๐๐ข๐ ๐ก๐ญ๐ฐ๐ข๐ง๐ 

By Raven_Cherish

62.6K 4.1K 6.1K

๐—ฅ๐—ผ๐—บ๐—ฎ๐—ป๐—ฐ๐—ฒ / ๐—ง๐—ต๐—ฟ๐—ถ๐—น๐—น๐—ฒ๐—ฟ [๐™‹๐™ง๐™š๐™จ๐™ฉ๐™ค ๐™ž๐™ฃ ๐™ซ๐™š๐™ง๐™จ๐™ž๐™ค๐™ฃ๐™š ๐™Š๏ฟฝ... More

๐๐ˆ๐†๐‡๐“๐–๐ˆ๐๐†
๐๐‹๐€๐˜๐‹๐ˆ๐’๐“
๐๐Ž๐Ž๐Š๐“๐‘๐€๐ˆ๐‹๐„๐‘
๐๐„๐‘๐’๐Ž๐๐€๐†๐†๐ˆ
๐†๐Ž๐“๐‡๐€๐Œ ๐Œ๐€๐๐’
๐๐‘๐Ž๐‹๐Ž๐†๐Ž
๐Ÿ. ๐๐Ž๐–๐„๐‘๐˜
๐Ÿ. ๐ˆ๐‹ ๐‘๐ˆ๐“๐Ž๐‘๐๐Ž
๐Ÿ‘. ๐ˆ๐๐ƒ๐„๐‹๐„๐๐ˆ๐‹๐„
๐Ÿ’. ๐‘๐€๐๐๐Ž๐‘๐“๐ˆ ๐ƒ๐ˆ๐…๐…๐ˆ๐‚๐ˆ๐‹๐ˆ
๐Ÿ“. ๐’๐Ž๐‘๐„๐‹๐‹๐„ ๐๐„๐‘ ๐’๐‚๐„๐‹๐“๐€
๐Ÿ”. ๐‚๐„๐๐€
๐Ÿ•. ๐‚๐€๐’๐€ ๐–๐€๐˜๐๐„
๐Ÿ–. ๐’๐…๐Ž๐†๐Ž
๐Ÿ—. ๐’๐ˆ๐“๐”๐€๐™๐ˆ๐Ž๐๐ˆ ๐ˆ๐Œ๐๐€๐‘๐€๐™๐™๐€๐๐“๐ˆ
๐Ÿ๐ŸŽ. ๐Œ๐€๐ˆ ๐“๐Ž๐‘๐๐€๐‘๐„ ๐ˆ๐๐ƒ๐ˆ๐„๐“๐‘๐Ž
๐Ÿ๐Ÿ. ๐ƒ๐”๐Ž ๐ˆ๐ ๐€๐™๐ˆ๐Ž๐๐„
๐Ÿ๐Ÿ. ๐๐ˆ๐”ฬ€ ๐ˆ๐Œ๐๐€๐‘๐€๐™๐™๐€๐๐“๐„ ๐ƒ๐„๐‹๐‹๐€ ๐๐‘๐ˆ๐Œ๐€ ๐•๐Ž๐‹๐“๐€
๐Ÿ๐Ÿ‘. ๐‚๐€๐’๐”๐€๐‹๐ˆ๐“๐€ฬ€
๐Ÿ๐Ÿ’. ๐’๐„๐‘๐€๐“๐„ ๐ƒ๐ˆ ๐†๐€๐‹๐€
๐Ÿ๐Ÿ“. ๐ƒ๐ˆ๐’๐‚๐„๐’๐€
๐Ÿ๐Ÿ•. ๐‚๐Ž๐๐Ž๐’๐‚๐„๐‘๐’๐ˆ
๐Ÿ๐Ÿ–. ๐๐‹๐€๐‚๐Š ๐Ž๐”๐“
๐Ÿ๐Ÿ—. ๐…๐ˆ๐๐Ž ๐€ ๐‚๐€๐’๐€
๐Ÿ๐ŸŽ. ๐๐Ž๐“๐“๐ˆ ๐ƒ'๐ˆ๐๐‚๐”๐๐ˆ
๐Ÿ๐Ÿ. ๐‹'๐”๐ƒ๐ˆ๐„๐๐™๐€
๐Ÿ๐Ÿ. ๐†๐ˆ๐”ฬ€ ๐‹๐„ ๐Œ๐€๐’๐‚๐‡๐„๐‘๐„
๐Ÿ๐Ÿ‘. ๐‚๐”๐Ž๐‘๐„ ๐„ ๐๐‘๐Ž๐ˆ๐„๐“๐“๐ˆ๐‹๐ˆ
๐Ÿ๐Ÿ’. ๐ˆ๐‹ ๐Œ๐€๐†๐†๐ˆ๐Ž๐‘๐ƒ๐Ž๐Œ๐Ž
๐Ÿ๐Ÿ“. ๐ˆ๐‹ ๐‘๐€๐†๐€๐™๐™๐Ž ๐ƒ๐„๐‹ ๐‚๐ˆ๐‘๐‚๐Ž
๐Ÿ๐Ÿ”. ๐„ ๐“๐”, ๐‚๐Ž๐’๐€ ๐•๐„๐ƒ๐ˆ ๐๐„๐‹๐‹๐„ ๐’๐“๐„๐‹๐‹๐„?
๐Ÿ๐Ÿ•. ๐Œ๐Ž๐‘๐ˆ๐‘๐„ ๐๐„๐‘ ๐€๐Œ๐Ž๐‘๐„
๐Ÿ๐Ÿ–. ๐‹๐€ ๐‚๐ˆ๐“๐“๐€ฬ€ ๐‚๐‡๐„ ๐“๐”๐“๐“๐Ž ๐•๐„๐ƒ๐„ ๐„ ๐“๐”๐“๐“๐Ž ๐’๐„๐๐“๐„
๐Ÿ๐Ÿ—. ๐€๐ƒ ๐Ž๐†๐๐ˆ ๐€๐™๐ˆ๐Ž๐๐„ ๐‚๐Ž๐‘๐‘๐ˆ๐’๐๐Ž๐๐ƒ๐„ ๐”๐๐€ ๐‘๐„๐€๐™๐ˆ๐Ž๐๐„
๐Ÿ‘๐ŸŽ. ๐‘๐„๐€๐†๐ˆ๐‘๐„ ๐Ž ๐๐Ž๐ ๐‘๐„๐€๐†๐ˆ๐‘๐„
๐Ÿ‘๐Ÿ. ๐€๐‘๐Œ๐€ ๐€ ๐ƒ๐Ž๐๐๐ˆ๐Ž ๐“๐€๐†๐‹๐ˆ๐Ž
๐Ÿ‘๐Ÿ. ๐๐Ž๐•๐ˆ๐“๐€ฬ€ ๐“๐‘๐€๐”๐Œ๐€๐“๐ˆ๐‚๐‡๐„
๐Ÿ‘๐Ÿ‘. ๐๐Ž๐ƒ๐˜๐†๐”๐€๐‘๐ƒ
๐Ÿ‘๐Ÿ’. ๐‚๐ˆ๐‚๐€๐“๐‘๐ˆ๐‚๐ˆ ๐’๐Ž๐“๐“๐Ž๐๐„๐‹๐‹๐„
๐Ÿ‘๐Ÿ“. ๐ˆ๐‹ ๐‹๐€๐“๐Ž ๐๐€๐’๐‚๐Ž๐’๐“๐Ž ๐ƒ๐„๐‹๐‹๐„ ๐๐€๐‘๐Ž๐‹๐„
๐Ÿ‘๐Ÿ”. ๐…๐‘๐€๐Œ๐Œ๐„๐๐“๐ˆ ๐ƒ๐ˆ ๐’๐“๐„๐‹๐‹๐„
๐Ÿ‘๐Ÿ•. ๐๐”๐„๐‹๐‹๐Ž ๐‚๐‡๐„ ๐€๐๐‚๐Ž๐‘๐€ ๐Œ๐€๐๐‚๐€๐•๐€
๐Ÿ‘๐Ÿ–. ๐๐Ž๐ ๐๐Ž๐ˆ ๐‚๐Ž๐’๐ˆฬ€ ๐Œ๐€๐‹๐„
๐Ÿ‘๐Ÿ—. ๐’๐”๐‹๐‹๐€ ๐†๐ˆ๐”๐’๐“๐€ ๐’๐“๐‘๐€๐ƒ๐€, ๐…๐Ž๐‘๐’๐„
๐Ÿ’๐ŸŽ. ๐”๐ ๐ˆ๐๐’๐Ž๐๐๐Ž๐‘๐“๐€๐๐ˆ๐‹๐„ ๐๐„๐’๐Ž
๐Ÿ’๐Ÿ. ๐‹'๐„๐…๐…๐„๐“๐“๐Ž ๐…๐€๐‘๐…๐€๐‹๐‹๐€
๐Ÿ’๐Ÿ. ๐๐Ž๐ ๐’๐ˆ ๐“๐Ž๐‘๐๐€ ๐ˆ๐๐ƒ๐ˆ๐„๐“๐‘๐Ž
๐Ÿ’๐Ÿ‘. ๐•๐„๐๐“๐ˆ๐๐”๐€๐“๐“'๐Ž๐‘๐„
๐Ÿ’๐Ÿ’. ๐๐„๐’๐’๐”๐ ๐‘๐ˆ๐Œ๐๐ˆ๐€๐๐“๐Ž
๐Ÿ’๐Ÿ“. ๐‚๐Ž๐๐„๐˜ ๐ˆ๐’๐‹๐€๐๐ƒ
๐Ÿ’๐Ÿ”. ๐‹๐”๐๐€ ๐๐€๐‘๐Š
๐Ÿ’๐Ÿ•. ๐‹'๐”๐‹๐“๐ˆ๐Œ๐Ž ๐’๐Ž๐‘๐‘๐ˆ๐’๐Ž
๐Ÿ’๐Ÿ–. ๐๐‘๐„๐’๐„๐๐“๐ˆ๐Œ๐„๐๐“๐Ž
๐Ÿ’๐Ÿ—. ๐‹'๐ˆ๐Œ๐๐‘๐Ž๐๐“๐€ ๐ƒ๐„๐‹๐‹๐„ ๐’๐“๐„๐‹๐‹๐„
๐Ÿ“๐ŸŽ. ๐„๐Œ๐ˆ๐‚๐‘๐€๐๐ˆ๐€
๐Ÿ“๐Ÿ. ๐’๐…๐ˆ๐ƒ๐€ ๐‚๐Ž๐๐“๐‘๐Ž ๐ˆ๐‹ ๐“๐„๐Œ๐๐Ž
๐Ÿ“๐Ÿ. ๐€๐„๐‘๐Ž๐๐Ž๐‘๐“๐Ž
๐Ÿ“๐Ÿ‘. ๐๐ˆ๐๐€๐‘๐ˆ
๐Ÿ“๐Ÿ’. ๐…๐„๐‘๐ˆ๐“๐„ ๐ƒ๐„๐‹ ๐‚๐”๐Ž๐‘๐„
๐Ÿ“๐Ÿ“. ๐‚๐Ž๐Œ๐„ ๐‹๐€ ๐‹๐”๐๐€ ๐„ ๐ˆ๐‹ ๐Œ๐€๐‘๐„
๐Ÿ“๐Ÿ”. ๐ˆ๐‹๐‹๐”๐’๐ˆ๐Ž๐
๐Ÿ“๐Ÿ•. ๐‘๐ˆ๐“๐Ž๐‘๐๐Ž ๐ˆ๐ ๐‚๐ˆ๐“๐“๐€ฬ€
๐Ÿ“๐Ÿ–. ๐€ ๐–๐‡๐ˆ๐’๐๐„๐‘ ๐ˆ๐ ๐“๐‡๐„ ๐๐ˆ๐†๐‡๐“
๐Ÿ“๐Ÿ—. ๐๐„๐‘ ๐€๐’๐๐„๐‘๐€ ๐€๐ƒ ๐€๐’๐“๐‘๐€

๐Ÿ๐Ÿ”. ๐…๐ˆ๐ƒ๐”๐‚๐ˆ๐€ ๐ˆ๐ ๐ƒ๐ˆ๐’๐‚๐”๐’๐’๐ˆ๐Ž๐๐„

980 90 109
By Raven_Cherish

Il cuore di Amber batteva irregolare.
Quel pensiero, quel presentimento, l'avevano portata a muoversi velocemente verso la porta.

«Amber» Dick la raggiunse preoccupato, le afferrò il braccio e la tirò indietro, quel tanto che bastava per farla voltare verso di lui, ma lei scattò, sfuggendo con molta facilità alla sua presa leggera.
«Ehi» mormorò, quel cambio d'umore lo fece accigliare perplesso, e non gli fu difficile pensare che fosse arrivata a qualche conclusione errata.
Pensò che doveva essere così, d'altronde l'aveva vista perdersi nei suoi pensieri per un po', il punto era che non sapeva cosa avesse pensato di preciso, e moriva dalla voglia di saperlo.
«Che succede?» chiese pacato.

«Che succede?» ripeté lei ad alta voce, chiuse gli occhi, quello che doveva essere solo un pensiero le scivolò di bocca tremante.
Che non so chi sei, ecco che succede.
«Dick» esalò, «Lasciami andare» disse cercando di apparire più decisa di quello che in realtà fosse, e lui non poté far altro che fare un passo indietro e lasciarla andare... in quell'istante.

Se c'era qualcosa che aveva capito in quel momento, analizzando le parole che Amber si ricordava le avessero detto quel giorno a Bowery, "caschi a pennello", era che qualcuno voleva qualcosa da quella ragazza, e lui avrebbe scoperto cosa.

Amber era tornata al gala, ripetendosi tra sé e sé che poteva farcela, d'altronde se aveva trovato il coraggio di ritornare a Bowery, parlare con quei ragazzi sarebbe stata una passeggiata.
Se voleva recarsi dalla polizia allora avrebbe dovuto sapere ogni cosa, compreso cosa volesse quell'uomo da lei.

Non li cercò subito, perché la priorità furono i suoi genitori.

Sua madre conversava con alcune donne più giovani, mentre suo padre con alcuni uomini, e a giudicare dai sorrisi che avevano non stavano parlando di affari.
Stavano bene, e per fortuna Benjamin Brooker non era nelle loro vicinanze.

Poteva cercare i due fratelli, e gli avrebbe detto di parlare lì, in quel luogo affollato dove si sentiva al sicuro.

Era più buio, le luci erano state attenuate di molto per permettere alle coppie di danzare e di entrare più in intimità.
Questo aveva reso più arduo il compito ad Amber, a partire dalla ricerca dei suoi.

D'improvviso sentì il suo nome essere pronunciato alle sue spalle, da una voce calda e sensuale che aveva sperato di sentire per tutta la serata, almeno fino a poco prima.
Si era bloccata quando lui l'aveva chiamata, poi aveva chiuso gli occhi e si era morsa le labbra, se avesse continuato a camminare avrebbe potuto far finta di non averlo sentito, ma ormai era tardi.
D'un tratto la musica scomparve, come le persone intorno a lei, e l'unico suono udibile fu quello dei suoi passi che avanzavano, o magari lo aveva solo immaginato, perché il suo fiato, che le arrivava come una leggera carezza sulle spalle scoperte, le diceva che lui era proprio dietro di lei.

Si voltò, e alzò il capo per incontrare il suo sguardo.
Nessuno dei due parlò.

Dick si era cambiato, abbandonando la tuta per uno smoking nero che gli calzava alla perfezione, esaltandone la figura slanciata.
Aveva lasciato la giacca aperta, sotto la quale vi era una camicia bianca dal tessuto pregiato, e al quale collo, in quelle occasioni, avrebbe dovuto indossare una cravatta o un papillon abbinato.

«Hai dimenticato qualcosa» Amber fece cenno verso il colletto vuoto della sua camicia, poi tornò con gli occhi nei suoi.

«È già tanto se mi sono cambiato» rispose lui inarcando un sopracciglio, le mani infilate nelle tasche del pantalone.

«Pensavo odiassi questi eventi» continuò Amber.

Lui sorrise appena, «Non sono qui per il gala, infatti.»

Il cuore di Amber si riaffacciò dai meandri del proprio petto e con una capriola tornò al proprio posto, o quasi.
Le sembrò spingerle contro le ossa della gabbia toracica, volendogliele abbattere per balzare fuori e unirsi al cuore che batteva nel petto del ragazzo che aveva di fronte. Ma l'entusiasmo durò il tempo delle sue parole, perché Amber sapeva che non era lì per lei, o almeno non come avrebbe voluto.
«No, infatti. Sei qui perché vuoi che io ti dica quello che sappia.»

Dick scosse la testa, «Voglio aiutarti, Amber» disse, ma lei replicò il suo movimento.

«Tu non vuoi aiutarmi» affermò decisa, e vide Dick increspare la fronte, pensieroso, sembrava davvero non capire, ma allo stesso tempo sforzarsi per riuscirci.
E se a mentirle fosse stato solo Bruce Wayne?
Quel pensiero la fece sospirare e la portò a parlare, rimanendo comunque cauta con le parole.
«Qualcuno mi ha mentito» iniziò.

«Chi?» chiese lui, al centro delle sue sopracciglia si formò un solco.

«Bruce Wayne.» E anche tu.

Dick la tirò in un angolo un po' più appartato, «Che vuoi dire?»

«Quel giorno, quei tipi... Batman e Robin, hanno letto i messaggi di mia madre dove mi rimproverava per non averle detto che ero con te. Questo perché dopo aver incontrato Emma, vista l'ora tarda e il mio telefono irraggiungibile, hanno chiamato Bruce. E lui ha detto che ero con te. Ma non può essere, perché se loro hanno usato i messaggi di mia madre per portarmi qui, lei doveva per forza già aver chiamato Bruce. E se io ero con loro due, non potevo essere di certo qui» disse. «I messaggi sono consecutivi alla chiamata, e a logica non devono essere passati più di quanto? Due minuti? E conoscendo mia madre, ti dico che saranno passati sì e no trenta secondi.» Prese fiato. «Perché mentire? A quale pro?»

Gli occhi di Dick brillarono di una strana luce nel sentire quel ragionamento.
Quel piano che avevano messo in atto quella notte era fosse il peggiore di sempre, ma il tempo non aveva dato loro alternative.
Bruce, dopo la chiamata della madre di Amber, si era inventato quella penosa storiella, sicuro del fatto che lei non avrebbe fatto domande, tantomeno sarebbe mai arrivata a una conclusione simile.
Quanto era intelligente? Nonostante la conclusione sbagliata il ragionamento era assolutamente brillante e sensato.
Avrebbe voluto farle i complimenti, ma no, lui non doveva, non poteva.
«E per quale ragione avrebbe dovuto mentire?»

«Magari per lo stesso motivo per il quale lo hai fatto anche tu, e per lo stesso per il quale ora lo stai coprendo.» Amber azzardò, ma il suo silenzio le diede la risposta che cercava.
Pochi secondi dopo e non molto lontano, vide Bruce Wayne dietro la figura di Dick, che sorpassò per raggiungerlo.

Dick provò a fermarla, ma Amber fu più svelta, poggiò le mani sulle spalle di Bruce e lo tirò a sé, «Balliamo?»
Più che una domanda fu una specie di ordine, visto che non gli diede scelta.

Bruce sembrò sorpreso in un primo momento, ma poi le sue labbra s'incurvarono in un piccolo sorriso. «Come potrei mai rifiutare?»

«Già, perché lei non potrebbe mai... come non potrebbe mai mentire.» Amber si stupì per l'audacia di quel momento.

«Immagino si riferisca a qualcosa in particolare, signorina Price» replicò lui.

Amber lo fissò negli occhi, «Lei non era al telefono con mia madre quando mi ha trovato, vero?.»

Bruce rise, mantenendo le labbra serrate, alzò gli occhi prima di riportarli su di lei, «E lei non ha visto le mie auto» replicò Bruce, «O saprebbe che non ho nessuna Ferrari nera, ma solo rosse.»

Amber si accigliò, stava davvero paragonando le due cose?
«Sta ammettendo di aver mentito?» chiese.

«E lei?»

«Le due cose non sono paragonabili» Amber scosse la testa sbigottita, «Io... è vero non ho visto le sue auto, ma lei... lei ha mentito su...»

«Su cosa, esattamente?» continuò lui.

Amber non lo sapeva di preciso.
Aveva mentito ai suoi perché non era vero si trovasse con Dick quella sera? O forse c'era dell'altro?
«Lei non è chi vuole far credere di essere.»

«Sei molto più intelligente di quello che mi aspettassi, sai?»

«La mia intelligenza la preoccupa?»

«A dire il vero sì» ammise lui, «La sua intelligenza potrebbe portarla a cercare e fare cose che potrebbero metterla in pericolo.»

«E lei è tra queste, suppongo» disse Amber, «E Dick? Ha coinvolto anche lui?»

«Puoi chiederglielo di persona.»
Con quelle parole si staccò da lei e cedette il posto a Dick, che nel frattempo si era avvicinato.

«Che...» iniziò lui.

«Ha ammesso» l'interruppe Amber, prima che lui potesse negare. Scosse la testa e si voltò per andarsene, ma lui non glielo permise.

Le si parò di fronte e le afferrò la vita con entrambe le mani, spingendosela contro con delicatezza.
«Non è come pensi» le sussurrò.

Amber scosse la testa, che cosa non era come pensava?
«Devi essere più chiaro.»

«Non posso.»

Amber emise un sospiro e abbassò il viso, «Come non detto, farò a modo mio» gli disse, «Lo scoprirò a modo mio, in un modo o nell'altro» precisò.

Dick non rispose, le prese le mani e se le portò sulle proprie spalle, iniziando a muoversi piano, a ritmo di musica.
Poteva vederlo, il modo in cui lei era cambiata nei suoi confronti. Era diventata più schiva, e non era difficile capire che i pensieri che le affollassero la mente non fossero positivi.
«Hai paura?»

«Ti te?» replicò Amber, come a voler negare.

«Temi che io possa essere il cattivo.»
Lui aveva lo sguardo fisso e chino su di lei, lei invece gli dava il profilo, preferendo guardare altrove.

«No, ma ti ho visto mettere fuorigioco otto ragazzi, da solo e con estrema facilità.»

Dick inevitabilmente sorrise, l'aveva visto fare di peggio, molto peggio, solo non lo sapeva.
«Se la sono cercata» rispose.

«Con questo che vuoi dire? Che posso stare tranquilla?»

Dick si bloccò all'improvviso e crucciò la fronte. «Stai dicendo sul serio?» le chiese, ma non ottenne risposta.
«Amber» una delle sue mani scivolò dal suo fianco al suo viso, alzandoglielo e voltandoglielo affinché potesse guardarlo negli occhi.
Avrebbe voluto dirle la verità, in modo che non dubitasse di lui, ma un segreto come il suo poteva essere pericoloso, e non poteva rischiare.
«Non stai dicendo sul serio» le disse, prendendo ad accarezzarle con il pollice il profilo del mento in un gesto che gli venne spontaneo.
Quel viso aveva i lineamenti più delicati e dolci che avesse mai visto. La pelle morbida e liscia proprio come sembrava a guardarla, e come aveva sempre immaginato, e le labbra carnose, riempite da un tenue rossetto opaco color carne, che d'un tratto erano diventate irresistibili.
Forse era la distanza, o magari il suo profumo, quello della sua pelle mischiato a una fragranza dolce e floreale.
Dick schiuse le proprie, pensando a come sarebbe stato poggiarle sulle sue.

Si chinò con lentezza, neanche aveva pensato che in quel momento lei avrebbe potuto respingerlo, ma non arrivò neanche lontanamente a sfiorarle il viso, che una spallata, data di proposito vista la forza, destabilizzò entrambi.

Benjamin si scusò, non celando la malizia nel tono di voce, e dal modo in cui fissò Amber, e lei fissò lui, Dick capì che quell'uomo c'entrasse qualcosa con tutta quella situazione.

Quella notte avrebbe controllato le telecamere di sorveglianza e ogni file presente su di lui, sperando fosse saltato fuori qualcosa di utile.

«Lo conosci?» le chiese.

«È il padre di quei due ragazzi» rispose lei, non sapendo neanche perché gli stesse dando quell'informazione.
Si allontanò dal lui, «Scusa, io... proprio non ci riesco» disse, e scappò tra la gente che aveva iniziato a diminuire, lasciandolo lì, con lo sguardo fisso sulla sua schiena finché le fu visibile.

«Intelligente la ragazza» commentò Bruce, con un flûte di champagne in mano, fermandosi al suo fianco.
Dick lo aveva riconosciuto ancor prima che parlasse, grazie alla colonia aromatica dalle note legnose.
«E anche carina» proseguì.

«Avevo dimenticato quanto i tuoi piani facessero schifo» replicò lui, e come Amber se ne andò.

Quella notte non si sarebbe dato pace finché non avesse scoperto qualcosa, qualsiasi cosa, pur di far chiarezza su quel caso.

Io come sempre aspetto di sapere cosa ne pensate🥺 e vi ringrazio in anticipo
Con il prossimo capitolo cambiamo scenario, questo gala ha occupato ben tre capitoli, ma devo ammettere che sono i miei preferiti, scriverli è stato bellissimo!

Continue Reading

You'll Also Like

217K 12.9K 45
Lily stava solo pensando alla nostalgia che avrebbe avuto di Hogwarts, mentre il suo ultimo treno partiva. Pensava solo a quanto tutto le sarebbe man...
50.5K 1.1K 44
Sara Di Salvo, รจ costretta ad allontanarsi da Napoli assieme alla madre quando era molto piccola a causa dei traffici illeciti compiuti dal marito, s...
175K 5.9K 26
[COMPLETA] tratto dalla storia: ยซMalfoy.ยปlo richiama Hayley. ยซPotter.ยปsi volta lui. ยซSaremo mai come loro?ยปchiede la fanciulla spostando lo sguardo s...