A piccoli passi verso il dest...

By MikaLT

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Salve :) Ho cambiato il titolo di questa storia, comunque si tratta del seguito di una vacanza movimentata. I... More

Prologo
Capitolo I *Niente male come primo giorno*
Capitolo II *Pozioni, Punizioni e Graditi Ritorni*
Capitolo III *Romeo & Juliet*
Capitolo IV *Non c'è nessuno ... perché mi chiami Weasley?*
Capitolo V *Un bacio non si nega a nessuno*
Capitolo VI *A meno che non sia tu a volerlo*
Capitolo VII *Chi è questa pazza che dice cose assurde con la mia voce???*
Capitolo VIII *I Campioni TreMaghi*
Capitolo IX *Chiedimelo ed io lo farò*
Capitolo X *Non mi interessa niente di lei. Giuro e spergiuro*
Capitolo XI *Sai cosa si dice di chi origlia...*
Capitolo XII *Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris *
Capitolo XIII *Sarebbe stato più discreto entrare mano nella mano*
Capitolo XIV *Fidanzata è una parola grossa*
Capitolo XV *Segreti & Soffiate*
Capitolo XVI *La prima prova*
Capitolo XVII *Quando un ragazzo ti offre da bere*
Capitolo XVIII *Lettere, spiegazioni, ricatti e rapimenti*
Capitolo XIX *Parola d'ordine: FUGA*
Capitolo XX *Vieni al ballo con me?*
Capitolo XXI *Ma come ti vesti?*
Capitolo XXII *Ballo del Ceppo (part 1) *
Capitolo XXIII *Ballo del Ceppo (part 2)*
Capitolo XXIV *Annunci di Natale*
Capitolo XXV *Alla baita (Capodanno part 1)*
Capitolo XXVI *Capodanno bacia tutti*
Capitolo XXVII
Capitolo XXVIII
Capitolo XXIX
Capitolo XXX
Capitolo XXXI *L'arte della seduzione*
Capitolo XXXIII *Il Matrimonio*
Capitolo XXXIV *E dunque ... *
Capitolo XXXV *Fiumi di Parole*
Capitolo XXXVI *La Terza Prova*
Capitolo XXXVII La Grande Battaglia
Epilogo

Capitolo XXXII *L'arco*

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By MikaLT

CHAPTER XXXII- L'ARCO

PoV Rose

Mi rigirai nel letto scombinando tutte le coperte. Sentivo i capelli appiccicarsi al mio volto a causa del sudore. Colpa dell'invertimora. Scansai il lenzuolo, e nonostante mi avessero esplicitamente detto di restare al letto cercai di alzarmi, mi vennero le vertigini. Colpa dell'invertimora. Strinsi i denti e raggiunsi il bagno, mi guardai allo specchio, avevo un aspetto orribile. Colpa dell'invertimora. Mi ressi al lavandino per non cadere. Immagini sfocate, ricordi della sera della festa vennero a galla. Io, Scorpius, uno stanzino. Ancora una volta l'invertimora.

Aprii il rubinetto e mi sciacquai il volto. Mentivo a me stessa. L'invertimora mi aveva dato una spinta. Ma rispetto alla cosa tra me e Scorpius non aveva colpe. La colpa era mia. E del mio cuore che galoppava ad ogni suo sguardo, del mio respiro che accelerava ogni volta che lo avevo vicino, della cute anserina appena mi sfiorava e del mio corpo che rispondeva alla sua presenza infiammandosi.

-Come ti senti?- guardai nello specchio e vidi riflessa l'immagine di mia cugina Domi.

-Uno schifo- biascicai voltandomi verso di lei –Tu?-

-Insonnia, piedi gonfi, caviglie grosse e il padre di mio figlio va in giro ad inseminare donne- fece alzando le spalle con noncuranza. Aveva imparato ad essere forte. Mascherava sempre meglio i suoi sentimenti, le sorrisi perché stava diventando una donna in un tempo così breve. Lei diventava adulta, io facevo solo passi indietro! 

-Sono certa che non sia davvero incinta-

-Non fa differenza, sono comunque stati insieme- il dolore attraversò il suo sguardo. Era chiaro che fosse combattuta, aveva bisogno di sfogarsi, ma allo stesso tempo non voleva parlarne.

Lasciai correre. E girai la testa di lato.

-John è qua fuori-

-Fuori dal bagno?-

-Fuori dal dormitorio- fece lei smorzando il mio tentativo di dare poco peso alla cosa. Sbuffai sonoramente, senza rispondere.

-Vuole parlarti Rose-

-Ancora non mi sento abbastanza in forze!-

-E' il tuo ragazzo ed è preoccupato per te- mi afferrò delicatamente il braccio, io mi portai l'altra mano sulla faccia.

-Non me la sento di affrontarlo-

-Devi tenere a freno i tuoi sensi di colpa, ok?- mi guardò negli occhi, come a suggerirmi che non avevo fatto nulla di male, ma lei non sapeva la storia fino in fondo.

-Ci hai provato con Scorpius, ok, ma eri sotto l'effetto di una pozione. John non è arrabbiato con te per questo, lui ha capito! Sa benissimo che per te Malfoy è un capitolo chiuso e l'ha affrontato-

-Cosa?- chiesi sconvolta.

-Ha parlato con Malfoy, gli ha detto che la vostra storia sta crescendo, che vi fate bene a vicenda e che tu ormai hai capito che la storia con Scorpius era solo una questione di chimica, finita, morta e sepolta-

Istantaneamente mi si formò un groppo in gola. Ecco perché aveva ceduto. Aveva fatto l'amore con me per dimostrare a se stesso e al mondo che fossi ancora sua. Come sempre. Per sempre.

-Non devi preoccuparti Rose- incalzò mia cugina.

-Invece sì, Domi. Sono una persona orribile-

-Non lo sei, tu sei..- la interruppi bruscamente.

-Ci sono andata a letto!- strillai isterica, facendola ammutolire. –L'ho sedotto e ci sono andata a letto!-

-La pozione .. – iniziò lei dopo qualche istante di confusione ma, ancora una volta la interruppi.

-No Domi!- feci un respiro triste –Basta dare la colpa alla pozione, alla birra, agli ormoni, alla posizione astrale di saturno .. la colpa è di questo!- appoggiai una mano sul mio cuore –Ho usato John senza il minimo rispetto solo per cercare di tirare Scorpius fuori dal mio cuore ma non ci sono mai riuscita. Ogni volta che tento di strapparlo via lui arpiona la mia anima, lacerandola e facendomi a pezzi perché io lo amo e non so smettere- senza accorgermene avevo cominciato a piangere –Non riesco a smettere- balbettai lasciandomi cadere a terra.

-E allora smettila di combattere-si chinò al mio fianco accarezzandomi la schiena –Vai a prendertelo..-

-Non posso- piansi ancora –cosa possiamo darci l'un l'altra? Mi ha respinta e poi è venuto a letto con me solo per fare dispetto a John!non facciamo che ferirci- alzai lo sguardo umido su di lei –Fa male-

-Passerà.. – mi lasciai abbracciare –Te lo prometto, Rose! Passerà!-


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PoV Lily


-Non dovremmo essere qui- alzai gli occhi al cielo –è per il bene superiore Lys!- borbottai mentre mi facevo largo nella foresta.

-Quell'arco potrebbe non esistere, non so nemmeno perché ti sto assecondando!-

-Sì che lo sai!- dissi continuando a camminare –Perché sai anche tu che dobbiamo trovarlo prima degli altri, perché finalmente, grazie a te, abbiamo una pista, e perché te l'ho chiesto sbattendo le ciglia-

-Le ciglia! Lo sapevo che c'era un trucco!- ridacchia tra me delle sue lamentele e mi feci largo spostando i rami. Finalmente raggiungemmo il posto che stavamo cercando. Una piccola radura, lungo la riva sud-est del Lago.

-Dovrebbe essere questo il posto ..- girai su me stessa intorno, lentamente, cercando un segno o qualsiasi cosa che potesse indicarmi da dove iniziare a cercare.

-Sì, secondo quanto scritto da una pronipote di Priscilla Corvonero talmente fuori di testa da essere passata alla storia come MariaChiara la Stramba!-

-Disse il figlio di una delle salvatrici del mondo magico che la gente chiama Lunatica Lovegood!- lui sollevò le mani in segno di resa –E comunque è l'unica pista che abbiamo ..- diedi ancora una rapida occhiata.

-Dai, concentrati-

-Cosa?-

-Chiudi gli occhi e vedi se avverti qualcosa!-

-Perché?-

-Perché qui dice che solo un vero Corvonero può trovare l'arco ed io sono Grifondoro- lui mi guardò scettico, poi più per accontentarmi che perché davvero convinto chiuse gli occhi.

-Cosa dovrei sentire?-

-Non lo so! Qualsiasi cosa.. una vibrazione, una melodia .. che ne so io!?-

Tacemmo entrambi per qualche minuto. Alla fine Lys aprì gli occhi.

-Sentito qualcosa?-

-Niente-

-Non è possibile- iniziai a dare di matto –Deve essere qui, dobbiamo trovarlo, è importante!-

-Stai calma Lily- fece lui mettendo le mani a coppa sul mio viso –Per quello che ne sappiamo potrebbe non essere qui-

-Sono stata una stupida ad illudermi, e a trascinarti nella foresta proibita- mi lamentai e lui sorrise poggiando delicatamente le labbra sulle mie.

-Ci abbiamo provato. Avevi ragione, era l'unica pista che avevamo ma, ascolta..- incalzò costringendomi a guardarlo negli occhi –Ne troveremo un'altra..- mi baciò di nuovo.

La spedizione era stata un buco nell' acqua. Guardai Lysander negli occhi ed era bellissimo. Sorrisi, forse quella notte poteva non essere un completo fallimento. Intrecciai le braccia intorno al suo collo e raggiunsi la sua bocca baciandolo con trasporto. Lui sorrise sulle mie labbra, poi si allontanò.

-Cosa stai facendo?-

-Sto dando un senso a tutto questo-

-Dovremmo tornare al castello, Lils! È tardi..-

-No. Tu dovresti togliere la tua spilla da Caposcuola e baciarmi, perché sono triste ed ho bisogno di essere consolata!- sbattei le ciglia energicamente facendolo ridere.

-Sai bene che sono poco incline a violare le regole! È così che ho avuto questa- disse indicando al sua spilla. Io sorrisi sorniona –Ogni tanto dovresti imparare a fare qualche eccezione- dissi suadente –è così che avrai questa- aggiunsi maliziosa indicando me stessa.

Lui si morse il labbro distogliendo lo sguardo non senza prima dare un'occhiata al mio corpo.

-Non sono un uomo che si fa convincere facilmente-

-Non sono una donna che accetta un no come risposta- mi appiatti sul suo corpo.

Lui ci pensò su un secondo. Poi mi prese per i fianchi e mi buttò a terra sistemandosi sopra di me e iniziando a baciarmi come non aveva mai fatto. Non si stava trattenendo, e questo mi piaceva. Era sempre dolce. Di tanto in tanto si staccava, con il fiato corto, per guardarmi o accarezzarmi il volto. Ma sentivo che aveva voglia di me. Lo sentivo dalla sua eccitazione, lo sentivo dal modo frenetico in cui le sue mani vagavano sul mio corpo.

-Voglio fare l'amore con te- mi sussurrò sulle labbra. Per tutta risposta lo baciai con ancora più foga cominciando ad armeggiare con la sua camicia.

Stavamo per lasciarci completamente andare quando un inquietante, sinistro e vicino ululato ci costrinse a fermarci.

Entrambi, come sincronizzati, alzammo gli occhi al cielo. Le nuvole si mossero veloci, scoprendo la luna piena. Guardai ai margini della foresta e rimasi senza parole.

-Merda- mi portai una mano alla bocca.

Un lupo mannaro enorme usciva proprio in quel momento dagli alberi intorno alla radura.

La bestia si avvicinava traballante, nell' andatura tipica dei mannari, non che ne avessi mai visto uno dal vivo. Ci guardava. Gli occhi brillanti, fieri, attenti e curiosi. Non si muoveva dritto per dritto, ma quasi in circolo. Noi eravamo terrorizzati.

Senza che me ne rendessi conto, Lysander si pose davanti a me, per farmi da scudo. Afferrai il suo avambraccio, talmente tesa che le mie unghie spingevano sulla sua carne.

-Lys..- invocai il suo nome senza aggiungere altro, con un'evidente nota di panico. Lui non rispose, neanche mi guardò. Si limitava a spostarsi, in modo che il suo corpo fosse sempre una barriera tra me e la fiera. Quella aveva gli occhi famelici ed io non vedevo via d'uscita.

-Prega che io sia un vero Corvonero- sussurrò Lysander, ed io faticai ad afferrare il senso delle sue parole. Faticai, fino a che non lo vidi chiudere gli occhi, fino a che non vidi una luce argentea sprigionarsi dalle radici di un albero anonimo, nella radura. Un albero che mi era quasi sembrato più giovane degli altri, mentre forse era solo più minuto. La bestia si distrasse. I suoi occhi per un attimo furono attraversati da un'espressione di curiosa umanità.

All'improvviso, come evocato da una forza invisibile, un arco venne fuori dal nulla e finì tra le mani di Lysander che lo impugnò perfettamente. Accadde tutto nello spazio di pochi secondi. Tese la corda e prese la mira senza neanche fermarsi a pensare. L'aurea argenta dell'arco si rifletteva sui suoi capelli biondissimi.

Lo guardai scoccare la freccia deciso, la mascella contratta che mi rese la gola arida. Il dardo colpì la bestia in pieno. Quella si accasciò a terra, senza avere il tempo di fare nulla.

Era immobile a terra. Fermo. Io rimasi impalata. Inizialmente trattenni Lysander per il braccio quando si mosse per controllare la bestia. Lui non disse niente, limitandosi a scoccarmi un'occhiata rassicurante. Riluttante lasciai andare la presa. Non gli staccai gli occhi di dosso mentre si avvicinava al corpo apparentemente esanime del lupo, trattenni il fiato. Mi sembrò un tempo infinito. Lo guardai chinarsi, con l'arco ancora in mano, ad esaminare la bestia a terra. Poi alzò gli occhi su di me.

-E' morto-

Ripresi a respirare. Lui si tirò in piedi. Mi sembrò più alto, più sexy e più bello del solito. Mi gettai su di lui correndo, le dita incrociate intorno al suo collo. Quello che stavo provando era un mix inesprimibile di emozioni. Sentivo le gote bagnate, la tachicardia. Ero spaventata, terrorizzata, agitata ma anche eccitata. Eccitata dall'uomo che avevo davanti. Il ragazzo che per molto tempo avevo considerato il timido, buono, tranquillo Lysander Scamandro.

-Va tutto bene, Lils .. – voleva consolarmi, accarezzandomi la nuca. Non lo lasciai terminare e catturai le sue labbra.

Sentivo il bisogno fisico di stringermi a lui. Nemmeno mi accorsi quando il mio mantello scivolò a terra insieme al suo. Nonostante ormai fossimo in piena bella stagione la brezza frizzante mi provocava brividi sulla pelle nuda. Lentamente i nostri indumenti furono dimenticati, spariti.

Sentivo i muscoli di Lysander tendersi sotto le mie dita, le sue mani scivolare sulla mia pelle nuda. Niente e nessuno avrebbe potuto distrarmi in quel momento.

Mi ritrovai a terra, con le gambe incrociate intorno al suo bacino, mentre mi muovevo ritmicamente su di lui, che con le mani accompagnava delicatamente i miei movimenti.

A pensarci sembrava strano. Ero divisa a metà. Una parte di me sapeva che quello era il mio compagno di giochi, lo stesso bambino con cui mi ero arrampicata sugli alberi, che avevo sfidato mille volte a Quidditch, che era stato al mio fianco in ogni istante della mia vita. Ma, in un certo senso, non lo riconoscevo.

Ogni singolo movimento, ogni singola smorfia era nuova, era una scoperta, un qualcosa di prezioso che si aggiungeva alla lunga lista di cose che mi piacevano di Lysander. La sua mano sul mio corpo scorreva come seta. Era come se durante tutta la sua vita non avesse fatto altro che prepararsi a quel momento, il momento in cui i nostri corpi sarebbero diventati una cosa sola. E allora mi abbandonai. Mi lasciai trascinare da quella marea di emozioni al contempo sconvolgenti e rassicurante. Facemmo l'amore per un tempo infinito, ed era come tornare a casa muovendosi per un percorso nuovo.

PoV Alice

Ormai la torre di astronomia era il mio rifugio. Ci passavo una mole di tempo enorme, nessuno che venisse a disturbare, nessuno che mi chiedesse nulla, niente sguardi carichi di compassione da parte di chiunque. Soprattutto non correvo il rischio di incontrare Louis. La sua corte si faceva sempre più incalzante. Non che ne fossi disturbata, ma avevo bisogno di tempo. Louis era un caro ragazzo, ma ero ancora troppo scossa per la storia con Lorcan per lasciarmi completamente andare.
Alla fine, avevo deciso di perdonarlo. O almeno, questo era quanto tentavo di raccontarmi. La realtà era un'altra. Ne avevo bisogno. Talvolta, le sue attenzioni, avevano il potere di sollevare per qualche breve istante il macigno che avevo nel petto. Ed io ne avevo bisogno. Perché soffrivo. Soffrivo al punto che credevo di poter morire. Credevo che il mio cuore avrebbe ceduto, prima o poi. Non importava quanto continuassi a ripetermi che tutti ci erano passati prima di me. Tutti erano stati lasciati. Tutti avevano sofferto. Tutti ne erano usciti.

Sospirai. Lo facevo sempre più spesso. Tenevo la bacchetta stretta nel pugno mentre cercavo di rilassarmi trasfigurando le foglie che erano state portate dal vento sulla torre in piccole farfalle. Mentre cercavo di non pensare a niente, un rumore alle mie spalle mi informò che il mio covo di solitudine fosse appena stato violato. Dai ridolini che sentivo, era chiaro si trattasse di una coppietta. Avrei voluto alzarmi e sparire prima di essere notata ma non feci in tempo.

Mi voltai e rimasi pietrificata. Sentivo la bile ribollire dentro di me come una pozione sul fuoco. Lorcan se ne stava avvinghiato ad una ragazzina bionda, che non la smetteva di ridere e strusciarsi su di lui.

Li guardai disgustata. Ero indecisa se sparire prima che mi vedessero oppure mettermi ad urlare, purtroppo non presi la decisione più saggia e mi lascia sfuggire un "ewww" mentre arricciavo il naso, che non passò inosservato. La biondina saltò su se stessa e mi guardò in imbarazzo mentre lui assunse un'espressione di annoiata indifferenza.

-Ciao- fece sbrigativo senza togliere la mano dal fianco di lei.

-Non avevate un altro posto?- chiesi scocciata senza rispondere al saluto.

-Perché questo te lo sei comprato?- rimbeccò a tono.

-Dico solo che potreste controllare se c'è qualcuno prima di far sparire le mutande-

-Lorc, andiamo da un'altra parte ..- si lamentò lei, ma lui la ignorò.

-Perché non mi suggerisci uno dei posti dove andate tu e Louis!- il sarcasmo nella sua voce era palpabile.

-Sono certa di non saperne più di te di posti appartati, visto che non sembra che tu sia interessato ad altro-

Ci fronteggiavamo. Se gli sguardi avessero potuto uccidere, probabilmente, saremmo già morti entrambi. La ragazzina bionda guardava prima me e poi lui, interdetta ed imbarazzata. Tirò Lorcan per il braccio, forse perché lui sembrava essersi completamente dimenticato di lei –Lorcan troviamo un altro posto- ripeté.

Lui la guardò distrattamente, staccando appena gli occhi da me, allontanò il braccio da lei quasi stizzito.

-Intanto vai, ti raggiungo ... - le intimò senza guardarla nemmeno.

-Ma..- tentò mentre io incrociando le braccia lo guardavo sollevando il sopracciglio.

-Ho detto vai..- ripeté e la ragazza scomparve nell'ombra.

-Non c'era bisogno che la cacciassi, me ne sarei andata io- dissi non appena il rumore dei passi di lei si fece lontano.

-Non dubito che tu possa essere in ritardo! Hai qualche appuntamento? Con Louis? Procede bene la vostra subdola tresca?- la sua voce era dura e cattiva.

-Non che siano affari tuoi! Ma a differenza tua io sono capace di preoccuparmi di altro..-

-Cosa vorresti insinuare?-

-Andiamo Lorcan! Con tutto quello che sta succedendo qui ad Hogwarts tu riesci a pensare solo a correre dietro a qualche sgallettata! C'è un gruppo di pazzi là fuori che minaccia i "mezzosangue" e tu che fai? Te ne freghi?- sbottai avvicinandomi a lui.

-Sono sicuro che il tuo principino azzurro faccia abbastanza!-

-Sicuramente fa più di te-

-Non ho intenzione di passare del tempo con voi due, mi fate schifo-

-E allora potresti collaborare con tuo fratello, Lily, insomma con chiunque altro ...- ma lui non voleva saperne di deviare dal discorso che comprendeva me e Louis.

-Non ho alcuna intenzione di rischiare di incontrare voi, coppietta felice!-

-Smettila di rinfacciarmelo Lorcan! È stato uno stupido momento di debolezza per il quale ti ho chiesto scusa e mi sono maledetta! Non c'è nessuna coppietta felice!-

-Pensi che due stupide scuse balbettate bastino a sistemare le cose?- tuonò lui muovendosi verso di me. Era quasi minaccioso, mi spaventava il luccichio di folle dolore che scorsi nei suoi occhi. Mi spaventava a morte e mi faceva male. Ma anche bene. Perché finché c'era dolore, c'era speranza.

- Non so cosa altro potrei fare-

-Potresti non averlo fatto! O potresti non avermi ingannato a quel modo facendomi credere di essere tutto un altro tipo di persona!-

-Lo sai che non è vero!-

-Come ho potuto credere di amarti!'- sbottò parlando con me ma sembrò rivolgersi di più a se stesso.

-Come ho potuto crederlo io ..- risposi piccata.

-Mi fai ribrezzo Alice- ormai eravamo vicini. Molto vicini. Sentii quelle parole uscire dalle sue labbra che non riuscivo a smettere di fissare. Sentii il loro sapore acre, amaro, di disperazione e veleno.

-Allora tornatene dalla tua ragazzina. Sono sicura che ti stia ancora aspettando..-

Lui sorrise malevolo –Oh, certo che ci vado. È più carina di te, più adorante di te, più magra di te ..- odiai ogni singola parola. O meglio l'avrei odiata se lui, contrariamente a quanto avesse detto non fosse rimasto impalato al suo posto, appiccicato a me; se i suoi occhi non avessero raccontato tutta un'altra storia. Ardevano.

-Cosa aspetti vattene- soffia e riuscivo a sentire il fresco fragore del suo alito.

-Me ne vado-

-Vai da lei!-

-Vado-

E lui andò. Ma nella direzione sbagliata. Si andò a scontrare dritto sulle mie labbra. Respirai come dopo giorni di apnea.

-Non ti voglio più- sussurrava mentre le sue mani percorrevano ogni centimetro del mio corpo.

-Nemmeno io- convenni ansimando, appoggiata alla parete di pietra fredda.

Poi ci staccammo e guardammo negli occhi l'uno dell'altra.

Nessuno aggiunse niente. Lorcan si staccò e si allontanò da me. Sarebbe andato da lei, lo sapevo. Non lo trattenni né fermai, limitandomi a lasciar scorrere le lacrime sulle mie guance.

"Penserà a me" cercai consolazione in quella traballante certezza. Inutilmente.


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PoV Frank

Ero andato a volare un po'. Lo facevo sempre quando volevo schiarirmi le idee ed in quel momento ne avevo davvero bisogno. C'erano così tante cose da digerire. Non ero confuso su cosa provassi, al contrario mi sembrava estremamente chiaro. Ogni volta che la mia mente viaggiava tra i ricordi dei momenti trascorsi con Francois sentivo una stretta allo stomaco ed al cavallo dei pantaloni che difficilmente avrei potuto ignorare.

Il discorso era un altro. Come gestire tutto questo?

Fino a quel momento ne avevo parlato solo con Rox e Louis. E con lui, avevo addirittura negato, quindi forse non avrei dovuto contarlo. Come avrei affrontato la mia famiglia? Come avrei affrontato il mondo intero?

Quando scesi dalla scopa quasi andai nel panico. Luminoso e sorridente Francois era in piedi e mi guardava. Ci misi un attimo ad accorgermi che accanto a lui c'era Domi, la cui pancia era sempre più evidente.

Mi feci violenza ed avanzai verso di loro domandandomi quanto Domi sapesse. Avrei voluto darmela a gambe.

-Volavo un po'- mi giustificai senza che nulla mi fosse chiesto, camminando piuttosto goffamente e spostando il peso da un piede all'altro in evidente stato di imbarazzo.

Dovevo stare calmo, lo sapevo, ma era impossibile.

-Sì, abbiamo visto!- ridacchiò Domi –E questo spiega perché Francois avesse tanta voglia di venire qui!- arrossii di botto mentre lei se la rideva ancora.

-Non.. non capisco cosa ..- farfugliai ma Francois mi interruppe.

-A Domi piace prendermi in giro riguardo la mia cotta per te- rispose prontamente –Credo di aver detto a tutta la scuola di essermi innamorato- volli interpretare quella frase nel senso che non avesse detto altro. Mi imbarazzai comunque, abbassando lo sguardo.

-Beh, io sono stanca e devo fare di nuovo pipì- si appoggiò la mano sul ventre alludendo al bambino –Vieni con me Franz?- chiesi poi sorniona.

Lui sorrise –No, vorrei parlare con Frank-

-Ok, ma non me lo scandalizzare troppo..- girò i tacchi e se ne andò. Non appena la sua figura non fu più visibile, Francois si voltò verso di me e nella luce calda del tramonto avvicinò le sue labbra alle mie.

Come scottato mi ritrassi guardandomi intorno in apprensione. Lui, al solito, invece di innervosirsi sorrise dolcemente.

-Non c'è nessuno- con la sua voce calda accompagnò il mio scrutare lo spazio intorno a noi.

-Perdonami io.. potrebbe arrivare qualcuno ..-

-Voglio solo darti un bacio- spiegò guardandomi quasi implorante. Io non risposi.

-Non sai quanto sia difficile, tutte le volte che ti vedo, trattenermi- parlò al mio orecchio, tentandomi irrimediabilmente. Mi voltai, come se il suo alito caldo sul mio collo mi avesse ipnotizzato, e fissai le sue labbra piene.

-Non è lo stesso per te?- mi chiese retorico. L'ombra del sorriso sul suo svolto era una spia del fatto che già conoscesse la risposta.

-Non voglio che ci vedano- lui afferrò la mia mano e mi trascinò sotto gli spalti, nascosti, in penombra.

-Non ci vedrà nessuno- mi rassicurò mentre accarezzava la mia guancia e mangiava le mie labbra con gli occhi. La sua voglia di me mi inebriava. Ma lui al solito non mi stava forzando, semmai tentando. Attendeva impaziente che io facessi la mia mossa, che mi tranquillizzassi e gli concedessi il permesso.

Lanciai intorno a noi un'ultima occhiata, giusto per essere sicuro. Poi lasciai cadere a terra la scopa che ancora stringevo in mano, poggiai il palmo sulla sua guancia appena irsuta e mi lanciai sulle sue labbra come avrei voluto fare dal primo momento.

-Dolce .. piccolo .. Frank- ripeteva quelle parole, intervallandole con baci, lungo la mia mascella, delicati e bollenti, fino a raggiungere il mio collo, dove schiuse le labbra ed iniziò a leccare e poi succhiare. Io mi lasciai scappare un gemito mentre gli accarezzavo i capelli e lasciai andare la testa all'indietro.

La mano di Francois, lentamente, raggiunse il cavallo dei miei pantaloni che stava per esplodere. Non appena mi sfiorò mi irrigidii.

-Lasciati andare..-

-Io .. io ..- iniziai a balbettare con gli occhi spalancati e spaventati.

-Lascia che mi occupi di te..- strusciò il bacino sul mio fianco e arrossii violentemente rendendomi conto della sua prepotente erezione.

-Non lo so. Forse è presto..-

-Credi davvero che aspettando potresti volerlo di più che in questo momento?- non tolse la mano, al contrario, mentre mi parlava prese a massaggiare la mia erezione, facendomi avvampare e gemere al contempo.

-Non lo vuoi abbastanza?- mi chiese con fare innocente e con espressione non curante, come se non avesse preso a sbottonare i miei pantaloni.

Io trattenni il respiro, incapace di dire niente.

-Dimmi di fermarmi – mi incitò sbattendo le ciglia, mentre aveva impugnato il mio membro iniziando a masturbarmi.

Socchiusi gli occhi e gemetti più forte rilassandomi mio malgrado.

-Mi prenderò cura di te...- mi baciò le labbra, poi le lecco ed infine si inginocchiò davanti a me.

Mi guardò negli occhi per tutto il tempo. Non che durò tantissimo, visto che resistetti davvero poco. Il che mi provocò non poca vergogna. Alla fine, lui parve soddisfatto. Io esausto mi lasciai cadere a terra al suo fianco e mi voltai verso di lui che mi sorrise e baciò le labbra. Sapeva di me.

Immediatamente dopo prese a giocare con le mie dita. Glielo lasciai fare.

-Quando potrò farlo in pubblico?- lo guardai incredulo sbarrando gli occhi.

-Tenerti per mano, intendo- fece lui scoppiando a ridere e sollevando le nostre mani davanti alla mia faccia, poi tornò serio –e baciarti- aggiunse.

Non gli risposi e smisi di guardarlo. Era esattamente il tipo di conversazione che temevo. Solo non mi aspettavo che succedesse così presto.

-Non sono pronto- dissi ad un certo punto.

-Non per metterti fretta ... ma non lo sarai mai-

-Io, non so come affrontarlo-

-Non c'è niente da affrontare- per la prima volta notai una sottile nota di insofferenza nella sua voce –Non devi chiedere il permesso di nessuno, non devi cercare l'approvazione di nessuno, né devi darne conto! L'unica cosa che devi fare è viverti la tua vita liberamente e questo non sarà possibile fino a che non uscirai allo scoperto-

-NON VOGLIO FARLO- dissi ad un tono di voce troppo alto, troppo stridulo –Non voglio farlo- ripetei guardando lontano.

Sentivo la sua delusione senza bisogno di guardarlo.

Mi voltai solamente quando lo sentii alzarsi ed allontanarsi da me.

-Dove vai?-

-Scappo, esattamente come fai tu- codardo per l'ennesima volta restai fermo e lo lasciai andare.

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PoV Rose

Lysander e Lily avevano trovato l'arco. Io erano giorni che evitavo John. Giorni che mi trattenevo dall'aggredire Scorpius per almeno un milione di motivi.

Il mio umore era piuttosto uggioso. Nonostante avessimo l'arco eravamo piuttosto lontani dal capire cosa stesse architettando Kàtia.

Mi aggiravo fuori dall'aula di pozioni, dove ero rimasta a studiare, quando sentii la sensazione di essere osservata e mi voltai, non che ne avessi bisogno. Il brivido lungo la colonna vertebrale mi aveva già informata che non poteva che essere lui.

Era appoggiato alla porta. Mi guardava.

-Posso fare qualcosa per te?- chiesi mostrando indifferenza.

-Sì, magari smetterla di evitarmi!-

-Non ti sto evitando, Malfoy! La scuola è grande, non è detto che ci si debba incontrare per forza!-

-Non ti stanchi mai di mentire a te stessa?-

-Ok!- sbuffai alzandomi in piedi e guardandolo contrariata –Sì, ti sto evitando! E lo faccio per impedirmi di prenderti a sberle o schiantarti o macchiarmi di un qualche reato!-

-E cosa avrei fatto questa volta per urtare la sensibilità di vostra signoria?-

-Hai approfittato del mio stato per fare sesso con me, forse?-

-Considerato il numero di volte che hai voluto spontaneamente fare sesso con me, perdonami se non ho subito pensato che fossi sotto l'effetto di una pozione!-

-Non è questo che mi ferisce, Malfoy!- rimbeccai smettendola con il sarcasmo. Dovevo affrontare quella conversazione, dovevo farlo.

-E cosa?- lui avanzò. Si sedette sul banco, davanti a me, sembrava che anche lui avesse sotterrato l'ascia di guerra, che volesse parlare.

-Mi hai respinta- gli feci notare.

-Ho avuto la sensazione che mi trattassi come un giocattolo, e non è una cosa che mi piace-

-Ma poi hai cambiato idea-

Lui deglutì senza dire niente.

-Hai cambiato idea dopo aver discusso con John e lo hai fatto per dimostrare che avresti comunque vinto tu-

-COSA?- mi guardò sconvolto, mentre io lottavo per mantenere la calma.

-Esiste un'altra spiegazione?- chiesi incrociando le braccia e attendendo che parlasse.

Lui si morse il labbro inferiore in difficoltà. Attesi ancora una manciata di secondi –Come pensavo!- dissi e feci per andarmene.

-Aspetta .. – mi bloccai voltandomi verso di lui.

-E' vero! La conversazione con John mi ha fatto cambiare idea mi ha spinto a stare con te ..- mosse un dito in alto per zittirmi, notando che gli stavo per inveire contro –ma non per il motivo che credi tu, non volevo dimostrare niente né a lui né al mondo- lo scrutai sospettosa.

-A chi allora?-

-A te- ammise –Volevo che tu ricordassi che tra me e lui, per quanto tu possa lottare per negarlo, sceglieresti sempre me-

Non trovai nulla da rispondere e rimasi in silenzio. Lui si alzò e fece per uscire dall'aula passandomi accanto –Ci vediamo al matrimonio di tua cugina, Rosie- sussurrò prima di andarsene, ed io sprofondai nell' angoscia. Lo avevo completamente dimenticato.

*******************************************

Pov Bri

-Erano nell'aula di pozioni fino a qualche minuto fa- dissi entrando nella stanza di Kàtia –solito siparietto, accuse reciproche, sguardi languidi, sospiri carichi di frustrazione! Sono così melodrammatici quando è chiaro come il sole che vorrebbero solo strapparsi i vestiti di dosso e fottere come ricci!-

-Britney, non essere scurrile- la ignorai alzando gli occhi al cielo.

-La mia parte è fatta! Quei due faranno roba ogni volta che ne avranno l'occasione!-

-Molto bene!- assentì lei.

Mi guardai intorno. La stanza di Kàtia era buia, illuminata da candele tetre, con tende pesanti e drappelli d'ornamento che potevano far invidia ad un cimitero. Sembrava una cripta.

-Che allegria..- mi lasciai sfuggire. Lei mi guardò con aria di sufficienza, poi si voltò verso Daniel Parkinson che se ne stava seduto in un angolo, dolorante.

-Devi portarmi quella Tassorosso, Bonnie!-

Drizzai le orecchie spostando lo sguardo dall'una all'altro. Parlavano della ragazza di Albus.

Lui non rispose e l'espressione di Kàtia si addolcì fintamente –Non sarai arrabbiato con me per aver interrotto il tuo momento romantico con quella traditrice del suo sangue, Daniel?-

-Non c'era bisogno..-

-Se non ti conoscessi penserei che ti piace- sorrise –E se pensassi che ti piace dovrei ucciderla- aggiunse più dura.

-Non provo niente per lei-

Rimasi zitta guardando l'evolversi degli eventi.

-Prenderò Bonnie- convenne lui alla fine.

-Ehi aspettate! Albus non ve lo lascerà fare...-

-Peggio per lui in tal caso..- disse Kàtia e ci congedò con un gesto.

ANGOLO DI MIKA:


I nostri Eroi sono in palese vantaggio. Hanno l'arco, ma non sanno quale sia il piano di Kàtia.
Per il resto che dire?

Francois è impaziente. Forse troppo.
Rose e Scorpius hanno discusso. 

E Rose ha aperto il suo cuore, durante la conversazione con Domi.

E Alice che fa ewww è un chiaro omaggio al personaggio di OC Summer, che è anche il prestavolto :D

A presto, Mika

In Copertina: Francois e Frank (che non si vede, perché non credo sia lo stesso attore, usate un po' di immaginazione :D )

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