NON È QUESTIONE DI PREZZO MA DI FIRMA!

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Guardo compulsivamente l'orologio al mio polso. Le 16:28. Mi stringo contro il petto la borsetta e infosso il collo dentro il pesante cappotto. In questa stanza si gela, eppure il sistema di riscaldamento dovrebbe essere attivo in tutto l'hotel. Mi sfrego le mani l'una contro l'altra ed osservo di nuovo il mio polso.

-Guardare continuamente l'ora non farà volare il tempo.

Mi dice Tessa mentre si allaccia una scarpa. Seduta su una sedia della stanza del personale, si infila il cappotto con estrema lentezza.

-Non ho molto tempo oggi.

Dico riguardando l'orologio dal cinturino marrone, un vecchio regalo di mio padre. Le 16:29.

Non sarò una grande lavoratrice e nonostante io sia una ritardataria patologica, rispetto l'orario di lavoro. E su questo non mi si può dire nulla.

-Cosa devi fare?

Afferra la sua borsa e mi viene incontro.

-Devo trovare "il vestito"?

Disegno delle virgolette in aria con le mie dita ancora congelate.

-Perché quelle virgolette?

Domanda lei sistemandosi la sciarpa.

-Pensavo di sottolineare l'importanza.

-Quindi vai a fare spese?

Inclino la testa di lato in tic nervoso. La parola spese mi ricorda di quanti pochi soldi mi siano rimasti sul mio conto in banca.

-Più o meno.

Riguardo l'orologio.

-E poi non dire "spese", è una parola talmente fuori moda!

16:30. Mi risistemo la borsa e attraverso la porta.

-E come dovrei dire? Shopping?

Percorro la hall a passo svelto.

-"Acquisti", molto meglio dire "acquisti".

Le rispondo mentre mi copro il viso con le mani.

-Ma questa è solo una tua preferenza linguistica...

Alza il passo per riuscirmi a stare dietro.

-E comunque perché stai cercando di nasconderti?

Scanso qualche cliente che si dirige verso la reception e raggiungo l'ingresso in vetro. Dietro di me Tessa alza il passo per raggiungermi.

-Cerco di nascondermi dalla signorina Rottenmeier.

Respiro l'aria fredda della strada a pieni polmoni.

-Ma oggi non aveva giornata libera?

-Mai smettere di essere prudenti. Quella donna ha il dono di palesarsi nel momento più inopportuno.

Mi guardo intorno per essere sicura di non provarla nei paraggi. Ma già a un metro di distanza dall'hotel so di non essere più nella sua giurisdizione e tiro finalmente un sospiro di sollievo.

-Casa dolce casa!
Urlo entrando nel soggiorno. Con fare teatrale lancio sul divano la mia borsetta. Nel percorso dall'ingresso e la stanza di Tessa, mi sfilo il cappotto e le scarpe lasciandole abbandonate sul pavimento dietro di me.

-Cosa stai facendo?

Mi domanda la mia migliore amica mentre apro la porta della sua stanza.

-Acquisti!

Entro e osservo la camera in perfetto ordine.

-O meglio, cerco un prestito...

Aggiungo a voce più bassa, appena sussurrata.

SE MI LASCI NON VALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora