Capitolo 11

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<<Siamo davvero insignificanti>> esala Kassidy con aria sconfitta. Sdraiata a pancia in su, osserva rapita il cielo stellato che ci sovrasta e nel mentre gioca con il collo della bottiglia di birra che ha in mano.
Tutti noi la guardiamo con aria interrogativa, fino a una manciata di secondi fa stavamo tutti ridendo per una battuta di suo fratello Ashton e stavamo arrostendo marshmallows sul fuoco. Sentendo gli occhi di tutti addosso la ragazza continua a parlare.

<<Guardate quante stelle e pianeti sono sopra di noi, perfino altre galassie ci stanno osservando. Probabilmente in alcune di queste altre galassie ci sono altri pianeti sui quali si sta sviluppando la vita in questo preciso istante, in altri magari già esiste ma noi continuiamo a comportarci come se fossimo gli unici nell'universo. Non siamo altro che dei puntini microscopici su un pianeta altrettanto piccolo.
Ce ne dimentichiamo troppo spesso>> si ferma un secondo per bere un sorso di birra dalla sua bottiglia.

<<Pensiamo che i nostri problemi siano la cosa più importante del mondo. Che il notiziario delle sei dovrebbe fare spazio anche per parlare del nostro amore non corrisposto e di come da anni amiamo in silenzio qualcuno che non potrà mai ricambiarci. Ci struggiamo per le più piccole difficoltà che la vita ci mette davanti e ci lasciamo scorrere via dalle dita i momenti di felicità come se fossero granelli di sabbia, cose di poco conto>> si ferma ancora, ormai tutti prendiamo dalle sue labbra e dai suoi pensieri. I nostri occhi sono stati catturati dalla volta celeste e dalle miliardi di luci che, più o meno intensamente, la popolano.

<<Abbiamo avuto l'ardine di dare nomi e storie a queste stelle per illuderci di conoscerle e di averle vicine. In realtà siam solo di passaggio e l'universo nemmeno si rende conto che una certa Kassidy Irwin sia mai esistita. Ignora perfino il fatto che questa ragazza si sia innamorata da anni di un ragazzo che vedeva solo d'estate e che per di più era gay; non è nemmeno a conoscenza della storia appena nata che intercorre tra questo ragazzo e l'amico di penna di tale Kassidy e di come questa ragazza se ne sia accorta subito.
Siamo davvero stupidi nel pensare di essere tutti importanti>> e detto questo, Kassidy si alza. Si pulisce velocemente i pantaloni e si rifugia nella sua tenda.
Noi altri restiamo attoniti per via del suo discorso. Continuiamo a guardare il cielo, le sue parole vorticano senza fine nelle nostre menti, specialmente nella mia.
E anche quando Sharon e Felicity mi consegnano una busta rossa con dentro due biglietti per un festival musicale della zona non sento le emozioni che dovrei. La mia testa è ferma alla rivelazione di Kassidy, lei aveva capito tutto da subito. Forse ancor prima di noi.

...°°°...°°°...

Lo spazio, o la sua mancanza, nella tenda non mi permette di muovermi. Mi ritrovo stretto del mio sacco a pelo con accanto Michael che sembra non notare il mio stesso bisogno di muoversi; da quando è entrato nella tenda si è buttato a peso morto nel suo sacco a pelo e non si è più mosso, sprofondando subito in un sonno pacifico. Io invece vorrei potermi girare e cambiare posizione, sperando di riuscire ad addormentarmi, ma non ci riesco. L'unico movimento che mi è consentito fare è allungare la mano verso il cellullare e controllare le ore e constatare come l'alba sia ancora lontana. Ho provato a scuotere il ragazzo al mio fianco ma l'unico risultato che ho ottenuto sono stati una serie di grugniti e una parola biascicata che non sono riuscito a capire. 

Ormai affranto decido di sfidare la sorte e mi impongo di alzarmi e uscire dalla tenda, fare sicuramente due passi mi aiuterà. Nella mia testa però sembrava più semplice, infatti Michael ha pensato bene di trovare il modo per espandersi nel già ristretto spazio che avevamo a disposizione e, per forza di cose, mi trovo costretto a tirargli una gomitata per farlo spostare. Il ragazzo al mio fianco si sposta leggermente ma l'espressione corrucciata che compare sul suo viso mi sa provare il bisogno di dargli un bacio sulla fronte, il tutto accompagnato da uno "scusa" sussurrato, per tutta risposta grugnisce nuovamente. 

Holiday||Muke ClemmingsWhere stories live. Discover now