Una volta sicura che a Londra è tutto in ordine, faccio rotta sulla Germania cosi da riuscire a salutare Sharon. Perciò dopo altre sette ore di volo, nel tardo pomeriggio, atterro finalmente a Berlino. Varcando la soglia della sede dello SHIELD, decisamente un pò a disagio, non posso non notare quanto siano complementari i nostri rispettivi edifici. Anche questo è in periferia, circondato da alberi forse per non destare sospetti nel vedere quinjet che svolazzano nel cielo cosi come se nulla fosse. Per la gente normale, i nostri velivoli sono vere e proprie macchine volanti.
<<Posso aiutarla?>> domanda un uomo in divisa raggiungendomi. <<I fattorini devono accedere dal retro per le consegne... troverà un agente ad atten...>> Quando mi volto verso di lui però l'uomo, sbianca di colpo e si irrigidisce sul posto spalancando la bocca per la sorpresa. <<Dirr...direttore Stark.>> mi saluta riconoscendomi facendomi il solito saluto militare portandosi la mano sulla fronte paralizzato. Questo attira l'attenzione di alcuni suoi colleghi poco distanti che iniziano a bisbigliare tra di loro. Non c'è poi cosi tanta gente eppure forse per i soffitti alti, le loro voci risuonano particolarmente cristalline.
<<Ahm... riposo. Riposo agente Esposito.>> ordino imbarazzata per tutta questa formalità leggendo il suo nome sulla targhetta dell'uniforme.
<<Mi... mi dispiace signore non sapevamo che sarebbe passata.>> si giustifica. <<E...>>
<<E con i miei abiti civili mi hai scambiato per un semplice fattorino.>> concludo per lui per nulla infastidita dalla cosa. <<Va tutto bene... davvero. Anzi grazie, se voglio camuffarmi prossima volta posso decisamente usare questo stratagemma.>>
L'uomo cerca di trattenere un sorrisetto divertito, prima di allungare il braccio e farmi cenno di procedere in direzione dell'ascensore. Quando ci avviciniamo al bancone della hall, i due agenti seduti si alzano di scatto e mi salutano comunicandomi che il direttore mi sta aspettando nel suo ufficio.
<<Prima volta a Berlino, signore?>> chiede il mio accompagnatore volendo fare conversazione forse per farmi sentire a mio agio.
<<Eh già... che città è?>> chiedo curiosa entrando nella cabina.
<<Fredda... monumenti austeri e... gente qualche volta un pò scorbutica.>> rivela subito ironizzando sulla cosa.
<<Noi siamo stati più fortunati allora.>> ribatto sincera con un pizzico di spavalderia. La corsa prosegue in silenzio. Quando le porte dell'ascensore si aprono, davanti a me appare una ragazza bruna che ci attende paziente.
<<Direttore Stark?>> mi chiama accennandomi un sorriso. <<Prego da questa parte il direttore Carter la sta aspettando.>>
Do una rapida occhiata all'agente Esposito, ringraziandolo silenziosamente e poi esco sul piano seguendo la direzione che la ragazza mi suggerisce. Di fronte a me una scrivania, che deduco sia la sua, e poi subito delle pareti di vetro proprio come a Londra che delimitano l'ufficio della mia collega.
<<Posso portarle qualcosa, direttore?>> domanda cordiale. <<Un thè magari?>>
Thè? Bleah che schifo.
<<Niente thè per lei.<< afferma una voce femminile familiare attirando la mia attenzione mentre la sento avvicinarsi a me nel corridoio. <<Non è ancora cosi inglese. Proporrei un calice di Chardonnay ma siamo in servizio. >>
Mi volto verso la diretta interessata, accennandole un grande sorriso sincero. <<Peccato...>> sussurro dandole corda volgendomi poi verso la ragazza che mi ha posto la domanda. <<Sto bene cosi grazie.>> rivelo rifiutando cosi da bere. E poi, una volta rimaste sole, la prima cosa che faccio è fiondarmi su di lei abbracciandola con trasporto sentendo improvvisamente tutta l'ansia e la tensione sparire di colpo.
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Romantics are the new rebels.
RomanceE se Phil Coulson avesse avuto una figlia? Adottata dopo la morte del padre da niente poco di meno che Tony Stark? Cresciuta con gli Avengers, apprendendo da loro tutto ciò che c'è da sapere sull'arte del combattimento e dello spionaggio, Mia pensa...