Capitolo 14. "Lontano dagli occhi, lontano dal cuore."

512 18 0
                                    

23.08.2014

Mi svegliai e inviai velocemente un messaggio ad Andrea prima che potesse riniziare a chiamarmi Joshua.

Anche solo il fatto di pensarlo mi metteva malinconia e tristezza, in realtà mi mancava ma ero stanca, stanca davvero.

Non era sua cugina, o una sua amica d'infanzia. Ne ero sicura dal modo in cui lei lo guardava, solo a pensarci e a rivivere quel momento mi si attorcigliava lo stomaco e gli occhi si bagnavano. Così cercavo di scacciare quei momenti e quei pensieri dalla testa.

Digitai velocemente "Hei Andre, come stai?"

Per fortuna mi rispose poco dopo. "Giaduccia, tutto apposto.. Tu piuttosto?"

Chissà come e chissà perchè ma sapeva già che c'era qualcosa che non andava. Empatia?

"Per niente bene, chiamami."

Non feci in tempo a finire di digitare che squillò il cellulare. Trasalii pensando fosse Joshua, per fortuna era Andrea.

"Pronto?", dissi.

"Pronto Giady, che è successo?", disse con la preoccupazione nella voce dall'altra parte del cellulare.

Gli raccontai tutto l'accaduto includendo il mio vaffanculo che premeva la sua uscita.

"Hai bisogno di distrarti..."

"Lo so, ma è impossibile farlo qui.

Lo incontro ovunque.", dissi disperatamente.

Stavo valutando seriamente di convincere i miei a tornare in anticipo.

"Che ne dici di venire a stare qui questi ultimi giorni?", chiese con una voce timida.

Non era una brutta idea. Avrei potuto stare lontana da lui e stare un po' con Andrea. Ma non ero sicura che i miei genitori me l'avrebbero permesso. In realtà ero più che convinta che mi avrebbero mandata male.

Tentar non nuoce, però.

"Proverò a chiedere. Grazie di tutto."

"Di nulla Giady, quando hai bisogno basta che mi chiami.

Fammi sapere quindi.", disse con la voce speranzosa.

"Ti voglio bene.", dissi prima di riattaccare.

Decisi di alzarmi dal letto, avrei dovuto chiedere il prima possibile il permesso ai miei genitori. Speravo il più possibile che si fossero fatti convincere senza richiedere troppe forze, non ne avevo neanche un po' in realtà.

Mi infilai nella doccia senza neanche guardami nello specchio, ero consapevole della mia bruttezza e inguardabilità.

Lasciai scorrere l'acqua calda per tanto tempo sul mio corpo in modo tale che potesse sciogliere i nervi tesi, ma sembra proprio che non ci riuscì.

Mi preparai svogliatamente indossando un pantaloncino della tuta e una maglietta larga e chiamai mia madre, pronta a supplicarla.

"Pronto?", rispose.

"Hei mamma, ti posso chiedere una cosa?", andai dritta al punto. Girarci intorno avrebbe solo peggiorato le cose.

"Dimmi, tesoro.", sembrava tranquilla.

"Andrea mi ha invitata a stare da lui per questi ultimi giorni... Mi chiedevo se potevo andarci. Posso, mamma?"

"Da sola? Dio sa cosa potrebbe farti!"

When you love someone.Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum