[5] tensione

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La mattina seguente, mi svegliai con Hanji che urlava direttamente nel mio orecchio

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La mattina seguente, mi svegliai con Hanji che urlava direttamente nel mio orecchio.

"APRIL SVEGLIATIIIII"

Inutile dire che con i suoi modi leggiadri, riuscì a svegliarmi.

"Che vuoi?" Chiesi girandomi dall'altro lato e rimboccandomi le coperte.

"Te ne sei dimenticata? Oggi è il compleanno di Connie, faremo una festa stasera!" Urló felice.

La ignorai e finsi di essermi addormentata di nuovo. Come risposta, Hanji si sedette sopra di me ed iniziò a saltare sul letto.

"Se non ti alzi entro 5 minuti mi metteró anche a ballare."

Sbuffai e la buttai dal letto facendola cadere a pancia in giú.

"Dai devi aiutarmi con i preparativi!" Continuó a urlare. "Mi hai fatto male comunque!" Ridacchiai.

"E va bene ora mi alzo." Mi arresi.

Andai a farmi una doccia mentre Hanji continuava a parlarmi di ciò che avremmo dovuto fare durante il giorno.

Una volta lavata e vestita, uscimmo entrambe ed andammo verso la mensa principale per iniziare i preparativi.

Trovammo tutta la squadra lí, tranne ovviamente il festeggiato.

"Ciao ragazzi! Abbiamo lasciato Connie a dormire." Disse Sasha mentre mangiava una patata, come sempre.

"Iniziamo allora." Dissi e tutti si misero a lavoro.

Hanji e Mikasa si diedero da fare per spostare tutte le sedie e i tavoli in modo da creare uno spazio più grande per festeggiare.

Armin ed Eren preparavano lo striscione da appendere.

Sasha e Jean preparavano da mangiare, ovviamente.

Historia ed il comandante Erwin pensavano a come organizzare la festa.

Io invece pensai a preparare piatti, bicchieri e anche a pulire, insieme al capitano Levi.

Preparai un recipiente pieno d'acqua per lavare a terra, quando mi sentii osservata.

Mi guardai intorno e vidi l'occhio di Levi puntato su di me. Ricambiai lo sguardo e alzai un sopracciglio per chiedergli cosa volesse.

"Posso parlarti in privato?" Chiese il capitano avvicinandosi a me.

"Cosa succed-" provai a rispondere, ma venni interrotta.

"Il mio ufficio, ora." Disse e se ne andó senza neanche rivolgermi di un altro sguardo.

Passó Jean in quel preciso istante, fece spallucce, "Tranquilla, raggiungici quando avrete finito."

Annuì e mi diressi verso il suo ufficio ignara di quello che stava per succedere.

Avevo già molte cose nella mia mente, Levi si stava pian piano aggiungendo sempre di più.

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