Romantics are the new rebels.

By Alex99995

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E se Phil Coulson avesse avuto una figlia? Adottata dopo la morte del padre da niente poco di meno che Tony S... More

Cast 1️⃣
Prologue
Avengers compound
I want to
Jake Seresin
What's a soulmate?
Welcome party
You are late
Peggy Carter
New team
Crash
Jealousy
Stop me
Babysitting
From lovers to enemies
You were there with me
Family dinner
Confession
Date?
First time
Perfect timing
Fucky, marry, kiss
Oh, shit
4 of July
Official training
Fire meets gasoline
That's my girl
Cast 2️⃣
Future
Director
Winter soldier
Secretary Ross
Deal
New journey
London
Miss you
Everett Ross
Wakanda
Berlin
Oh, fuck
Knee
The Tourist

C4

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By Alex99995

<<Sono in posizione.>> annuncia Natasha facendo risuonare la sua voce negli autoparlanti della sala comandi del complesso. Sembra cosi vicina... e invece è dall'altra parte del mondo.

E' in missione, insieme al resto della squadra. Stamattina alle quattro sono partiti per volare in Germania dove sono stati incaricati dallo SHIELD di entrare di nascosto in una base militare solo per rubare delle informazioni che secondo il segretario Ross appartengono al governo americano. I dossier e i file letti rendono la notizia reale... anche se è tutto cosi strano.

<<Barton?>> chiama il capitano Rogers tramite il suo auricolare facendomi irrigidire sulla sedia nel sentire la sua voce. <<Vai con i fuochi d'artificio.>>

Dopo venerdì ci siamo rivolti la parola a stento. Solo per questioni lavorative. Allenamento di ieri annullato cosi come i prossimi a seguire. Nessuno si è accorto di nulla visto che ufficialmente lui ed io non ci siamo mai realmente parlati. Se solo sapessero cosa abbiamo condiviso in queste due settimane da quando si sono trasferiti, i rapporti con la squadra si incrinerebbero tragicamente. 

Ci ho pensato e molto: forse l'idea migliore sarebbe essere trasferita. Non so se riesco a separare vita privata e lavorativa a tal punto da non lasciarmi coinvolgere in ciò che mi capita attorno. Anche stamattina. Sono qui ma una parte di me è laggiù con loro.

Grazie alle piccole telecamere montate sulle loro uniformi abbiamo accesso diretto a tutto ciò che gli succede intorno. Praticamente è come se fossimo con loro ma in realtà siamo al sicuro in queste quattro mura. Ognuno di noi ha una postazione con un computer, occhi puntati sugli schermi, auricolari per comunicare direttamente con la squadra. Bruce ci supervisiona pronto ad intervenire in caso di emergenza estrema.

Una serie di esplosioni a causa delle frecce scoccate da Clint, ci fa balzare dalle nostre sedie chiaro segno che non siamo decisamente pronti ad affrontare il lavoro sul campo. E mentre la squadra si divide in due, decidendo di attaccare questa base militare su due fronti, i miei occhi sono fissi sulla telecamera posta sull'elmetto di Steve suggerendogli mentalmente tutti i pericoli che riesco a percepire dalla mia postazione. Quasi come se potesse sentirmi.

<<Io vado dentro.>> annuncia ad un certo punto. <<Serve aiuto?>>

Da solo?!

<<Abbiamo tutto sotto controllo Steve.>> lo rassicura Natasha mentre mette ko alcuni uomini. <<Vai e torniamocene a casa.>>

<<Stasera ho voglia di pizza.>> ammette Sam sincero sorvolando sull'intera area. <<Anzi no... pasta.>>

<<Uccellaccio, ti sembra il momento di parlare di cibo?>>  lo richiama papà mentre provoca delle esplosioni qua e la per distrarre l'esercito tedesco.

<<Volete fare i seri? Ci sono delle reclute in ascolto.>> ribatte Wanda razionale ricordando a tutti che ci siamo anche noi.

<<Fate come se non fossimo qui.>> li rassicura Micheal divertito. <<Noi ci stiamo divert... agente Romanoff ore dodici!>> ordina bruscamente avvisando Natasha di alcuni agenti che le stavano arrivando di spalle.

Solo dopo averli messi ko senza problemi, la vedova nera esclama. <<Grazie agente Knight.>>

<<E' stato un piacere signora.>>

<<Non chiamarmi signora.>> lo rimprovera seria.

<<S...s-si sign... voglio dire agente Romanoff.>> ribatte prontamente a disagio Mike messo alle strette cosi su due piedi.

Steve nel frattempo si sta avvicinando sempre di più all'unica struttura che secondo la planimetria ha un seminterrato rinforzato con una lega ferro-acciaio che rende difficile penetrare al suo interno qualunque satellite. Da solo e senza copertura fisica, entra all'interno addentrandosi In un corridoio tetro come quello che si vede nei film.

<<Capisco che li l'inverno è gelido ma...>> inizia Micheal sottovoce coprendo il microfono sulla guancia affinchè non possano sentire. <<... le pulizie sono un optional?>>

Julia e Olivia ridono leggermente per la sua affermazione, mentre io lo ignoro categoricamente. Sono troppo concentrata a tenere gli occhi su Steve. Fin quando non sento proprio la voce di quest'ultimo attraverso gli autoparlanti. <<Mia?>>

Merda. E ora che c'è? <<Si, capitano?>> rispondo professionale ma con tantissima incertezza nella voce.

<<Indicami la strada per il sotterraneo.>> ordina deciso spingendomi a mettermi all'opera. Poteva chiedere a chiunque. Eppure, ha scelto me. E gliene sono grata perchè non sopporterei che qualcun'altro si occupasse della sua sicurezza. Scaricando velocemente la planimetria e chiedendo a Jarvis di indicarmi possibili fonti di calore, faccio ciò che mi ha chiesto incrociando le dita che vada tutto bene.

Ho l'ansia. E non dovrei. <<Tra settanta metri, c'è una porta sulla sinistra.>> affermo sicura di me. <<Prendi... voglio dire prenda la rampa di scale, ultimo piano a scendere.>>

<<E' bloccata. Ho bisogno di un codice numerico a quattro cifre.>>  annuncia facendomi sbuffare sonoramente. Hackerando velocemente i loro server mi inserisco nel loro sistema di sicurezza identificando in brevissimo tempo la porta in questione. Inserendo un piccolo virus, nonostante le mille combinazioni, pochi secondi e compaiono sul mio schermo 4 cifre pari.

<<So che può sembrare strano ma ... due-quattro-sei-otto.>> lo informo risoluta senza riuscire a nascondere il divertimento. La porta si apre, Steve inizia a scendere sotto terra fin quando non vedo I due puntini rossi lampeggianti avvicinarsi proprio alla sua posizione. <<Capitano, due uomini in avvicinamento... te li dovresti trovare di fronte tra tre...due...uno...>>

E infatti come volevasi dimostrare, nell'ambiente si sentono una serie di spari. Davanti alla telecamera appare lo scudo di Steve chiaro segno che lo sta usando per difendersi dalla minaccia per poi fiondarsi sui due tizi mettendoli ko. <<Non hanno l'aria di militari.>> confessa con il fiato corto per lo scontro appena avuto. Con un fermo immagine direttamente dalla sua telecamera passo a riconoscimento facciale il viso dei due uomini, trovandoli quasi subito nel database del governo.

<<Non lo sono infatti... mercenari. Grande bella fedina penale.>>

<<Avvisate Ross.>> ordina risoluto e sott'occhio vedo Olivia subito agire. Lo ignoro categoricamente e usando il ripetitore inserito nella sua uniforme, per amplificare il segnale del nostro satellite, riesco a scaricare velocemente una mappa del nuovo ambiente. Ma ... sfortunatamente viene rilevato anche altro.

<<C'è una buona e una cattiva notizia ... quale vuoi prima?>> chiedo sperando vivamente di sbagliarmi.

<<La buona.>> ribatte Steve pronto.

<<Ho la planimetria.>>

<<E la brutta?>>

<<Cammini su un terreno minato... letteralmente.>> gli informo preoccupata. <<Il satellite rileva abbastanza c4 sotto terra da far saltare l'intera struttura.>>

<<Porca puttana.>> impreca Bob alla mia destra seduto alla sua postazione.

<<Fonti di calori?>>

<<Nessuna... sei solo.>> affermo e il mio cuore perde qualche battito nel pronunciare queste parole. <<Che... che vuoi fare?>>

<<Prendere quei file e tornare a casa.>> annuncia come se nulla fosse procedendo nella struttura.

<<E' impazzito?!>> sbotta Julia incredula. <<Non ha senso del pericolo?>>

<<Cercami tutto quello che puoi su quei terreni.>> controbatto ignorando categoricamente la sua affermazione sul capitano.

<<Cosa stai pensando?>> domanda Bruce raggiungendomi sporgendosi verso di me.

<<Tutto quel c4 genererebbe un'onda d'urto cosi forte da provocare un grande terremoto.>> gli faccio notare sicura di me. <<Quindi o in Germania hanno ingegneri incapaci disposti a tutto pur di proteggere quelle informazioni o...>>

<<Le bombe sono vecchie.>> conclude Bruce per me. <<Vecchie tipo della grande guerra.>>

<<E questo rende le cose più pericolose perchè significa che non c'è un innesco.>> aggiungo prontamente. <<E' tutto lasciato al caso.>>

<<Che proporresti?>> mi domanda Bruce risoluto.

Pensa Mia, pensa. Sei un'informatica... quale potrebbe essere la soluzione? <<Un... drone?>> propongo un pò incerta cosi su due piedi. <<Un drone che... possa collegarsi automaticamente a quei computer. Nel caso controllato manualmente da remoto.>>

Bruce sembra valutare sul serio la mia proposta. Se è vero, se ho ragione... Steve sta camminando su un enorme pentola a pressione. <<Sapresti controllarlo?>> domanda ricevendo in risposta un grande si con il capo. E poi lo vedo sorridermi fiero. <<Fallo.>> ordina infatti dandomi fiducia. <<Falli uscire di lì. Knight avvisa Stark che abbiamo bisogno di uno dei suoi droni di ricognizione.>>

<<Subito signore.>> acconsente Mike mettendosi in contatto con papà.

<<Capitano?>> richiamo Steve tramite l'auricolare. <<Devi uscire subito. Manderemo un drone in ricognizione per l'acquisizione di quei documenti. Non è al sicuro.>>

<<Un drone? Vedo i computer, ci siamo. Ho anche la tua pendrive con me.>>

La mia pendrive non ti salverà dall'esplosione però.

<<Nat?>> sento Bruce chiamare con tono di voce preoccupato. <<Allontanatevi immediatamente da li.>>

<<E' cosi grave la cosa?>> domanda la rossa confusa.

<<Mi hai sentito quanto ti ho detto che stai camminando su un terreno minato, vero?>> sbotto contemporaneamente senza riuscire a nascondere il mio disappunto. Steve si blocca di colpo nel corridoio per qualche secondo quasi come se stesse riflettendo bene sulle mie parole. Giocando su questo, decido di fare un altro tentativo sperando cosi di convincerlo a fare cosa gli sto chiedendo. <<Per favore... esci da li dentro tutto intero.>>

Si, ho usato la voce dolce di proposito. E si, penso abbia funzionato perchè dopo qualche secondo lo sento sbuffare sonoramente prima di tornare indietro accontentandomi.                        Il problema? La sua comunicazione ad un certo punto salta. Niente più impianto video o impianto audio. Cosi come salta in aria una parte della base militare sulla quale stavano letteralmente camminando gli Avengers. Sono state innescate.

 <<Porca puttana.>> impreca Olivia sobbalzando dalla sedia per lo spavento.

<<STATE TUTTI BENE?>> domanda apprensivo Bruce. <<Ragazzi voglio i loro gps e parametri vitali sulla mappa, ora!>>

<<Steve?>> chiamo a gran voce non ricevendo nessuna risposta. Mi metto all'in piedi, costatando che il suo rilevatore non è ancora apparso sullo schermo. <<STEVE!>>

La prima voce a riecheggiare intorno a noi è quella di una donna. <<Stiamo bene.>> ci rassicura Wanda con il fiato corto. <<Ci è mancato poco.>>

<<Non ho visuale su Steve.>> le comunico spaventata al massimo. <<Papà? Papà ci sei?>>

<<Sto bene tesoro.>> mi rassicura anche se su di lui, avendo l'armatura, non avevo grandi dubbi. <<Cap mi senti?>>

<<Steve non è il momento di giocare a nascondino!>> esclama Sam con voce preoccupata.

<<Sto mandando drone in ricognizione.>>

Le poche telecamere della struttura rimaste ancora in piedi ci mostrano uno scenario spaventoso: l'esplosione è stata cosi forte da far crollare un pezzo di strada. Fortunatamente non si sono attivate le altre bombe tipo reazione a catena altrimenti sarebbe stata la fine.

<<Il drone ci impiegherebbe troppo tempo... ci penso io.>> ci informa Wanda sorvolando la zona spostando i vari detriti con l'ausilio dei suoi poteri. Natasha, premurosa come al solito, le chiede se se la sente notandola forse particolarmente indebolita. 

<<Steve?>> lo chiamo di nuovo con il cuore a mille. <<Steve maledizione mi senti?!>>

Fiato corto, palpitazioni, sudorazione eccessiva... sto avendo un attacco di panico. Ma sono comunque abbastanza vigile da sbattere entrambi i pugni con forza sulla mia postazione sotto lo sguardo attento di tutti che non sanno cosa fare o dire. Poi... nell'intero ambiente inizia a riecheggiare un respiro affannato intervallato da lamenti di dolore. <<S...s-sto bene.>> balbetta chi mancava all'appello facendomi tirare un sospiro di sollievo. <<Ma sono bloccato tra le mac...macerie.>>

<<Wanda sta arrivando.>> lo rassicuro premurosa reprimendo le lacrime che minacciano di uscire. <<Tieni duro, ok? Sei ferito?>>

<<Non ne sono certo.>> mormora con voce dolorante. <<Ma credo di si... sto perdendo molto sangue.>>

Non promette nulla di buono. <<Okey non devi addormentarti.>> ordina Bruce risoluto. <<Mi hai sentito , Cap? Non chiudere gli occhi.>>

<<S...s-si ti ho sentito dottore.>> risponde incerto.

<<Ragazzi l'ho trovato.>> annuncia la rossa. Riproducendo sullo schermo solo le riprese della sua telecamera, la vedo mentre scostando gli ultimi massi si intravede lo scudo di capitan America. E dietro di esso, uno Steve completamente sporco di polvere con un taglio sulla fronte e una gamba bloccata sotto un macigno. <<Credo abbia un'arteria tranciata... cerco di bloccare l'emorragia con la mia cintura ma servirà una trasfusione di sangue sulla via vi ritorno.>>

Trasfusione? E' cosi grave la cosa?

<<Può farla?>> domanda Bob perplesso. <<Vista la questione del siero?>>

<<Ci penso io.>> annuncia Natasha risoluta. Vedere quella scena, vedere il suo viso cosi dolorante è insostenibile. Perciò sposto lo sguardo altrove, dando le spalle allo schermo passandomi nervosamente le mani sul viso cercando di rilassarmi e scaricare la tensione accumulata in qualche modo. 

<<Starò bene.>>  gli sento dire volendoci forse rassicurare. E mi piace pensare che sì, la sua intenzione sia anche quella di rassicurare me.

<<Sono sul quinjet pronto ad intervenire. Portalo qui. E torniamo a casa.>> avvisa Clint, per fortuna uno dei pochi in squadra ad essere in grado di sopperire a qualunque emergenza medica.





Ho passato le successive quattro ore in attesa nell'hangar di decollo, seduta su una cassa militare con le gambe strette al petto e lo sguardo fisso verso l'apertura sul tetto che viene usata per l'entrata e l'uscita dei velivoli. Se mi fossi mossa diversamente sarebbe cambiato qualcosa? Avrei potuto evitarlo?

Dall'ultimo contatto radio con la squadra, circa un'ora fa, ho saputo che Clint è riuscito a fermare l'emorragia della gamba di Steve ricucendogli anche la ferita. Il super siero deve aver aiutato in qualche modo, un comune mortale sarebbe morto probabilmente dissanguato. Ma lui no. Lui è invincibile

Quando Bruce esce di corsa dall'ascensore, capisco che sono finalmente arrivati. Infatti pochi secondi dopo e il quinjet appare sotto i miei occhi alzando una grande folata di vento che mi fa tremare tutta come una foglia procurandomi dei grandi brividi lungo tutta la colonna vertebrale. E' davvero freddo o sono solo tesa?

E mentre zio Bruce avanza con grandi falcate dal resto della sua squadra, io me ne resto in un angolino senza muovermi. Abbassata la rampa, il primo ad uscire è proprio Steve sorretto da Sam e papà su entrambi i lati. La sua uniforme è ridotta uno schifo, sangue e polvere ovunque. E in prossimità della gamba il tessuto è stato tagliato cosi da poter operare su di lui, lasciandogli ora in bella mostra la sua gamba tonica stretta da una grande fascia. Poteva andare peggio. Considerando che si regge in piedi e riesce anche a camminare.

<<Va tutto bene?>> domanda apprensivo il dottor Banner.

<<Il siero sta facendo il suo effetto.>> ammette tranquillo capitan America guardandosi intorno. Come se ... cercasse qualcuno.

Ma è papà l'unico ad accorgersi di me. Quando intravede la mia figura o forse chissà la mia chioma bionda ben nascosta, molla il resto della squadra li e mi raggiunge velocemente spingendomi a scendere da questa cassa solo per abbracciarlo con trasporto.

<<Bruce stiamo bene.>> lo rassicura Natasha visto che il dottore è molto interessato al grande taglio che la vedova nera ha sulla fronte.. <<Certo poteva finire male.>>

<<Il segretario di stato ha indetto una riunione tra un 'ora ma se avete bisogno di più tempo, posso posticiparla e...>>

<<Sei stata grande.>> si complimenta papà spingendomi a prestare attenzione solo a lui e alla sua voce. Aumento la presa sulle sue spalle, costringendolo a fare la stessa cosa solo per sentirmi stretta in una morsa che però mi incute sicurezza e protezione.

<<Siete quasi morti per colpa mia.>> lo correggo lasciandolo andare tirando su con il naso.

<<Siamo vivi grazie a te.>> afferma sincero. <<E' stata tua l'idea dell'amplificatore sulla tuta di Steve. Tua l'idea del drone...>>

Può dirmi qualunque cosa. I miei sensi di colpa difficilmente andranno via. Ho sottovalutato la situazione, mi sono lasciata prendere all'ansia e perchè no distrarre dalle circostanze. <<Papà non mi va di parlarne.>> lo interrompo bruscamente. <<L'importante è che state bene. Ci vediamo tra un'ora per la riunione.>> E detto questo lo mollo li, andando dritta verso l'ascensore solo per chiudermi in ufficio avendo altro lavoro da sbrigare.





<<VI RENDETE CONTO DELLA GRAVITA' DELLA SITUAZIONE?>> 

Le urla adirate del segretario Ross riecheggiano per tutta la sala riunioni anzi ... meglio ancor dire per tutto il complesso. La riunione in questione che si sta tenendo da soli cinque minuti è in video conferenza. C'è perfino Fury, il quale finora non ha proferito parola lasciando parlare solo il suo superiore.

<<Segretario con tutto il rispetto ma se fosse stato più onesto in merito alla missione e ai pericoli che potevamo incontrare... la situazione sarebbe stata gestita diversamente.>> gli fa notare pungente Natasha seduta proprio di fronte a me. <<Eravamo su un campo minato.>>

<<Onesto?>> ripete il segretario Ross incredulo. <<Agente Romanoff vi ho detto tutto quello che il mio ufficio aveva e sapeva a riguardo.>>

<<No, non credo proprio.>> lo interrompe sicuro di se papà mostrandogli la foto dei due uomini messi ko da Steve e i loro profili stilati dal governo. <<Mercenari? Davvero?>>

<<Cosa stavano proteggendo?>> chiede Clint andando dritto al sodo.

<<Questo spetterà scoprirlo ai vostri tecnici.>> ribatte prontamente alludendo a noi. <<Ora... chi ha dato l'ordine al capitano di uscire da lì?>>

Alzando lo sguardo, attiro inevitabilmente l'attenzione di tutta la mia famiglia e in particolare quella di papà e Steve. Il primo è all'in piedi, il secondo ha occupato la prima sedia disponibile ancora un pò dolorante per la gamba. <<Sono stata io signore.>> 

<<Agente Coulson Stark... era a conoscenza che la missione di questa mattina riguardava il reperimento di quelle informazioni, vero?>> mi ricorda deciso.

Mi ha preso per scema?! <<Si, signore.>>

<<E... penso avrà notato che ora... QUELLE INFORMAZONI SONO ANDATE IN FUMO!>>

<<Perspicace.>> mormora Sam ironico dal fondo della sala.

<<EHI!>> lo richiama papà scioccato pronto ad attaccarlo visto il tono usato nei miei confronti.

<<Papà?>> lo interrompo furiosa con uno sguardo glaciale. <<NO.>> L'ultima cosa che voglio è essere difesa da lui e fare la parte della bambina. So farlo benissimo da sola, non ho bisogno degli avvocati difensori. Infatti arrivandoci da solo, si ammutolisce di colpo in un angolino della sala riunioni. <<Con tutto il rispetto signore... di nuovo.>> esclamo particolarmente nervosa ritornando a guardarlo. <<La missione era sì, recuperare quei documenti ma anche riportare la squadra a casa.>>

<<Questo non le da l'autorizzazione di ordinare al capitano Rogers di uscire!>>

<<Sono stato io.>> afferma risoluto Bruce. <<L'ho autorizzata io. Mia... voglio dire l'agente Stark non ha preso nessuna decisione senza prima...>>

<<Il problema non è questo, Bruce.>> lo interrompo bruscamente. <<Il problema è che il segretario Ross non ha i suoi documenti, ignorando completamente che avete quasi rischiato la vita per portare a termine la missione!>>

<<Non ho capito... può ripetere?>> chiede il diretto interessato perplesso.

<<Ah no, mi ha sentito bene.>> rivelo tranquilla alzandomi dalla mia sedia solo per spostarmi all'inizio del tavolo proprio sotto il suo sguardo. <<Non darà la colpa a me o ai miei uomini perchè voi del governo avete sottovalutato il pericolo! Se ha da ridire sul nostro modus operandi o sulle decisioni che siamo tenuti a prendere cosi su due piedi in base ai pericoli che ci circondano, alzi il culo dalla sedia e provi lei a fare il loro lavoro. Ci provi lei ad andare in missione o a rischiare la vita per salvare il mondo.>>

Una folata di profumo, che riconosco appartenere a Steve, mi fa capire che si sta avvicinando pericolosamente a me. <<Mia...>> 

<<L'ordine al capitano Rogers è arrivato per un motivo.>> aggiungo decisamente più calma e meno adirata. Eh si, quasi sicuramente è per  Steve. <<Era la sua vita o la vita di quei documenti. E con tutto il rispetto signore... le preannuncio già che il compito di questa squadra, della mia squadra, sarà tra le altre cose assicurarsi che gli Avengers tornino sani e salvi a casa.>> concludo genuina, sentendo lo sguardo fiero della mia famiglia su di me. Anche se so di aver oltrepassato il limite. 

Ross infatti è spiazzato. Muto come un pesce direi. Un semplice agente che si permette di parlargli cosi? Impossibile. Mi osserva incazzato nero, giocando nervosamente con le mani e ha uno strano ghigno sul viso. <<Sa come la chiamano a DC agente Stark?>> chiede ad un certo punto facendomi irrigidire.

Non prevedo nulla di buono. Chissà, forse dovrei scrivere una guida: come ritrovarsi senza lavoro e davanti alla corte marziale  dopo neanche una settimana operativa come agente del governo. <<No, signore.>> mormoro incerta scuotendo Il capo.

<<La Margaret Carter del ventunesimo secolo.>> rivela facendomi crollare il mondo addosso vista l'associazione tra me e la donna di cui Steve è ancora profondamente innamorato.  

Davvero? 

Il karma ce l'ha cosi tanto con me da punirmi in questo modo? Mi dovrei sentire onorata per il paragone se non fosse... beh se non fosse per le circostanze. Steve, ancora al mio fianco, si schiarisce la voce nervoso e percepisco rigidità nei suoi movimenti. <<Ha le palle devo ammetterlo nonostante la sua giovane età. Sarà merito dei suoi genitori che l'hanno cresciuta affinchè nessuno potesse metterle i piedi in testa.>>

<<Si... di entrambi.>> ribatto alludendo a Tony e Pepper e ovviamente a Phil.

<<Ciò nonostante... apprendo e prendo nota dei suoi suggerimenti. Ma ora cerchi di capire lei una cosa per me... non voglio avere altri problemi.>> chiarisce puntandomi il dito contro. <<Ci siamo intesi?>>

Ok, non verrò licenziata.

<<Si, signore.>>  diciamo all'uniscono la mia squadra ed io sapendo che la domanda è stata posta principalmente a noi essendo suoi sottoposti.

<<La riunione è conclusa.>> annuncia prima di interrompere il suo segnale video.

<<Stronzo.>> sbotta Micheal Knight esasperato alle mie spalle.

Dopo di ciò nella sala riunioni cala un silenzio imbarazzante. Io non ho il coraggio di guardare nessuno, avendo lo sguardo puntato verso il pavimento molto pensierosa. E non solo per l'insinuazione di Ross che sicuramente mi ha scombussolato particolarmente ma per... l'intera giornata e le preoccupazioni che ne sono scaturite. Steve ha quasi perso la vita. Siero o non siero, se l'è vista brutta.

<<Era solo la seconda missione...>>  fa notare Fury dolcemente parlando per la prima volta da quando si è connesso. <<E' normale...>>

<<No, non è normale.>> lo interrompo brusca. <<E poi se la pensi davvero cosi... perchè non dire qualcosa in nostra difesa?!>>

<<Ecco ora sembri tanto tuo padre.>> confessa sottovoce accennando un sorrisetto forse ricordando qualcosa in particolare.

<<Quale dei due?>> mormoro pungente prima di muovermi nervosa nella sala.

<<Sei arrabbiata lo capisco.>>

<<No, non lo capisci!>> ribatto puntandogli il dito contro quasi come se fosse qui. <<Questo... questo lavoro... è la mia famiglia. Sono troppo coinvolta. Non riesco a pensare lucidamente. Voglio... voglio che mi trasferisci.>>

Non posso farlo. Non ci riesco. Non voglio. E' la soluzione migliore, quella più giusta per loro e soprattutto per me. 

<<Imparerai a farlo.>> rivela il mio direttore facendomi intuire che no, non mi accontenterà. <<Un bravo agente deve imparare a reggere qualunque tipo di pressione.>>

Steve poco distante da me, tira un enorme sospiro di sollievo. E quindi qualcosa mi dice che se anche Fury avesse accettato, lui gli avrebbe di nuovo fatto cambiare idea. 

<<Allora sappi che ti arriveranno un mucchio di lamentele dal segretario.>> chiarisco nervosa mettendo già le mani avanti. <<E' questo quello che vuoi? Okey...>>

<<Scoprite cos'è andato storto, chi erano quegli uomini e cosa stavano proteggendo in quel bunker.>> ordina risoluto Nick cambiando completamente discorso. <<E... Mia?>> Ritorno a fissarlo solo perchè ha chiamato il mio nome altrimenti col cazzo che lo farei. <<Ottima idea quella del drone.>> si complimenta prima di abbandonare anche lui la conferenza. 

Sbuffo sonoramente alla sua affermazione, nervosa al massimo. Sento in parte lo sguardo di tutti su di me e la cosa mi innervosisce particolarmente visto che in questo preciso momento vorrei solo essere chiusa nel mio ufficio da sola. <<Da domani riprendiamo i vostri allenamenti.>> annuncia Steve risoluto. <<Ma per stasera... visto che è stata una giornata particolare per tutti... siete off.>>

<<Ci dispiace davvero per com'è andata.>> ammette Bob sovrappensiero attirando tutta l'attenzione su di se davvero mortificato. Ha lo sguardo chino sulle sue mani nascoste sotto il tavolo. E' sinceramente dispiaciuto e teso, cosa che mi fa accennare un piccolo sorriso vista la sua empatia.

<<Non devi.>> lo rassicura Natasha calorosa. <<Ci avete dato una grande mano. Scendere sul campo non è facile è questo il motivo del perchè state lavorando cosi duramente. Per essere in grado di affrontare qualunque situazione.>>

<<Grazie.>> sussurra Bob accennandole un sorriso sincero. Piano piano iniziano ad alzarsi tutti dai loro posti. Pronta a sgattaiolare anch'io fuori da qui, indietreggio verso una delle porte prontamente bloccata dalla voce di Steve che mi chiede al contrario di fermarmi un altro minuto.

<<Cap... vacci piano.>> suggerisce papà premuroso intuendo forse che sta per partire la ramanzina. Arriva da me solo per depositarmi un bacio sulla fronte per poi uscire chiudendosi la porta alle spalle. 

Ma anche quando l'ultimo dei nostri colleghi ha lasciato la sala, lui resta dov'è. A netta distanza.<<Sei stata troppo impulsiva.>>

Eccolo che inizia con la paternale.

<<Lo so.>>

<<Non dovevi parlargli cosi.>>

<<Anche se è un coglione di prima categoria?>> sbotto nervosa guardandolo in cagnesco.

<<Anche se è un coglione, si.>> conferma camminando nella mia direzione. <<E' un tuo superiore, queste chiamate sono registrate e ... potrebbero ritorcertele contro.>>

Ma che gli prende? Lo sta difendendo?

<<So badare a me stessa.>>  affermo fredda e distaccata. <<Se ci dovessero essere problemi, fammelo sapere e sarà...>>

<<Anche se hai ragione.>> mi interrompe di botto in tono più dolce mentre mi si para di fronte. <<E io avrei fatto e detto esattamente le stesse identiche cose.>>

Aspetta: si... sta complimentando? Ho capito bene?

<<Vuoi davvero farlo?>> domanda poi d'un tratto poco chiaro costringendomi a corrucciare la fronte. <<Andartene?>>

<<Sono troppo coinvolta.>> ammetto sincera. <<L'hai visto anche tu, no?>>

<<Non è un buon motivo per lasciarci.>>

<<Parli cosi perchè sei coinvolto in prima persona.>> ribadisco dandomi la zappa sui piedi da sola visto che... non dovrei mettere l'argomento in mezzo. <<Se fosse un qualsiasi altro agente, l'avresti già rispedito a DC.>>

<<Hai ragione.>> mormora accondiscendente. <<Hai ragione ma ... tu non sei un qualsiasi agente.>>

Ignorandolo categoricamente cosi da non lasciarmi sopraffare dalle emozioni aggiungo. <<Devo imparare a gestire questa cosa prima di... fare qualche guaio. Potrei andare via per qualche mese, lavorare con un'altra squadra e poi nel caso tornare se c'è ancora bisogno di me... >>

Ma la mia idea non sembra piacergli particolarmente perchè Steve inizia a scuotere il capo deciso.<<Non andartene.>> mi supplica teso. <<Non... non farlo, resta qui.>>

<<Steve...>> sussurro esasperata. <<Potrei mettervi in pericolo.>>

<<No, non lo farai.>> mi tranquillizza sicuro di se. <<E noi abbiamo bisogno di te qui. Io... Io ho bisogno di te qui.>>

Di male in peggio aggiungerei. Non vuole farmi del male di proposito ma... lo sta facendo. E io non so come difendermi da questa sua minaccia. <<C'è altro che devi dirmi?>> chiedo impaziente di andarmene.

Lui sorride appena, intuendo che voglio concludere il prima possibile questa conversazione. <<Grazie.>> mormora chinando il capo solo per qualche secondo. E una volta rialzato, fissa i suoi occhi nei miei davvero emozionato. <<Mi hai salvato la vita. Se non avessi insistito, se non mi avessi convinto a tornare indietro...>>

<<Non ho fatto nulla.>> lo interrompo decisa.

<<No, non è cosi.>> mi corregge sicuro di se sfiorandomi il viso con I polpastrelli fingendo di giocare con una mia ciocca di capelli. <<Non hai la minima idea di tutta l'influenza che hai su di me. Quindi... grazie.>>

No, adesso basta. 

<<Smettila.>> ordino a disagio scuotendo il capo ripetutamente. <<Smettila di dirmi queste cose... non lo capisci? Non lo vedi? Non mi aiuti cosi.>>

<<E' la verità non posso...>> tenta di difendersi interrompendosi poi di colpo quando tento di fuggire fuori, prontamente bloccata da lui che mi ri-attira a se queste volta tra le sue braccia. Notando il mio opporre resistenza, mi stringe in una morsa impedendomi cosi di lasciarlo andare. <<Ti prego non respingermi... un minuto... ti prego, mi serve un minuto cosi.>>

Il suo cuore batte all'impazzata, ha il respiro corto quasi come se non ci fosse abbastanza ossigeno nella stanza. Ha avuto paura. Non lo da a vedere ma... è terrorizzato. E... mi ha chiaramente fatto capire che ha bisogno di me. 

Fa male essere stretta a lui cosi e sapere che nonostante tutto, non ci potrà essere nulla di tra di noi. Non abbiamo futuro. Perchè lui è ancora ancorato al suo passato. Ma la consapevolezza più grande è che nonostante ciò che provo per lui... io non sono disposta a perderlo. Ho bisogno di lui nella mia vita perchè è parte della mia famiglia. Perciò anche se con molta difficoltà le mie braccia si fanno strada su per tutto il suo torace, solo per arrivare ad allacciarsi dietro alla sua nuca ricambiando cosi l'abbraccio. Nascondo praticamente il viso nell'incavo del suo collo, costatando che anche tutta la mia agitazione sta piano piano scomparendo. I muscoli si allentano, la pressione diminuisce, il cuore regolarizza i suoi battiti... e tutto grazie a lui. 

Merda, è ufficiale: non c'è più via di ritorno. 

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