23. Ti scrivo io, okay?

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JIMIN

"Sì, prendo solo una cosa in ufficio e poi...ehy, ma che ci fate voi due qui?" furono le parole, o meglio l'urlo, che mi fece svegliare la mattina dopo, scendendo dal divano ed allontanandomi dalle braccia di Jungkook non appena mi resi conto che Mark stava fissando i nostri corpi abbracciati con aria confusa.

Perchè...sì, alla fine, tra un bacio e l'altro, avevamo deciso di distenderci sul divano abbracciati nel tentativo di scaldarci a vicenda mentre i nostri vestiti si asciugavano. E, poi, conversazioni inutili e risate piuttosto sguaiate ci hanno portato ad addormentarci proprio lì quando gli occhi di entrambi non stavano nemmeno più aperti.

E non avete idea di quanto il mio cuore si fosse scaldato con quei piccoli gesti e tutti i: "Sei bellissimo" che Jungkook mi ha sussurrato all'orecchio per ore.
Ma in quel momento, invece, l'unica cosa che mi sentivo a riuscire addosso a causa dello sguardo di Mark era la colpevolezza.

"N-noi siamo..." iniziai a balbettai in preda alla confusione, rendendomi realmente conto di cosa fosse successo la sera precedente, venendo interrotto, però, dalle improvvise parole di Jungkook, probabilmente sveglio a causa del tono di voce alto di Mark e del fatto che io mi fossi spostato.

Bello che non mi fossi nemmeno accorto del fatto che Jungkook si fosse svegliato fino a quando non l'ho sentito parlare, comunque. Vuol dire che la mia mente era completamente da un'altra parte...

"La porta degli spogliatoi era chiusa, il mio telefono era scarico e quello di Jimin non prendeva. Quindi siamo semplicemente rimasti qui" gli spiegò in tono indifferente, non accennando nemmeno per un istante ad intercettare il mio sguardo nonostante io lo stessi fissando con insistenza.

E credevo che questo gesto dicesse già tutto da solo...

"Mi dispiace. Credevo veramente che quella porta fosse aperta" si scusò Mark in tono sincero, spostando, poi, il suo viso in modo da avere me nella sua visuale.

Probabilmente la mia espressione praticamente disperata dal fatto che Jungkook stesse facendo finta che non fossi lì lo fece impietosire ancora di più, visto che lo vidi rivolgermi un sorriso di conforto, mormorandomi, poi, in labiale che sarebbe andato tutto bene.
Quasi che avesse già capito tutto da solo senza bisogno di alcuna spiegazione...

"Direi che è arrivato il momento che torni a casa" disse Jungkook all'improvviso, alzandosi dal divano e dirigendosi a sguardo basso fino alla porta, scomparendo oltre il muro senza lasciar uscire dalla sua bocca nessun'altra parola.

"Che ci fai ancora qui? Perchè non lo stai seguendo?" mi chiese Mark dopo qualche secondo in tono stranito, praticamente prendendomi per un braccio e trascinandomi fuori dalle porta.
"Perchè, dalla sua reazione, considererà quello che è successo ieri sera tra di noi solo come un errore" gli spiegai con consapevolezza, puntando i piedi a terra in modo da riuscire a fermarmi.

Solo poi mi resi conto che gli avevo appena confermato quello che probabilmente già immaginava fosse successo tra Jungkook e me il giorno prima. Ma, ormai, non potevo più tornare indietro...

"Non lo puoi sapere se non glielo chiedi. Quindi...vai, corri" ribattette con serietà, dandomi una piccola spinta di incoraggiamento sulla schiena.
E, sebbene fossi un po' scettico sul rincorrerlo per la scuola quando non sapevo nemmeno se fossero già iniziate le lezioni oppure no, decisi di seguire il suo consiglio, correndo a perdifiato per tutti i corridoi che avrebbero portato fino all'esterno dell'edificio, appurando che non ci fosse ancora un'anima tra quelle mura.

Troppo presto, probabilmente. Tranne per quelli del club di nuoto, a quanto pare. Visto che, uscendo dalla piscina, Mark non fu l'unico di cui incrociai lo sguardo.

Fu solo quando aprii la porta d'ingresso catapultandomi fuori che vidi Jungkook scendere i gradini che l'avrebbero portato al parcheggio e, quindi, alla sua auto, urlando il suo nome a gran voce.

"Kook!".
Lui, dal canto suo, si bloccò di scatto, girandosi con estrema calma nella mia direzione e cercando, finalmente, i miei occhi con i suoi.
"Che c'è, Jimin?" mi chiese poi, con la voce instabile e le mani tremanti.

"Stai scappando perchè è una cosa che non vuoi o perchè è una cosa che hai paura di volere?".
"Sto scappando perchè io sto con un'altra persona, che...merita di sapere che non sono più innamorata di lei ma di qualcun altro" mi rispose lui con un senso di colpa che fece stare me anche me.

Perchè, alla fine, quello che meritava di stare così per tutta la situazione che si era venuta a creare a partire da quel suo piccolo sfioramento di labbra la sera prima era lui...
Insomma, aveva "tradito" il suo ragazzo. Probabilmente, era ferito a morte da questo.
Lui...credeva che tutta la colpa fosse sua.

"Stai d-dicendo c-che..." balbettai con stupore, cercando di capire, comunque, se quello che avevo inteso dalle sue parole corrispondesse alla verità.
"Ti scrivo io, okay?" mormorò, però, lui con aria sbrigativa prima di girarsi nuovamente e dirigersi a grandi falcate verso la sua macchina.

Decisi solamente di annuire, visto che insistere non avrebbe portato assolutamente a nulla, lasciandolo uscire dall'edificio e decidendo di fare lo stesso, visto che di seguire le lezioni quel giorno non se ne parlava minimamente, solo qualche minuto più tardi.

Fu solo a metà tragitto fino a casa mia che mi pensai di tirare fuori il telefono dalla tasca inferiore dello zaino, dove l'avevo lasciato ancora la sera prima, alzando gli occhi al cielo, però, quando mi resi conto che si fosse scaricato.
Così, lo rimisi in tasca e lasciai perdere l'idea di liberarmi di tutti i pensieri che volevano vorticarmi in testa con la musica.

Nonostante questo, comunque, riuscii a mettere da parte le domande di cui avrei voluto una risposta dalla persona che, però, mi aveva fatto sottintendere di lasciargli spazio, decidendo che avrei avuto il permesso di pensarci solo se Jungkook non si fosse fatto sentire prima di qualche giorno.

E...quando arrivai a casa e misi il telefono sotto carica, i numerosi messaggi che mi aveva mandato Hobi durante tutta la sera e la notte precedente mi fecero completamente sconnettere dalla "questione Jungkook".

Perchè non avrei mai immaginato quello che mi stava rivelando con il suo ultimo messaggio...

"Jimin, so che probabilmente sei arrabbiato con me e tutto, ma...mi dispiace. Mi sono reso conto che hai estremamente ragione e che ti devo raccontare tutto.
Solo che credo di non riuscire a dirtelo faccia a faccia, quindi quando puoi chiamami".

"C-ci sei?".

"Okay, deduco tu sia arrabbiato con me".

"Non riesco a capire se non ti arrivano i messaggi oppure se mi hai proprio bloccato".

"Jimin? Per favore. Ho bisogno di dirtelo. Mi sento un senso di colpa addosso...".

"Non riesco a dormire".

"Senti, te lo dico e basta, okay?".

"Youngmin. È Youngmin il mio "amico". È sempre stato lui".

•We will meet again {Jikook}•Where stories live. Discover now