[18] mura

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Continuai a portare Levi in braccio per scappare, fin quando non vidi le mura della nostra città

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Continuai a portare Levi in braccio per scappare, fin quando non vidi le mura della nostra città. Finalmente, stavamo per metterci in salvo.

Comandai a tutta la squadra di seguirmi in modo tale da non avere più vittime e cercare di riposarci.

Dopo la morte del comandante Erwin, prevedevo una difficoltà immensa nelle organizzazioni delle spedizioni e quali decisioni prendere. Chi l'avrebbe fatto se non lui?

Il tradimento di Eren ci aveva letteralmente distrutto, togliendoci tutta la speranza e la fede che rimanevano in noi. Nessuno se l'aspettava, ecco perché ci sconvolse così tanto.

L'emorragia di Levi era fortunatamente cessata, ma aveva ancora difficoltà a muoversi. Con la mano in quelle condizioni, non avrebbe mai potuto continuare a combattere.

Quando arrivammo in cima alle mura, tutti ci fermammo per prendere fiato.

"State tutti bene?" Chiesi girandomi intorno per contare le persone presenti.

"Si, dovremmo essere tutti." Risposte Armin, "cosa faremo adesso? Sicuramente i giganti ci staranno seguendo."

"Non è stata una bella idea quella di venire fin qui, ora c'è il pericolo che buttino giù le mura." Sentii Mikasa mormorare.

"Non c'erano soluzioni migliori, saremmo morti tutti se non fossimo scappati. Avete visto cosa è successo al comandante?" Chiesi e tutti deglutirono.

I loro sguardi caddero sul pavimento, riflettendo sul fatto che avevamo appena perso un pezzo fondamentale per la nostra spedizione ed il nostro futuro.

"April ha ragione, non avevamo altra scelta e nessuno che potesse comandarci. Abbatteremo i giganti da qui, abbiamo i cannoni." Disse Hanji raggiungendoci.

Lasciai la presa su Levi per farlo sdraiare al suolo. Aveva gli occhi chiusi, la bocca semi aperta e le sopracciglia aggrottate, capii che stava ancora provando un dolore immenso anche se non voleva ammetterlo.

"Come stai?" Gli chiesi sussurrando mentre tutti si preparavano per ricominciare a combattere.

"April non preoccuparti per me, davvero." Rispose e aprì gli occhi, "me la caverò, pensa ad aiutare gli altri."

Annuii e gli lasciai un bacio sulle labbra, lo sentii sorridere e sospirare, "è normale che io mi preoccupa per te, lo sai quanto ci tengo."

"In realtà no, non me l'hai mai detto." Rispose con un sorrisetto malizioso.

"Ora non è il momento, ma non fare il finto tonto." Gli feci l'occhiolino e mi alzai per aiutare gli altri.

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