Ah non tiravo un pugno da troppo tempo. Mi fece sentire quasi bene il suono del naso di Alex rompersi sotto le mie nocche. Ma ero cieco dalla rabbia.
Che cazzo ci faceva appiccicato a Daphne in quel modo? Ero già furioso ma quando io e Daphne ci guardammo fisso negli occhi era come se vedessi solo lei.
Bellissima in quel vestito, troppo. Non poteva indossare una cosa del genere ad una festa, era troppo esposta aveva troppi occhi addosso. Ma sembrava che volesse solo il mio sguardo su di lei, era come se stesse ballando solo per me. In modo lento, sensuale.. Non era mai stata così bella.
Ma il momento durò poco quando lui le prese il viso e la baciò. In quel momento non vidi più niente, solo rosso sangue, come il sangue che avrei fatto uscire ad Alex di lì a poco. Non poteva commettere errore peggiore sotto i miei occhi. In casa mia tra l'altro!
"Prova a sfiorarla solamente con un dito di nuovo e te le spezzo una ad una. Razza di coglione che non sei altro. Ma lo sai chi è? Lo sai quanti anni ha? È la sorella di Jacob e ha 17 anni!".
"Co.. Cosa? Cazzo non lo sapevo Liam.. Non mi aveva detto di essere minorenne!".
"Ti sembra maggiorenne?!"
"Beh.."
"Sparisci dalla mia vista" dissi in modo glaciale.
Dovevano tutti capire che non stavo scherzando in quel momento.
"La festa è finita andatevene tutti quanti".
Nessuno si mosse erano come pietrificati.
"Ora" dissi con più decisione e finalmente si stavano muovendo.
Non ero più dell'umore di fare festa. Tutta colpa di quella piccola streghetta..
Mi girai e la trovai intenta ad andarsene anche lei. Oh non crederà di cavarsela in questo modo.
"Tu no streghetta. Tu rimani qui con me. Abbiamo una questione da risolvere" dissi più freddo del ghiaccio.
Si fermò all'istante come paralizzata e si girò verso di me.
"Senti Liam io non volevo rovinare la festa a tutti quanti.. Solo a te in realtà però credimi non pensavo sarebbe andata a finire così".
Sembrava avere paura, ma comunque non abbassava lo sguardo. No, mi guardava dritto negli occhi come sempre. Aveva un coraggio che poteva fare invidia a tutti. Nessuno riusciva a guardarmi negli occhi come faceva lei, soprattutto quando ero infuriato come in quel momento.
"Taylor tu te ne puoi andare, accompagno io Daphne più tardi. Deve prima imparare una lezioncina".
Guardò la sua amica ma non poté non fare quello che le avevo praticamente ordinato. Finalmente non c'era più nessuno. Solo io e lei. Faccia a faccia.
Non aveva più un briciolo di paura, anzi, sembrava eccitata dalla situazione. E io non ero da meno.
Vederla li, vestita in quel modo, sfacciata come sempre. Mi diede una scarica di adrenalina.
Mi avvicinai a lei, come facevo sempre nelle ultime settimane perché il mio corpo mi tradiva e voleva questo. Il contatto. Il calore con il suo corpo. Non potevo farne a meno.
"Sei una piccola guastafeste streghetta".
"Beh ti sta bene, non credevi di cavartela vero? Dovevi pagare per quello che hai fatto al pub".
SFA-CCIA-TA.
"Sai cosa ti meriteresti per quello che hai fatto? Una sculacciata su quel bel sederino che ti ritrovi visto che ti comporti come una bambina" dissi con un mezzo sorrisetto.
Lei diventò tutta rossa in faccia, adoravo quando arrossiva, era dieci volte più bella. Stava indietreggiando mentre io andavo più avanti e prima che iniziasse a scappare da me la presi e la appoggiai sulla mia spalla.
"Liam ma che cazzo fai mettimi giù" disse scalciando in aria.
Oh l'avrei messa giù eccome.. Ma in acqua.
La sculacciai per davvero, uno schiaffettino sul culo a fianco al mio viso e lei urlò dalla sorpresa. Di sicuro non si aspettava che lo facessi per davvero.
E quella sensazione sulla mano mi piaceva anche troppo. La vibrazione data dal colpo mi arrivò dritto al cazzo.
"Smettila di muoverti streghetta ora ti metto giù".
Saltai in piscina con lei sulla spalla, la sentii gridare fino a quando non eravamo sott'acqua.
"Tu sei più imbecille di tutti gli imbecilli che si trovano su questa terra" disse cercando di togliersi i capelli dalla faccia.
Cercava di spingermi o di darmi dei colpi ancora non lo avevo capito stavo ridendo troppo per la situazione e lei si arrabbiò ancora di più.
"Ti odio con tutto il mio cuore" stava uscendo dalla piscina.
Oh no dove vai così di fretta. La trascinai di nuovo a me e la portai dalla parte un po più profonda e la bloccai tra me e la sponda della piscina. Non aveva via di scampo. Era tutta mia. Piccola, indifesa streghetta.
"Dove volevi andare Daphne, non ho ancora finito con te".
Era sorpresa perché non la chiamavo mai con il suo nome. E mi ero avvicinato in modo allarmante al suo bellissimo viso.
"Ora basta Liam lasciami andare non è più divertente".
"Perché era più divertente quello che hai fatto tu? Strusciarti su un ragazzo davanti a me? Baciarlo? Quello invece era divertente?" sempre più vicino.
"Volevo solo farti arrabbiare. Quello che non capisco è perché hai reagito in quel modo.. Come se..".
"Come se cosa piccola strega mmh? Come se volessi staccare a morsi la testa di quel coglione solo perché ti ha sfiorata? Ma non è bastato ti ha addirittura ficcato la lingua in gola" stava rimontando la rabbia dal ricordo di quella scena.
"Si. Perché Liam? Perché ti sei arrabbiato tanto?".
"Lo vuoi sapere?" annuì alla mia domanda.
Mi avvicinai al suo collo esposto visto i capelli tirati tutti indietro. Iniziai a sfiorarlo con le labbra e la sentii ansimare. Bastava quello per farmi andare in escandescenza.
"Perché cara streghetta" iniziai a dire tra un bacio e un altro sulla curva del collo, dalla clavicola all'orecchio. La sentii tremare sotto il mio tocco è questo mi fece impazzire.
"L'immagine di te con un altro, mentre ti tocca e io non posso farlo, mentre ti sfiora e io non posso farlo, che addirittura bacia quelle labbra che io non posso baciare.. Mi fa diventare una bestia" ansimava ancora e io ero eccitato come non mai.
Le accarezzai i fianchi con le mani e lei in risposta aggancio le gambe intorno alla mia vita. Così non potevo resistere.
"Perché non puoi?" disse affannata a un millimetro dalle mie labbra mentre le guardava con desiderio.
Forse voleva farmi morire in quell'istante. Con le mani risalii dal mio petto al collo, come al pub. E mi attirò a se poggiando le sue morbidi labbra sulle mie.
Si voleva decisamente uccidermi quella sera..
Non mi trattenni più la strinsi a me dalla vita con una mano e con l'altra la tenni per la nuca e la baciai facendole aprire quella bocca impertinente e iniziai ad assaporarla con la lingua.
Divenne un intreccio con la sua quando rispose al bacio e io mi sentivo in estasi. Aveva un sapore dolce che non potei immaginare di baciare qualcun'altra all'infuori di lei. Si aggrappava a me con braccia e gambe e il suo piccolo paradiso laggiù non faceva altro che strusciarsi sul mio cazzo che sembrava d'acciaio da quanto duro era diventato.
Stava diventando un agonia perché se non la smetteva di muoversi e baciarmi in quel modo l'avrei presa lì in piscina in quell'istante. Ma continuava a gemere e questo non mi aiutava affatto.
Con un ringhio mi allontanai da lei staccandomi del tutto da quel suo corpo ammaliatore. Il cuore mi batteva a mille forse stavo avendo un infarto. Lessi nel suo sguardo frustrazione per averla lasciata così insoddisfatta.
Credimi Daphne avrei voluto darti molto di più, tutto quello che potevo. Ma eravamo andati troppo oltre. Non potevo permettere che accadesse di nuovo.
"Asciugati come puoi ti riaccompagno a casa. Se non hai un cambio ti presto qualcosa".
Era furiosa. Lo sapevo. Talmente tanto da avere le lacrime agli occhi. Stavo per uscire ma lei mi precedette. Vidi più di quello che dovevo vedere. Non portava il reggiseno sotto quel vestito e i capezzoli inturgiditi si vedevano chiaramente.
Una vista che mi aveva fatto pentire di averla lasciata andare. La seguii. Ad un certo punto si tolse il vestito davanti a me ma di schiena e butto l'indumento a terra con rabbia.
Ma che stava facendo cazzo. Aveva un perizoma come mutandina. UN. FOTTUTO. PERIZOMA.
Volevo morire..
Ma poi si girò verso di me, allora forse ero davvero morto perché mi sembró di vedere il paradiso. Quell'immagine non l'avrei scordata neanche se avessi sofferto di Alzheimer cazzo.
Mi sorrise un modo preoccupante "mi daresti una maglietta per favore".
Cazzo.
Cazzocazzocazzo.
Le diedi la mia maglietta che si trovava sulla sdraio e se la mise. Le arrivava a metà coscia e porca puttana se non era ancora più bella che con quel vestito.
La riaccompagnai a casa in completo silenzio. Dando una sbirciatina di tanto in tanto a quelle gambe nude. Quella sera avevo avuto abbastanza immagini per potermi masturbare per tutta la vita..
Neanche il tempo di fermarmi davanti casa sua che aveva già sbattuto la portiera.
Beh buonanotte.
Ero fottuto. Completamente.