24* Grigliata

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Alla domenica pomeriggio, mi ritrovo dietro la panchina di Pietro, ad aiutarlo a preparare i ragazzi con le divise per la partita.

Non mi dispiace essere qui, in realtà, grazie a questo impegno ho saltato uno di quei pranzi di famiglia di cinquanta persone, con parenti che fanno parte del mio albero genealogico solo per strizzare guance e lasciare baci umidicci sulle guance un paio di volte l'anno. L'occasione erano i sessant'anni di una prozia di mia nonna, una di quelle che va dal parrucchiere tutti i sabati e ha la casa al lido per i mesi estivi, ma non ci invita mai nemmeno i suoi figli.

Ho visto un lampo di invidia negli occhi di mio padre, quando ho scartato la carta "ogginonposso" con mia madre, e gli ho sorriso comprensiva. Già, perché non siamo obbligati ad andare, se abbiamo un altro impegno, ma se non ci sono altri programmi, non si può disertare.

Sorrido a Pietro, che mi guarda incuriosito, ovviamente ignaro di tutta la situazione e continuo a sistemare le belve una accanto all'altro, in una fila che ha poco della retta, ma continua più ad assumere la forma di poligoni diversi a seconda di chi deve prendersela con qualcun altro.

Quando la partita comincia, torno a sedermi sulle gradinate accanto a Rodda e a Bea, che mi hanno concesso la loro compagnia, soprattutto per vedere se Pietro ha intenzione di fare la sua mossa. Credo che Marco stia già organizzando il matrimonio.

«Ho appena sentito Parini. Sta arrivando», mi informa non appena mi siedo.

Felice come non lo avevo mai visto, sorride con la mano di Bea stretta tra le sue, mentre lei gli sta accoccolata sulla spalla. Anche se continua a ripetere di volere Logan, sembra proprio stare bene con Marco. È come se riuscisse a muovere tutte le corde giuste per farla brillare ancora di più, per fare emergere le sue qualità. È rilassata, dolce, bellissima perché ha gli occhi sorridenti e un sorriso tranquillo, di pace, che finalmente è riuscito a spodestare quello di predatrice.

Chissà, se anche io troverò la persona che riesce a farmi splendere. Quella che mi farà sentire bene, felice, completa.

Fisso lo schermo del cellulare e mi metto a giocare con la cover. Solo un paio di giorni senza nemmeno un segno, una delle sue apparizioni, e già non riesco a smetter di cercarlo ovunque. Di sperare che arrivi, faccia una delle sue facce incazzate, per poi ritrovarmelo davanti a rubarmi i battiti del cuore e i sorrisi.

Non mi ha più cercato, ha rispettato veramente il mio volere, è completamente sparito.

«Sol, io ripenserei al ruolo di allenatore, questi ragazzi stanno prendendo una batosta epica!» mi rimprovera Marco, alzandosi in piedi e riportandomi con la mente al presente.

«Io li ho visti una volta sola...» tento di giustificarmi.

«Già, ma forse hai passato tutto il tempo a fare la svenevole con Pietro e ora i ragazzini sono allo sbaraglio!» continua, scendendo i gradini e raggiungendo la panchina.

«Cosa fai?» urlo.

«Prendo in mano la situazione, come sempre del resto!» mi fa un occhiolino e Bea scoppia a ridere.

«Che scemo!» dice sorridendo, ripassando il lucida labbra.

«È un bel tipo! E ti vuole un bene infinito», le faccio notare.

Annuisce beata, senza staccargli gli occhi di dosso. Forse dovrei provare a parlarle adesso, smettere di aspettare e tentare il tutto per tutto.

«Anche tu sembri piuttosto innamorata...» comincio.

Mi guarda senza dire niente per qualche secondo, poi avvolge una ciocca intorno alle dita.

«Sai che Logan ha una ragazza? O meglio, è un paio di giorni che va in giro con Elena, quella della tua squadra con la maglietta diversa.

Io senza TeWhere stories live. Discover now