Bisogno di sapere

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"Ecco a te cara. Questa è una delle stanze degli ospiti" Omar apre la grande porta di legno ed entriamo.

La prima cosa che attira la mia attenzione, è la grande finestra posta dopo una decina di metri dall'entrata. La vista è molto piacevole.
Riesco a vedere l'ingresso di questo grande castello e tutto il sentiero che porta al villaggio di Idris.
Il pavimento è fatto in moquette ed è tutto rosso, proprio come la tenda situata sopra la finestra e la grande e pelosa coperta sul letto.
Direi che il colore predominante è il rosso.
Lo trovo decisamente orrendo, dato che mi ricorda l'essenza stessa del fuoco.

"Ora rilassati. Se hai bisogno di aiuto vienimi pure a chiamare! Mi troverai nella sala d'ingresso. Ho proprio voglia di spaparanzarmi su uno di quei divanetti rossi" mi fa l'occhiolino e si avvicina alla porta.

"Dovresti provarli, sono comodissimi!" ridacchia per poi andarsene definitivamente.

Finalmente un po' di pace.

Osservo il grande orologio attaccato alla parete bianca e noto che sono quasi le sei.
I miei vestiti sono quasi tutti asciutti, perciò decido di buttarmi senza scrupoli sul letto.
Solo ora mi rendo conto del mal di schiena che avevo. Mi sento dolorante ovunque.

A disturbare la mia serenità ci pensa il bussare della porta. Rilascio un lamento e lentamente mi alzo per andare ad aprire.
Dopo poco ribussano in modo più insistente.
Ora mi innervosisco...

"Se magari aspetti..." non riesco a finire di parlare che la porta si apre bruscamente, tanto da andare a sbattere contro la mia faccia.
Barcollo confusa tanto da perdere l'equilibrio.
In un attimo mi ritrovo stesa nel pavimento.

"Ma che cavolo..." sussurro mentre mi porto una mano al naso per massaggiarlo.

"Oh signore! Perdonami, pensavo che non c'era nessuno!" Una ragazza bionda e riccia mi porge la mano, ma rifiuto il suo aiuto e mi rialzo da sola. Mi osserva sorpresa.

"Stavo venendo ad aprire" continuo un po' scocciata.

"Scusa..." risponde mortificata.

"Beh...tu devi essere Astrid Pryce! Ginevra è venuta a cercarmi e mi ha detto di portarti questi" mi porge una tuta nera pulita e profumata. La prendo e cercando di essere più gentile la ringrazio.

"Allora..." osserva un po' la stanza con il sorriso, mentre io aspetto solo che se ne vada.
Ho fatto troppe conoscenze oggi,
decisamente troppe.

"Com'è aver scoperto di far parte di uno degli elementi?" vedendo che non rispondo alla sua domanda, imbarazzata continua a parlare.
"Cavolo, sei l'acqua! Chi non vorrebbe essere al tuo posto?!" chiede con aria sognante.

"Vedo che la rossa ti ha detto proprio tutto" notando il mio tono nervoso ridacchia nervosa e mi osserva con i suoi grandi occhi.
Sono di un verde talmente accesso da far invidia all'erba fresca.

"Finito di fare i raggi x?" chiedo un po' stanca.

"Sai, sembri davvero una persona normale. Cioè, noi abbiamo delle particolarità grazie ai nostri poteri. Per esempio, il colore degli occhi!"

"Ma tu sei così...così normale!" si porta una mano al mento e riflette.
"Chissà, magari più avanti quando..."

"Senti..." la interrompo, ma non conoscendo il suo nome mi fermo.

"Oh, mi chiamo Summer Torres piacere!".

"Si certo, piacere. Senti, non vorrei sembrare scortese, ma ho avuto una giornata abbastanza...abbastanza movimentata" ridacchio nervosa "Perciò se non ti dispiace..." sussurro indicando la porta.
Lei la guarda non capendo, poi mima un "oh" con la bocca e annuisce imbarazzata.

L'Ultima Gemma                                          Onde histórias criam vida. Descubra agora