Fields

By fcassandre

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Con il piombo ormai agli sgoccioli, l'Italia intera sembra determinata a voltare l'ultima pagina di turbolenz... More

1. Lento
2. Addicted
3. Best friend
4. She way out
5. Shiver
6. Shelter
7. You and me
8. Young volcanoes
9. Face down
10. Wild things
11. Catch me
12. Take me home
13. Sights
14. Pretty girl
15. Strawberries and cigarettes
16. Don't leave me this way
17. Sanctify
18. Take me to church
19. Sleep on the floor
20. I know a place
21. 1st position
23. They don't know about us
24. Tutto qui accade
25. Lay all your love on me
26. When I look at you
27. Deep end
28. Unconditionally
29. Sola
30. River
31. The archer
32. Somebody else
33. Tainted love
34. Sai che
35. You mean the world to me
36. The other side
37. Strawberry blond
38. Tua per sempre
39. The way I loved you
40. Total eclipse of the heart
41. Colors
42. Blue jeans
43. Describe
44. Sixteen
45. Attenta
Epilogo: At the beginning

22. Nessun grado di separazione

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By fcassandre

E poi ho sentito un'emozione accendersi veloce

E farsi strada nel mio petto senza spegnere la voce

E non sentire più tensione, solo vita dentro di me [...]

Non c'è più nessuna divisione tra di noi

Siamo una sola direzione in questo universo

Che si muove

[Francesca Michielin]

***

Ritta nel denim slavato dei suoi shorts e in una maglietta che, sguarnita della loro presa, appariva più grande di due taglie, Lauren si approssimò alla fessura creata dal portone del fienile. Chissà dov'era andata a perdersi la cintura, quando l'aveva sfilata per dormire più comodamente.

Frattanto che sbirciava i dintorni, in una flemmatica allerta, la fiamma dell'accendino fece arrossire l'ultima Lucky Strike del pacchetto.

Il gallo aveva già cantato un paio di volte, ma nessuna anima umana aveva ancora risposto. Le fronde degli ulivi ondeggiavano solo in risposta alla brezza marina, e non perché venivano rastrellate prematuramente. Appurato che gli albori non correvano nessun pericolo, non ancora, ritornò a vagheggiare Camila, che si era raccolta sul lenzuolo sottile per difendersi dal fieno sottostante. Era una visione incantevole, così placida e indifesa, eppure inattaccabile: la canoviana Ninfa dormiente che durante il sonno doveva aver cambiato posizione. Una cascata di riccioli celava le fattezze del suo riposo, a partire dalle lunghe ciglia. Non la raggiungeva una luce diretta: i raggi solari piovevano attraverso le fessure del fienile e si schiantavano tutt'intorno senza tangerla.

Più Lauren la osservava e più ella parve mutare lunghezza di respiro, e poi, come una profumata corolla di girasole che percepisca le lusinghe della stella prediletta, aprì gli occhi e cercò la fonte di quel calore, che durante le ultime ore della notte era andato perduto.

- Lo - mormorò, stropicciandosi le palpebre appena schiuse.

Bastò che battesse le ciglia ancora una volta per avere la compagna accanto a sé. In ginocchio, la vide sbuffare una nuvoletta di fumo verso l'alto. Come ipnotizzata, lasciò che le poggiasse la sigaretta tra le labbra. Chiuse gli occhi e aspirò con cautela, realizzando compiutamente, dopo tanti baci, l'usuale retrogusto al fondo del suo sapore: il tabacco.

In quel semplice gesto, la sua bocca rosata dimostrò una sensualità assai superiore a quella che Elena Muti aveva potuto sprigionare in un intero romanzo; e allorché provò l'urgenza di espirare, o forse di tossicchiare goffamente, Lauren la coinvolse in un bacio obnubilante, nutrendosi della sua fumosa essenza. Distaccandosi, Camila mugolò di un piacere acerbo.

- Da quanto fumi? - domandò. Preda di un capogiro imputabile all'ipotensione mattutina, fu costretta a distendersi. Dalla sua tasca sfilò il pacchetto vuoto, che, consunto e ingiallito sugli spigoli, recava un bollo circolare di colore rosso, bordato poi di bianco, verde e nero.

- Un anno, più o meno -. Lauren fece spallucce. - Sono le preferite di Freddie Mercury - addusse, sovrappensiero.

Camila parve non averla nemmeno udita, tanto era intenta ad adorare la scritta It's toasted con i polpastrelli, frattanto che le carezzava un ginocchio.

- Posso tenerlo, sì? -.

***

Quando uscì dal bagno, già pronta per ammazzarsi di fatica, Taylor la inchiodò al muro con una insinuazione velata: - Perché ieri sera non sei proprio tornata? -. Pacifico che volesse sapere cosa o chi l'avesse trattenuta per una notte intera; e finché non l'avesse ottenuto, avrebbero entrambe rinunciato alla colazione.

Lauren, che aveva appena terminato di quietare le farfalle che si esagitavano nello stomaco, continuamente nutrite dal ricordo della notte trascorsa con Camila, tirò le labbra in una linea rigida e optò per un'usuale risposta brusca: - Non ti riguarda. Anzi, levati di mezzo -.

Improvvisamente di cattivo umore, marciò verso la porta della camera da letto. Perché non poteva tirare sino a ora di pranzo rivivendo nella mente il piacere che aveva provocato in Camila e l'abbandono con cui ella si era consegnata, a scapito dell'insignificante screzio che era seguito? Perché non poteva tramutare gli intralci della realtà in quel sogno tanto verace? Cos'era il peccato in quel frangente se non un sacro godimento, una convulsione delle membra, un'unione desiderata due volte?

Quando ormai era sul punto di uscire, Taylor la gelò sul posto: - Mi credi tanto stupida? -.

Lo sa? si domandò, in un breve moto di terrore. No, non lo sa, sentenziò. Non poteva saperlo, non quando aveva impiegato tante energie solo per assicurarsi una segretezza inattaccabile.

- Te lo ripeto, Tay: fatti i fatti tuoi -.

Era possibile che ella avesse letto sul suo volto le tracce del piacere che aveva cavato dalla miniera del proibito? Erano così evidenti? Eppure aveva avuto premura di cancellarle, mentre si guardava allo specchio!

Taylor la raggiunse prima che potesse pigiare la maniglia della porta e dileguarsi. La trattenne per l'omero, contando di metterla in soggezione in virtù dei centimetri con cui la superava in altezza.

- Non so che cazzo stiate facendo, tu e quell'altro, ma se dovesse scoprirvi papà passerete un guaio -.

Lauren sospirò internamente di sollievo: la questione che riguardava Camila era ben occulta. L'altra invece, stava pian piano emergendo.

***

Poiché a un certo punto della notte la canicola estiva era divenuta insopportabile su ogni centimetro della sua pelle, in particolar modo sulla fronte e sul collo, ella si destò assai contrariata. Spogliò il torso accaldato dalla maglietta e gettò lo sguardo sul profilo rilassato della compagna che riposava accanto. Rassicurata dal suo sonno apparentemente profondo, abbandonò il giaciglio e brancolò in direzione del lavabo, accanto al portone d'ingresso. Appena trovò il modo di aprire il rubinetto, tuffò le mani sotto la cascata d'acqua per rinfrescarsi. Intanto, senza che potesse impedirlo, rimuginava sui recenti eventi che l'avevano vista protagonista. Se ne sorrideva, compiacendosene, in parte era un sorriso amaro. Possedeva abbastanza spazio, sul fondo dei visceri, per nascondere quella faccenda colma di gioia, strazio e pericolo?

- Già te ne vai? - eruppe una voce nel buio, accompagnata da due braccia che la cinsero saldamente e le fecero scappare la saponetta di mano.

- No, macché - rispose, tornando eretta con il viso grondante.

Mentre si tamponava con un panno di spugna, Camila depose un bacio a stampo su una delle sue spalle in movimento. Passandosi un labbro sull'altro, con le palpebre ancora socchiuse nel sonno, scoprì di adorare quel sottile sentore di sale che si mescolava alla sua pelle. Aveva un che di attraente, il sudore misto alla traccia floreale del suo bagnoschiuma; così come i fremiti molteplici che non sapeva di poter scatenare con un contatto così casuale.

- È meglio che sia così - addusse, vagando con noncuranza sul suo addome. Nonostante la voce lenta e graffiante, sentì di dover proseguire: - Va tutto bene, comunque? -.

- Certo -. Lauren ridacchiò alquanto nervosamente. - Perché non dovrebbe? Tu come ti senti? -.

Solo un aspetto di quell'appuntamento la terrorizzava: un eventuale rimorso. Ora che per la prima volta avevano condiviso una certa intimità, non era tanto sicura di poter proseguire a vivere nell'indifferenza, nel caso di un rifiuto.

- Bene, Lo. Molto bene. Mai stata meglio, oserei dire - ribatté Camila, senza esitare un istante. Era un fiume in piena: sangue e luce ormai si mescolavano indistintamente. - Di questo proprio non ti devi preoccupare. Sei stata... riguardosa. Lo sei sempre. Ti chiederai, sono mai arrivata a tanto, in passato? Ebbene, no. Ma sono così felice di aver condiviso questo con te che credo che in cuor mio non l'avrei voluto in nessun altro modo, in nessun altro luogo, in compagnia di nessun altro -.

- Non puoi dire sul serio - lamentò Lauren, aggrappandosi ai bordi del lavabo. È l'euforia, temeva, assai in ansia. - È stato solo poche ore fa e... -.

- Intendi dire che tu te ne sei pentita, invece? -.

- No! Assolutamente. È che... -.

- Non dire nulla adesso - la interruppe Camila. – Rimarrà il nostro segreto -. Si issò sulle punte dei piedi per collidere con la sua guancia incassata nelle spalle: essa era piacevolmente fresca al tocco. Arretrò lentamente, mentre a tentoni cerca la porticina sgangherata dei servizi igienici: suo padre aveva dovuto per forza ricavarli, perché fino a che ella non aveva compiuto dieci anni aveva insistito a dormire nel fienile a notti alterne.

Cosa le ispirasse quel luogo non ci è dato saperlo. Certo però, è che ora possedeva un nuovo, indimenticabile episodio da legare a esso; un episodio completamente scevro da ogni traccia di ripensamento.

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Fanfiction holdarah