A piccoli passi verso il dest...

By MikaLT

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Salve :) Ho cambiato il titolo di questa storia, comunque si tratta del seguito di una vacanza movimentata. I... More

Prologo
Capitolo I *Niente male come primo giorno*
Capitolo II *Pozioni, Punizioni e Graditi Ritorni*
Capitolo III *Romeo & Juliet*
Capitolo IV *Non c'è nessuno ... perché mi chiami Weasley?*
Capitolo V *Un bacio non si nega a nessuno*
Capitolo VI *A meno che non sia tu a volerlo*
Capitolo VII *Chi è questa pazza che dice cose assurde con la mia voce???*
Capitolo VIII *I Campioni TreMaghi*
Capitolo IX *Chiedimelo ed io lo farò*
Capitolo X *Non mi interessa niente di lei. Giuro e spergiuro*
Capitolo XI *Sai cosa si dice di chi origlia...*
Capitolo XII *Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris *
Capitolo XIII *Sarebbe stato più discreto entrare mano nella mano*
Capitolo XIV *Fidanzata è una parola grossa*
Capitolo XV *Segreti & Soffiate*
Capitolo XVI *La prima prova*
Capitolo XVII *Quando un ragazzo ti offre da bere*
Capitolo XVIII *Lettere, spiegazioni, ricatti e rapimenti*
Capitolo XIX *Parola d'ordine: FUGA*
Capitolo XX *Vieni al ballo con me?*
Capitolo XXII *Ballo del Ceppo (part 1) *
Capitolo XXIII *Ballo del Ceppo (part 2)*
Capitolo XXIV *Annunci di Natale*
Capitolo XXV *Alla baita (Capodanno part 1)*
Capitolo XXVI *Capodanno bacia tutti*
Capitolo XXVII
Capitolo XXVIII
Capitolo XXIX
Capitolo XXX
Capitolo XXXI *L'arte della seduzione*
Capitolo XXXII *L'arco*
Capitolo XXXIII *Il Matrimonio*
Capitolo XXXIV *E dunque ... *
Capitolo XXXV *Fiumi di Parole*
Capitolo XXXVI *La Terza Prova*
Capitolo XXXVII La Grande Battaglia
Epilogo

Capitolo XXI *Ma come ti vesti?*

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By MikaLT

CHAPTER XXI- Ma come ti vesti?

Hogsmeade era ricoperta di neve. Era uno spettacolo al quale non mi sarei mai abituata, anche se generalmente odiavo il freddo e dovevo uscire con un numero impressionante di vestiti addosso. Da sempre, dalla mia prima uscita ad Hogsmeade avevo imparato ad amare quella magica atmosfera che la caratterizzava sotto una coltre candida di neve bianca. Quel giorno però, non riuscivo a godere a pieno della ridente cittadina imbiancata, perché camminavo come se dovessi andare al patibolo, con Rox al fianco, mentre i quattro cavalieri dell'apocalisse ci facevano strada verso Stratchy & son.

Come se Alice, Lily e Domi non fossero abbastanza pazze, ci si era messo anche Francois a fomentarle. Anzi, ad essere precise era lui quello che più di tutti mi spaventava. Avevamo imboccato la strada per Hogsmeade la mattina all'alba, probabilmente saremmo arrivati prima dell'apertura se Rox non avesse puntato i piedi e si fosse guadagnata una mezz'ora extra di colazione, sotto gli sguardi di rimprovero di quei quattro pazzi, che sembravano volersi mettere a gridare per ogni minuto che perdevamo lontani dagli strass.

-Se ti abbuffi così avrai la pancia gonfia e non ti starà bene nessun vestito!- a turno, tutti e quattro avevano pronunciato questa frase, e lei sollevando il sopracciglio indifferente aveva risposto sempre la stessa cosa.

-Peggio mi sta il vestito e meglio è! Così impara quello stupido francese!-

Io non potevo fare a meno di ridacchiare, mentre gli altri la guardavano leggermente disgustati rimpinzarsi di roba. Da parte mia ero divisa a metà. Condividevo pienamente l'avversione di Rox per lo shopping, ma dentro di me si faceva inesorabilmente strada il proposito di far mangiare la lingua a Malfoy, con il quale, per inciso, non parlavo da quando aveva confessato il suo bieco tradimento. 

Purtroppo però, neanche Rox era riuscita a procrastinare in eterno il momento di marciare su Hogsmeade. Già, perché quella era una marcia, noi eravamo prigioniere, ed i nostri aguzzini erano armati di falci, galeoni e buon gusto nel vestire.

-Suvvia ragazze! Toglietevi quell'espressione dalla faccia! Non vi ucciderà vestirvi bene, una volta tanto!- anche le loro battute erano sincronizzate. Le ripetevano a turno, e non c'era niente, niente che potessimo dire o fare che avrebbe minato il loro buon umore. Erano drogati.

Quando entrammo nel negozio, la campanella che avvertiva dell'arrivo dei clienti trillò più volte. Immediatamente, una strega vestita in modo impeccabile ci raggiunse, mostrando il più smagliante dei sorrisi.

Aveva una piega perfetta ed i capelli biondissimi raccolti in una crocchia, molto diversa da quella della preside. Il lieve ed equilibrato tocco della magia ringiovanente si notava appena . Differentemente da Madama Rosmerta, la rendeva affascinante nonostante gli anni. Ed era disgustosamente elegante.

-Ballo del Ceppo?- chiese con le mani unite in grembo, la voce cortese. Tutti quanti annuimmo e lei ci fece strada invitandoci a seguirla.

Ci condusse in un angolo del negozio, dove un divano in pelle nera, enorme, era situato proprio davanti ai camerini. Intorno a noi c'erano talmente tanti vestiti che mi sentii girare la testa, erano di tutti i tagli e tutti i colori possibili. Colori che non sapevo neanche che esistessero, e dei quali invece Lily ed Alice iniziarono deliziate a squittire i nomi.

-è un incubo..- gemette Rox arpionando il mio braccio –Quante diavolo di tonalità di rosso esistono?-.

-è un sogno..- tutti gli altri, come ormai abitualmente facevano quel giorno, parlarono insieme
–E non è importante quante tonalità di rosso esistono, Rox! Non permetterò a nessuna di voi di sembrare una sgualdrina la sera del ballo!- aggiunse poi Francois puntando il dito contro tutte noi a turno.

Già sapevo che la giornata sarebbe stata lunga e stressante. Perciò ignorai sia gli esaltati sia Rox che mi implorava di ucciderla per porre fine alle sue sofferenze, e mi misi a sedere sul divano.

-Mi occuperò di voi, uno per volta..- ci informò la donna. I pazzi pendevano dalle sue labbra ed era evidente che non vedessero l'ora del loro turno.

Immediatamente mi resi conto che sarebbe stata una mattinata lunghissima, molto di più di quanto mi aspettassi. Lily, Domi, Alice e Francois erano estasiati. Provarono ciascuno una mole impressionante di vestiti. Rox non la finiva mai di lamentarsi, mentre io mi limitavo a starmene zitta, il mio umore era altalenante. Non riuscivo a smettere di pensare a Britney, la reginetta delle sgualdrine. Non mi piaceva lasciarmi andare a frivolezze quali lo shopping ossessivo-compulsivo, ma ero determinata ad impegnarmi per essere più bella di lei quella sera. Perché Scorpius avrebbe dovuto mangiarsi le mani, e, come già più volte ho ripetuto, la lingua, e non avrebbe dovuto avere alcun dubbio su con chi di noi due avrebbe voluto essere alla festa.

Miss Dana, così si chiamava la donna che ci stava aiutando, squittiva ogni volta che la tenda del camerino si apriva, sbrodolandosi in ogni sorta di complimenti. Avevo il sospetto che volesse solamente farci comprare dei vestiti il più in fretta possibile, poiché il negozio si era rapidamente riempito di altri clienti. Per fortuna, per le critiche, c'era Francois. Notava qualsiasi particolare, soprattutto quelli normalmente invisibili all'occhio umano. Era snervante, per un momento temetti che Lily lo avrebbe affatturato all'ennesima smorfia di disgusto che fece per un vestito che le piaceva particolarmente.

Non c'era via d'uscita, mi sarei dovuta arrendere alle sue critiche, prima o poi sarebbe toccato a me.

**************************************

PoV Domi

Francois entrò nel camerino per primo. Ci mise davvero poco a scegliere il vestito, aveva un gusto impeccabile. Ovviamente il concetto di poco tempo non era condiviso da Rose e Rox, ma loro non facevano testo. Il completo era petrolio, leggermente sfumato, il taglio semplice ma elegante. Gli accessori, però, disse di volerli scegliere in un momento successivo.

-Sono i particolari a rendere un outfit indimenticabile- sentenziò mentre faceva una piroetta compiaciuta davanti allo specchio a figura intera che era stato posizionato appositamente per noi
–Non voglio rovinare la sorpresa alla mia deliziosa dama- aggiunse sorridente dandomi un buffetto. Ridacchiammo tutte davanti al suo entusiasmo. Tutte tranne Rox che se ne stava imbronciata in un angolo, come se da un momento all'altro l'avremmo giustiziata. Sadicamente, non vedevo l'ora che fosse il suo turno, l'avrei costretta a provare tutti i vestiti possibili ed immaginabili, giusto per torturarla un po'.

Il turno di Lily fu abbastanza burrascoso. Qualsiasi cosa mettesse addosso, Francois sillabava la parola sgualdrina. Effettivamente mia cugina prediligeva abiti eccessivamente corti o scollati, le stavano benissimo, e fasciavano alla perfezione il suo corpo, ma Francois insisteva nel cercare di inculcarle il concetto di sobrietà ed eleganza, continuava a ripetere che a Lysander sarebbe piaciuta di più. Il fatto che lui continuasse ad accennare ad un possibile risvolto romantico tra i due, innervosiva decisamente Lily, che da un certo momento in poi cominciò a guardarlo in cagnesco.

Alla fine, in quel tempio delle meraviglie, riuscimmo a giungere ad un compromesso.

Lily uscì da camerino con un vestito nero a fascia, con un corpetto abbastanza stretto e la gonna lunga. Lungo tutta la parte inferiore erano applicati dei veli in tulle di varie tonalità pastello. Era molto carina, almeno io rimasi a bocca aperta. Francois la guardò con sufficienza.

-Almeno così sembri una sgualdrina di lusso- acconsentì alla fine, dopo che Lily lo aveva minacciato.

Alice ci mise una vita a scegliere. Era un indecisa cronica e questo lo sapevamo già, ma quel giorno diede il meglio di se. Alla fine, dopo averci stesi tutti, opto per un vestito rosa pallido, con una gonna abbastanza ampia. Sembrava una principessa.

-Sei incantevole- festeggiò Francois. Era vero, ma ebbi il sospetto che anche lui fosse stufo dopo il trentesimo cambio d'abito di Alice. Probabilmente avrebbe detto la stessa cosa di un sacco di iuta per patate.

Finalmente era il mio turno. Quel giorno mi sentivo abbastanza bene, non avevo avuto né nausee né capogiri. Anche se, cominciavo ad avvertire qualche cambiamento nel mio corpo. Ero quasi sicura che nessuno potesse accorgersi dei piedi leggermente gonfi o di nient altro, ma io che sapevo, mi sentivo gonfia e scontenta. Entrai nel camerino con almeno dieci abiti da provare. Ne misi uno dopo l'altro e non riuscivo ad essere contenta. Alla fine, però, trovai quello che faceva per me.

Ero nel camerino e non mi curavo dei rumori fuori, nel negozio. Misi il vestito e diedi una rapida occhiata allo specchio dentro, mi piaceva. Era blu, con le spalline larghe, non eccessivamente attillato. La gonna scendeva a campana. Uscii sorridendo, sinceramente aspettandomi sguardi ammirati ed esclamazioni di stupore che avrebbero fatto bene alla mia precaria autostima di quei giorni. Ma non fu così.

-Tàdàn!- squittii aprendo le tende. I miei amici guardano tutti un punto all'estremità opposta del negozio. Seguii i loro sguardi, leggermente offesa.

-Cosa avete da guardare lì! Io sono ..- stavo per iniziare a lamentarmi quando riconobbi le due persone che venivano verso di noi.

-Carino quel vestito- la voce di Cami era intrisa di scortesia. Ormai non cercava più di sembrare gentile con me. Avevamo superato la fase delle nemiche mortali che fingono di volersi bene. Eravamo perfettamente a nostro agio nell'odiarci non amabilmente.

-Ciao- salutai acida, scoccando un occhiata disgustata al suo braccio arpionato al solito a quello di James.

-Che ci fate qui?-

-James mi ha invitata al ballo. Stiamo comprando i vestiti-

-Un po' patetico alla tua età dedicarti ai balli scolastici- commentai mentre Rose si portava una mano davanti agli occhi per non vedere. James, invece, si guardava le scarpe. Lei mi fece un sorrisetto che sapeva decisamente troppo di compassione.

-Io patetica? Cosa c'è? Volevi andarci tu con lui?-

Rimasi un secondo in silenzio. E come me, tutti gli altri tranne Rox.

-Non dire assurdità!- sbottò scoppiando a ridere. Accennai appena un'occhiata verso mia cugina. Probabilmente non le era sfuggito il tono con cui la reporter mi stava parlando, perché la guardava con gli occhi assottigliati. Il fatto che, pur non sapendo niente, Rox la trovasse palesemente odiosa, mi fece sentire un po' meglio.

-Io, vado a dare un'occhiata ai vestiti nell'angolo..- sbottò James, gesticolando in maniera forsennata e liberandosi dalla stretta di Cami per poi allontanarsi. Guardai entrambi con disprezzo. Lui perché era un codardo patentato, e lei perché era lei.

-Sicuramente nel caso James si sarebbe divertito di più!- scossi la testa ed incrociai le braccia.

-Ma non farmi ridere!- ribatté –James sta benissimo con me-

-Illusa-

-Senti ragazzina, è il momento che tu la smetta con questa assurda commedia! E poi non ho tempo da perdere con te, devo scegliere il vestito per il ballo- lanciò un'occhiata verso James che nel frattempo si era allontanato da noi –Credo che la sera del ballo finalmente James ed io ufficializzeremo il nostro rapporto, e tu dovresti fartene una ragione- mentre parlava venne più vicina a me –Non è escluso che dovremo passare il Natale insieme- il trionfo nella sue voce mi fece rizzare i capelli sulla testa. Aprii la bocca per rispondere, ma il problema era che non potevo dirle niente senza svelare incautamente dettagli della mia relazione con mio cugino. Lei mi guardò soddisfatta e si voltò per andarsene. Dopo qualche passo si girò indietro e con una fastidiosa espressione di sufficienza.

-Spero che tu riesca a trovare qualcosa della tua taglia. Sai.. si vede la pancia- ridacchiando finalmente ci lasciò.

-Ehi tu non hai la pancia..- osservò Rox per poi voltarsi verso Cami -E A TE LE RUGHE!- le strillò dietro.

-Già, perché la lascia andare via così quella megera? Digliene quattro..- Lily era furiosa e continuava ad indicare nella direzione di Cami senza curarsi dell'eventualità di essere vista.

Io mi lasciai cadere sul divano stremata dalla conversazione. Alice mi poggiò una mano sulla spalla, con fare consolatorio.

-Lasciala perdere Domi. Vedrai che presto si sistemerà tutto-

-Sì, certo. Scusate adesso sono un po' stanca-

-Ma certo! Andiamo a prenderci qualcosa da bere ai TreManici Di scopa- convenne Francois, accovacciato davanti a me, mentre mi accarezzava la testa.

-Ma Rox e Rose ancora devono scegliere il loro vestito..- guardai verso le mie cugine, avevano bisogno del nostro aiuto, era chiaro. Ma Rose scosse la testa –Possiamo farcela da sole-

-Sei sicura?-

-Abbastanza!- rispose sorridendo mentre Rox annuiva, evidentemente sollevata di non dover essere torturata da noi tutti che in risposta la guardammo preoccupati.

-Che c'è?- chiese allargando le braccia, sentendosi tutti gli occhi addosso.

-Vi prometto che non le permetterò di comprarsi una tuta- ci rassicurò Rose indicandola –Adesso andate!-.

Dopo averci pensato su un attimo mi alzai e lasciai il negozio seguita da Alice, Lily e Francois. Quella mattina ero certa che avrei passato una magnifica giornata, non potevo essere più lontana di così dalla verità. Anche se il pensiero di Cami a Natale nella stessa stanza di zia Ginny, forse, mi avrebbe tirata su.

*************************************

PoV Rose

Avevo mostrato a Rox tre vestiti, e mi ci era voluto circa un quarto d'ora per convincerla a provarli. Lei aveva proposto di fare la conta e prendere il vestito a scatola chiusa, ma sapevo che non avrei potuto permetterlo. Anche se avevo dovuto lottare contro la parte di me, piuttosto ingombrante, che era d'accordo con lei e che scalpitava perché anche io facessi la stessa cosa.

Alla fine, però, la Rose che aveva deciso di provare a sembrare una ragazza vera e di impegnarsi per il ballo, aveva diligentemente prevalso. Me ne stavo seduta sul divano in pelle nera a sfogliare una rivista di moda, domandandomi come fosse possibile realizzare acconciature come quelle che avevano le modelle, quando Rox spostò le tende del camerino venendo fuori.

Alzai la testa e per un momento rimasi senza parole.

-Sono ridicola- gracchiò lei fermandosi davanti allo specchio. Era l'ultimo vestito che avevamo scelto. Il colore le stava d'incanto. Era merlettato, e sufficientemente attillato per sottolineare il fisico asciutto e le gambe lunghe. Il colletto era di merletto semplice ma vivace.

-Sei splendida-

-Sì, se per splendida intendi lo stupido stereotipo di una ragazza che freme per muovere le chiappe in una sala piena di persone ubriache!- mi alzai e la raggiunsi davanti allo specchio.

-Dai Rox, non fare la difficile- strinse gli occhi esasperata –Sono sicura che alla fine ti divertirai. E poi sai, se lo conosci bene, Charles non è male- cercai di consolarla sorridendo. Stava davvero bene con quell'abito addosso.

-Oh sì. Sono sicura che infondo sia una persona meravigliosa ed interessante. E poi è un ragazzo così bello, amo i suoi capelli- sospirò guardando in aria con espressione sognante ed io corrugai la fronte confusa.

-Davvero?-

-No!- rispose riassumendo il suo classico tono polemico. Ridacchiai. Il sarcasmo di Rox era geniale, non potevo negarlo, nemmeno quando ero io a farne le spese.

-Sopravviverai-

-Non so se si potrà dire lo stesso di lui- si muoveva nervosamente davanti allo specchio cercando di guardarsi da tutte le angolazioni possibili –Ok, va bene. Lo prendo- sentenziò infine.

-Fai bene! Il bronzo è il tuo colore- le feci notare facendole l'occhiolino ridacchiando.

-Taci- soffocai la risata che saliva spontanea, in fondo al ballo avrei preferito arrivarci viva.

*********************************

Ovviamente sapevo già che non sarebbe rimasta ad aspettare che anche io scegliessi il mio vestito. Infatti, cinque minuti dopo, mi ritrovai a vagare da sola tra gli scaffali, in cerca di qualcosa che non mi sembrasse ridicolo e senza senso .

Purtroppo data la scarsa familiarità con quel genere di cose, la mia ricerca fu fallimentare, almeno fino a che Dana tornò a ricordarsi della mia esistenza e mi riempì il camerino di vestiti, prima di congedarsi con un veloce "scusa cara, ma sono piena di clienti. Se ti serve qualcosa cercami!" E qualcosa mi serviva. Un consiglio. Dovevo essermi sopravvalutata se pensavo di poter decidere da sola.

Provavo un vestito dopo l'altro ma non riuscivo a capire. Tutti sembravano sbagliati. Tutti, fino a che non provai IL VESTITO. Era meraviglioso. Bellissimo. Verde brillante, mono spalla con la scollatura a cuore, lungo, leggero, morbido. Feci un rapido giro su me stessa guardandomi rapita. Era perfetto, doveva essere quello, non avevo dubbi. O meglio, non avevo dubbi fino a che non ricordai di quella volta che avevo scelto da sola un vestito da indossare a Capodanno e tutta la mia famiglia aveva continuato a ridere per ore. Anche in quel caso non avevo avuto dubbi. E il modo in cui era andata a finire mi aveva perseguitata per mesi.

Avevo decisamente bisogno di un consiglio, di un parere terzo, insomma di qualcuno che mi assicurasse che il giorno del ballo non avrei fatto ridere l'intera Sala Grande. Lentamente sbirciai fuori dal camerino, sperando di riuscire a vedere Dana oltre la tenda, ma niente. L'unica soluzione era andare a cercarla. Uscii sperando di non incontrare nessuno che avrebbe potuto ridere di me fino alla fine dei miei giorni. Il negozio era enorme, e c'erano parecchie persone. Cercai di riconoscere la voce di Dana, mentre vagavo con il vestito addosso, cercando di evitare le voci conosciute dei miei compagni. Svoltai l'angolo mentre guardavo dietro di me, per controllare che Passiflora fosse ancora troppo assorta dal suo riflesso per prestarmi attenzione, ed andai a sbattere contro qualcosa. O meglio contro qualcuno.

-Ehi guarda dove..- parlammo entrambi in sincronia. Ed entrambi interrompemmo la frase non appena ci riconoscemmo. Io perché erano giorni che non gli parlavo ed era l'ultima persona al mondo che avrei voluto far ridere per un ridicolo vestito. Restai in silenzio a guardarlo, facendo un passo indietro. Stava comprando il vestito anche lui, lo aveva addosso, nero, elegante, perfetto. Mentre io, forse, sembravo una stupida foglia gigante. L'unica cosa che mi dava un po' di fiducia era che lui non fosse scoppiato a ridere.

-Ciao..- dissi dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante. Lui rimase a guardarmi a bocca aperta ancora per un tempo relativamente breve, che però io percepii come infinito.

-Ciao- disse infine.

-Anche tu compri il vestito, eh?- maledissi mentalmente il mio cervello per non aver trovato un qualcosa si un tantino meno ovvio da dire.

-Sì, sono qui con Britney, ma deve essere sparita nel reparto femminile-

-Bene- sorrisi piccata.

-Sei qui con John?-

-No- mi affrettai a me stessa, ricordandomi che mi sarei pentita se fossi passata per una patetica ragazza gelosa –Sai la storia della sfortuna se lui vede il vestito..-

-Non è per il matrimonio?- chiese confuso.

-Non escludo di sposarlo un giorno- passare del tempo con Rox, decisamente mi aveva aiutata con il sarcasmo. Rimanemmo entrambi in silenzio a guardarci intorno. Evidentemente non era il momento di cercare di intavolare una discussione civile con lui.

-Beh, comunque stavo cercando Dana, la commessa- spiegai –Volevo un consiglio sul vestito- cercai di allontanarmi ma non appena lo oltrepassai lui si voltò a parlare di nuovo.

-Posso dartelo io-

-Meglio di no- cercai di allontanarmi ancora. Non volevo sentirmi dare della foglia gigante da lui. Ma lui mi afferrò il braccio tirandomi indietro ed andai a cozzare contro il suo petto.

-Sei bellissima, sembra fatto apposta per te-

-Gr.. grazie- balbettai. Non esisteva un modo per non sentirsi in imbarazzo quando la persona che frequentavi ti dice che sei bellissima mentre sta comprando un vestito per andare al ballo con un'altra.

La sua mano si spostò sulla mia guancia, accarezzandola leggermente.

-Scorpius..- sospirai il suo nome per fermarlo, poggiando la mano sulla sua.

-Non posso più toccarti?- la sua domanda era chiaramente retorica. La sua vicinanza, al solito mi inebriava. Mi era mancato davvero. Ma qualcosa si era incrinato. Lo sentivo.

-Sei qui con un'altra- protestai puntando gli occhi nei tuoi.

-Potrei essere qui con chiunque, non cambierebbe il fatto che vorrei che fossi tu- mi morsi il labbro socchiudendo gli occhi. Quel lato di Scorpius era quello che mi creava più problemi. Insomma ero abituata alle nostre litigate, alle nostre ripicche e tutto il resto, ma non al suo essere così fastidiosamente in grado di dire frasi capaci di farmi sciogliere.

Mi fermai a guardarlo, sospesi entrambi in quell'attimo di fragile perfezione. Mi piaceva. Mi piaceva il rumore ovattato del battere sordo e ritmico del mio cuore, mi piacevano i crampi che attanagliavano il mi stomaco, mi piaceva la tensione che aleggiava tra di noi, a quella distanza perfetta, mentre lui appoggiava la fronte sulla mia, e mi piaceva guardare le sue labbra dischiuse in quella trepidante e dolorosa attesa. È sempre quello il momento più bello, no? Quando sai che tutto quello che vuoi è lì, ad un sospiro da te, il sabato del villaggio, insomma. Ero tentata, ma frenata allo stesse tempo. Non stavamo propriamente insieme, ma da quando avevamo intrapreso questa sorta di "relazione" non avevamo fatto altro che litigare, e litigare ancora.

-Perché tra noi è sempre così difficile?- mi sfuggì dalle labbra, ed alzai gli occhi per incrociare i suoi.

-Altrimenti non saremmo noi..- rispose sorridendo, mentre con il pollice accarezzava la curva delle mie labbra. Tipica risposta, in parte anche vera, ma non mi bastava. Non più. Era vero, noi eravamo programmati per litigare. Probabilmente esisteva una profezia a tal proposito. Ma non avremmo dovuto crescere? Ad un certo punto le cose non sarebbero cambiate? Saremmo rimasti tutta la vita intrappolati in questa tensione senza senso, e senza pace. Pensai a Alice e Lorcan, a Domi e James che nonostante tutti i loro problemi il più delle volte combattevano insieme e non l'una contro l'altro.

-Forse non è il nostro destino- tentai di fare un passo indietro ma lui me lo impedì.

-Non esiste destino al mondo che possa dirmi cosa fare o non fare, Rose!- scossi la testa stancamente.

-Voglio stare con te- insistette prendendomi il viso tra le mani ed avvicinandosi ancora.
 –Voglio stringerti, e baciarti, e sentire la tua pelle sotto la mia- come al solito la sua voce al mio orecchio era l'afrodisiaco più potente del mondo –E non voglio che sposi John!- aggiunse dopo, regalandomi un sorriso obliquo irresistibile. La mia testa, maledetta, mi suggeriva di lasciar perdere, di scappare, che ancora una volta sarebbe stato inutile, ma non potevo darle ascolto. Non potevo perché lui me lo stava chiedendo. Smisi di fare resistenza, mi arresi a lui, semplicemente, che annullò la distanza tra di noi e mi baciò con trasporto. Così, eleganti entrambi, come se fossimo già al ballo e la musica era nelle nostre teste. E non mi importava in quel momento di capire cosa sarebbe successo al Ballo, quanto avrei sofferto nel vederlo tra le braccia di un'altra. Mi importava solo di me e di lui, lì, davanti a quel camerino, stretti l'uno all'altra.

Un tossicchiare insistente mi distolse dalla mia piacevole occupazione.

-Scusate l'interruzione- Britney se ne stava a braccia incrociate davanti a noi. Portava un paio di jeans stretti scuri, con dei tronchetti con il tacco borchiati ed il giacchetto di pelle nera. I capelli mossi, come al solito, erano perfetti e l'espressione per niente turbata dal fatto di aver trovato il suo accompagnatore tra le braccia di un'altra. Mi allontanai da lui d'istinto, anche se non stavo facendo nulla di male, teoricamente io uscivo con Scorpius mentre Britney era solamente un rimpiazzo. Ciononostante mi sentii in colpa e presi le distanze.

-Non volevo interrompere questo momento da Romeo e Giulietta, ma ho trovato il vestito e vorrei tornare al castello, se non ti dispiace- si rivolse a Scorpius leggermente annoiata. Lui differentemente da me, era completamente a suo agio, solo un po' infastidito.

-Va bene, andiamo- il disappunto era evidente. Ora che ci pensavo, non sapevo niente della loro relazione. Sapevo solamente che tra i due c'era stato qualcosa, e che poi era finito. Del perché non ne avevo idea.

-Scusami, ci vediamo dopo al Castello- mi diede un rapido bacio sulla guancia e sparì nel camerino a cambiarsi. Rimasi un attimo in silenzio, guardando di sottecchi Britney. Io e lei non eravamo amiche, in realtà credo non ci fossimo mai parlate veramente. Da quello che sapevo era una tipa piuttosto libertina che amava stare per i fatti suoi. In realtà dubitavo che avesse qualche amico vero.

-Ciao...- la salutai, ed ero sul punto di andarmene. Lei mosse distrattamente il braccio facendo un saluto nella mia direzione. Feci qualche passo ma alla fine ci ripensai. Non sapevo bene cosa dirle, ma sentivo di doverle dire qualcosa. Era una situazione piuttosto strana ed imbarazzante.

-Io volevo dirti che, insomma..-

-Cosa?- fece lei ridacchiando della mia goffaggine.

-Non lo so, questa situazione è strana-

-Oh- mise su un finto broncio e prese a guardarmi con ostentata tenerezza –Pensi di aver ferito i miei sentimenti perché vi ho beccati a sbaciucchiarvi?- aprii la bocca per rispondere, ma poi aggrottai la fronte incerta.

-Lascia che ti dica una cosa dolcezza- si avvicinò con la sua solita camminata strafottente –Io ottengo sempre quello che voglio, e tu sei una specie di copia sbiadita di quello che sono stata io per lui, con la sola differenza che è altamente improbabile che ti trovi a letto con Albus- sgranai gli occhi incredula senza niente da rispondere.
Quella davvero non me l'aspettavo.

ANGOLO DI MIKA:

Il personaggio di Britney è un omaggio ad un altro famoso personaggio delle serie tv.
Adesso, immagino che la odierete tutti :D

Comunque il capitolo è di passaggio. I prossimi due saranno sul Ballo del Ceppo. Finalmente. Spero di non deludere le aspettative.
Un bacio, Mika.

Ps In copertina Britney

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