7* Facciamo il punto

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La campanella suona e io balzo in piedi, come se qualcuno mi avesse dato la scossa. Ho passato l'ultima ora a prendere freneticamente appunti, per tenere la mente impegnata e non pensare all'incontro imminente con Rodda.

Ad aggiungere pressione, ci ha pensato Bea, la quale ci ha tenuto a specificare, che oggi pomeriggio ne approfitterà, per andare a fare una passeggiata ai giardini ducali con Logan, quindi mi ha chiesto di evitare questa destinazione.

Quando me l'ha detto ho lasciato perdere, ma ora che stiamo camminando fianco a fianco nel corridoio, la mia coscienza stride e si ribella.

«Bea...», comincio a dirle, mentre entriamo in bagno per il suo abituale ritocco di bellezza, «intanto, non credo che Rodda abbia voglia di passeggiare con me in un parco, ad ogni modo, credo che dovresti smetterla e lasciarlo, se non vuoi che questa cosa ti sfugga di mano».

Appoggia la sua Freitag sul lavandino e tira fuori l'astuccio dei trucchi, per cercare il rossetto.

«Non posso lasciare Marco, perché mi piace sul serio», mi spiega con la bocca aperta, mentre ritocca le labbra, «vorrei solo avere un po' di tempo per conoscere Logan, senza che diventi un caso di stato. È molto attento e dolce, mi corteggia e la cosa non mi dispiace».

Incrocio le braccia al petto e sospiro.

«Non hai già un ragazzo per questo?» la incalzo.

«Sì, ma non è mai stato un tipo romantico. Niente messaggini nella notte, niente parole sdolcinate, non si sbilancia mai. Se non mi avesse detto che mi ama, non so se riuscirei a capirlo».

Si passa una mano tra i capelli e mette la borsa su una spalla.

La seguo fuori dalla porta, indispettita dal suo commento. Sta cercando un alibi per quello che fa con Logan, non ci sono altre spiegazioni.

Varchiamo la porta della scuola, lei davanti e io qualche passo indietro.

Rodda dovrebbe aspettarci dal parcheggio delle biciclette, me l'ha fatto sapere tramite Bea questa mattina.

Provo a scorgerlo tra gli studenti che chiacchierano e quelli che si stanno avvicinando al cancello.

L'unico che vedo, però, è Logan, seduto al contrario sulla sella del suo motorino, mentre fuma una sigaretta e si intrattiene con un paio di ragazze.

Bea si sporge per salutare, aumenta il passo e sventola la chioma nera, che brilla sotto il sole dell'una e mezza.

Finalmente, Rodda spunta da un gruppo di ragazzi, riuniti in cerchio a guardare video e a ridere di qualcosa.

Bea può dire quello che vuole, ma lo sguardo che le riserva è pieno di sentimenti, carico di adorazione.

Mi fermo un po' distante, quando si abbracciano stretti e si scambiano un bacio appassionato.

Logan si schiarisce la voce e io lo guardo con le sopracciglia alzate, potrà anche essere amico di Bea e pensare di avere qualche privilegio su di lei, ma comunque non è il suo ragazzo, quindi potrebbe avere la decenza di tenere i suoi commenti per sé.

Mi sorride sfidante, quando si avvicina, poi butta la sigaretta e mi fissa dall'alto in basso. Per evitare di pestargli un piede, per vedere se si toglie quell'espressione antipatica dal viso, mi avvio verso la coppietta, prima che lui possa dire qualunque cosa.

«Scusate il disturbo», li richiamo.

Si girano entrambi verso di me, abbracciati stretti e sorridenti.

«Sol, scusa se non ti ho avvisato prima. Oggi devo fare una cosa per mia madre», mi avvisa Marco.

Detesto che non mi saluti mai, devo trovare il coraggio di dirglielo, prima o poi.

Io senza TeWhere stories live. Discover now