Felice

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"Mi sto sentendo una merda Lou! Noi siamo qui a passeggiare e ti sto sottraendo a tuo figlio, dovresti essere con lui! Che ne dici se torniamo a casa? Ci possiamo tornare un altro giorno..." "El cavolo! La smetti di essere così paranoica? Mio figlio sta benissimo e le sue zie avevano voglia di passare del tempo con lui. Certo è mio figlio ma la mia vita non finisce mica lì, oggi volevo portare la mia ragazza al Luna Park e l'ho fatto, cosa c'è di male? Assolutamente niente. Perciò fai sparire questa ruga di preoccupazione- e gli massaggió lo spazio in mezzo alle sopracciciglia per rilassarla- e godiamoci il momento." sorrise Louis calandosi nuovamente gli occhiali da sole sul viso e circondandole le spalle con un braccio. Mancavano pochi giorni a Natale e a Londra faceva veramente freddo, però quella mattina fortunatamente il sole sembrava dominare sulla città ed Eleanor ne era veramente felice perché era già stanca del freddo pungente e della pioggerellina ghiacciata tipici del suo paese. "Pensi che ci riconosceranno?" domandó Eleanor intrecciando la sua mano con quella di Louis, appoggiata sulla sua palla. "Amore siamo così imbacuccati che potrei non riconoscermi perfino io. Giubbotto, sciarpa, cappello, occhiali da sole... Più di così! E poi ci sono Will e Adam in giro perciò possiamo stare tranquilli..." spiegó indicando con lo sguardo i due scimmioni che gli facevano da bodyguard seduti su una panchina poco distanti da loro. "OH. MIO. DIO." quasi urló Eleanor trovandosi davanti la montagna russa più alta e intricata che avesse mai visto. "Ti prego andiamoci." "Non se ne parla nemmeno!" squittí il cantante con voce più acuta di quanto avesse voluto. Era un fifone allucinante quando si trattava di queste cose e se fosse stata qualcun'altra non si sarebbe mai lasciato convincere ma gli occhi adulanti di El, la sua voce che gli sussurrava all'orecchio tutto ciò che non gli avrebbe lasciato fare se non l'avesse portata lì sopra lo convinsero all'istante. "Sappi che questo è un ricatto bello e buono. Anzi bruttissimo e cattivissimo, non si gioca così sporco!" borbottó Louis dopo aver preso due biglietti ed essersi assicurato che la cintura della sua ragazza fosse ben allacciato.

"Mi sembrava che ti piacesse quando ieri sera abbiamo giocato sporco!" sorrise maliziosa lei calandosi appena gli occhiali per poterlo guardare meglio. Louis aveva sempre la risposta pronta, in ogni caso sapeva cosa dire ma si imbarazzava comunque e con le gote rosse era la visione più tenera del mondo. "I'm quirky!" e le fece l'occhiolino. "Smettila di dire ogni sei secondi che sei eccentrico, lo sappiamo tutti Louis." lo riprese ancora scherzando. Il ragazzo fece per ribattere ma la montagna russa partí facendolo urlare di paura. Non sapeva dove mettere le mani, se sopra la testa per non far volare il capello o a tenersi lo stomaco perché sapeva che di lì a poco avrebbe vomitato. Si giró a guardare la sua ragazza e si chiese come facesse essere così a suo agio a sedere su un attrezzo alto chissà quanti metri e che cambiava direzione ogni secondo. "Eleanor metti immediatamente via quel telefono o giuro su Dio che te lo butto giù." la minacció guardandola male. La mora scoppió a ridere continuando a riprenderlo in questo momento di panico. "You said you were quirky so..." ribatté guadagnandosi un'altra occhiataccia. Una volta scesi Louis dovette appoggiarsi alla sua ragazza o sarebbe svenuto, gli girava così tanto la testa. "Questo è quello che si prova nei primi mesi di gravidanza... Ne sono sicuro." borbottó Lou alludendo ai giramenti di testa, alla nausea e al senso di svenimento che stava provando in quel momento. "Ah, questo non dovresti chiederlo a me!" ridacchió Eleanor cosa che sorprese Louis. Si era accorto che tutta quella strana e nuova situazione la stava mettendo a disagio: Briana, Freddie, il loro rapporto... Ma evidentemente la stava accettando piano piano e lo stava facendo solo per lui. Non poteva ritenersi più fortunato. Si rimise in posizione eretta e incroció le loro mani guardandola intensamente e pensando a quanto fossero cambiati dall'inizio della loro relazione.

I primi mesi erano così eccitati da quella novità che si facevano vedere ovunque insieme, erano sempre appiccicati e davvero troppo troppo sdolcinati, ma in modo morboso. Invece, dopo tutto quello che era successo, ogni piccolo momento che si dedicavano era intenso, solo loro e che nessun'altro poteva vivere. Era più bello tenersi la mano, dirsi Ti Amo, era più bello anche fare l'amore perché tutto era impregnato di consapevolezza. Consapevolezza di non essere più bambini e di voler davvero costruire qualcosa insieme. Louis in particolare era cambiato nei confronti di Eleanor: inizialmente era più propenso a dimostrarle affetto davanti agli altri che magari quando erano soli (anche perché non è che avessero avuto chissà quanti momenti in cui c'erano solo loro due), adesso invece avrebbe voluto portarle la luna e donargliela, le ricordava ogni istante quanto l'amasse, in ogni più piccolo gesto. "Mi era mancato tutto questo." parló improvvisamente lei. "Che cosa in particolare?" "Questo, tu che mi guardi come se fossi la cosa più bella sul mondo, come se fossi perfetta e mi sento come se fossi stata creata per essere guardata dai tuoi bellissimi occhi e ti assicuro che non c'è sensazione più bella Lou, quindi ti prego... Non smettere mai." sorrise appena imbarazzata. Louis le avvolse i fianchi tirandola al suo petto. "Tu mi riporti alla vita da sempre Eleanor. Quando stiamo insieme, anche se siamo semplicemente accoccolati sul divano io mi dimentico di tutto, tutta la merda degli ultimi mesi perché ci siamo solo noi e mi sento... Felice." Louis sussurró l'ultima parola, quasi impaurita dal suo significato. Ogni volta che solo la pensava si sentiva uno stronzo perché sua madre era morta e c'era bene poco da essere felici, ma non ci poteva fare niente. "Non devi sentirti in colpa per questo, lo sai vero? Penso che Jay abbia fatto i salti di gioia adesso perché, sono sicura, che lei voglia solo e soltanto la tua felicità. E non c'è da vergognarsi o da sentirsi brutte persone, perché essere felici deve essere fonte di orgoglio e non una colpa."

Back To You.| Louis TomlinsonWhere stories live. Discover now