29* Uscita di gruppo

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La tensione per la visita comincia a farsi sentire con mal di testa insistenti, crampi e nervosismo. Ormai solo il fine settimana mi separa dal verdetto finale e continuo a ripetere intere sessioni di allenamento, senza riuscire a mangiare niente. Di questo passo, rischio di svenire durante la prova sotto sforzo.

«Questa sera Alec suona all'inaugurazione di un locale estivo, ti va di accompagnarmi?»

Mi appoggio allo schienale della sedia e fisso il mio frullato verde acido, mentre rifletto sulla sua richiesta.

Con la scusa di venire a trovarla, ho approfittato del tragitto per correre ancora. E ancora. Ho fatto il giro più lungo che mi sia venuto in mente, passando addirittura davanti alla scuola. Ormai posso tranquillamente fare la maratona di NewYork senza problemi.

«Lo sai che non mi piacciono i locali... E poi tu passerai la serata alla console e io mi annoierò tantissimo», rispondo prendendo un sorso del mio succo che sa di melma.

«Non siamo una coppia, quindi non starò alla console. Lui lavora e io mi diverto. Tu potresti conoscere qualcuno. Ho un paio di vestiti che potresti provare, mi sembra che tu ti senta più a tuo agio con te stessa, o sbaglio?» sorride orgogliosa.

In un secondo, vengo rapita dai ricordi degli ultimi giorni, dei baci rubati negli spogliatoi, a fine scuola, davanti a casa mia. Le labbra di Logan sulla pelle, le mie mani che percorrono il suo corpo, le sue dita che mi sfiorano delicate. Temo che sia questo il motivo che mi rende più sicura, non tutti gli sforzi che ho fatto negli ultimi mesi.

«A cosa pensi?» indaga Ludo, sorridendo.

«Niente. Sono distratta per la visita», mento.

«Andrà bene. Stai tranquilla», mi rassicura. «Lunedì sera usciamo a mangiare una pizza!»

«Vedremo, in realtà ho una partita, non vedo l'ora di tornare a giocare», spiego con aria sognante.

«Hai parlato con Bea?» mi chiede dopo qualche secondo di silenzio.

Nego con il capo e metto il bicchiere vuoto nel lavandino. Non ho nemmeno tentato a dire la verità. Mi sono lasciata travolgere dalla nuova situazione con Logan, dagli allenamenti, dalla visita. Non ho voluto pensare alla nostra ultima conversazione e al modo per raccontarle le evoluzioni della situazione.

Nemmeno a Ludo ne ho ancora parlato, in realtà. Ci siamo nascosti per non dover rispondere a domande che non volevamo sentire, abbiamo sfruttato ogni momento da soli, ma in mezzo agli altri ci limitiamo a qualche breve contatto clandestino e a tante occhiate super sexy che mi fanno venire i brividi anche in questo momento.

«Sono sicura che se le parlassi...»

Alzo una mano per fermarla e mi alzo in piedi.

«Dopo la visita. Adesso torno a casa», chiudo il discorso con un sorriso.

«Stasera?» domanda sulla porta, mentre io apro il cancello.

«Non lo so, non mi va...» divago, pensando che forse potrei proporre a Logan di venire da me a guardare un film in camera mia.

«Ciao, capo!»

Mi volto di scatto e vedo Rodda uscire dal cortile di Logan con uno dei suoi sorrisi accoglienti.

«Wow, sei un disastro. Cos'hai fatto?» domanda, squadrandomi con aria benevola.

«Sono venuta di corsa, per tenermi in allenamento» chiarisco con una linguaccia infantile.

«Ok. Non mi stupisce che Pietro ci tenga tanto a venire a correre con te, assumi un'aria selvatica che secondo me a lui piace molto...» scherza.

«Smettila, lo sai che non gli piaccio!» lo rimprovero.

Io senza TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora