Capitolo 1

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❝ And in the end
I will have to remember
what it was
to be me.

Ma quando la smetterà di russare questo?

Sembravo essere stata catapultata nel mio inferno personale: bloccata da una parte da un uomo mezzo pelato del tutto stravaccato con la testa che ciondolava verso la mia spalla mentre dalla sua bocca, nascosta sotto una lunga barba incolta, provenivano rumori decisamente assordanti arricchiti da un filo di bava che mi faceva letteralmente accapponare la pelle; dall'altra avevo accanto una donna per bene, sulla cinquantina, alla quale sicuramente interessava prendersi cura della propria figura, ma che comunque continuava ad invadere il mio spazio vitale mentre mi raccontava dell'imminente matrimonio della figlia con grande enfasi e gestualità.

Passò la mano destra tra le sue lunghe ciocche bionde mentre continuava a scorrere l'indice della mano sinistra sullo schermo del suo smartphone per mostrarmi tutte le foto della figlia e del futuro genero. La figlia le assomigliava sicuramente molto: avevano gli stessi occhi azzurri, gli stessi zigomi pronunciati e anche lo stesso sorriso che notavo sul viso della signora ad ogni parola che mi rivolgeva.

I due futuri sposi erano entrambi molto belli e dalle foto sembravano avere anche molta complicità, tuttavia non riuscivo a guardare quelle immagini a cuore leggero, senza chiedermi se lui non la stesse tradendo di nascosto o se magari fosse lei ad essersi concessa ad altri mentre stava con lui. Magari entrambi erano stati sinceri l'uno con l'altro e magari erano riusciti a passarci sopra e perdonarsi.

Già, passarci sopra.

Chissà perché non insegnano anche questo quando ti imbottiscono la testa di idee sull'amore.
Tutto quell'accanimento nel voler convincere le persone, sin dai primi anni di vita, che serva avere una persona accanto a sé per essere completi. È una cosa che non ho realmente mai capito. Perché se uno sta bene con se stesso non può bastarsi così? Perché bisogna sempre fare affidamento sugli altri e abbassare le proprie aspettative pur di non restare da soli?

La solitudine fa paura solamente quando hai dei conti in sospeso con te stesso.

Avevo sempre odiato il mito di dovermi sentire una principessa in quanto femmina e di dovermi sentire costantemente inferiore e in attesa del principe azzurro. Ero cresciuta prima tra ragazzi e poi avevo imparato a conoscere me stessa in un ambiente del tutto nuovo, avevo imparato a mie spese su chi io potessi realmente contare... o almeno così credevo.

A vent'anni è difficile definire l'amore, ma credo che sia difficile anche a quasi cinquanta visto l'esempio di mio padre. Lui e mia madre erano il mio modello di amore, proprio quello di cui raccontano le storie, quell'amore puro che ti lascia sempre il sorriso sulle labbra. Un giorno d'inverno di molti anni fa però, mi sono ritrovata le valigie pronte, mia madre che piangeva e supplicava mio padre di non andarsene e lui che non la degnava di una singola parola, come se non fosse la stessa donna a cui regalava fiori, che abbracciava, che baciava.

A vent'anni però, è difficile anche tenersi lontani dall'amore e così avevo finito per cedere alle lusinghe e alle premure di un ragazzo poco più grande di me. David si era trasferito in Italia da poco ed era capitato nel mio stesso liceo, era all'ultimo anno quando a me mancavano ancora due anni per finire la scuola. Un po' per le nostre origini simili e un po' per casualità, ci siamo ritrovati a passare molto tempo insieme e a diventare ottimi amici in brevissimo tempo. Questa amicizia è durata fino a quando non ho terminato la scuola, scegliendo di affiancare mio padre negli affari di famiglia piuttosto che continuare con l'università, percorso che invece aveva intrapreso David. Nonostante i differenti impegni continuavamo a passare molto tempo insieme, fino a quando in una giornata di fine dicembre non aveva espresso apertamente i suoi sentimenti per me. All'inizio non ne avevo voluto sapere, non volevo rovinare l'amicizia, né illuderlo di potergli dare qualcosa di più, ma lui non si era arreso e così, alla fine, avevo ceduto. La nostra relazione era forse la cosa più inaspettata della mia vita, ma visto che andava davvero bene, non mi ero posta nessun problema riguardo alcuni segnali che, al contrario, avrebbero dovuto far scattare in me qualcosa.

Invisible string    ✔️ - CARTACEOWhere stories live. Discover now