Fields

By fcassandre

5.4K 503 4

Con il piombo ormai agli sgoccioli, l'Italia intera sembra determinata a voltare l'ultima pagina di turbolenz... More

1. Lento
2. Addicted
3. Best friend
4. She way out
5. Shiver
6. Shelter
7. You and me
8. Young volcanoes
9. Face down
10. Wild things
11. Catch me
12. Take me home
13. Sights
14. Pretty girl
15. Strawberries and cigarettes
16. Don't leave me this way
17. Sanctify
18. Take me to church
19. Sleep on the floor
20. I know a place
21. 1st position
22. Nessun grado di separazione
23. They don't know about us
24. Tutto qui accade
25. Lay all your love on me
26. When I look at you
27. Deep end
28. Unconditionally
29. Sola
31. The archer
32. Somebody else
33. Tainted love
34. Sai che
35. You mean the world to me
36. The other side
37. Strawberry blond
38. Tua per sempre
39. The way I loved you
40. Total eclipse of the heart
41. Colors
42. Blue jeans
43. Describe
44. Sixteen
45. Attenta
Epilogo: At the beginning

30. River

82 10 0
By fcassandre

Oh, I wanna come near and give to you

Every part of me

But there's blood in my hands

And my lips are unclean

[Leon Bridges]

***

Camila si rialzò con una lentezza estrema, poiché temeva che il sostegno delle gambe potesse venirle a mancare all'improvviso. Nei suoi occhi d'ebano si leggeva facilmente l'emozione di frustrazione e timore che la vessava senza misericordia. Così indifesa, assomigliava a un cerbiatto che venga incriminato da un paio di fari abbaglianti, nel cuore della notte.

Con la chiara intenzione di stabilire un contatto, protese una mano verso di Lauren. Complice la paura del rifiuto, essa non era del tutto distesa, tremolava, e quasi si raccoglieva in un pugno.

- Non toccarmi – ringhiò la corvina, quando quasi poteva coricarci la guancia. Anche in lei, era evidente, vibravano tutt'e quattro le corde del dolore: era il Tartini che suonava la Sonata per violino in sol minore, passata alla storia come il Trillo del Diavolo.

- Per favore – ritentò Camila, approssimandosi con il corpo. Possedeva un sospetto cristallino che ella non fosse reale, ma solo un prodotto della propria, spasimante immaginazione. – Sto impazzendo – addusse in un sussurro.

Un velo di lacrime già scintillava davanti alle sue iridi. Da ormai un'infinità di giorni tentava di racimolare prospettive di futuro che non coinvolgessero la giovane donna che le stava innanzi e sembrava soffrire parimenti, ma era così arduo sentirsi intera come in origine quando le aveva consegnato gli incorporei luoghi di sé di cui non sospettava nemmeno l'esistenza.

D'altro canto, dire che Lauren era altrettanto tentata dalle circostanze presenti suonerebbe riduttivo ed eufemistico in ogni singola pagina di questa storia; ed essa era una sensazione oltremodo nota, e aleggiava come una terza presenza tra loro, in forma di recalcitrante fuoco.

- Lasciami un minuto con mia madre – fu tuttavia la sua replica incolore.

Attese, con lo sguardo fisso nel vuoto, che Camila retrocedesse e scomparisse dal suo campo visivo. Poi si inginocchiò a sua volta. Posò nove camelie sul tumulo, cosicché lo adornassero in una maniera graziosa, e tenne la decima per sé, stretta al petto.

In verità ripensava al Pascoli, che dal lutto aveva ricamato un trionfale cammino. Perché ella, a sua volta, non riusciva a distaccarsi da quel pensiero drammatico e a ricavarvi anzi concime per il proprio, via via più infecondo, cuore? Perché non riusciva a scarcerare Clara dalla mente, permettendole di non essere più solo un pensiero ossessivo, una maledizione indotta, un atlantico fardello?

Non è stata colpa tua, ripeteva spesso a Taylor. Non è colpa di nessuno. Perché non poteva dirlo a se stessa, per una volta, e non considerarsi priva di un arto, nel confrontarsi con la prole altrui? Perché viveva la perdita come un castigo, un peccato non espiabile, e più cresceva, più si rendeva conto di non assomigliare a un decimo di ciò che Clara avrebbe plasmato con il proprio amore, se solo non fosse deceduta? Oh, come la frustrava l'incapacità di trovare un colpevole in quella vicenda disgraziata!

- «[...] Ma secco è il pruno, - recitò in un bisbiglio, muovendo appena le labbra - e le stecchite piante / di nere trame segnano il sereno, / e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante / sembra il terreno. / Silenzio, intorno: solo, alle ventate, / odi lontano, da giardini ed orti, / di foglie un cader fragile...» -. Singhiozzò, interrompendosi: ancora non trovava pace. Si lasciò piegare dall'afflizione che le perforava il petto e incurvò le spalle sotto il suo peso.

Mai come in quel momento avrebbe desiderato che Camila la abbracciasse, nella stessa maniera che aveva adoperato per consolarla e per lavare via la non-colpa di essere (o sentirsi?) aratro, il cinque di luglio passato. Ma mai come in quel medesimo momento avrebbe potuto concedersi tanto; sia per gli occhi che l'avrebbero testimoniato, sia per il primo minimo storico che la loro relazione (o dovremmo chiamarla non-relazione?) stava attraversando.

In ogni caso, non ebbe bisogno di manifestare quel volere prepotente e fuori luogo: si rialzò in fretta, come animata da un demone, e afferrò Camila per il gomito.

- Togliamoci da mezzo – disse, con un tono di voce così vibrante e basso che pareva provenire dalle pareti di una caverna.

***

Prima di salire sul furgone, Rodrigo sputò a terra il dente che i pugni gli avevano cavato di bocca. Cacciò la mazza da baseball nell'ampia tasca di cui disponevano i suoi pantaloni cargo e si tappò la narice sanguinante con l'estremità arrotolata di un fazzoletto di carta. Quando sedette, rovesciò la testa in avanti, mentre l'odore e il sapore metallico del ferro pervadevano i suoi sensi, quasi stordendolo.

Maledetto figlio di puttana, meditava. La prossima volta t'ammazzo.

Rosario, che se ne stava stravaccato di fronte e aveva già dato l'ordine di partire con un paio di colpi all'interno della carrozzeria, si tolse finalmente il passamontagna e gli allungò una sigaretta, complice la pietà che muoveva in quello stato.

Come Vito, egli era siciliano fino al midollo (palermitano nel particolare); e di ciò andava assai fiero. Aveva occhi neri e lucenti come l'ossidiana e un colorito bronzeo della pelle; fitti ricci sul capo e una costante aura di tabacco intorno. Invero, fumava più di una ciminiera.

- Alla fine s'è vendicato lui, ah? – scherzò, ammiccando con le folte sopracciglia.

- Stai muto che ti conviene -.

- Vedi che mo' cambia idea, te lo dico io -.

Rodrigo coricò la nuca contro il metallo retrostante ed esalò una boccata di fumo. Avrebbe voluto immergere tutta la testa in un catino colmo di ghiaccio, per soffocare le dolorose pulsazioni che gli martellavano le tempie.

- Più facile che ricresca il dente da solo – confutò, rivelando l'incisivo mancante.

Poi, l'abbozzo di un sorriso mutò in un ghigno compiaciuto; ed era evidente che non pensasse più a quel povero diavolo di Christopher ma alla sorella maggiore, quella zoccola.

Dal canto suo, non v'era immagine più soddisfacente di vederla a terra, quasi agonizzante, succube dei calci che le avevano sottratto l'usuale spavalderia.

In forza di quel brutale agguato, era certo che nessuno dei due avrebbe compiuto un altro passo falso senza prima averci pensato una seconda volta.

***

In lontananza, le campane della parrocchia scandirono le undici e mezza del giorno. Una molesta sensazione di déjà-vu aleggiava tra le loro ombre parallele, che la rada luce del sole spalmava sulla terra umida e pregna di petricore. L'aria fredda frizzava sulle gote e sull'estremità del naso, soffondendoli di un delicato rossore. Le nocche delle mani e gli incavi tra le falangi si screpolavano tanto quanto l'epidermide delle labbra, su cui, invano, passava di quando in quando la lingua.

Giunsero al ceppo che diversi mesi prima aveva sancito l'inizio della tregua. Sebbene non vi presero posto, complice il maltempo che era occorso, si fermarono in sua prossimità come se vi fosse un implicito protocollo che lo imponesse. A rompere un silenzio che ormai perdurava da tutto il tragitto fu, ovviamente, Camila.

- Ti scongiuro, Lo, dimmi qualcosa. Mi stai facendo uscire pazza -.

La corvina gettò un'occhiata ansiosa lungo i dintorni, poi tornò a focalizzarsi sulla morbida seta dei petali con cui aveva giochicchiato sino ad allora. In verità avrebbe voluto donare quella decima camelia alla giovane che aveva sorpreso sulla tomba di Clara; come a confermare che sì, si sarebbe affidata volentieri alle sue mani tremanti. Ma non fece nulla di tutto ciò, anzi.

- Dimenticami – disse.

- Che? -.

- Dimenticami, Camz -.

Purtroppo non riuscì a mordersi la lingua in tempo ed evitare di articolare l'intimo soprannome.

Camila batté le palpebre qualche volta di più, incredula in ogni recettore acustico. Lasciò che la realtà di quelle parole affondasse dentro di lei, fino a stabilirsi sul fondo dei visceri, dove conservava tutte le emozioni più fragili. Allora si sentì in dovere di confutare.

- E io che me ne devo fare di questo amore, eh? – protestò, retorica. – E poi mi hai appena chiamato in un certo modo! ... Lo, - sospirò, approssimandosi per prenderle le guance – non credi nemmeno tu a quello che dici. Sono bestemmie. Non hai letto? Ti amo? -. E ancora, quasi riluttante nel vedere che nessuna emozione scaturiva da quegli occhi che del loro colore originale conservavano solo il ricordo: - Non esiste nulla a questo mondo che non possiamo affrontare, a condizione che rimaniamo unite. Parlami, amore. Non posso fare nulla di concreto, se continui a tacere -.

Lauren incassò la testa nelle spalle e volse lo sguardo altrove, impedendo strenuamente che la facciata di indifferenza si sgretolasse sotto i colpi della tentazione. Era così prossima a cedere, ad abbandonarsi all'ennesimo pianto disperato, maledicendo i nomi degli aguzzini di Christopher, che sarebbe bastata un manciata di perseveranza in più per testimoniare quell'esaurimento.

Purtroppo, non rimase che una possibilità remota, distrutta nell'esatto momento in cui aprì bocca per replicare: - Non si tratta di questo. Come me ne sbatto io, te ne devi sbattere tu. Non voglio soffrire attraverso di te, esponendoti a un guaio che appartiene solo a me. Mi capisci? -.

Afferrò la minore per un polso e tra le sue dita depose la camelia. In un altro universo, forse, pensava con somma mestizia. Si voltò, affondando le mani nelle tasche, e proseguì in solitudine.

Mentre la vedeva scivolare via da sé, Camila scosse la testa con forza. Che altro poteva opporre al suo mistero? A che rincorrerla se non aveva nemmeno la decenza di spiegarsi o stare ad ascoltare?

- No! – esclamò. – Non capisco per nulla! -. Nonostante Lauren seguitò ad allontanarsi, ella proseguì con le grida, via via più acute e struggenti: - Lo! Mi stai uccidendo! Torna qui, per Dio! -.

Ma ogni suo tentativo fu vano. Arrendendosi a quella cocciutaggine, ripercorse la strada a ritroso. Mentre camminava, proseguì la tortura sulla camelia, spogliandola della corolla. Essa non significava nulla, se non morte e abbandono. Perché avrebbe dovuto tenerla, quando la collera le imponeva di smembrarla pezzo per pezzo?

Continue Reading

You'll Also Like

12.2K 421 8
...lo so che non ho l'età giusta, ma forse l'amore non guarda quanti anni hai tu e quanti anni ha la donna di cui mi sono innamorata... E se l'amore...
3.7K 379 17
immaginate elycia ambientato in teen wolf. Alycia, una ragazza che viene New York da una famiglia ricca perde tutto, quindi si trasferisce a Beacon...
54.7K 3.2K 28
In un mondo in cui le divinità esistono e sono presenti nelle vita degli uomini, Camila Cabello dea dell'amore, per la prima volta starà a stretto co...
5K 186 11
Fine quarta stagione. Mentre Kara viene lentamente consumata dai sensi di colpa, Lena sta pensando a come rigirare le carte in tavola. Riusciranno a...