Dubbi

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"Chase ha esagerato questa volta."

"Eseguiva gli ordini di Ian. Però si, ci vorrà qualche giorno, forse una settimana prima che si riprenda."

È da ormai diverso tempo che l'essere e Ginevra parlano interrottamente.
Scherzano, ridono e parlano di me come se niente fosse.
Potrei essere anche morta!

So perfettamente di trovarmi in infermeria, non capisco da quanto tempo, ma ora sono più che sveglia.
Non ho nessuna voglia ne di parlare ne di vedere alcun essere umano, se così ormai ci possiamo chiamare.
Ma ahimè, sono stufa di vedere il buio, e vorrei che se ne andassero.

"Sono sana come un pesce, ma gradirei silenzio."
Quando finalmente apro gli occhi, la prima cosa che noto è l'oscurità che vi è in questa stanza. La poca luce che c'è è grazie alla luna ormai alta nel cielo.
Che ore saranno?

Non appena rivolgo lo sguardo al ragazzo dai capelli bianchi, mi irrigidisco, notando la nostra vicinanza.
Mi guarda sorpreso...o meglio, sollevato.

"Che c'è?"
In risposta Ginevra sorride in modo compassionevole.
Ho bisogno di far appello a tutte le mie forze per cercare di stare calma.
"Da quanto sono qua?"

"Sei rimasta incosciente per ben quattro ore. Hai subito un ustione di primo grado negli arti superiori ed inferiori, compreso l'addome."
Gli occhi azzurri di Edward mi guardano in un modo particolare. Come se stesse cercando di studiarmi, analizzarmi.
Come se avesse paura che io scappi chissà dove.

Non fidarti.

Quel dannato biglietto.
"Capisco. Ma io non sento..."
"Dolore." Annuisce la ragazza. "Si, per questo ci ha pensato Sebastian, il nostro dottore." Annuisco ricordandomi di lui.

"Cosa mi ha fatto?"

"Tranquilla, stavolta non ha utilizzato il suo potere, lo farà quando le ustioni si saranno alleviate. Danae ha creato una pianta curativa, ti aiuterà a non sentire dolore."
"Dovrai restare a riposo per qualche giorno." Sorride guardandomi insistentemente, come se cercasse una risposta da parte mia.
Distolgo lo sguardo da quei capelli perfetti così simili alla causa del mio dolore.

"Quanti giorni?"
Chiedo ammirando la grande vetrata.

"Tre, ma meglio quattro."

"Non se ne parla. Sono appena riuscita ad attivare il mio potere, devo imparare a gestirlo." Con freddezza spero di aver reso chiaro le mie intenzioni.

"Beh, in effetti hai fatto esplodere le tubature nei bagni della palestra, oltre che alle pompe antincendio." Ridacchia nervosa.

"Ma non preoccuparti tutto si sistemerà. Tu però devi stare al riposo."

Non le rispondo. Sarebbe inutile.
Il silenzio ha la meglio, solo per svariati minuti.
Edward si schiarisce la voce e la guarda sorridente.

"La lasciamo riposare?"

"Si...tu vai, ti raggiungo tra un minuto."
Lui annuisce, anche se un po' titubante.
Con un cenno della testa mi saluta per poi andarsene.

Non appena rimane da sola con me, la sua agitazione sembra aumentare.
Cammina un po' ovunque, come se stesse cercando le parole giuste per rivolgersi a me.

"Cosa c'è?"
Chiedo diretta, forse un po' troppo brusca.

"Stavo pensando che avrai fame, perciò se vuoi ti faccio portare qualcosa."
Dice per poi sedersi ai piedi del letto.

"Non ho fame. Che ore sono?"

"In effetti sono quasi le due di notte."
Immaginavo.

"Volevi chiedermi solo questo?"

L'Ultima Gemma                                          Where stories live. Discover now