29. Analisi ipogee

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Il solo fatto di rivedere quella selvaggia avventuriera fu sufficiente ad assorbire tutto lo stupore che ero capace di esprimere, ma il contesto in cui ciò avvenne, rese il tutto ancora più assurdo. In un istante, le seguenti domande mi passarono per la testa: "Cosa ci fa in questo villaggio, e in questa biblioteca, e ancora, perché era dietro quella foresta di libri? Se lei è qui, evidentemente conosce il bibliotecario, ma il bibliotecario conosce quelli dell'armeria, che a loro volta sono conosciuti da mezzo villaggio... quindi quante persone conoscono questa donna? Chi è, e chi sono tutti gli altri?"

Come spesso accadeva quando Hako partiva all'assalto, tutto divenne in un batter d'onda talmente rapido da risultare di difficile descrizione, e ogni interrogativo veniva spazzato via dalla sua irruenza.

– Io ti ammazzo!! – urlò Hako, furibonda.

Né io, né il bibliotecario avemmo il tempo di reagire o porre domande, ché la ragazza si avventò contro Saioki, determinata a spellarla per l'umiliazione subita il giorno prima.

– Oh cacchio, – balbettò la ladruncola.

La donna non si smentì, e nonostante la terribile ferita riuscì ad avere la prontezza di darsela a gambe, lanciando il filamento per terra.

Come effetto collaterale dell'inarrivabile velocità della fuga, il sangue della sua mano finì per macchiare scaffali e libri, fino a schizzare sulla guancia di Hako.

Quest'ultima, allora giunta alla posizione iniziale di Saioki, agguantò il filamento al volo, ma la sua avversaria s'era già dileguata. L'istante successivo ricomparve alle spalle del bibliotecario, di cui ricercò la protezione.

– Cosa?! – Hako si voltò di scatto, – Come hai fatto a... ma allora anche il bibliotecario... – cercò di mettere i pensieri in fila.

L'uomo, ancora fermo nei modi, guardò prima Hako, poi Saioki alle sue spalle, infine parlò:

– Vedo che non è la prima volta che vi incontrate.

– Quella... quella stronza ci ha rubato la mappa e i soldi! – ribatté Hako, con l'indice furiosamente puntato verso Saioki.

– Hako, calmati, per favore! – mi protesi verso di lei per evitare che compiesse altri atti avventati.

– Saioki, la ragazza dice il vero? – chiese il bibliotecario, spingendo lo sguardo oltre le sue spalle.

– Ehm, ecco... – Saioki, nell'imbarazzo, rispose con vaghi versi, – Beh, se è per questo, senza il mio aiuto non sareste nemmeno usciti vivi dalla foresta! – esclamò dopo la prima fase di esitazione, rivendicando le sue buone azioni, – e poi perché siete qui? Non dovevate tornarvene a Dasami?!

– Stavo cercando di spiegarmi, – anche io mi animai, – però continuavamo a schizzare da una parte all'altra del bosco!

– Ah... – il bibliotecario sospirò con tono apprensivo, – abbiate la pazienza di scusarci. Saioki è una brava persona, ma ha il brutto vizio di arraffare tutto quel che le capita in mano. Le dico quotidianamente che prima o poi si sarebbe fatta male con queste sue birichinate, eppure non mi ascolta mai, vero? – sul finire si rivolse alla diretta interessata.

– Uhm... – Saioki mugugnò con raggomitolata colpevolezza, stringendo il pugno ricolmo di sangue.

– E l'ho notato che prende tutto ciò che vede! – urlò Hako, – Allora, dove sono le nostre nae?!

– Uffa, devo proprio? – Saioki chiese al bibliotecario, che rispose con un monolitico sguardo di conferma, – Ah... beh, comunque il bottino non è qui, l'ho lasciato in un mio nascondiglio nella foresta.

La forgiatrice di lame ⅠDove le storie prendono vita. Scoprilo ora