Fields

By fcassandre

5.4K 503 4

Con il piombo ormai agli sgoccioli, l'Italia intera sembra determinata a voltare l'ultima pagina di turbolenz... More

1. Lento
2. Addicted
3. Best friend
4. She way out
5. Shiver
6. Shelter
7. You and me
8. Young volcanoes
9. Face down
10. Wild things
11. Catch me
12. Take me home
13. Sights
14. Pretty girl
15. Strawberries and cigarettes
16. Don't leave me this way
17. Sanctify
18. Take me to church
19. Sleep on the floor
20. I know a place
21. 1st position
22. Nessun grado di separazione
23. They don't know about us
24. Tutto qui accade
25. Lay all your love on me
26. When I look at you
27. Deep end
28. Unconditionally
29. Sola
30. River
31. The archer
32. Somebody else
33. Tainted love
34. Sai che
35. You mean the world to me
36. The other side
37. Strawberry blond
38. Tua per sempre
39. The way I loved you
40. Total eclipse of the heart
41. Colors
42. Blue jeans
44. Sixteen
45. Attenta
Epilogo: At the beginning

43. Describe

80 10 0
By fcassandre

No bells anymore, just my stomach rumbling

Can you describe them for me? [...]

The lock on the door is barely holding

Can you just wait here with me?

[Perfume Genius]

***

Sul finire della giornata trascorsa in viaggio, alternandosi al volante a intervalli regolari di tre ore, Camila e Lauren poterono finalmente godere di una vista inedita e quantomai nordica; una vista cui non erano per nulla use ma che necessariamente assomigliava alla Terra promessa cantata da Eros Ramazzotti. Se, per i non nativi, tutte quelle montagne che nascondevano l'orizzonte potevano risultare subito opprimenti, per loro rappresentavano la meraviglia allo stato più pascoliano che ci sia; la libertà, in ultimo, conquistata.

A quella specifica ora della sera, esse assumevano una tonalità azzurrina che rimaneva dolcemente intermedia tra il colorito del cielo e quello del lago su cui incombevano. Pacifico che fosse solo una preziosa componente della tavolozza che invece si formava a ridosso del Tirreno crepuscolare, ma costituiva un'autentica gemma grezza.

Mentre il Transporter rallentava per costeggiare il ramo settentrionale del corso, sulla stessa sponda che proseguiva verso sud, dividendosi per Bellagio, prima su Mandello del Lario e poi su Lecco, Camila non poté frenare l'urgenza di abbassare del tutto il finestrino. Quasi saltellava sul sedile, per com'era entusiasta.

- Mio Dio, che bellezza! – commentava, respirando a pieni polmoni l'aria nuova, esponendo i riccioli al vento. E poi, voltandosi piena di luce verso colei che conduceva il mezzo con destrezza via via più solida. – Che gioia, amore. Non mi sembra vero... -.

Sganciando la cintura, andò a sedere su una delle sue gambe, quella impegnata con l'acceleratore, e si assicurò preventivamente al suo collo per dipingere una tela di baci lungo il profilo del suo viso illuminato di entusiasmo.

- Camz! – protestò blandamente ella, mentre ridacchiava con leggerezza.

- Sei quanto di più meraviglioso potesse capitarmi – fu il bisbiglio che la fece avvampare. – Non me lo potevo immaginare nemmeno in sogno di finire qui... cioè, di iniziare -. Camila depose un bacio di seta nel punto in cui la sua pulsazione aveva preso a impazzare, per poi vagheggiare in un tratteggio di polpastrelli il profilo delle sue labbra schiuse. – Mi intendi, sì? -.

Gettandole un'occhiata fugace, ma intensa, Lauren sollevò un angolo della bocca. Lasciò il volante alla sola mano mancina e con la ritta accolse quella che le elargiva sensuose tenerezze. La voltò sul dorso e sul palmo, più e più volte (talvolta coinvolse anche l'interno del polso e la rotonda convessità ossea che sporgeva dal carpo più estremo), applicandovi molteplici firme del proprio amore; tra di esse, sorse la speculare conferma: - Intendo, sì -.

***

Nascosta la fede nuziale sotto a un guanto di spesso cuoio, Christopher alzò la lampo del giubbotto sino al mento. Montò in sella a una RD 350 di terza serie e, scambiato uno sguardo d'intesa con Rosario, che lo fiancheggiava con piglio spavaldo, calò la visiera a specchio davanti agli occhi.

Alejandro Cabello era stato più che chiaro, praticamente indiscutibile: Camila, viva o morta che fosse, doveva fare ritorno a casa al più presto possibile. Il non trascurabile dettaglio che la sua sparizione fosse strettamente correlata a quella di Lauren era ciò che più alimentava la sua furia, e sollecitava la motocicletta a galoppare sull'asfalto al limite delle forze offerte dal motore bicilindrico.

Ora che possedeva tutte le risorse per completare quella missione, non aveva alcuna intenzione di fallire. Sull'altare dell'odio aveva già posto orgoglio, gelosia e avidità ed era pronto a immolare ciascuno di essi per il successo e il prestigio che ne sarebbero derivati. Che fosse o meno pronto a commettere un delitto, ci limiteremo a sottolinearla come possibilità estrema.

Con il fine di svincolarsi dal forte attrito dell'aria, si era pressoché sdraiato sul telaio della Yamaha: il suo portamento fiero assomigliava pericolosamente a una moderna rivisitazione delle gesta di Gianciotto Malatesta.

Se, all'inizio, l'abbandono di Camila gli era parso il preludio di un divorzio annunciato da mesi, quando aveva appreso dell'ulteriore assenza di Lauren si era subito indirizzato verso la voce «adulterio»; e sebbene il relativo articolo del codice penale, il 559, fosse stato abrogato ben diciassette anni prima, e stessa sorte fosse toccata al numero 587, che regolava il cosiddetto «delitto d'onore», nell'agosto del 1981, nella sua rigida mente di uomo del ventesimo secolo non erano stati compiuti i medesimi passi legislativi, giuridici e sociali soprattutto. Dunque era pacifico che si sentisse oltremodo legittimato a sanare in prima persona quella ferita.

Ci consola sapere che buona parte del Paese reale di allora non ragionasse similmente.

***

Dopo la dipartita del crepuscolo, che in quel luogo aveva favorito una precipitazione di umidità di rari eguali ed era accompagnata dalla presenza di un aggressivo contingente di zanzare, Camila fermò i capelli in una lunga treccia. Lasciò che essa ondeggiasse al ritmo dei suoi passi, e che la porta del bagno si richiudesse dolcemente con la pendenza.

Oltre il varco costituito dal tetto a soffietto, Lauren si era già rifugiata sotto le coperte. Leggiucchiava una rivista dozzinale rimediata all'area di sosta presso cui avevano cercato ristoro, appena varcato il confine tra la Toscana e l'Emilia-Romagna. Accomodandosi sul suo grembo, Camila gliela sottrasse abilmente. Il più piccolo accenno di protesta, che probabilmente riguardava la visita di un certo marchese, perì con estrema arrendevolezza sotto le premure delle sue labbra.

Sospirando, la corvina depose le palme sulle sue caviglie, e le fece scivolare lungo la stoffa spessa delle parigine, fino all'orlo doppiamente rigato di bianco. Uncinò il retro delle sue ginocchia e la tirò più vicina a sé.

- Camz – impetrò, quando la minore si avventurò lungo il suo collo. – Io non... -.

Ma anziché ostinarsi con una inadeguata quantità di erotismo fine a se stesso (come spesso aveva fatto Christopher, mannaggia a lui e al suo ego), ella si accoccolò nell'incavo formato dall'incontro tra la sua mandibola e l'orecchio destro. Vi strofinò il naso con rinnovata familiarità e - Lo sé, querida, lo sé – rassicurò, con tono infarcito di una profonda affezione.

Lauren si premurò di coprirla con la trapunta di cui in precedenza aveva beneficiato in solitudine.

- Secondo te è stato un azzardo? – eruppe, a luci ormai spente.

In verità non dubitava della necessità di quella fuga, ma si preoccupava delle conseguenze che essa avrebbe scatenato, che nella sua opinione erano già paragonabili a una guerra civile; una guerra civile che sarebbe risultata assai più sanguinosa della stessa faida, una volta che gli antagonisti (Don Cabello in primo luogo, suo fratello Christopher, Ottilia e suo padre Michael, e magari persino Taylor) avessero riconosciuto attivamente la cagione di fondo che l'aveva spinta a tanto.

- E perché mai, Lo? Prima o poi doveva succedere – mugugnò distrattamente Camila, che aveva appena calato le palpebre per rilassarsi e dunque non si aspettava di imbastire una conversazione che non si basasse esclusivamente sul reciproco respiro. – Sapessi quanto grata sono per quello che hai organizzato a mia insaputa. Insomma, quanto ancora avrei potuto resistere, separata da te? -.

Lauren fu più volte sul punto di interromperla per ribattere, ma infine tacque. Con le mani percorse in lunghezza la treccia che ella aveva sapientemente assemblato. Nel momento in cui la disfò del tutto, silenziò i suoi versi contrariati con una tenerezza che sapeva estremamente gradita: un lento massaggio alle radici dei capelli.

- Ecco – gemette Camila, tra le risate compiaciute della compagna. – Proprio di questo parlavo -.

***

Poiché negli ultimi mesi il suo sonno aveva perduto l'usuale stabilità, data l'angoscia che instancabilmente scavava dentro di lei una galleria di vuoto cosmico, lo sferragliare mattutino del primo treno di linea fu sufficiente a destarla. Emergendo lievemente dalle confortevoli pieghe che la maglietta di Lauren formava sulla metà inferiore del torso, lì dove aveva coricato la testa, Camila rimosse alcuni riccioli impertinenti che ricadevano scomposti davanti agli occhi; e poi sorrise, inebetita dalla vista adorabile che le si presentò innanzi, costituita di un respiro regolare e sereno, una fronte distesa, lunghe ciglia serrate con la leggerezza di una piuma, un incarnato più roseo che abbronzato, meno giovane per le tribolazioni, ma ancora etereo come il volto della luna, e una chioma corvina ben arruffata.

Si accomodò meglio nell'abbraccio delle sue gambe e le scoprì di poco il ventre. Attaccandovi le labbra, scambiò la sua pelle per soffice velluto. Mano a mano che lo ricalcava con poco più del proprio respiro, in un verso e nell'altro, e che, per così dire, imbastiva la traccia delle nuove cuciture con cui avrebbe voluto sanare sia le cicatrici lasciate dalla varicella, sia le ferite più invisibili e profonde, esso guizzò, e mutò ritmo nel riempirsi e nello svuotarsi di aria. Allorché s'aggiunsero alcune carezze lungo l'esterno delle cosce, i suoi polmoni subirono un sussulto e parvero d'improvviso più affamati.

Non appena Lauren si destò, alquanto confusa ma già bisognosa di approfondire le attenzioni che le pervenivano, Camila si issò sul materasso e, collidendo con le sue labbra, azzittì prontamente ogni mugolio di protesta in procinto di sorgere da esse. Come invasata, montò a cavalcioni di una delle sue gambe, ben attenta a premere il proprio ginocchio contro il centro dei suoi pantaloncini sportivi.

Ella spalancò lo sguardo, quasi trasalendo per la sorpresa. Ma poi si limitò a inclinare la testa e a riversare ancor più avidità in quell'intrigante intreccio di labbra, lingue e denti.

Una forte folata di vento scosse dolcemente il Transporter e, oltre a ossigenare il fuoco che condividevano, fece sibilare la porta malchiusa, ancora sprovvista di un definitivo sistema di blocco. Quando i loro respiri divennero più grevi e ansiosi, e i baci alquanto scomposti, l'angusto spazio progettato come zona notturna parve rimpicciolirsi in virtù del calore che rapidamente lo saturò; come una iperpiressia di origine virale.

Camila divampava di desiderio come una fiamma indisciplinata. Quasi rabbrividiva per la frenesia. Il fermento che gradualmente si costruiva dentro di lei crepava uno a uno i bozzoli che custodivano splendidi esemplari di Papilio palinurus (presso gli ispanofoni nota come mariposa esmeralda), e li scoteva finalmente dalla patina letargica. Togliendosi la maglietta, fervente com'era, non provò alcun sollievo nell'incontrare la canicola dell'ambiente che non coincidesse con le mani accoglienti di Lauren, quando si chiusero gentilmente su ciascuno dei suoi seni.

- Bueno, mi amor - sospirò, ora trovando sostegno nella tela superiore del soffietto. Facendo leva sulle braccia, agevolò la manovra che le sottrasse l'ultimo strato di cotone che portava indosso.

L'umidità tropicale che grondava dalle sue pieghe intime prestò incontrò l'arsura fiammeggiante della cute di Lauren e con essa creò una frizione energica, frettolosa, quasi disperata: un'amazzone a cavallo del proprio destriero.

Mentre la assestava sopra e contro di sé, la corvina imprecò tra i denti. L'erotismo di quella visione era impareggiabile; così impareggiabile che le faceva girare la testa, e battere il cuore fuori dal petto; talvolta ronzare le orecchie, talvolta perdere la vista. Tutto il sangue che le scorreva in corpo raggiungeva solo due distretti: uno era costituito dalle sue guance soffuse di un rosso acceso e l'altro, beh, l'altro era la sua personale origine del mondo.

Allorché cercò di reclinare il capo all'indietro, mal contenendo quel piacere irresistibile, che più che dal contatto in sé, le derivava dall'idea isolata di Camila in quello stato selvaggio, ella glielo impedì: le gettò le braccia al collo e la strinse al petto con forza. Ansimando parole sconnesse al suo orecchio, continuò a spingere i fianchi verso di lei. Insistette finché ne ebbe le forze, finché non crollò in avanti senza fiato e senza facoltà di schiudere le palpebre, inchiodandola tra sé e la tela del soffietto. Credeva, talmente si percepiva distinta dalla gabbia del corpo, di udire anche il forsennato ritmo del suo cuore, oltre al proprio.

Appena ne possedette la facoltà, Lauren la spinse sul materasso, disarcionandola. In un attimo le fu addosso, o meglio, tra le sue gambe tremule ricavò lo spazio di cui abbisognava. Senza pietà, poiché voleva che permanesse su quelle frequenze voluttuose il più a lungo possibile, si tuffò con le labbra nel lago che la scalata alle vette dell'Eros aveva sostituito alle linee sinuose della sua vulva.

Camila, piacevolmente rossa in volto, immerse le mani nei suoi capelli, ancorandosi pressoché a essi. Dopo un istante rovesciò gli occhi all'indietro e ricadde sulle lenzuola sfatte.

- Lauren - chiamò a stento. - Se la smetti... -. Si interruppe in un gemito strozzato. – Se la smetti, mi uccidi -.

Continue Reading

You'll Also Like

21K 1.6K 44
[ COMPLETA ] Questa storia vede come protagoniste Kat Barrell (Nicole Haught) e Dominique Provost-Chalkely (Waverly Earp) che si trovano impegnate a...
182K 5.7K 71
"L'amore è come una partita di calcio: ci sono momenti di gioia e trionfo, ma anche momenti di tensione e sconfitta. Ma con Kenan al mio fianco, sape...
64.4K 2.4K 38
Johanne Hedengaard faceva parte del club più esclusivo e violento e criminale di tutta Brighton, il famoso e temuto Renaissance. Dentro al Renaissanc...
5K 186 11
Fine quarta stagione. Mentre Kara viene lentamente consumata dai sensi di colpa, Lena sta pensando a come rigirare le carte in tavola. Riusciranno a...