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"April?" Sentii una voce familiare chiamarmi, "svegliati, che ci fai qui?"

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"April?" Sentii una voce familiare chiamarmi, "svegliati, che ci fai qui?"

Aprii gli occhi e realizzai che non mi ero addormentata sul mio letto, ma su quello di Levi. Infatti la dolce voce che mi aveva svegliata era proprio la sua.

"Buongiorno." Dissi con un abbagliante sorriso sul mio viso.

"Buongiorno." Mi lasció un bacio sulle labbra, "come mai ti sei addormentata qui?"

"Ieri sono venuta da te, ero preoccupata perché non ti avevo visto al gioco di cui ti avevo parlato. Ti ho trovato dormire e mi sarò appisolata anch'io."

Mi stropicciai gli occhi mentre mi alzavo dal letto comodo e grande di Levi.

"Mi dispiace, ero stanco dal troppo lavoro e mi sarò addormentato. Solitamente non dormo molto."

Mi avvicinai a lui e mi aggrappai alle sue spalle, facendo unire le nostre labbra per lasciargli dei rapidi ma dolci baci. Uno dopo l'altro, senza mai fermarmi.

"Non preoccuparti, dovresti dormire di più." Sussurrai vicino alla sua bocca calda e bagnata, per via della mia affettuosa attenzione verso di essa.

"Lo so, ma non sempre riesco."

Sentimmo improvvisamente bussare alla porta ed entrambi saltammo in aria, troppo presi dal momento.

"Levi, sono Erwin. Posso entrare?" Chiese il comandante prima di aprire la porta senza neanche chiederlo di nuovo.

Quando ci vide abbracciati, spalancó gli occhi e ridacchió compiaciuto. Mi sembró davvero un bambino felice.

"Lo sapevo, razza di birbantelli."

Tolsi le braccia dal collo di Levi per salutare con la mano al cuore Erwin, il quale mi ordinó immediatamente di stare ferma ed evitare le formalità.

"Che vuoi?" Chiese il capitano in modo troppo diretto.

"Per fortuna vi ho trovati insieme. Venite nel mio ufficio, dobbiamo discutere di una cosa importante." Disse ed aprì la porta per andarsene, "a dopo."

Io e Levi ci guardammo ed uscimmo insieme dalla stanza dopo qualche minuto, pensando a cosa avrebbe dovuto dirci di così importante il comandante.

Quando arrivammo al suo ufficio, sentii il cuore battermi forte per l'adrenalina che cresceva sempre di più nel mio corpo. Odiavo tutta quella suspence.

Erwin ci accolse e ci invitó a sederci per iniziare la discussione tanto importante di cui parlava.

"Vi ho convocato qui perché abbiamo una nuova missione, la prima dopo la guerra." Disse.

Il suo tono era sicuro e deciso, non sentivo un suo discorso da quando eravamo in battaglia, infatti, la sua voce mi fece ricordare momenti che avrei voluto dimenticare.

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