Il 25 luglio si presenta soleggiato e sereno ai miei occhi. Mamma e zia Olga sono andate a preparare dei documenti per la partenza, così mi è stato riferito. Mi alzo dal letto dove accanto a me dormono Alina e Nelu. Vado fuori al piccolo rubinetto improvvisato a lavarmi i denti con le dita come mi aveva insegnato papà, e decido che poi sarei andata a rubare le uova alle galline per preparare una bella colazione ai miei cugini.
Di solito dovrebbero essere loro a farlo visto che compio gli anni, ma non mi dispiace farlo. Mentre lavo i denti vedo Vasea arrivare da dietro la baracca costruita da lui accanto alla casa. Lì tiene tutte le cose per la caccia e altri oggetti che a noi non è permesso toccare. Mi dà il buongiorno e scompare dentro. Saluto con la mano e ricambio il sorriso con la bocca piena di dentifricio.
Poco dopo, quando torno dal recinto delle galline con otto uova calde nella maglietta, vedo lo zio con una mano dietro la schiena che sorride. «Buon compleanno!» Mi porge una coda di volpe rossa molto folta. Sono un po' disgustata, ma accetto comunque. Gli dico grazie e faccio segno di poggiarla sopra le uova ancora calde. Lui rimane deluso, ma non aggiunge altro. I suoi occhi azzurri luminosi si tingono di grigio. Si è offeso, è ovvio.
Non sapendo cosa fare decido di andare a preparare la colazione. Metto un po' di strutto nella padella e, mentre attendo che si sciolga, nella bacinella di alluminio mischio le uova con sale, pepe e coriandolo fresco. Alina e Nelu appaiono alle mie spalle urlando tanti auguri. All'inizio mi spavento, ma poi lascio spazio alle lacrime di gioia che riempiono il contorno dei miei occhi.
Nelu tiene tra le mani un mazzo di fiori e Alina ha preparato un cesto con frutta assortita dal recinto. Hanno scritto un bigliettino con una dedica che recitava:
"Sei calda
come il camino in una giornata turbolenta.
Sei dolce
come un biscotto mancatomi da mesi.
Sei pura e sensibile
come una colomba bianca in volo,
Ma sei anche forte e sincera come una regina. La tua presenza ci da gioia e la tua mancanza
Ci crea solo noia.
Insieme a te noi siam felici e non
vogliamo più dividerci.
Auguri!"
Firmato
Nelu e Alina.
Le lacrime avevano rigato la mia faccia più di una volta, ma erano lacrime di gioia. «Grazie mille. Questo sì che è un regalo, mica quello!» Indico la coda della volpe sul tavolino insieme ai gusci d'uovo. Nelu e Alina si fissano in silenzio per poi abbassare lo sguardo tristi.
«Beh, che succede? Ditemelo, ora!» Chiedo confusa. «Vedi cara Khatrine. La coda di quella volpe significa moltissimo per lo zio. Lo sai che è stata un'impresa riuscire a prenderla? Tutti i cacciatori della zona sono stati anni dietro a quella volpe dalla coda così bella. La più bella volpe mai vista negli ultimi decenni.
Lo zio ha vissuto per mesi in tenda prima che si presentasse l'occasione. Ovviamente la prima volta l'aveva mancata, ma poi, estate dopo estate, senza esitare, era arrivato il momento. Era riuscito a scovare i suoi nascondigli e alla fine l'ha catturata.»
Rimangono in silenzio a pensare a cosa avrà dovuto passare quella volpe impaurita, di cui ogni anno in estate i cacciatori bramavano la pelliccia. Era disgustoso per me, ma dovevo comunque riconoscere lo sforzo dello zio. «Ho capito. Non sono d'accordo, ma comprendo.» Dico secca e torno a mescolare le uova strapazzate in padella.
Prendo quattro piatti e chiedo ad Alina se può apparecchiare il tavolino pieghevole davanti alle scale, così da consumare la colazione insieme. I due si scambiano un'occhiata d'intesa prima di prendere il tavolino e le due sedie.
Prendo il bollitore dell'acqua e le tazze di plastica colorate e le porto fuori. Lo zio si sta togliendo gli scarponi e si sistema sulle scale. Mentre riempio i piatti con le uova, aggiungo i pomodorini conditi e decido come ringraziare lo zio.
A tavola divoriamo avidamente la colazione in silenzio. Ogni tanto Alina e Nelu si scambiano occhiate mentre lo Zio non alza gli occhi dal piatto. Vasea è un uomo molto alto, con i capelli ricciolini, il viso lungo a forma di melanzana, un fisico magro e ossuto. Ha le labbra sottili e un viso molto amichevole. Ora però è triste; lo si nota dalla fronte corrugata e dall'espressione cupa.
«Zio, volevo chiederti scusa per prima, è che mi hai presa alla sprovvista e non conoscevo la storia della volpe. Me la puoi raccontare meglio tu? Se sto ad ascoltare questi due non capisco nulla.» Azzardo un sorriso smagliante e convincente e ottengo il risultato sperato.
«Se ascolti questi due ciarlatani mia cara, non finirai bene te lo assicuro. Te la racconto io la storia di Fox, la volpe più bella che si sia mai vista in zona. E di boschi ne abbiamo parecchi, ma mai prima d'ora si era vista una volpe di quella bellezza.» Vasea racconta entusiasta con gesti e braccia aperte per amplificare la grandezza dei boschi.
«Mio padre aveva cacciato la sua volpe per dieci anni sai, io la mia l'ho catturata dopo tre estati intere. Ho dovuto vivere come una volpe per capire i suoi spostamenti. Era una volpe intelligente, cambiava spesso posto e raramente ritornava sui suoi passi. Fox era un maschio e perciò la sua pelliccia era molto più folta e più rossa delle altre che si trovavano in giro.
L'avevano puntata tutti i cacciatori, ma io sono stato più furbo di loro. Gli altri portavano sempre i loro cani e questo faceva sì che la volpe scappasse prima del loro arrivo. Lo avevo scoperto una volta in una caccia di gruppo. Era la seconda estate da quando mi ero innamorato di lei.» Aveva finito di mangiare e ora sorseggiava il suo tè tra una frase e l'altra. Con occhi sognanti guardava il cielo azzurro con qualche macchia bianca qua e là.
«La seconda estate eravamo tutti insieme con le nostre armi e con i cani da caccia. Avevamo messo le tende in zona già da settimane, ma non c'era traccia di Fox. Nel frattempo avevamo cacciato altri animali e facevamo a turno per portarli a casa dalle nostre mogli per nutrire le famiglie. Quando era toccato a me, avevo deciso di portare Baghira con me per farmi compagnia. Era la cagna più intelligente che avessi, ma ciò non era bastato. Era quasi sera e dovevo sbrigarmi, così ho legato i conigli con delle corde e li ho posizionati sulla schiena del cane. Io portavo la mia arma e un piccolo cinghiale sulla spalla sinistra. Dovevo sbrigarmi per tornare in tempo prima che fosse diventato buio.
Arrivato a casa ho lasciato a Olga il compito di dividere la carne e le pellicce con le altre mogli dei cacciatori mentre sarei tornato in fretta al campeggio. Baghira era incinta all'epoca e non aveva voglia di tornare con me. L'avevo cercata nel recinto delle galline, quello della mucca e persino dai vicini, ma niente. Olga mi aveva detto che si sarebbe occupata lei di tutto e che potevo andare. Quella donna è oro puro. Mi conosceva troppo bene e aveva capito quanto fosse importante per me tutto questo.»
Alina lo guarda come solo una figlia guarda un padre innamorato. «Così, da solo, con la mia arma torno indietro al campeggio stanco e svogliato. Volevo solo dormire. Conoscevo una scorciatoia che non usavo mai appunto perché lì non trovavi mai animali.
Questa volta l'intuito mi disse: se cerchi una volpe pensa come una volpe. Così ho pensato, se fossi una bellissima volpe seguita da un branco di cacciatori per due anni di fila, dove mi nasconderei?» Silenzio. Vasea rulla del tabacco in una gazzetta e accende con dei fiammiferi da camping. Io, impaziente, non so se alzarmi e sparecchiare o attendere la fine della storia.
«Dai zio, non lasciarla così che poi fa gli incubi la notte e devo subirmi i suoi calci nelle costole per colpa tua.» Nelu scherza. «Va bene, va bene. Attraverso quella scorciatoia poco fitta. Il sole sta tramontando e mi sento sempre più stanco. Dietro la collina sorge un mucchio di pini e così decido di sedermi a riposare un attimo prima di fare l'ultimo sforzo. Sono lì seduto a sorseggiare l'acqua dalla mia brocca di alluminio rivestita di pelliccia nera,» dice indicandola attaccata al fianco «quando sento un fruscio dietro di me, mi giro di scatto con il fucile in mano aspettandomi un cinghiale grande e grosso considerando il rumore.
E invece alla mia vista si presenta una grande famiglia felice. Fox con la sua compagna e i loro tre cuccioli dietro. Fox mi nota e rimane immobile insieme alla compagna altrettanto bella, mentre i tre figli sbattono quando si fermano i genitori. Lui mi fissa negli occhi. La femmina scappa con i cuccioli mentre io e Fox rimaniamo immobili. Non trovo il coraggio di sparare, mi sono sentito come un povero sciocco. Decido di rimanere immobile, ma la mia testa fa un cenno come se il mio subconscio gli chiedesse scusa per il disturbo.
Fox allora sembra capire la mia voce interiore e ricomincia a camminare svelto. Raggiunge la famiglia poco lontana mentre io rimango lì a chiedermi perché non ho reagito.» Rimane in silenzio per darmi il tempo di elaborare. «Perché non ha reagito secondo te?» Alina si intromette impaziente. Ci penso un attimo. «Secondo me ti sei immedesimato in Fox e la sua famiglia e hai capito che sarebbe stato una vergogna per lui morire davanti ai suoi piccoli e alla moglie o peggio se Fox avesse visto la moglie e i figli morire e fosse rimasto solo.» Rispondo drammatica.
«Esatto. Quella sera ho fatto un patto con Fox, anche se in quel momento ero inconsapevole. Poi quando sono tornato al campeggio non ho avuto il coraggio di dire niente agli altri.» Vasea mi guarda negli occhi consapevole di aver conquistato la mia curiosità. «È una storia bellissima, ma ho l'impressione che non sia la fine!» Dico sventolando la coda che tengo nella mano destra. Lui ride di gusto mentre spegne la sigaretta improvvisata per terra e la calpesta a piede nudo. Immagino la puzza dei suoi calli che bruciano sotto la cenere rovente.
«Immagini bene cara Khatrine, la storia non finisce così. Infatti l'estate dopo, lo stesso giorno nello stesso posto, io e Fox ci rivediamo ancora. Ha la pelliccia ancora più folta e la coda color rosso sangue con sfumature arancioni e gialle.» Aggiunge guardando la coda tra le mie mani. «Arrivo lì e mi siedo sotto lo stesso albero masticando un ago caduto da un pino.
Fox arriva da dietro la collina, solo e stanco di lottare. Si ferma ad una decina di metri da me e si siede, obbediente come un cane. Mi alzo e sparo un colpo alla gola mantenendo lo sguardo nei suoi occhi. La sua fierezza nel morire mi ha lasciato senza parole. Era come se avesse accettato di essere troppo bello per esistere. Ora in giro ci sono i suoi cuccioli e ho sentito dire che sono tutti maschi.»
Non so se ridere o piangere. Sono sempre stata sensibile riguardo agli animali. Se un animale soffre mi si spezza il cuore, mi sento letteralmente morire dentro. Decido comunque di ringraziare lo zio con un abbraccio. Lui si commuove e si lascia andare alle lacrime. Opto di non indagare se quelle lacrime fossero per me o per la sua conquista.
«Una sola domanda: perché hai deciso di regalare a me la coda?» Chiedo confusa. Alina e Nelu ridono e ride anche lo zio, ma io non capisco. «Pensavo fosse ovvio mia cara Khatrine. Perché tu assomigli a quella volpe. Hai un animo buono e gentile. Ti sacrifichi sempre per gli altri come Fox ha fatto per la sua famiglia. E poi sono sicuro che sarai altrettanto bella da grande e ti cacceranno in tanti.»
Zio Vasea mi stupisce alzandosi di scatto e abbracciandomi fortissimo, un abbraccio così forte da spezzarti le ossa, ma stranamente non succede. Le lacrime di tutti e quattro si mischiamo sull'asfalto del viale di casa.
«Certo ora sei bruttina con quei denti enormi davanti e quel tagli di capelli a caschetto orribili, non si possono vedere. Non li preferisci lunghi come quelli di Alina?!» Alina si unisce all'abbraccio e Nelu la imita.
Ridiamo come pazzi tra le sue enormi braccia.
∞ NOTA AUTORE ∞
Chi farebbe mai un regalo del genere?
Questa domanda mi ha fatta un po' ridere. Una volta, non molto tempo fa, in un paese non molto lontano dai confini con l'EU, c'era ancora la caccia libera, la setacciata di protezione la chiamava mio zio, Vasa è il personaggio dedicato ed ispirato. Lui insieme ad altri compaesani di questo villaggio diventato paesino, si occupavano delle aggressioni da animali selvatici. Dovete sapere che Singerei esiste davvero. Date un'occhiata sulla mappa.
A presto,
B.K