5* Intrugli

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Forse avevano ragione a dire che non ho resistenza. Sono solo dieci minuti che corro, ma il mio cuore palpita veloce e sento la gola secca e gonfia. Le gambe continuano a muoversi per inerzia, ma sento le goccioline di sudore scendere tra le mie scapole.

Ho sempre odiato la corsa, il mio corpo si muove e saltella facendo sballonzolare le mie ciccie fastidiosamente.

Ripenso ai fogli che mi ha dato Leo e continuo a visualizzare l'immagine della fontana, attorno alla quale devo girare per poter tornare indietro. Se non mi sbaglio, dovrebbe trovarsi proprio dopo quegli alberi che ombreggiano il percorso che sto percorrendo.

In altre occasioni mi perderei a guardare il paesaggio, i fiori primaverili che tingono il prato e lo trasformano in un mare giallo e viola, il fiume che scende veloce, qualche metro più in basso.

Al contrario, riesco solo a contare i miei passi, a sentire il rumore del mio respiro affaticato riecheggiare nelle orecchie, insieme ai battiti impazziti del mio cuore.

Ancora qualche metro e potrò tornare indietro, con una camminata veloce, e andare dritta verso casa di Ludo.

Finalmente, la fontana sbuca da dietro gli alberi. Rallento la corsa e comincio a sciogliere le gambe con dei saltelli e arrivo a raggiungere l'acqua, per berne qualche sorso.

Mi sciacquo anche il viso, intanto che prendo qualche respiro profondo.

Incuriosita, stacco il telefono dalla fascia, che ho legato intorno al braccio destro, e sblocco lo schermo.

Ho corso per trenta minuti.

Sorrido compiaciuta di me, non sono andata per niente male al mio primo tentativo, anzi avevo il terrore che mi sarei lasciata andare molto prima.

Con il cuore più leggero, e sicuramente meno affannato, torno sui miei passi fiera e orgogliosa, lasciando un sorriso soddisfatto sulle labbra.

Forse questo sarà più facile del previsto, dopotutto. Un passo alla volta.

Euforica, decido di pensare come gestire anche l'altro problema. Sono obbligata a trovare il coraggio di organizzare e gestire il gruppo per la festa. Al solo pensiero, sento un brivido freddo scorrere lungo la pelle e mi tornano le palpitazioni.

Odio avere a che fare con le persone troppo sicure di loro, mi mettono sempre a disagio e mi fanno sentire fuori posto.

Il telefono vibra nelle mie mani.

Luca

Mi mandi i compiti di mate?

Tu vieni a correre con me?

Non so correre, te l'ho già detto. J

Io sono una frana in mate.

Non è vero, sei una secchiona insopportabile.

Peccato, speravo potessimo trovare un accordo...

Non costringermi a giocare la carta del senso di colpa.

?

L'hai voluto tu...

Gruppo di filosofia.

Scoppio a ridere da sola, ma non appena me ne accorgo porto una mano alla bocca per smorzare il rumore. Per fortuna, le persone che corrono da queste parti sono incuffiate e nessuna fa caso a me.

Colpo basso.

Il telefono comincia a suonare: la faccia di Luca compare sullo schermo e mi affretto a rispondere.

Io senza TeWhere stories live. Discover now