CAPITOLO UNO

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Qualche tempo prima.
«Dovresti informare il capo, Tom! Questo evento si sta trasformando in un vero e proprio festino a base di sesso, droga e alcol! Mr Scott ci ha detto espressamente di non permettere ad alcuno di introdurre droga nel locale» disse Jean al suo collega barman, dopo aver servito l'ennesimo champagne al festeggiato.
«Sì, credo tu abbia ragione! Si è superato il limite. Il capo diverrà una furia quando lo saprà» sospirò, allontanandosi da lì e scansando in tempo uno degli invitati che, ormai ubriaco, si lasciò cadere in avanti.
Scosse la testa esasperato e si recò in fretta nel bagno del personale, contattando Kiran Scott sul cellulare.
«Cazzo!» esclamò Kiran, voltandosi verso il cellulare, quando era ormai al limite.
«Lascia perdere...pensa solo a me» sussurrò la ragazza sotto di lui, voltandogli il viso «pensa solo a me» ripeté baciandolo con trasporto.
Il cellulare continuò a squillare e lui, ormai innervosito, interruppe il rapporto afferrandolo e rispondendo. «Spero sia qualcosa di più importante di quello che stavo facendo» sbraitò.
Tom tossì più volte e si portò una mano dietro la nuca, lanciando uno sguardo fuori dal bagno per controllare la situazione. «I-io...io credo di sì!» deglutì a vuoto «le cose hanno preso una piega alquanto imprevista. Devi recarti qui e subito!» disse con voce tremante, sentendo la sudorazione aumentare «il festeggiato non ha rispettato le regole» terminò, sospirando.
«Merda!» si alzò all'improvviso «giuro che lo ammazzo! Non fare niente, arrivo subito» gli chiuse il telefono in faccia.
«Dove vai?» chiese la ragazza, fissandolo confusa.
«Devo risolvere una questione» iniziò a vestirsi in fretta e furia.
«Stai scherzando, vero? Mi pianti qui come se nulla fosse?» chiese sconvolta «non possono risolverla da soli i tuoi dipendenti?».
Lui si voltò, fissandola truce. «Siete tutte uguali! Raccatta le tue cose e sparisci» le disse con calma apparente «e vedi di lasciare ogni cosa al proprio posto» afferrò le chiavi dell'auto e la piantò lì.
Tom lanciò più volte uno sguardo fuori dal locale e si mosse nervosamente dietro al bancone, mentre gli invitati pretendevano altro alcol. Uno di loro sbatté il bicchiere sul tavolo e un altro ormai ubriaco e sotto l'effetto di stupefacenti lanciò il proprio contro la parete accanto a Jean, scoppiando a ridere.
«Cazzo! È diventato un caos qui. Dov'è il capo?!» urlò a Tom, che si limitò a scuotere la testa, invitando i presenti a calmarsi.
«Ehi, buoni a nulla!» urlò il ricco e ormai ubriaco festeggiato, facendo spostare la ragazza che sedeva a cavalcioni sulle sue gambe. Si mise in piedi e si recò un po' barcollante dai barman, sbattendo la bottiglia di champagne sul bancone, facendola traboccare «ho pagato per tutto questo! Date ai miei ospiti ciò che chiedono, razza di idioti» si portò la bottiglia alla bocca e sorseggiò ancora, poggiandosi ad uno sgabello.
In quel preciso istante la musica fu interrotta.
«Charles Leone» esclamò Kiran, avvicinandosi piano e mettendosi di fronte a lui «cosa ci eravamo detti?».
L'uomo lo guardò, poggiando nuovamente la bottiglia. «I tuoi dipendenti sono delle nullità! Ho pagato per ottenere un servizio completo e i miei invitati non stanno ricevendo ciò che chiedono».
Serrò la mascella, fissandolo dall'alto con aria di sfida. «Ti ho affidato il mio locale e voi lo state distruggendo» gli andò vicinissimo «e hai fatto entrare la tua fottuta merda» afferrò un piattino con della cocaina già divisa e lo scaraventò a terra «avevamo detto che questo schifo non doveva entrare nel mio locale».
«Ma che cazzo fai?!» sbraitò, spintonandolo invano «questa roba è di ottima qualità, hai appena mandato a puttane i miei dannati soldi» continuò ad urlare, lanciando contro una vetrinetta la bottiglia di champagne che poco prima aveva tra le mani «non ho pagato per questo servizio! Hai avuto i soldi, non rompermi il cazzo».
«Non voglio la tua merda nel mio locale» ripeté, afferrando per il bavero della giacca «prendi i tuoi amici del cazzo e sparite da qui. Riavrai i tuoi sporchi soldi» mollò la presa.
«Io non vado da nessuna parte, puoi anche fotterti» gli andò vicino col viso «non ti conviene metterti contro di me, potresti farti molto, molto male. Porto la mia festa a termine e te ne vai a fanculo, Scott. Il tuo locale rispecchia perfettamente la tua persona...una vera e propria merda!» si sistemò la giacca «e rimettete quella dannata musica» urlò fuori di sé, rivolgendosi a Tom e gli altri dipendenti «e tu, razza di coglione, mi devi l'intera somma versata» si voltò nuovamente verso Kiran.
«Lascia perdere la musica e dammi i soldi di questo stronzo» disse a Tom e tornando a rivolgersi Charles «te ne vai con le tue gambe, o vuoi che ti accompagni?».
«Questa è un'ottima mossa! Mi ridai i soldi e la mia festa verrà comunque portata a termine. Non oserai rompermi il cazzo, non in presenza dei miei amici» sbraitò nuovamente.
Sfilò i soldi dalle mani di Tom e li infilò nei pantaloni di Charles. «Fuori dai coglioni!» si voltò verso gli invitati «la festa è finita...tutti fuori» esclamò rabbioso.
Charles lo fissò attentamente e divenne rosso di rabbia, spintonandolo un'altra volta. «Ma con chi cazzo pensi di avere a che fare, pezzo di merda?!» urlò, mentre gli invitati si apprestavano ad uscire dal locale sbuffando e borbottando «stai osando sfidare l'uomo sbagliato, Scott! Potresti seriamente farti male. Tu non sai contro chi ti stai mettendo» si voltò verso gli ospiti ancora nel locale «non date retta a questo stronzo! Non muovetevi da lì» puntò loro il dito, fulminandoli con lo sguardo.
«Non mi fai paura...io quella merda nel mio locale non la voglio» gli urlò di conseguenza «questa festa è finita e tu sparisci insieme a questa gente» lo afferrò per un braccio e iniziò a spintonarlo verso l'uscita.

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