CAPITOLO DODICI

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Due giorni dopo quella serata che scosse inevitabilmente Kiran, Richard si presentò nuovamente sotto casa di Isabel, come accadeva ormai da giorni. La ragazza scese al suo solito orario e se lo ritrovò davanti, sospirando.
«Ciao a te, Richard!» esclamò, alzando gli occhi al cielo e dirigendosi all'auto.
«Buongiorno, amore mio. Ho una proposta da farti!» esclamò, seguendola.
«Dovrai chiedere un appuntamento per poter fare affari con me» ribatté ironica, aprendo la sua auto.
«Va bene, verrò nella tua agenzia e ti inviterò a cena» seguitò immediatamente, afferrandole il polso per bloccarla. Lei si voltò e si ritrovò a stretto contatto con lui, smettendo di respirare per un attimo.
«R-Richard...Non voglio venire a cena con te» gli lanciò uno sguardo, sentendo il suo profumo entrarle prepotentemente nelle narici.
«È la ragione a parlare o il cuore?» le accarezzò una guancia, posandole un bacio sulla fronte, stringendola a sé «ti prego. Se non mi permetti un piccolo passo avanti, non potrò mai dimostrarti che sono cambiato davvero» le sussurrò all'orecchio, affondando il naso nei suoi capelli «solo una cena, Bel! Non ti chiedo altro. Giuro che dopo sarò meno insistente».
Sospirò, staccandosi da lui. Lo fissò riflessiva e non riuscì ad essere troppo severa nei suoi confronti. «La smetterai di presentarti qui tutte le mattine e di attendere ogni mio ritorno, come fossi un maniaco?» alzò un sopracciglio.
Lui fece un ampio sorriso e, speranzoso, annuì. «Non ti prometto nulla sui tuoi ritorni, ma accetto di non presentarmi ogni mattina sotto casa».
«Richard!» lo ammonì «nemmeno ai miei ritorni» incrociò le braccia in attesa.
L'uomo sospirò e ci rifletté su, trovandosi costretto ad annuire. «Penso a tutto io! Ti vengo a prendere alle nove di questa sera e giuro che ti porterò in un locale degno di te e della tua bellezza» si portò una mano sul petto, attendendo la sua risposta.
Isabel lo fissò attentamente e scoppiò a ridere, annuendo. «Va bene...Accetto!» gli rispose e lui spalancò gli occhi, stringendola forte a sé.
«Grazie, piccola! Grazie infinite...Non ti deluderò, giuro!» le posò un altro bacio sulla fronte, lasciandola andare «a stasera, bellissima ed unica dama del mio castello» le strizzò l'occhio e lei scosse la testa rassegnata, entrando in auto poco dopo.
«Solo una cena! Tranquilla e senza troppe effusioni» gli precisò, mettendo in moto e andando via, senza attendere risposta.

Kiran, nel frattempo, si preparò come al solito e si recò in garage, salendo finalmente sulla sua auto. Raggiunse il Karribean in pochi minuti e, salutati tutti, si mise subito al lavoro.
«Ehi, capo! Stasera avremo il pienone» Tom gli mise il caffè sul tavolo «abbiamo il tutto esaurito».
«Grazie!» sorrise «stavo pensando che potremmo iniziare a sfruttare il privè quando la gente è troppa. Così da non deludere nessuno».
«Sì può fare...ma stasera è occupato anche lui. Un compleanno di un ragazzo gay. Cercano uno spogliarellista» fece una pausa «vuoi proporti?».
Scoppiò in una grassa risata. «Per questa volta passo...sono molto impegnato» scosse la testa divertito «ma se vuoi, puoi andarci tu».
«No, il capo vuole che lavori tutta la sera dietro il banco» fece una smorfia.
«Peccato, sarei venuto a dare una sbirciata».
I due chiacchierarono ancora un po' e poi tornarono ai rispettivi lavori.

Isabel affrontò la sua solita giornata lavorativa e decise di tornare a casa un'ora prima del solito, in vista della cena con Richard. Uscì dall'agenzia verso le 18.00 e si recò dal parrucchiere, per dedicare del tempo a sé stessa. Alle 20.00 terminò il suo trucco e indossò un abito rosso scampanato e un paio di Louboutin color argento, abbinando anche la clutch. Si guardò allo specchio e fece un grande respiro, in attesa che Richard passasse a prenderla. Alle 21.00 l'uomo citofonò puntuale, attendendola giù con un mazzo di fiori misti tra le braccia.
Isabel lo raggiunse dopo pochi minuti e lo salutò senza dargli alcun bacio, sorridendo di fronte a quei fiori.
«Sei la donna più bella che abbia mai visto, Isabel Moore» la osservò incantato, posandole un bacio sulla guancia e aiutandola ad entrare in auto.
Non appena la raggiunse, le mostrò un foulard nero, facendole corrugare la fronte. «Devi indossarlo! Ti avevo promesso una sorpresa e voglio che lo sia» sorrise.
Isabel lo fissò interdetta e poi accettò la richiesta di Richard, non volendo restare troppo sulla difensiva.
«Posso fidarmi, Mr Thompson?!» chiese, una volta indossato il foulard.
«Sempre...Da ora in poi» le disse con dolcezza, accarezzandole il ginocchio sinistro.
Felice più che mai di averla accanto, partì verso la destinazione scelta. Parcheggiò l'auto circa venti minuti dopo e aprì lo sportello di Isabel, afferrando i fiori e riponendoli sul sedile posteriore. La aiutò a scendere e la posizionò di fronte al locale, mettendosi alle sue spalle.
«Solo uno dei migliori locali qui a Miami, per la donna più preziosa che esista» le disse all'orecchio, sfilandole il foulard.
Isabel sbatté le palpebre e guardò davanti a sé, sussultando poco dopo. «N-non...Non è...Non è questo, vero?» si voltò verso di lui con gli occhi sgranati, smettendo di respirare.
Richard annuì ma poi corrugò la fronte, non capendo la reazione. «C'è qualcosa che non va? Ho fatto diverse ricerche su internet e il Karribean blue è risultato tra i migliori. Ha una terrazza con una vista mozzafiato...».
Isabel non poté credere alle sue orecchie e non riuscì a dirgli la verità, sentendosi mancare la terra sotto i piedi.
«H-Ho...ho esagerato? O magari non è abbastanza per te?» le chiese ancora, notando la sua espressione non affatto felice.
Lei lo guardò e scosse la testa, lanciando nuovamente uno sguardo al locale di Kiran. Sospirò affranta e poi prese coraggio, optando per il silenzio.
«Hai scelto più di quanto mi aspettassi» riuscì a sorridergli, cambiando totalmente espressione.
Lui la fissò attentamente e poi si rilassò, sorridendo. «Dalla tua reazione di poco fa, ho creduto di aver commesso un errore imperdonabile» la prese per mano e attraversò con lei la strada, attendendo di superare i controlli.
Isabel sentì il cuore esploderle dentro e chiuse gli occhi per un istante, prima di riacquistare il pieno controllo della mente e del corpo. Prese un grande respiro e decise di mostrarsi agli occhi di Kiran quella di sempre, come se tra loro non fosse mai accaduto nulla. Varcò la soglia del locale circa dieci minuti dopo e si mise sottobraccio a Richard, apparendo serena e felice. Evitò di guardarsi intorno e di posare lo sguardo sui barman, lasciandosi condurre dal cameriere al loro tavolo. Richard la fece accomodare e lei gli sorrise, ringraziandolo ancora una volta per i fiori e per l'invito a cena.

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