Capitolo 13

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In giardino regna la calma, ci siamo solo io Felicity. Lei sta controllando che le rose della nonna siano in ottima salute mentre io sono tranquillamente seduto all'ombra del melo e faccio uno schizzo di mia cugina chinata sui fiori.

<<Sai due sere fa sono uscita con Ashton>> comincia a raccontare, catturando la mia attenzione. <<Siamo andati a prendere un gelato, abbiamo passeggiato nel parco e ci siamo andati a sedere sulle altalene. Una serata normale, come tante altre>> si ferma un secondo per potare una rosa secca, sento che sta per arrivare il famoso "ma".
<<Pensavamo un po' a questi mesi che abbiamo vissuto, un po' tutti uguali a quelli delle estati passate. Non so come mai stavamo parlando di quello ma ad un certo punto mi ha detto che per l'estate prossima voleva cambiare>> un'altra pausa, il mio album da disegno appoggiato sulle mie gambe e ormai totalmente dimenticato.
<<Tempo fa mi aveva detto che avrebbe voluto iscriversi in palestra, pensavo si riferisse a quello e scherzando gli ho detto che un fisico scolpito avrebbe riscosso più interesse da parte del genere femminile. Non lo avessi mai fatto, mi ha fulminato con lo sguardo e mi ha detto "Ti potrei piacere di più tutto pompato come quei modelli da copertina?". Sul momento non ho capito che cosa intendesse e il mio silenzio l'ha fatto alterare. Lui che pretendeva una risposta ed io che non sapevo che cosa dire, poi alla fine ha sganciato la bomba>>

Felicity smette di guardare le rose, appoggia per terra le piccole cesoie che stava usando per sistemare i fiori e si toglie i guanti. Viene a sedersi accanto a me, appoggiando la sua testa sulla mia spalla. Solo ora mi rendo conto di come sia effettivamente stanca, profondi solchi violi contornato i suoi occhi azzurri e il biondo dei suoi capelli sembra più spento. Preferisco non parlare e lasciare che sia lei a raccontarmi gli eventi con i suoi tempi. 

<<Mi sento una stupida. Penso che tutti l'abbiano capito prima di me. Se solo penso a tutte le volte che l'ho chiamata disperata perché incontravo solo persone sbagliate sulla mia strada e gli ho chiesto consigli. Così tanti anni ad illuderlo che prima o poi mi sarei resa conto di lui ma cosa posso farci io se l'ho sempre visto come il mio migliore amico. E comunque ha sbagliato anche lui, doveva dirmelo prima non adesso>> la colpa e la rabbia si mescolano nella voce di Felicity, <<Dio se solo penso al fatto che durante il nostro campeggio abbiamo passato tutta la sera abbracciati e che la scorsa estate ci siamo baciati>>

<<In che senso vi siete baciati? Perché non me l'hai detto? Non mi aspettavo che Ashton me lo raccontasse ma almeno tu>> esclamo totalmente preso alla sprovvista e completamente sorpreso. A quanto pare il non raccontare tutto fa parte dei DNA degli Hemmings. 

<<Ti ricordi la festa che aveva dato Carl McKinnon per il 4 Luglio? Eravamo andati tutti insieme, e penso che sia stato un miracolo il nostro ritorno a casa illesi considerando la quantità di alcool che avevamo in corpo>> mi spiega mia cugina accanto a me, con grande sforzo cerco di ripescare i ricordi di quella serata ma sono nascosti da una spessa coltre di nebbia.

<<Beh in effetti ho solo un ricordo di quella sera. So di essere arrivato a casa di McKinnon e di aver bevuto una birra, poi  mi sono risvegliato nel mio letto. Quello che è successo nel mezzo tra quei due ricordi non penso lo scoprirò mai>> mormoro sforzandomi maggiormente ma ogni tentativo è vano, riesco a rievocare solo qualche breve flash ma nulla di utile al racconto di Felicity. 

<<Più o meno è quello che ricordo anche io, con la differenza che il mio black out inizia dopo rispetto al tuo. A metà serata eravamo tutti brilli e abbiamo iniziato a fare un gioco idiota: il gioco della bottiglia>> si ferma un attimo portandosi le mani sulle tempie e chiude gli occhi, un piccolo sospiro accompagna questi gesti, <<Non so nemmeno perché abbiamo iniziato a giocare, forse c'erano troppe bottiglie vuote in giro e ci è sembrata la cosa migliore per continuare a usarle, e non c'è bisogno di specificare che tra tutte le persone su cui poteva fermare mi è capitato proprio Ashton. Per me è stato strano ma ricordo di aver pensato, "Va beh è Ash, almeno non è uno sconosciuto". E' stato strano baciarlo ma si è trattato di un qualcosa di fugace, innocente. Non ne abbiamo mai parlato fino a tre giorni fa, e ora sono tre giorni che non ci sentiamo.>>

Holiday||Muke ClemmingsWhere stories live. Discover now