46. Te lo ricordi il nostro primo abbraccio?

570 61 8
                                    

JUNGKOOK

Non voglio mentire: praticamente mi pietrificai sul posto, non riuscendo a fare proprio niente per un paio di secondi, quando, aprendo la porta di casa mia, notai Jimin, avvolto nel cappotto più pesante che aveva, che mi stava guardando con un sorrisino dipinto in faccia.

"C-ciao" mormorai dopo quell'arco di tempo, facendomi leggermente da parte in modo che lui potesse entrare se l'avesse voluto.
Jimin mi ringraziò con un semplice cenno del capo, entrando, poi, in casa mia come se niente fosse cambiato da quando l'aveva fatto l'ultima volta, poco meno di un mese prima.

"Come stai?" mi azzardai a chiedergli solo non appena lo notai sfilarsi il cappotto dalle spalle per posarlo sull'appendiabiti e ritornare nel mezzo del corridoio, facendomi, successivamente, cenno che volesse andare in camera mia.
"Bene. Veramente. E...sono qui per questo" mi rispose mentre ci dirigemmo verso il luogo da lui desiderato, sedendoci, non appena arrivammo, uno di fronte all'altro a gambe incrociate sul mio letto, in completo silenzio.

E, ve lo giuro, io avrei voluto colmarlo, quel silenzio intendo, con tutto me stesso. Solo che...non sapevo veramente da dove avrei potuto iniziare.
Fortunatamente, fu Jimin a capirlo prima di me, ponendomi una domanda che, sul momento, non capii affatto. Solo svariati minuti dopo riuscii ad assumere un senso ai miei occhi.

"Te lo ricordi il nostro primo abbraccio?" mi chiese con leggerezza, aspettando con occhi quasi languidi la mia risposta.
"Certo. Era...tipo qualche giorno dopo che ci siamo "riappacificati" alla casa di riposo. Nel bel mezzo delle "prove extra" che stavamo facendo. Avevo imparato tutta una coreografia, finalmente, ed eravamo entrambi così felici che praticamente mi sei saltato addosso" replicai non riuscendo a non farmi scappare un sorriso sincero al ricordo di quel momento, devo dire parecchio significativo per entrambi.

"Ecco...io lì ho pensato per la prima volta, nonostante il fatto che di te non sapessi praticamente nulla e ci fossimo conosciuti solo un mese prima, che mi ero innamorato di te. Così, proprio a pelle. Proprio istintivamente. E, probabilmente, fu per questo che nemmeno una settimana più tardi andai di filato dal parrucchiere a tingermi a capelli.
Non te l'ho mai detto perchè Hobi ed io avevamo fatto un patto sul non rivelarlo mai a nessuno, ma, a questo punto, mi serve per farti capire meglio tutto il mio ragionamento, quindi...
Una sera, io e lui, avevamo deciso che il primo di noi due che si fosse innamorato avrebbe dovuto tingersi i capelli di rosso, a simboleggiare, appunto, questo sentimento.
So che sembra una cosa un po' idiota, ma per due sognatori incalliti, e leggermente ubriachi, quella era un'idea fantastica.
Comunque...voglio che tu sappia che io sono sempre stato convinto di te e di quello che, fin da quel nostro primo abbraccio, ho creduto di provare per te. Altrimenti, fidati, non sarei mai andato ad uccidere i miei capelli in questo modo" iniziò a dirmi con serietà e sicurezza, bloccandosi, dopo questa ultima frase, per rivolgermi un'occhiata indagatrice, cercando di capire cosa mi stesse passando per la testa.

"Perchè sembra la premessa di un "ma"?" fu l'unica cosa che riuscii a farmi uscire dalla bocca, incapace di non sentire una preoccupazione piuttosto evidente propagarsi per tutto lo stomaco.
Jimin fece solo un piccolo sospiro, confermandomi, indirettamente, che sarebbe arrivato veramente quel "ma". Così, dicendomi che sarebbe stato meglio "ingoiare subito la pillola", lo invitai a continuare con un cenno della mano.

"Ma...quando abbiamo fatto quell'ultimo sogno fu come se tutto scomparse all'improvviso. L'unica cosa che riuscivo a "vedere" ed a provare erano il tradimento di Jun nei confronti di Minho e come si è sentito quest'ultimo a vederlo lì, disteso senza vita in quella vasca.
Ho creduto che loro erano noi, o noi eravamo loro a seconda di come la vuoi vedere, perchè il dolore di Minho lo sentivo a livello dello stomaco e del cuore esattamente come lui.
E, visto questo, volevo la mia "vendetta". O, meglio dire, la vendetta di Minho. Volevo che tu ti sentissi come mi sono sentito "io". Volevo che Jun sentisse quello che aveva sentito Minho...
Ho sbagliato come mai nella vita con questo pensiero. Ed ora lo so.
Le tue parole mi sono servite molto. Come pure quelle di Nam quando è venuto da me ad aiutarmi a sistemare la tempesta che infuriava nella mia testa.
E...ci ho riflettuto tanto sulle vostre parole" continuò con lo stesso tono delle parole precedenti, fermandosi nuovamente al termine di quell'ultima affermazione.

"E-e quindi? Nel senso: a che conclusione sei arrivato?" gli domandai al limite della tensione, sentendo il cuore battere talmente veloce che sembrava stesse facendo una gara di velocità.
"Io mi sono innamorato di te perchè tu, Jeon Jungkook, e non Kang Jun-hoe, mi fai sentire come se fossi l'unico nell'Universo che ti può rendere così felice.
Mi sono innamorato di te perchè, qualsiasi cosa facessi, credevo che se l'avessi fatta con te sarebbe stato un po' più bello.
Mi sono innamorato di te perchè, nonostante quando dorma io faccia un casino e probabilmente ti avrò fatto passare milioni di notti insonni a causa dei miei calci e dei miei pugni, tu mi hai sempre abbracciato da dietro, quando dormivamo, solamente perchè te lo chiedevo io.
E...quindi posso confermarlo in fase definitiva: io, Park Jimin, sono innamorato di te, Jeon Jungkook. E questo sentimento non c'entra assolutamente niente con quello che avevano Jun e Minho.
Certo, magari noi siamo anime gemelle proprio come loro. Ma...è tutta un'altra storia" mi rispose Jimin cercando di non farsi sopraffare dalla commozione, lasciando, poi, scendere quelle lacrime dagli occhi solo non appena finii di parlare.

Io, dal canto mio, lo presi semplicemente tra le braccia, stringendolo più forte che potevo, continuando a mormorargli nell'orecchio che ero veramente sollevato e che, ovviamente, anche io lo amavo da impazzire. E che, effettivamente, l'avrei sempre fatto.

"Posso baciarti?" gli sentii sussurrarmi nell'orecchio dopo qualche secondo, quasi che fosse una cosa talmente intima che chiederla a voce un po' più alta avrebbe rovinato tutto.
"Puoi farmi tutto quello che vuoi, Jimin" gli risposi con un tono allo stesso tempo sincero e divertito, lasciando, poi, che lui mi attirasse a sè per il colletto del maglioncino, facendo ricongiungere le nostre labbra per la prima volta dopo settimane.

"Mi dispiace. Per quello che ho tentato di fare e per tutti i dubbi che mi sono venuti, dico" gli uscì dalle labbra non appena quel bacio finì, non lasciando andare, però, la presa sui miei vestiti.

Quasi che volesse tenermi il più vicino possibile.

"L'importante è che ora tu stia bene e che sia convinto di questo".
"Lo sono".
"Bene" mormorai con serenità, sentendomi finalmente il cuore leggero, stringendolo ancora un po' di più tra le mie braccia come se ne andasse della mia vita.

E fu proprio in quel momento che giurai a me stesso che non l'avrei più lasciato scappare.

•We will meet again {Jikook}•Where stories live. Discover now