Capitolo 8. "Con la paura di perdersi."

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17.08.2014

Mi svegliai per i troppi messaggi che stavo ricevendo sul cellulare. Lo cercai a tentoni nel letto e lo trovai sotto alle lenzuola. Lo sbloccai ancora assonnata e vidi che erano solo le 8 e mezza. Aprii whatsapp ed erano tutti messaggi di Joshua.

Nella mia mente lo bestemmiai come non ho mai bestemmiato nessuno.

Non ebbi neanche la voglia di leggerli così digitai un semplice "Sto dormendo, leggo dopo." e chiusi la chat.

Mi arrivarono altri tre messaggi. Quanto lo odio.

Misi la vibrazione e mi rigirai dall'altro lato abbandonandomi al mondo dei sogni.

I miei occhi si riaprirono quando ormai non avevo più sonno. Erano le 11 circa. Il telefono era ancora in silenzioso, per questo riuscii a dormire visto che in quel lasso di tempo mi aveva inviato altri 15 messaggi. Odioso.

Rita e Carmen erano nel letto ma erano sveglie.
"Buongiorno."
"Buongiorno!" rispose Carmen.
"Giorno!" la seguì Rita.

Mi alzai e mi docciai. Non appena finito indossai un paio di pantaloncini di jeans a vita alta, una canotta nera e una camicia a quadri rossa e nera oversize lasciata aperta. Ai piedi indossai le vans nere.

Avevo tanta fame e avevo voglia di fare colazione visto che non la facevo da due giorni così sollecitai Rita e Carmen che trascinandosi, si chiusero in bagno.

Nel frattempo, mi truccai in modo leggero mettendo solo un filo di eyeliner nero e un po' di mascara. Misi il profumo e dopo un quarto d'ora uscirono già pronte. Così prendemmo i cellulari, chiudemmo la porta a chiave e scendemmo giù al bar.

Il timore più grande che avevo era incontrare Joshua così dissi già in partenza di non dargli troppa soddisfazione se lo avessimo trovato e di cercare in ogni modo di portarmi via da lui.

Ci infilammo velocemente nel ristorante giacché lui era lì in piscina con il cellulare in mano e un'aria nervosa.

Presi la mia solita colazione: cornetto al cioccolato e latte e cercai di non guardarlo parlando con Carmen e Rita.

Durante quella conversazione decidemmo che quella mattinata l'avremmo passata al mare, proprio per non avere contatti con Joshua.

Per sfortuna, però, si accorse di noi proprio mentre stavamo uscendo e si affrettò, quasi correndo, per raggiungerci.

Accellerammo anche noi ma lui fu più veloce e mi bloccò prendendomi per i fianchi.
"Aspetta!", disse in un sospiro.

Mi girò velocemente prendendomi per il polso.

Feci una sforfia di dolore poiché mi stava tenendo con forza e lui allentò la presa scusandosi.
"Possiamo parlare?"
"Non posso adesso, ci sentiamo dopo."
"No! Perché poi non mi rispondi, quindi non esiste!
Io parlo, tu ascoltami."
"Non posso adesso! Lasciami e basta!"
"Perché non vuoi parlarmi? Che ho fatto? Ho fatto qualcosa che non avrei dovuto? ", fece una pausa prendendo fiato.
"Se ho fatto qualcosa di sbagliato dimmelo! Aiutami a capire perché sto impazzendo!"
"Non hai fatto niente, sono io. Ora lasciami."

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