I quattro elementi

101 15 21
                                    

Appena entro in infermeria noto solo la presenza di due letti.
Non vi è nessun armadio o cassetto.
Omar con cura mi fa sedere sul lettino più vicino, nel mentre mi guardo in giro con curiosità.

Come pensano di fasciarmi la caviglia se non c'è neanche il necessario per curare una persona?

"Ma dov'è quel razza di dottore quando serve?!" urla all'improvviso.

"Sebastian! Sebastian vieni subito qui!!" sussulto al tono di voce cosi alto.
Lo vedo uscire dalla porta per poi guardare in tutte le direzioni possibili.

"Scusa cara, arrivo subito" Omar mi sorride per poi andarsene.

A colmare il silenzio che si è creato ci pensa il mio stomaco. Ho decisamente fame.
Ormai sono le tre e mezza e l'ora di pranzo è passata. Non so proprio cosa succederà dopo, perciò decido di mettermi l'anima in pace.

"Eccoci qua" dopo una decina di minuti lo strano vecchietto ritorna accompagnato da un uomo più giovane di lui. Entrambi mi sorridono, ma non riesco a ricambiare.
Ho troppa confusione per la testa.

"Dove devo curarla signorina?".
Il dottore mi osserva non notando dove sia il mio malessere, ma quando gli faccio vedere la caviglia capisce.

"Capisco...è caduta in un rovo di spine vero?" annuisco. Credo che quest'uomo sia la prima persona normale che vedo in questo posto.
I suoi occhi sono semplicemente verdi, mentre i capelli sono castani e ricciolini. Dal viso e dal fisico credo abbia circa trent'anni.

Osserva con cura la ferita e socchiude gli occhi.
Inaspettatamente avvolge una mano fasciata da un guanto intorno alla mia caviglia.
Ha un tocco delicato.
Chiude gli occhi e preme un po' di più la mano facendomi sussultare dal dolore. Dopo qualche minuto riapre gli occhi e toglie la mano.
Una sensazione strana.
Resto interdetta non appena guardo la zona colpita.

È sparita! La ferita non c'è più!
Al suo posto ora c'è una piccola cicatrice rosea.
Ritiro tutto ciò che ho detto prima,
neanche lui è una persona normale.

"Com'è possibile?" sussurro appena.

"Lui è Sebastian, il miglior dottore di tutta Idris" Omar me lo presenta e titubante gli stringo la mano.

"Come hai fatto?" mi indico la caviglia.

"Beh, ho ereditato il potere della guarigione grazie a mia madre" lui mi sorride,
poi ci dice che deve andare a curare un altro ragazzo e mi lascia sola con lo strano vecchietto.

"Sto sognando, è sicuro. La magia non esiste." Cerco di convincermi con le parole appena dette, ma quello che vedo è piuttosto reale.

"Ne sei sicura?" chiede Omar con un sorrisetto furbo mentre delle rughe spuntano sul suo volto.

"Ma io che cosa centro in tutto questo?".

"Edward ti ha portato in questo posto semplicemente perché ne fai parte" ridacchia per un secondo "E sei piuttosto fondamentale, credimi bambina. Anche Ginevra..."

"Si può sapere chi è questa Ginevra? Continuate a nominarla, ma non so minimamente chi sia!" alzo il tono di voce.

"Eh si, sei proprio tu..." sussurra tra se e se ridacchiando, lo guardo confusa.
Crede che non lo senta?

"Andiamo, ti faccio conoscere Ginevra" mi afferra di nuovo il braccio e usciamo dall'infermeria.
Vorrei dirgli che ora sto più che bene e posso camminare da sola, ma una piccola parte della mia testa mi dice di stare zitta.
E purtroppo così faccio.

L'Ultima Gemma                                          Where stories live. Discover now