A piccoli passi verso il dest...

By MikaLT

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Salve :) Ho cambiato il titolo di questa storia, comunque si tratta del seguito di una vacanza movimentata. I... More

Prologo
Capitolo I *Niente male come primo giorno*
Capitolo II *Pozioni, Punizioni e Graditi Ritorni*
Capitolo III *Romeo & Juliet*
Capitolo IV *Non c'è nessuno ... perché mi chiami Weasley?*
Capitolo V *Un bacio non si nega a nessuno*
Capitolo VI *A meno che non sia tu a volerlo*
Capitolo VII *Chi è questa pazza che dice cose assurde con la mia voce???*
Capitolo VIII *I Campioni TreMaghi*
Capitolo IX *Chiedimelo ed io lo farò*
Capitolo X *Non mi interessa niente di lei. Giuro e spergiuro*
Capitolo XI *Sai cosa si dice di chi origlia...*
Capitolo XIII *Sarebbe stato più discreto entrare mano nella mano*
Capitolo XIV *Fidanzata è una parola grossa*
Capitolo XV *Segreti & Soffiate*
Capitolo XVI *La prima prova*
Capitolo XVII *Quando un ragazzo ti offre da bere*
Capitolo XVIII *Lettere, spiegazioni, ricatti e rapimenti*
Capitolo XIX *Parola d'ordine: FUGA*
Capitolo XX *Vieni al ballo con me?*
Capitolo XXI *Ma come ti vesti?*
Capitolo XXII *Ballo del Ceppo (part 1) *
Capitolo XXIII *Ballo del Ceppo (part 2)*
Capitolo XXIV *Annunci di Natale*
Capitolo XXV *Alla baita (Capodanno part 1)*
Capitolo XXVI *Capodanno bacia tutti*
Capitolo XXVII
Capitolo XXVIII
Capitolo XXIX
Capitolo XXX
Capitolo XXXI *L'arte della seduzione*
Capitolo XXXII *L'arco*
Capitolo XXXIII *Il Matrimonio*
Capitolo XXXIV *E dunque ... *
Capitolo XXXV *Fiumi di Parole*
Capitolo XXXVI *La Terza Prova*
Capitolo XXXVII La Grande Battaglia
Epilogo

Capitolo XII *Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris *

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By MikaLT

CHAPTER XII- Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

Le luci danzavano sul palco. Da dietro le quinte sbirciai verso la sala. La gente era distratta, le persone chiacchieravano tra loro incuranti del mio dramma interiore. Quasi tutti. Ma notai che, al contrario, qualcuno era molto concentrato, in attesa. Gli occhi di Scorpius non si muovevano da palco. Sentii l'odio salire forte e prepotente.

La paura di ballare si trasformò velocemente in impazienza. Volevo salire su quel palco. Volevo che mi guardasse. Lo odiavo e volevo mostrargli cosa non avrebbe ma più potuto avere. Volevo che quella sera non fosse capace di togliermi gli occhi di dosso, che mi desiderasse e volesse, per poi sbattergli in faccia il fatto che non mi avrebbe più avuta. Ero così arrabbiata. Cosa voleva? Che mi concedessi ai suoi amici? Bene, se era questo che voleva, questo avrebbe avuto. Sotto i suoi occhi.

Una parte di me, del mio cervello, scalpitava. Mi strillava di lasciar perdere, di andarmene via, di non salire su quel palco. Avrei dovuto correre a nascondermi, ma contemporaneamente dovevo smettere di scappare.

-Tutto bene Rose?- mi chiese Domi quando ormai era il momento di entrare. Era preoccupata.
–Se non te la senti..- la guardai negli occhi sconsolata. Non potevo mollare Lily in quel momento. E soprattutto non volevo. Mi sforzai di sorridere, avrei avuto tempo, dopo, nel mio dormitorio di lasciarmi andare alle lacrime. Sapevo che avrei trovato le braccia di mia cugina a stringermi e consolarmi. Qualsiasi cosa accadesse. Entrai sul palco a passo deciso e puntai lo sguardo altrove. Charles era con la delegazione di Beuxbatons, guardai lui.

Raggiunsi la mia postazione, sulla sinistra, e mi misi in posizione. Sentivo vagamente le urla di Francois che ci incitava. Dopo qualche secondo partì la musica.

Lasciai che mi drogasse. Infondo accadeva, bastava volerlo e lasciarsi andare. I battiti del mio cuore seguivano il ritmo allegro della canzone dance che Lily aveva scelto. Lasciai sciogliere ogni muscolo, lasciai che ogni singolo impulso fosse dettato dal ritmo.

La coreografia era accattivante ma semplice. Le luci cangianti, si spostavano velocemente su tutte noi. Improvvisamente cominciai a sentirmi sicura di me. Non vedevo chi mi stava guardando, non avvertivo la presenza di nessuno. Il mio cervello aveva smesso di pensare, non ne avevo bisogno. Era come se quella fosse l'ennesima prova e ci fossimo solamente noi. L'unica cosa che la mia mente mi urlava era l'ordine dei passi che dovevo eseguire. Ancheggiavo, saltavo, giravo, cambiavo di posizione. Mai, neanche una volta, pensai che c'erano i miei compagni a guardarmi. Forse perché non avevo scelta. Scorpius andava in giro dicendo che ero una poco di buono, rovinando la mia reputazione? Bene, allora almeno sarei stata la poco di buono più desiderabile di Hogwarts. "Qualsiasi cosa tu faccia nella vita, Rose, ricordati che l'importante è essere la migliore!" non credo che mia madre sarebbe stata contenta dell'uso che stavo facendo di quel prezioso consiglio.

Quando lo spettacolo finì lasciai velocemente il palco. Una volta finita la musica, stare lì sopra non era più tanto facile. Decine e decine di occhi erano, improvvisamente, tornati a fissarmi facendomi sentire in imbarazzo. Mi avvicinai velocemente al bar e presi del wisky incendiario. Quella sera avevo seriamente bisogno di non capirci niente.

-Sei stata meravigliosa cheriè- mi raggiunse Francois ed io mi sforzai di sorridere.

-Grazie- buttai già il liquido ambrato senza fare una piega.

-Vincerete sicuramonte!- decretò convinto annuendo e versandosi anche lui un bicchiere. Lo scolò di un sorso, fece una smorfia e mi guardò in faccia –Questo è scadonte!-

Risi della sua espressione ed annuii ancora –Non siamo ad una festa di classe- lui gettò il bicchiere in un cestino lì affianco di malagrazia –Insomma cosa c'è che non va?-

Abbandonai il mio finto sorriso –è così evidente?- mi lagnai. Lui sollevò un sopracciglio ed annuì, bevvi ancora, il sapore era terribile, ma il bruciore alla gola mi distraeva, ed era esattamente quello che volevo.

-Non ne voglio parlare- decretai infine.

-Scorpius-

-Quale parte della frase non ne voglio parlare non ti è chiara Francois- lui mi guardò un attimo interdetto dal mio tono scortese poi sorrise e parlò di nuovo –Scorpius ti sta fissando- precisò. Mi voltai velocemente verso il divanetto dei serpeverde e lo riconobbi seduto, girato verso di me. La gente intorno a lui parlava. Le sue due sgualdrine lo guardavano cercando di attirare la sua attenzione, inutilmente.

-Non mi interessa quello che fa!- dissi dopo aver sentito il mio stomaco contorcesi –Balliamo-

-Siete due idioti- osservò lui ma si zittì immediatamente dopo la mia occhiataccia –Ok, balliamo!-

La musica era potente, l'alcol mi scorreva nelle vene arrivandomi al cervello. Mi muovevo, ballavo, saltavo e non mi interessava di altro. Avevo la percezione dello sguardo di Scorpius su di me, ma non mi importava, o meglio, non volevo che mi importasse.

Dopo qualche minuto tutti gli altri ci avevano raggiunto. Alice ballava con Lorc e Lys dimenandosi come una pazza e Rox rideva stretta ad un Tassorosso, cosa che mi lasciò abbastanza senza parole. Intorno a noi c'erano molti più studenti del solito, segno che il balletto sexy di poco prima ci avesse fatto conquistare molti più ammiratori, non ero certa di come mi sentissi al riguardo. La cosa non mi piaceva più di tanto, ma in quel momento era utile. Più gente mi circondava, meno stupidaggini avrei potuto fare e soprattutto meno probabilità c'erano che Malfoy mi raggiungesse.

Il problema dell'alcol, oltre al vomito, le vertigini, la disinibizione, il mal di testa del giorno dopo ed affini, è che spesso ti spinge a fare ragionamenti astrusi che, in quel momento, sembrano i più logici e profondi che tu abbia fatto nella tua vita. Fu questo a portarmi a credere di aver trovato la soluzione per tutti i miei problemi.

Mi convinsi che l'influenza che Scorpius aveva su di me dipendesse dal fatto che non avessi mai avuto un altro. Per questo il mio corpo mi gridava di gettarmi tra le sue braccia, perché essendo stato l'unico riconducevo a lui tutte le sensazioni positive del sesso. Se solo avessi trovato un altro a cui collegarle, sarebbe tutto finito. Lui sarebbe tornato a non avere più alcun potere o attrattiva. Dovevo agire, e dovevo farlo subito. Non sopportavo più quel senso di angoscia, di malinconia galoppante che si faceva largo in me ogni volta che con Malfoy le cose andavano male, dunque praticamente sempre. Mi guardai intorno cercando qualcuno papabile e riconobbi Daniel Parkinson appoggiato ad una colonna che mi guardava. Sorrisi tra me.

"Vediamo quanto ti sta bene!" mi dissi senza riuscire a soffocare una leggera punta di soddisfazione. Certo scegliere una serpe non era il mio piano originario, ma se oltre che liberarmi di lui fossi riusciva a farlo infuriare, la cosa sarebbe stata utile il doppio.

"Lo hai sentito a lui non interessa" mi ricordai mentalmente, ma complice l'alcol non riuscivo a crederci. Sapevo che gli interessava. Sapevo che lo avrebbe mandato su tutte le furie. A dispetto di ciò che aveva detto sarebbe impazzito ed io lo sapevo, me lo sentivo, ne avevo l'assoluta certezza. Mi staccai dal gruppo e cominciai a ballare in solitaria più vicino alla colonna. Gli altri non mi notarono. Francois si era avvicinato a Frank, e Lily stava flirtando con un ragazzo di Durmstrang decisamente attraente, ma con un'aria poco rassicurante. Non me ne preoccupai troppo. Mia cugina sapeva badare a se stessa.

Dopo un paio di minuti Daniel mi si avvicinò, come immaginavo che facesse.

-Ciao Weasley-

-Ciao- sorrisi a mia volta della falsissima gentilezza nella sua voce. Voleva solo una cosa, ed in una situazione normale lo avrei cruciato, ma in quel caso, la fortuna voleva che io avessi le sue stesse intenzioni.

-Non ti facevo così sexy- disse facendosi più vicino, io alzai un sopracciglio. La frase allusiva mi fece battere il cuore più forte per il disappunto, non potevo fare a meno di notare che era stata la voce sbagliata a pronunciarla. –Risparmiati i complimenti Parkinson- ridacchiai forzatamente. Mi voltai e continuai a ballare mentre muovevo strusciandomi su di lui. Fortunatamente avevo bevuto abbastanza da non capire perfettamente cosa stessi facendo, e non abbastanza da vomitarmi sui piedi per la vergogna.

-Ti piacciono le Serpi, Weasley?- mi sussurrò all'orecchio. Sbattei le palpebre senza sapere cosa rispondergli. Malfoy ci fissava, e come avevo immaginato era furioso. Entrai nel panico quando lo vidi alzarsi di scatto dal divanetto, esattamente nel momento in cui Daniel mi aveva afferrato i fianchi. Mi irrigidii, poi fortunatamente Albus lo raggiunse e lo fermò per dirgli qualcosa. Colsi il momento al volo. Non dovevo permettergli di avvicinarsi. Avrebbe cacciato Daniel, mi avrebbe trascinata via e sapevo bene come sarebbe andata a finire. Ignorai la capriola del mio stomaco a quel pensiero e afferrai Daniel per il braccio portandolo via.

-Torniamo al castello- decretai convinta recuperando il mio mantello.

-Con molto piacere..- mi fece eco lui prima di seguirmi nel passaggio segreto.

****************************************

PoV Lily

Dragan era carino. Alto forte e molto muscoloso, esattamente come avevo sempre immaginato il mio uomo ideale. Gli occhi erano neri come la notte, con una leggera ombra scura sotto le palpebre, e la pelle bruciata come la terra. L'aspetto era leggermente rude. Indossava un vestito essenziale nelle linee. Quando si avvicinò per ballare gli regalai un gran sorriso. Lo avevo notato da giorni, ed era tutta la sera che cercavo la sua testa bruna e ricciuta tra la folla.

Avevo voglia di divertirmi. L'esibizione era andata bene, meglio di quanto credessi ed io ero felice. Avremmo trionfato, dovevo solo aspettare che decretassero il vincitore a fine serata. Mi guardai preoccupata intorno cercando tutte le mie cugine, non vidi Rose. Non le avrei mai permesso di mancare alla premiazione, più tardi avrei dovuto cercarla. Più tardi, perché in quel momento la mia mano si era comodamente adagiata sul bicipite di Dragan, guizzante e virile sotto le mie dita.

Ballammo senza tregua, e lui mi mangiava con gli occhi, cosa che mi faceva sentire bene, felice, voluta, al centro del mondo e questo mi piaceva.

Dopo circa mezz'ora che ballavamo, lui mi mise una mano alla base della schiena spingendomi distante dal gruppo. Lo assecondai, pensando che volesse conquistare qualche divanetto all'angolo, fino a che non mi accorsi che si stava dirigendo verso la porta per uscire dal locale.

Rimasi un attimo interdetta. Uscire di notte per Hogsmeade non era esattamente una buona idea. Tentai di opporre resistenza.

-Non possiamo uscire!- gli feci notare ancora sorridente.

-Io dico di sì- insistette lui continuando a trascinarmi, allora puntai i piedi.

-Ho detto di no!- dissi secca , il suo volto era inespressivo, gli sorrisi credendo che avrebbe rinunciato

–Magari potremmo aspettare la mia premiazione e poi..- mi feci avanti accarezzando il suo viso leggermente coperto di barba –e poi festeggiare- suggerii con quanta più malizia possibile. Lui non reagì in alcun modo al mio tentativo, mi fermò la mano e mi guardò duramente.

-Voglio festeggiare ora- non ebbi tempo di emettere un solo suono che già mi aveva trascinata fuori dal locale.

-Lasciami!- gli ordinai quando l'aria fredda della notte iniziò a farsi pungente, mentre lui mi spingeva verso legnaia. Non si prese nemmeno il disturbo di rispondermi. In un secondo la sua bocca fu sulla mia e mi baciò, nonostante le mie resistenze. Cercai di ribellarmi, di spingerlo via. Mi concentrai e ricordai i consigli di zio Ron per liberarsi di un ipotetico assalitore. Immediatamente sollevai il ginocchio e lo colpii dove faceva più male. Lui si tirò indietro un momento, ma evidentemente la botta non era stata così forte. Un secondo dopo era nuovamente su di me. Cercò di strapparmi di dosso il vestito già striminzito, tenendomi una mano sulla bocca. Lo morsi forte e quando lui l'allontanò urlai con quanto più fiato avessi in gola.

-Stai zitta!- mi abbaiò in faccia. Di nuovo le sue mani vagavano sul mio corpo. Sentii le lacrime sgorgare dagli occhi, ero completamente umiliata. Volevo picchiarlo, e riuscivo a pensare solamente a quello, ma purtroppo era troppo grosso per me e la bacchetta era troppo lontana, dentro, nel mantello. Perché non imparavo a fare come Rose che se la legava alla cinta? La botta di adrenalina, invece che infondermi più forza, mi aveva svuotata lentamente. 

Quando ormai avevo perso tutte le speranze, qualcuno afferrò Dragan per il braccio e lo tirò via assestandogli un poderoso pugno sul naso.

Nonostante le lacrime mi appannassero gli occhi non faticai a riconoscere gli occhi azzurri, insolitamente furiosi, di Lysander.

Mi lasciai cadere a terra, la schiena appoggiata alla legnaia. Con il dorso della mano mi asciugai le lacrime mentre quei due si fronteggiavano. Dragan era grosso. Molto più grosso di Lys, che però non avevo mai visto così arrabbiato.

-Cosa stavi facendo, porco?- lo affrontò a viso aperto.

-Niente che le dispiacesse- rispose quello strafottente.

In un momento i due furono l'uno sull'altro. Adesso all'ansia si era aggiunta la preoccupazione. Ero terrorizzata per Lys, lui non era un tipo da rissa. Lui era quello studioso, sempre calmo, capace di trovare una soluzione pacifica per qualsiasi problema. Spesso lo avevo preso in giro dicendogli che era noioso sempre così composto.

-Basta- strillai –Basta, smettetela!- saltai in piedi smettendo di piangere. Dragan aveva sopraffatto Lys, gli era sopra e lo stava picchiando. Sentivo il rumore delle sue nocche scontrarsi con il viso del mio amico.

-No! Fermati!- urlai nel panico –Lys- ad ogni pungo ero più disperata –Lys!-

In un secondo gli saltai alla schiena, cercando di spingerlo via. Lui si liberò di me dando uno strattone e facendomi cadere all'indietro. Chiamai aiuto il più forte possibile, mentre di nuovo cercavo di fermarlo. Lui mi spinse via ancora. Sentii la sua mano sul mio labbro e dopo qualche secondo riconobbi il sapore ferroso del sangue nella mia bocca.

Sputai a terra, poco signorilmente, e mi alzai nonostante il dolore. In quel momento, sentii la porta del locale aprirsi e chiudersi. Dei volti conosciuti comparvero e sospirai di sollievo.

Davanti a tutti c'erano Albus, James e Hugò. Immaginai di vedere la scena con i loro occhi. Lys a terra, Dragan che lo teneva per il bavero, la faccia del nostro amico insanguinata. E di lato io. Il vestito oscenamente strappato, gli occhi rossi e gonfi per il pianto, il labbro spaccato e i capelli arruffati. Non era necessaria un'analisi approfondita per capire cosa fosse accaduto.

I miei fratelli, contemporaneamente, sfoderarono la bacchetta puntandola sul ragazzo di Durmstrang. Nel frattempo Hugò mi si avvicinò seguito da Domi.

-Lily, come stai?- mi chiese lei mentre mio cugino mi metteva addosso il suo mantello. Io scrollai le spalle continuando a guardare Lysander a terra.

James e Albus sistemarono Dragan per le feste. Immaginai la sorpresa dei professori, il giorno dopo, nel trovarlo nudo e legato ad un palo ad Hogsmeade. Certo non avrebbe potuto confessare, né dare la colpa a nessuno. Come non avremmo potuto dire niente noi. Troppe spiegazioni e saremmo finiti nei guai, tutti quanti. Non era esattamente il massimo confessare di aver organizzato un festino alcolico clandestino fuori dai confini di Hogwarts.

Non appena superai lo shock mi avvicinai a Lysander . Lorcan ed Alice erano al suo fianco.

-Lys!- strillai raggiungendolo –oh Merlino!- il suo volto era tumefatto. Gli accarezzai l'occhio completamente pesto e lo guardai cercando di esprimergli tutta la mia gratitudine.

-Scusami, è colpa mia- ammisi, nuovamente con le lacrime agli occhi. Stavo piangendo più quella sera che in tutta la mia vita.

-Sì, lo è Lily- la sua voce tagliente mi colse completamente di sorpresa. Decisamente non era da lui comportarsi a quel modo, parlarmi a quel modo.
 –Devi smetterla di correre dietro a qualsiasi ragazzo passa. Altrimenti è questo quello che succede- la sua voce era vibrante di risentimento. Abbassai gli occhi colpevole e lasciai cadere le braccia lungo il corpo.

Lorcan aiutò il fratello a tirarsi in piedi, senza commentare le sue parole –Andiamo in infermeria! Madama Chips darà di matto!- gli disse facendolo appoggiare alla sua spalla. Non appena se ne andarono Domi mi fu vicino –Vedrai che gli passa- mi rassicurò indicando con la testa il punto dove erano spariti gli Scamandro. Io annuii e mi lasciai abbracciare.

***********************************

PoV Rose

I corridoi di Hogwarts erano deserti. Gli unici rumori erano quelli dei passi miei e di Daniel. Arrivammo in un corridoio in un' ala quasi dimenticata, e la mia sicurezza cominciò a vacillare. Cosa stavo facendo? Dovevo essere impazzita. Azzardai un'occhiata a Daniel dietro di me. Non mi toglieva gli occhi di dosso, e non era nemmeno così carino. Al contrario, non c'era assolutamente niente di lui che mi attraeva, all'infuori della prospettiva di far arrabbiare Scorpius. E dunque, ora che Malfoy non era nei paraggi, tutta quella messa in scena mi sembrava assurda.

Mi fermai e mi voltai per guardarlo. Lui mal interpretò il mio gesto e poco carinamente mi sospinse verso la parete conquistando le mie labbra. Sentivo le sue mani armeggiare con il mio mantello, non sembrava nemmeno molto preso. I suoi gesti erano meccanici, studiati, nessuna passione. Per un momento cercai di convincermi a portare a termine i miei propositi. Immaginai la faccia di Malfoy, quando avrebbe saputo. Poi velocemente lo allontanai.

Ero una perfetta idiota.

Della sicurezza di prima nemmeno l'ombra. Magari se ne sarebbe infischiato, magari sarebbero finiti a parlare di me in termini ben peggiori di quelli che avevo sentito ad inizio serata. Come avevo anche solo potuto pensare di stare al suo gioco? Di abbassarmi al suo livello? 

-Che hai mezzosangue?- mi chiese strafottente il serpeverde. Io storsi la bocca. Decisi di ignorare il suo insulto e mi limitai a guardarlo con odio. –Vattene Daniel- soffiai tra i denti.

-Ma come?- chiese lui, ma sembrava solo fintamente deluso, piuttosto, sembrava che mi stesse deridendo –Non dovevamo divertirci?-

-Fortunatamente non sono abbastanza ubriaca per andare in fondo a questa cosa- cercai di ferirlo, ma i suoi occhi erano freddi e disinteressati. Quasi che non gli importasse di non avermi avuta.

-Meglio così! Chissà quante e quali malattie si possono prendere da una mezzosangue!- sputò fuori quelle parole con cattiveria, allontanandosi e guardandomi con disprezzo –Ho avuto quello che volevo- borbottò tra se prima di allontanarsi e lasciarmi lì.

Rimasi appoggiata alla parete cercando di capire il senso della frase. Intorno a me, buio e silenzio. Cercai la bacchetta nelle tasche del mantello, ma erano vuote. Mi ricordai di averla attaccata alla cintola e la tirai su per fare luce, ma prima che potessi pronunciare l'incantesimo una mano mi afferrò spingendomi in un'aula abbandonata.

Guardai con disprezzo Malfoy che mi si era parato davanti.

-Pensavo di averti seminato- osservai cercando di raggiungere la porta ed andarmene. Non volevo vederlo né parlargli. Non dopo quello che avevo sentito.

-Cosa stai facendo con Daniel?- mi chiese rabbioso afferrandomi nuovamente l'avambraccio.

-Non ti deve interessare- soffiai a denti stretti fronteggiandolo.

-Non fa altro che chiamarti mezzosangue-

-Già ho saputo, ma per fortuna che ci sei tu a difendermi- dissi con sarcasmo fingendo di pensare
–Ah, no! Mi sbaglio perché non lo hai fatto!-

-Pretendi pure che continui a difendere il tuo onore? Nonostante quello che dici di me?- rimasi in silenzio a guardarlo –Ti disgusto, no? Non è questo che dici?- insistette.

-Tu mi hai dato della sgualdrina-

- Già! Ed è per dimostrarmi che mi sbaglio che sei pronta a farti i miei amici- istintivamente sollevai la mano e tentai di colpirlo, ma lui fu più veloce. Ci guardammo con odio mentre teneva una mano sul mio braccio e con l'altra mi bloccava lo schiaffo in aria.

-Tu sei mia- decretò con voce folle d'ira, la bocca ad un palmo dalla mia.

-Io ti odio- gli feci eco duramente. Le sue parole continuavano a vorticarmi nella testa. Volevo distruggerlo. Sentivo crescere dentro di me una furia spaventosa, potevo vederla, era come una grande palla di fuoco rossa che mi si muoveva dentro pronta ad esplodere, rimbalzando da parte a parte. I miei muscoli si tendevano sotto le sue mani. Come se le terminazioni nervose, nei punti dove mi stava toccando mandassero impulsi alla palla di fuoco ed odio dentro di me, per farla esplodere.

-Anche io ti odio- precisò. I suoi occhi erano scuriti dalla rabbia. La pupilla dilatata rendeva il nero più evidente del grigio cupo delle iridi. Conoscevo a metà quello sguardo, ma ero sicura che fosse lo specchio del mio.

Lasciò andare le mie mani e mi prese i fianchi alzandomi la gonna –Ti odio- ripeté senza mollare la presa dei miei occhi, strappandomi di dosso gli slip. Lo sguardo ardeva. La palla di fuoco dentro di me danzò più energicamente. Ne riconoscevo il sapore, pungente ed agrodolce. Era odio, ma non solo. Fremevo mentre mi afferrava di nuovo il braccio reclamando la mia attenzione. La sua presa ferrea quasi mi faceva male, ma contemporaneamente mi mandava il sangue al cervello. Con lui era sempre così. Odio e desiderio si mischiavano senza che io riuscissi mai a venirne a capo, senza che io avessi il potere di decidere quale dei due dovesse prevalere di volta in volta. Lasciai che mi togliesse i vestiti di dosso, e gli strappai la camicia, stufa di subire passivamente le sue attenzioni.

-Sei mia e di nessun altro- precisò mentre gli sguardi che ci lanciavamo non si addolcivano minimamente. La discussione concitata cozzava con quello che mi stava dicendo –Nessun altro deve averti, o toccarti. Nessuno! Mi hai capito?- mi strattonò il braccio tirandomi a sé.

-Non osare dirmi cosa devo fare!- posai le mani sul suo petto nel tentativo di allontanarlo che ben presto diventò solo un frenetico toccare il torace ampio –Faccio quello che voglio- mi alzai quasi in punta di piedi per raggiungere la sua altezza, inutilmente.

Lui spostò lo sguardo sulle mie labbra –Sono io quello che vuoi- mi disse prima di baciarmi con rabbia.

La palla di fuoco dentro di me esplose. Adesso fiamme infuocate lambivano ogni parte recondita del mio essere. Smise di baciarmi e mi voltò. Mi appoggiai alla cattedra, sporgendomi indietro, ed in un attimo fu dentro di me. Mi teneva per i fianchi, in maniera decisa, quasi violenta, ma, incredibilmente , più piacevole che mai.

-Ti odio Malfoy- gemetti mentre spingeva.

-Ti odio- rispose tirandomi su. Voltai la testa per raggiungere le sue labbra. Lo baciai rabbiosa mentre lui rabbiosamente spingeva.

Trattenere i gemiti era impossibile per entrambi. Più lui ansimava più io godevo. Mi resi contro che mai come quella volta avevo avuto voglia di lui.

-Ti detesto- quasi urlai, sull'orlo dell'orgasmo.

Lo sentii spingere più forte. Sentivo le contrazioni del mio segreto, intorno al suo organo pulsante. Eravamo entrambi vicini al culmine del piacere.

-Ti amo Rose- la sua voce al mio orecchio era la stessa. Le medesime note. Il tono lo stesso che aveva usato per dirmi che mi odiava. Una scarica di adrenalina mi colpì dritta al cervello, amplificando mille volte il piacere che stavo provando.

-Anch'io- mi lasciai sfuggire e non m'importava. In quel momento non volevo pensare a quelle parole, in quel momento non potevo pensare a niente. Se non all'esplosione che arse dentro di me, consumandomi. Urlai talmente forte che ci avrebbero scoperto se lui non mi avesse tappato la bocca con la mano. Quando uscì da me mi voltai e senza guardarlo mi sdraiai sulla cattedra. Il legno freddo sulla pelle rovente mi fece venire la pelle d'oca. Socchiusi gli occhi stanca, lui prese posto al mio fianco e non parlò. Restammo lì in silenzio per molto tempo. Minuti, forse ore.

-Non accadrà più- dissi fissando il soffitto.

-Lo dici tutte le volte- osservò, ma nessuno dei due aggiunse altro.

**********************************

PoV Kàtia

Raggiunsi il parco di Hogwarts in tarda notte. Nessuno mi aveva vista, nessuno mi avrebbe scoperta. Gettai il corpo esanime della ragazza a terra, senza preoccuparmi di avere cura per il cadavere ormai freddo. Il giorno dopo lo avrebbero trovato. E non potei impedirmi di sorridere. Non era la mia prima volta, non davvero. Ma era la prima volta che il piano fosse completamente mio. L'avevo scelta, l'avevo presa e l'avevo uccisa.

Dopo qualche secondo sentii dei passi alle mie spalle.

-Kàtia- la voce adorante di Daniel Parkinson mi strappò un ulteriore sorriso soddisfatto. Quello sciocco era in mio potere, avrei potuto chiedergli qualsiasi cosa. Era stato cresciuto per essere un soldato, così era stato deciso, quando i genitori si erano uniti alla causa.

-Hai portato quello che ti ho chiesto?- domandai senza voltarmi.

-Sì- disse lui raggiungendomi. –Un oggetto personale di Rose Weasley! L'ho preso dal suo mantello- mi passò un piccolo oggetto, sembrava un portafortuna a forma di pluffa. Lo presi tra le mani soddisfatta, mi abbassai e lo adagiai affianco al cadavere.

-Sei sicuro che nessuno ti abbia seguito?- gli chiesi mentre gli davo le spalle, lui non rispose. Mi voltai e lo trovai con gli occhi sbarrati. Guardava il corpo senza vita ai miei piedi.

-Ti ho fatto una domanda Daniel!- lo rimproverai, pur tentando di non perdere completamente la pazienza. Ero stata avvertita del fatto che avrei avuto dei novellini a disposizione.

-Io..io- balbettò faticando a staccare gli occhi dal corpo a terra –Nessuno mi ha seguito- disse tornando a guardarla.

-Bene- commentai con noncuranza. Lo superai lasciandolo indietro, era ora di rientrare, non era prudente restare ancora lì.

- è morta?- mi chiese afferrandomi il braccio. Lo fulminai con gli occhi e lui mollò la presa come scottato.

-Ti sembra viva?- gli chiesi con sufficienza.

-Ma.. io .. tu non mi avevi detto ..- lo guardai con scherno. Era solo un ragazzino, valeva meno di niente, ma avevo bisogno di lui in quel momento. Assunsi l'espressione più innocente possibile.

-Sono sacrifici necessari- gli dissi.

-Ma, un omicidio .. –

Gli accarezzai la guancia, consolandolo -So che è difficile, ma è il nostro compito-

-Era la ragazza di Scorpius- disse con voce sommessa indicando la ragazzina a terra.

-Era una mezzosangue- lo corressi duramente, poi mi finsi dispiaciuta –Ci stai ripensando, Daniel? Non stai più dalla mia parte?- lasciai che la mia voce tremasse e ebbi l'effetto sperato. Lui si ricompose e tornò deciso.

–No mia signora, sarò al tuo fianco- gli concessi un sorriso –Bene!- la mia mano leggera lo accarezzò ancora –Adesso andiamo! Non devono vederci qui- .

Quando rientrai alla nave pioveva ed albeggiava. Mi affacciai dalla mia stanza, ed altre il lago sulla riva giaceva Marina Raven, con la divisa inzuppata, e la prova della colpevolezza di Rose Weasley accanto.

:{">}����

ANGOLO DI MIKA

Salve bellezze!
Lo so che è tardi, ma immagino che questo potrà essere considerato il mio buongiorno domattina!!
Bene bene bene...

Allora? Scatenate l'inferno!
Abbiamo un sacco di materiale, sebbene forse, la parte finale, oscuri un po' tutti gli altri avvenimenti!
Abbiamo anche avuto il primo PoV Lily. Mi piace scriverli, perché i suoi pensieri, di solito, sono leggeri (lasciate perdere il fatto che per ovvie ragioni questa volta non potesse essere così!)
Ad ogni modo, i miei preferiti sono i PoV Rox e non vedo l'ora di farveli leggere. Lei è una forza. Forse la mia preferita! 

Per il resto, scena molto calda tra i Rospius.. contente? 

E alla fine arriva Kàtia... avete capito cosa è successo? Cosa ha fatto Daniel? Ma soprattutto, cosa accadrà?

Buonanotte care :D Commentate Commentate Commentate e ditemi ogni cosa vi venga in mente!
Baci, Mika!
Ps In copertina Lily (ne ho messe altre di foto, sperando di non aver fatto casini, potete vederle in alcuni capitoli precedenti)

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a sto punto non vi libererete di me tanto facilmente :>
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Lily Pond, in fuga da un patrigno violento, approda a Derry, nel Maine, e trova il posto perfetto in cui nascondersi: Neibolt Street, numero 29, una...