatto male. Questo, davvero, non avrebbe potuto permetterlo. 

Ziӹ\

ANGOLO DI MIKA:

Allora, pessima notizia per tutti voi, amici! 
Questo era l'ultimo capitolo già scritto della ff. Ciò significa che, da oggi in poi, la pubblicazione seguirà ritmi ben diversi da quelli ai quali siete abituati!

Vi prego di non agirarvi. Avrò bisogno di tempo, non so quanto.

Il prossimo capitolo sarà sulla terza prova. Ed è scritto per metà!
Godetevi il viaggio.

In copertina: Lily

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[IN PAUSA FINO ALLA FINE DELLA SCUOLA] ❝𝐒𝖾 𝐏𝖾𝗋 𝐁𝖺𝖼𝗂𝖺𝗋𝗍𝗂 𝐃𝗈𝗏𝖾𝗌𝗌𝗂 𝐏𝗈𝗂 𝐀𝗇𝖽𝖺𝗋𝖾 𝐀𝗅𝗅'𝐈𝗂𝗇𝖿𝖾𝗋𝗇𝗈, 𝐋𝗈 𝐅𝖺𝗋𝖾𝗂. 𝐂�...
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13/09/1714~ quello fu il giorno in cui tutto cambiò. Una scintilla nel mio cuore si accese. Conobbi per la prima volta un pirata. Egli mi salvò e per...
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Ciao a tutti marvelliani e marvelliane! Come avrete capito dal titol questo è un immagina Marvel. Ogni tanto farò anche degli oneshot sotto richiest...