LA VITA È UN'ESTATE

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-SE FARAI TARDI DI NUOVO A LAVORO NON PRENDERTELA CON ME!

Continua a urlare. Vorrei replicarle qualcosa ma le parole mi escono a fatica e impastate dal sonno.

-Maria... questa è... una pazza...

-Pazza a chi?

Tessa mi guarda dall'alto in basso. Pronta a buttarmi un bicchiere d'acqua sul viso.

-No!

Urlo scattando a sedere e portandomi il lenzuolo sui capelli.

-Abbi pietà! Ho piastrato i capelli ieri sera!

-Hai 5 minuti per preparati se non vuoi andare a lavoro con i mezzi pubblici.

Rabbrividisco all'idea.

-Ti prego non farmi questo!

La imploro buttandomi giù dal letto. La luce del giorno inonda la mia stanza mostrando settimane di vestiti lasciati ammucchiati agli angoli della stanza. Non è che io non voglia mettere in ordine, ma devo assolutamente farmi prestare una scala per recuperare gli abiti finiti sull'armadio. Fino ad allora non ha senso darsi tanta pena per riordinare solo una parte della camera.

Ancora troppo assonnata per affrontare dignitosamente la giornata, gattono verso la scrivania. Infilo la divisa che avevo posato la sera prima sulla sedia. Mi stendo sul pavimento freddo per riuscire ad infilare la gonna e trattengo il respiro. Il tubino nero mi va stretto sui fianchi, molto scomodo ma ho le mie ragioni: con la gonna di una taglia in meno ho l'illusione di avere lo stesso fondoschiena di Kim Kardashan.

I contro sono che devo sedermi con molta cautela e non posso concedermi di ingrassare neanche di mezza taglia.

Stesso discorso per la camicetta bianca. Piccola camicia, grandi tette. Il push up dà ovviamente il suo essenziale contributo.

Esco dalla mia stanza stringendo tra le mie braccia quasi tutta la mia make up collection.

-Alla buon'ora.

Mi saluta Francesco, comodamente seduto sul divano del soggiorno mentre sorseggia il suo caffelatte.

Rettifica necessaria: il MIO divano, il MIO caffelatte.

-Sei ancora qui? Non hai una casa tua?

Lo supero e mi fiondo in cucina. Lascio cadere specchio, fondotinta, pennelli e palette sul tavolo, accanto ai biscotti e al nesquik, ed inizio l'arduo compito di coprire le mie occhiaie.

-Non gli funziona il riscaldamento.

Mi sussurra all'orecchio Tessa.

-È una settimana che non gli funziona il riscaldamento.

Le afferro la tazza di latte che stringe tra le mani ed inizio a sorseggiare.

-mmm ma è senza zucchero?

Dico ridandogliela.

-Non è colpa sua se il proprietario di casa non chiama ancora nessuno per ripararlo.

Osservo il caos sul tavolo.

-Mi va bene che resti qui, ma può almeno smetterla di mangiarsi i miei Kinder fetta al latte.

Prendo la confezione di plastica vuota e la butto nella pattumiera.

-Ha detto che oggi la farà lui la spesa.

Lo giustifica Tessa aprendo la pattumiera per recuperare la confezione.

-E questa non va nell'umido ma nella plastica!

Il frigo davanti a me è desolatamente vuoto.

-Che tristezza...

Sospiro mentre mi passo uno strato di rossetto sulle labbra. Chiudo la confezione, la lancio sul tavolo tra gli atri prodotti ed afferrò il cappotto. Farò colazione direttamente in hotel.

-Dì un po', cerchi di rompere le tue cose di proposito?

Mi domanda Tessa seguendomi in soggiorno.

-Naturale, così ho la scusa perfetta per acquistarne di nuove.

Afferro la mia borsetta dalla poltrona e controllo che ci sia tutto il necessario.

-Volete qualcosa in particolare per questa sera?

Ci chiede Francesco ancora mezzo disteso sul divano mentre io e la mia migliore amica ci dirigiamo all'ingresso.

-Linguine al salmone...

Inizio io ma Tessa mi de una gomitata e si volta verso di lui per sorridergli dolcemente, scuote la testa tirandomi per il braccio.

-A stasera.

Dice raggiante varcando la porta di casa.

-Ricordati che il pesce dopo tre giorni puzza.

Aggiungo io chiudendomi alle spalle la pesante porta di legno.

-Perché lo tratti in quel modo?

Mi sussurra mentre scendiamo le scale. Le nostre voci disturbate solo dal suono delle nostre suole che battono sul marmo.

-In che modo come?

-Così duramente...

-Lo tratto come tratto tutti.

Mi gratto la fronte e ragiono sulle sue parole. No, decisamente non sono una che fa favoritismi.

-Ha trent'anni, se viene a piangere da te perché lo tratto male può tranquillamente smetterla di dormire sul divano di casa mia.

-È anche casa mia.

Sussurra lei mentre percorriamo l'ultima rampa di scale.

Fuori l'aria è gelida. Questo novembre è spietatamente freddo.

-Quanto cavolo mi manca l'estate.

Riesco a dire mentre mi battono i denti.

-Ma la vita è un'estate!

Dice Tessa allegramente mentre esce dalla borsa le chiavi della sua auto, una vecchia Ford nera.

-Calcutta?

-No, la canta Mannarino ne "la strega e il diamante".

Scuoto la testa mentre mi infilo nell'auto. Il sedile è gelato.

-Mai sentita.

-Sono mesi che te la consiglio!

Infila le chiavi nel quadrante ed accende immediatamente l'aria calda.

-Non è il mio genere.

Mi strofino le mani, si gela!

-Se fossi un'influencer non sarei costretta ad uscire a quest'ora di casa.

-Se tu potessi non usciresti mai di casa!

Mi corregge lei. Scuoto le spalle, non ha tutti i torti.  

SE MI LASCI NON VALEWhere stories live. Discover now