33* Di male in peggio

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«Allora, direi che oggi possiamo provare a fare un'ora intera senza fermarci. Ormai hai una buona resistenza e un passo costante, quindi dovresti riuscire senza problemi.»

Annuisco impercettibilmente e continuo a riscaldarmi prima di cominciare a correre. Saltello un pochettino sul posto, sistemo la coda e i pantaloncini e gli sorrido per rassicurarlo.

Oggi non mi sento proprio dell'umore di correre, ma vista la visita imminente di lunedì e la mattinata appena trascorsa, forse non mi fa male distrarmi un po' e scaricare la tensione.

«Prendiamo la ciclabile?»

Pietro sorride ancora, non so se voglia fingere di non sapere tutto quello che è successo dal nostro appuntamento, se abbia deciso di non interessarsene, o se, più semplicemente, non ne sappia assolutamente niente. Ad ogni modo, apprezzo che non faccia domande.

Un rumore di voci e lo scalpitare di passi lungo la strada ghiaiata attira la nostra attenzione e ci giriamo in contemporanea.

«Per fortuna siete ancora qui!» esclama Ludo venendomi incontro, seguita da Rodda, Valla, Parini e Sara.

Osservo il gruppo che ormai mi porto dietro da un po' e alzo gli occhi al cielo. Non hanno proprio l'aria di chi è venuto per correre, anzi, dai jeans e dalle magliette griffate, è chiaro che fossero diretti altrove, prima di decidere di rovinare il mio momento di pace.

«Stiamo per partire, torniamo tra un paio d'ore», guardo Pietro, supplicandolo di reggermi il gioco.

«Già. Qualunque cosa dovrà aspettare fino ad allora», mi asseconda prontamente.

«Non se ne parla!» si lamenta Rodda, mettendosi le mani in tasca. «Ho troppe domande che non possono aspettare e tu, ragazza misteriosa che pensavo di conoscere, devi darmi delle risposte», dice puntando l'indice verso di me, mettendosi davanti agli altri.

«A dopo!» saluto allegra, avviandomi con Pietro, lungo la strada che costeggia il fiume, per imboccare la ciclabile che attraversa i campi coltivati e corre lungo le pendici delle colline intorno al paese.

«Ti piacerebbe!»

Salto sul posto e alzo gli occhi al cielo, quando Marco si affianca con andatura leggera.

«Dobbiamo parlare con Bea», gli fa eco Ludo, anche lei impegnata in una corsetta leggera, mentre si sfila la collana, sistema i capelli in uno chignon disordinato e arrotola le maniche della maglietta.

Al suo fianco, anche Vallauri si affaccia sorridente, strizzandomi l'occhiolino.

«Non me lo perdo il seguito, capo!»

«Non possiamo parlare durante la corsa, dobbiamo allenare la resistenza, non chiacchierare del più e del meno», rimprovera tutti Pietro, accelerando appena per distanziare gli altri.

«Mi dispiace, amico, ma la ragazza ha qualche domanda a cui rispondere. A quanto pare lei e Logan hanno una relazione lussuriosa clandestina, forse sfociata occasionalmente in una cosa a tre con la ragazza di Rodda, il quale, però, ieri sera ha fatto scintille con Ludo. Questa mattina nel cortile della scuola abbiamo assistito alla prima parte della resa dei conti, ma tutto si è concluso con la bella Bea chiusa negli spogliatoi e con Logan e Sol che scappavano insieme da scuola, in sella al destriero di lui», riassume Valla con il tono eccitato di chi racconta qualcosa di inaspettato e avvincente.

«Non ho una relazione lussuriosa con Logan!» gli faccio notare, spintonandolo con una spalla. «E sicuramente non ho fatto cose a tre con Bea!» rincaro.

«Anche perché in quel caso verrebbe da chiedersi, perché non le avete mai fatte con me!» si intromette Marco con espressione scocciata. «Scusa se sono diretto, ma non hai capito niente come al solito, Valla. Bea si è arrabbiata perché era convinta che io l'avessi tradita con Sol», spiega con il tono da maestro di scuola primaria.

Io senza TeWhere stories live. Discover now